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Autore: Bad A p p l e    08/10/2011    2 recensioni
«Claude!»
Middleton era sempre stata una città molto luminosa, ma di notte, come tutte le città illuminate da una manciata di stelle e qualche lampione, non poteva che essere avvolta dall’oscurità, al cui interno si muovevano rapidamente due ragazzi.
«Claude! Fermati, dannazione!» isterò uno dei due, cercando con molti sforzi e pochi risultati di tenere basso il tono della voce.

[Shego/Kim]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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I Giardini dell’Eden.

Track 001: Prologo.

 

«Claude!»

Middleton era sempre stata una città molto luminosa, ma di notte, come tutte le città illuminate da una manciata di stelle e qualche lampione, non poteva che essere avvolta dall’oscurità, al cui interno si muovevano rapidamente due ragazzi.

«Claude! Fermati, dannazione!» isterò uno dei due, cercando con molti sforzi e pochi risultati di tenere basso il tono della voce. La sua ombra sembrava quella di uno scheletro, per quanto era gracile e faceva visibilmente fatica a stare dietro alla seconda figura.

L’altro, Claude, non diede segno di averlo sentito e continuò la sua marcia, borbottando sottovoce una lenta litania. Al terzo richiamo, si decise a voltare la testa in direzione dell’interlocutore, «Code, sai che odio essere interrotto mentre prego… e questa sera ci sarà molto da pregare» aggiunse con un ghigno poco rassicurante, senza fermarsi.

Attraversarono un vicolo da cui sbucava il Liceo di Middleton e Code riusci finalmente a richiamare a sé un po’ di forza. Scattò in avanti, sbarrando la strada a Claude, e lo afferrò per il bavero della camicia, sbattendolo al muro.

«Ascoltami, decerebrato di un fratello» esordì in un sibilo. «Le abbiamo provate tutte –tutte!- ed abbiamo sempre fallito perché tu ti fai prendere la mano con le tue distorte idee religiose. Middleton è la nostra ultima possibilità, quindi vedi di rispettare il piano».

Calò il silenzio tra i due, ma durò ben poco; Claude scoppiò in una fragorosa risata e si liberò dalla debole stretta del fratello minore. «Middleton non è la nostra ultima possibilità, ma è sempre stata la nostra unica possibilità… dimmi, fratellino, per quale motivo l’hai lasciata per ultima, pur sapendo che solo qui potevamo aver successo?» lo canzonò, volutamente malevolo.

Code abbassò per quale istante lo sguardo, risentito, per poi freddare Claude con un’occhiata omicida.

«Tu cerca di seguire il piano e basta. Sono io la mente, tu sei solo forza bruta».

 

[…]

 

 

Ron Stoppable venne scosso da un brivido freddo. L’ennesimo.

Era sveglio da poco più di mezz’ora e ad intervalli sempre più brevi veniva colto da quel brivido gelato che portava con sé un gran brutto presentimento.

Stancamente si sfilò la maglia del pigiama per mettersi un maglioncino caldo; Rufus sgusciò fuori dalle lenzuola del biondo e squittì qualcosa, annuendo vigorosamente.

Ron sorrise, «sì, hai proprio ragione. Qui ci vuole una muy buena colazione al Bueno Nacho» disse, estraendo dal cassetto del canterano il cellulare e le chiavi del motorino.

Il pavimento in legno scricchiolò al suo passaggio, mentre si stiracchiava. Ormai ci aveva fatto l’abitudine ad avere la stanza da letto in soffitta e quasi gli dispiaceva doverla lasciare la settimana dopo per il campus universitario.

Si guardò allo specchio e l’immagine riflessa gli restituì il suo solito sorriso smagliante made in Stoppable. Per qualche secondo prese in considerazione l’ipotesi di chiamare Kim, poi scosse la testa divertito e, sempre guardandosi allo specchio, fece una perfetta imitazione dei modi più altezzosi della sua ragazza.

«Ron! Quante volte te lo devo dire che fare colazione con un Naco e un Burrito non può che farti male? Dovresti venire con me e Monique a prendere un bel frullato di spinaci de-carboidratizzati» disse in falsetto alla propria immagine riflessa; terminato il breve monologo scoppiò a ridere, per poi uscire dalla stanza e trottare giù per le scale, non rendendosi conto di avere ancora addosso solo i boxer che teneva per dormire.

Una giornata come tante per Ron Stoppable. Forse.

 

   
 
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