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Autore: Mattimeus    08/10/2011    1 recensioni
Il suono di sette campanelle colorate e le loro sette storie. Chi è amato e chi non lo è?
[Traduzione dall'inglese di un racconto apparso nel videogioco FRAGILE Dreams (2010, wii)]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Bell dai sette colori

Il cielo era in tempesta. I forti venti che venti che avevano picchiato fin dal mattino contro le finestre avevano raccolto nuvole nere e sradicato vari alberi nella foresta.

Saltai fuori dal sicuro riparo delle coperte che vi aveva offerto la vecchia dama e corsi a perdifiato attraverso la città diretta al cottage sulla montagna. Il mio vecchio rifugio. Ogni volta che venivo qui prendevo una campanella e pensavo al passato. Ora che avevo molti nomi, chissà quali fantasmi regnavano in quella catapecchia.

Un fortissimo lampo, seguito dal tuono, riempì il cielo. Mi venne la pelle d'oca. Si sentì un penoso rumore di legno che andava in pezzi, mi caddero addosso delle gocce. Accelerai il passo senza pensarci. Un tremore mi scosse.

La scena che mi si parò davanti fu... indescrivibile.

Una gigantesca nuvola di fumo mi stordì le narici e mi scottò la pelle. La montagna era in fiamme e il forte vento stava accelerando l'incendio. Presa dal panico balzai nella casa di legno. Sembrava di essere tra le braci di una stufa. Ma, pur in mezzo alle fiamme e al legno carbonizzato, dovevo salvare le campanelle. Erano l'unica prova che quelle ragazze avessero vissuto ed erano l'unica cosa che mi facesse sentire a casa. Raccolsi le sette campanelle e corsi verso l'uscita, che però trovai già ingombrata dal fuoco. Saltai attraverso una finestra rotta sul suo davanzale, pensando che di lì a poco sarei bruciata viva. Potevo percepire la distruzione che mi circondava.

Fuori dalla finestra mi attendeva un burrone. Saltai dal mio appiglio e mi preparai ad affrontare la caduta. Dopo tutto, avevo le campanelle strette saldamente nella mia bocca.

Dopo aver perso i sensi, mi svegliai nella pioggia battente. Sentivo ancora l'odore del fuoco e la pioggia ora stava cadendo ancora più forte, sapevo di essere tutt'altro che fuori pericolo.

Accasciata al suolo, non riuscivo a sentire ancora né le braccia né gambe. Chiesi al cielo se quella fosse la mia punizione. Era questo che mi meritavo per aver rubato la felicità delle ragazze, atto folle e sconsiderato?

...!”

Nel mondo coperto di cenere, una voce mi stava chiamando.

No. Non era il mio nome.

Eppure....

Maria! Maria!”

Sì, quello che mi stava chiamando non era altro che il mio amato.

Maria, tieni duro! Non morire!”

Oh, sì! Mio amato! Mio vero amore! Non abbandonarmi!” urlai disperatamente. Non mi lasciare nello sconforto, ti prego! Fammi vivere! Pensai che se mi avesse perso non avrebbe mai più rivisto la sua amata Maria. E non pensai solo a lui. Anrì, Fleur, Silvia... Lotte, Bisque, Chris... erano tutte bellissime, e non le avrebbe mai più riviste nessuno.

Non uccidermi!” urlai “Non uccidere la tua amata, ti prego!”

Tremando, gli porsi le sette campanelle. Se vuoi, prendile. Solo, non lasciare che le loro famiglie perdano la speranza.

Mi guardò come se volesse dire qualcosa. Poi, prendendo le campanelle, si girò e corse via. Sembrava che venisse lavato via dalla pioggia, mentre si allontanava e si faceva sempre più piccolo. Provai a chiamarlo, ma non riuscii a mettere in fila le parole. Se fossi riuscita a parlargli forse avrei fatto l'errore di dire cose di cui non sarei mai stata capace.

Mentre pensavo a come la pioggia avrebbe lavato via anche la mia anima, pensavo all'ultima persona che mi aveva considerato la sua famiglia. Forse non ero quella che loro avevano amato, ma io amavo le mani calde e gentili che mi avevano stretto. Avevo mentito e dissacrato la morte, tutto per vendetta.

Eppure ero lì che piangevo. Lì, ad un passo dalla morte, ero molto vicina alle sette ragazze e potevo, finalmente, piangere davvero per loro. Dopo tutto, lo sapevo. Lo dovevo sapere, no? Tutto ciò che volevo... era vivere.

La pioggia bagnava il grigio fianco della montagna, assorbendo la luce da ogni cosa. Ero immersa nel buio e nella pioggia.

Udii chiaramente il suono di una campanella. Almeno potevo dire che le mie orecchie funzionavano ancora. Indirizzai i miei sensi verso la fonte del suono. Poi, subito dietro, udii dei passi e delle voci avvicinarsi.

Forza, Anrì!”

Pensai di aver cominciato ad immaginarmi le voci. Doveva essere un ricordo legato alla campanella. Nessuno mi avrebbe mai cercata.

Fleur!”

Silvia!”

Non poteva essere... sbattei le palpebre. Perché? Da sotto la cenere cadente, potevo scorgere delle figure. Mi circondarono. Il ragazzo, il falegname, Mama.

Lotte!”

Bisque!”

Chris!”

No. I bambini... e il maestro. Lo scrittore, e la signora!

No” Provai a dire senza successo.

Non guardatemi! Vedreste le mie menzogne! Non odiatemi! Non sono mai stata la ragazza che voi avete amato.

Lo sapevamo già”, fu la risposta di colui che aveva usato le campanelle per radunare gli altri. Mi strinse, mentre mi avvolgeva in un asciugamano tiepido. Poi mi diede le campanelle.

He he. Lo sapevamo già. Dall'inizio”.

Quando mi baciò il collo sentii il sapore delle lacrime. “Non lo vedi? Quella che noi abbiamo amato non è un fantasma del passato”.

Le sue parole mi stavano perdonando.

Sappiamo che hai detto quelle bugie per aiutarci. Nessun altro avrebbe potuto farci stare così bene e darci così tanta gioia. Noi tutti ti ringraziamo. Te e le tue campanelle”.

Chiusi gli occhi, ma le lacrime scesero ugualmente. Avevo pensato che la mia vita fosse una bugia dopo l'altra. Non più. Finalmente l'avevo capito. Il mio nome sarebbe stato Bell, dai sette colori. Un nome donatomi dalla mia famiglia e dai miei amici.



Io sono Bell.

Con i miei sette colori, ero la più amata nella città.

Io sono Bell.

E, avendo addirittura sette nomi, sono la gatta più fortunata del mondo.

   
 
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