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Autore: Aesir    08/10/2011    4 recensioni
[Aliens/Predator]
Racconto che si svolge nell'universo fantascientifico di Alien e Predator, o rispettivamente come si chiamano xenomorfi e yaut'ja.
La storia segue il film Alien vs Predator, ma va a cancellare i vari Alien seguenti.
La storia comincia con un'oscura profezia.
E' il 2012.
E gli xenomorfi... stanno arrivando...
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Atto Quarto

 

CENERI ALLE CENERI

 

 

In questo cinquecentesimo anno

dalla caduta dell’Unico Mondo

i Cacciatori

torneranno ancora sulla Terra,

dai vascelli del cielo

per restaurare il loro onore

calpesteranno i loro nemici

e daranno le Prede in pasto

ai Demoni”

 

Iscrizione ritrovata su un frammento di lastra nei pressi della Piramide di Huitzilopochtli, Messico.

 

 Scena Venticinque (XXV): IL MASSACRO

 Zona un tempo conosciuta come ‘New Mexico’, Nordamerica, Terra.

 “Signore… signore…”
Cosa c’è, soldato?”
Ho visto qualcosa, signore.”
Certo, adesso perché- sbirciò le mostrine del marine- Leaster Connors ha visto qualcosa è la fine del mondo, eh?”
Il soldato lo guardò stupito.
Il sergente, un uomo robusto con due folti baffoni a manopola che infondeva fiducia a chiunque lo guardasse, non si era mai espresso in quei termini.
Ah… scusa, soldato… è che siamo tutti un po’ nervosi, capisci… prima quelle morti, poi il comandante che dice di voler fare un annuncio… ce n’è abbastanza da far uscire di testa chiunque.”
Certo… grazie, signore.”
Non c’è di che.”
Seguì una pausa, poi l’uomo sbottò: “E’ proprio necessario che cammini così su e giù in mezzo al corridoio d’accesso?”
Il marine trasalì: “No, signore.”
"
Idiota!” mormorò il sergente sottovoce.
L’altro rise…

 Tre metri più in alto, su un albero, una sagoma li osservava.
> E’ proprio necessario che cammini così su e giù in mezzo al corridoio d’accesso?<
>No, signore.<
>Idiota!<
Una risata.
Ridevano e scherzavano…
Miserabili…
Li avrebbe affogati tutti nel loro sangue…
Crrrhhhh….”
Due lame retrattili scattarono…
Presto… molto presto…

 “Soldati, ascoltate.
State per affrontare dei nemici come non ne avete mai incontrati.
Sono grandi forti e astuti.
Potrebbero spiaccicare cento esseri umani normali come si schiaccia un insetto.
Ma voi non siete uomini normali, siete marines.
E loro sanguinano.
E se sanguinano…”
Vi fu un lampo azzurro e la testa dell’uomo, un piccoletto dall’aria odiosa, esplose in una vampata di sangue.
Crrrrrhhh… rrrrrhhhh…”

 I soldati uscirono in fretta dalla tenda.
Al di fuori, videro un veicolo stranissimo, più grande di un’automobile, sollevato a mezz’aria.
Intorno, nella calura notturna, si scorgevano delle strane sagome.
SONO QUI!!! SPARATE!!!” Nessuno avrebbe saputo dire da chi provenisse la voce, ma quasi d’istinto alzarono le loro armi e fecero fuoco.
In quel frangente dal mezzo partirono dei fasci di plasma che andarono a colpire con letale precisione i soldati, bruciandone le carni, attraversandoli da parte a parte.
Un odore nauseabondo si diffuse nell’aria.
Gli uomini, intimoriti, tentennarono.
Dall’aria si materializzò una sagoma…
Poi un’altra….
E una terza, che guardò nella loro direzione sibilando.
Sollevò un oggetto.
Tutti si protesero incuriositi per poi ritrarsi in preda all’orrore.
Era un cranio umano, con attaccata la colonna vertebrale, ancora sanguinolento.
Non servirono ordini.
Il destino dei loro compagni e la certezza della stessa sorte erano incentivi sufficienti.
I soldati si slanciarono come un sol uomo…
Azione lodevole, ma inutile.

 I colpi sparati dagli umani si fermavano a mezz’aria, respinti dagli scudi energetici che armavano il veicolo.
Un espediente insolito, ma come era stato osservato, non erano in caccia.
Lex si guardò intorno.
Avvertiva l’immensa presenza di Miyrth ‘Feriij accanto a lei.
Si preparò ad attaccare, ma ancora prima che riuscisse a muoversi l’alieno scattò in avanti, travolgendo due soldati.
Strappò la mandibola ad un terzo e uccise a mani nude in analoghe maniere altri dieci uomini, coprendo il terreno di sangue, senza riportare una sola ferita.
A quel punto ruggì e sguainò le lame da polso.
La ragazza sobbalzò: non si era mai resa davvero conto di quanto fosse letale uno yaut’ja.
Non che avesse nulla in contrario, anzi.
Scuotendo il capo, si riscosse, calando la spada sui soldati.

 Iniziò a cadere una pioggerellina fitta fitta, alquanto fastidiosa.
Le armi degli umani erano rese quasi inutilizzabili a causa del tempaccio, ma non così quelle degli alieni.
Neanche le schermature venivano danneggiate, in quanto si trattava di un modello più resistente di quello che normalmente si usava in caccia.
In quella situazione, infatti, era uso dare alla preda almeno una possibilità di vincere, per quanto remota.
Stavolta non ce ne sarebbero state.
Era un massacro, punto e fine.

 Lo yaut’ja guardava dritto innanzi a sé.
Affondò le lame nel corpo di un umano, straziandolo orribilmente, spalancò le braccia uccidendone un altro e tornò a dare il colpo di grazia al primo.
Decapitò con un gesto crudele altri tre soldati, usando i maul.
Intanto la sua mente vagava.
Un soldato armato di lanciafiamme gli si avvicinò.
Sciocco.
Lo yaut’ja lasciò che le fiamme lo lambissero, senza provocargli danno, prima disintegrarlo con un colpo di plasmacaster.
Ripensava a ciò che avevano fatto quegli umani, celare dei traditori, dei miserabili che erano la feccia della loro razza.
Mentre i colpi tintinnavano innocui sulla sua armatura, affondava ripetutamente le sue armi, riducendo quei corpi indegni di vita a membra straziate.
Come ovvio, le loro inconsistenti armature di stoffa non offrivano alcuna resistenza.
Ripensava a ciò che avevano fatto gli iC ‘jit.
Ad ogni colpo che sferrava, immaginava di averli già sotto le sue lame, di sentirli morire centinaia e centinaia di volte.
Sentiva la carne degli umani straziarsi.
Piantò le lame retrattili negli occhi di un soldato e, attiratolo a sé, lo decapitò.
Sentiva le loro urla di dolore mentre cadevano, uno dopo l’altro.
Bene.
Uno dei marine si voltò urlando “Oh mio Di…” ma il grido si interruppe quando una lancia invisibile gli sbucò dal torace.
Avvertiva la presenza dell’umana, di quell’unica umana che rispettava, della quale riconosceva l’onore, la sentiva ansimare per la fatica mente affondava la sua arma.
Non era ancora yaut’ja fino in fondo, ma d’altronde non aveva poi così importanza.
Non si era sbagliato, a risparmiarle la vita…
Un altro marine dinnanzi a lui cadde…

 N'ritja Lexiij sogghignò mentre letteralmente falciava con rapidi fendenti i soldati che aveva davanti.
Dunque era così semplice uccidere.
Semplice… e divertente.
Sì.
Ancora si stupiva della propria velocità, il suo colpire gli umani anticipandoli sempre.
Per uno yaut’ja è normale, pensò.
Rise.
Sentiva il sangue schizzarle addosso, il calore di corpi morti sommarsi al suo e un ringhio le uscì dalla gola, un verso da yaut’ja più che da umano.
Non meritavano alcuna pietà.
Una razza… degenerata… ecco cos’erano.
Ed ora, erano prede.
Sangue per gli dèi del sangue, teschi per il loro trono, si stupì a pensare.
Hahaha.
Come una delle Furie, una divinità dell’Ade, si fece strada attraverso i nemici…
Ma per quanto letale, non era ancora nulla paragonata alla lucida ferocia dei tre yaut’ja…

 Vor ‘tasSkaarj ringhiò.
Si era trovato all’improvviso dinnanzi un manipolo: non gli piacevano gli imprevisti.
Alzò la mano destra, sibilando chiaramente parole incomprensibili…
I soldati lo guardarono in preda al terrore, dando così tempo allo yaut’ja di eliminarli con pochi colpi.
Mille e quattrocento dei loro anni e continuano ad essere terrorizzati da un trucchetto idiota: una specie stolta è sempre condannata…, pensò.

 Miyrth ‘Feriij strappò con un colpo le lame dal corpo di un marine, facendo rotolare il cadavere al suolo.
Ancora sangue gli sprizzò addosso, lo ignorò.
Si fermò un momento.
I soldati non riuscivano a usare le loro primitive armi, incalzati com’erano dai letali fasci di plasma, che partivano automaticamente guidati dal loro calore.
Attorno a lui si udivano urla e gemiti, un silenzio esperto dall’altra parte; i suoi compagni stavano facendo un buon lavoro.
Anche lui.
Nel raggio di sei, sette metri non c’era un nemico vivo.
Tutti caduti…
Vide il plasma degli scudi scintillare mentre assorbivano i colpi.
Non c’è onore senza onore, pensò.
Agguantò per il collo un umano e gli strappò la testa, gustando la sua espressione sofferente e il sangue caldo sulle sue mani.
Era da questa gioia di uccidere, questo perverso piacere, che si diventava iC ‘jit?
Nonostante il Codice della Caccia?
No, quella che stava portando a compimento era giustizia, la giustizia di una razza antica e spietata.
Secondo la quale, tra l’altro, il complice dell’assassino era assassino anch’esso.
Ringhiò.
Attivò l’invisibilità, ricomparendo alle spalle di un manipolo stupefatto e sgominandolo con pochi colpi di lancia telescopica.
Alzò la lama per trafiggere un altro uomo quando un colpo di frusta lo avvolse per un attimo, tagliandolo in due.
Rivolse lo sguardo ad Aesir ‘Kraaliij, chinando il capo in una forma di rispetto.
L’altro ripetè il gesto, sguainando nel contempo un’ascia e scagliandola contro un soldato, abbattendolo sul colpo…

 “Siamo una ssspecie antica, Lexiij… la nosssstra razza è numerosssa e diffusssa ovunque, i nosssstri antenati perssssi nella leggenda. Gli umani ssssono molto giovani, creature mossssse dal dessssiderio e dalla ssssuperbia… non hanno la comprensssione derivata da una lunga caccia… sono ssssolo, una buona preda…”
Come quelle parole le tornavano in mente!
Era… come dopo essersi ubriacati, pensò.

La stessa ebbrezza…
La prima volta che ho bevuto champagne è stato a quattordicimila e quattrocento piedi d’altezza…”
Sembravano passati secoli.
La prima volta che ho compreso davvero che volesse dire vivere, è stata oggi.
Con gli yaut’ja, non con gli umani…

 Era ormai mattina, e in tutto quel tempo non aveva ancora smesso di piovigginare, quando gli ultimi soldati tentarono l’assalto.
A loro onore si dovette ammettere che non chiesero pietà, e non la ricevettero neppure.
Caddero come erano caduti tutti gli altri prima di loro.
Lex si sentì posare una mano sulla spalla.
Puoi fermarti, N'ritja ‘Lexiij.
Ssssono morti tutti.”
Davvero?” si stupì lei, poi scorse l’albeggiare.
Aveva combattuto per ore senza fermarsi, e non era neanche stanca!
Avrebbe potuto continuare così ancora per delle ore, sentiva l’adrenalina scorrerle impetuosa nel sangue.
Lo yaut’ja, attratto da un minimo rumore, colpì con lo stivale corazzato il corpo di un soldato superstite.
L’uomo urlò mentre volava per aria.
Il suono si interruppe bruscamente quando le lame retrattili calarono.
La porta è ssstata aperta, gli ossstacoli rimosssssi; i cadaveri cedono il passso, inchinatevi al vossstro desssstino!”
Rise crudelmente, era, come le parole appena pronunciate, un suono da gelare il sangue nelle vene.
Poi, rivolto a Lex.
Hai mancato di ripulire le tue armi.” Le fece freddamente notare lo yaut’ja.

Oh!”
Se fosse stata ancora umana, sarebbe arrossita, dato che non lo era si limitò a fare ciò che le era chiesto, imbarazzata.
Quanti ne abbiamo uccissssi?” chiese, per coprire il suo disagio.
Quattrocento, circa.
Ma sssssono.. erano… divisssssi in due fronti.
I kainde amedha devono aver approfittato della confusssssione per sssssferrare a loro volta l’assssssalto.
Non odi?”
In effetti si sentivano delle deboli urla di dolore e dei sibili riconducibili certamente agli xenomorfi.
Decise che era meglio sloggiare prima di incontrarli.
Era la cosa più saggia da fare ma… come dirlo agli yaut’ja?

 Intanto Aesir ‘Kraaliij si aggirava per il campo di battaglia.
Sollevò tre soldati, tenendoli per la nuca.
Si udirono dei gemiti di dolore, subito sedati con la pressione su un certo nervo alla base del collo.
Ssssono ancora vivi.
Dobbiamo interrogarli, ci sono molte cose che abbiamo da sapere.”
Yeyinde Vor ‘TasSkaariij replicò. “Come ritieni meglio opportuno; sei tu a sapere come far parlare gli umani…”
Essssattamente: confessseranno tutto ciò che sssanno, e se sssaranno cosssì ssstolti da resssistere tanto peggio per loro.
Sul volto di Lex si allargò un sorrisetto: aveva perfettamente compreso cosa intendessero dire… 

 

 

 

 

 

 

 


 

   
 
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