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Autore: Lady Of The Flowers    10/10/2011    4 recensioni
Sorrise. «L’amore è passione, ossessione, è non poter vivere senza qualcuno.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, gente.
E' un vita che non pubblico qualcosa e sinceramente non ero sicura di volerlo fare con questa oneshot, ma alla fine mi sono decisa.
Non ho idea di cosa sia, quindi, vi prego, siate clementi.
E' divisa in piccoli episodi e tra uno e l'altro potrebbe passare un minuto, come un giorno, un mese o due; ma penso si capisca, più o meno.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e sarò felice di rispondervi.

Grazie e buona lettura.

                                                         Obsession.



«Sei sposato?» Chiese, ingenua - non aveva idea di chi fossi e se sapeva qualcosa era poco e niente.
Sentivo il suo profumo d’ambra nelle narici, il suo corpo farsi piccolo sotto il mio e lei che mi guardava, mi guardava con quegl’occhi azzurri che tanto mi ricordavano i suoi.
Mi facevo spazio tra le sue gambe, mentre l’eccitazione aumentava sempre di più; non volevo parlare, non volevo perché ero certo che poi me ne sarei pentito, in qualche modo.
Volevo solo sentire le sue mani sulla schiena, le unghie nella carne, i denti mordermi; volevo che mi facesse male. Ed io le baciavo il collo, annaspavo sulla sua pelle.
«Fidanzato?» Azzardò d’un tratto e mi afferrò un polso, bloccandomi.
Perché doveva fare tutte quelle domande? Era così importante conoscere la mia vita per fare solo un po’ di sano sesso?
«No.» Dissi, infine e la vidi accennare un sorriso.
Quello sembrò farla sbloccare. Guidò la mia mano verso il basso, tra le sue cosce.
La guardavo mentre provava piacere: la testa buttata all’indietro, i capelli color pece a circondarle il viso, la bocca socchiusa, quell’ansimare che mi stava facendo impazzire.
«Dom…» Gemette, mordendosi un labbro, una volta arrivata all’apice.
Cristo, era bellissima.
Bellissima quando mi puntava gli occhi addosso, quando si passava la lingua sulle labbra e incrociava le gambe dietro la mia schiena stringendo il suo corpo al mio.
Mi sorrise e mi strappò un bacio.
Annusarle i capelli mentre ero dentro di lei, mescolare il mio respiro al suo, il mio sapore al suo, volerle succhiare via quella bocca a forma di cuore, e volere di più, sempre di più. Voler stare bene, voler dimenticare, seppellire quei momenti in qualche buio meandro della memoria e continuare a vivere, a godersi ogni santo minuto di vita senza pensare agli sbagli, alla voglia di riaverlo fra le braccia. 

 

«Perché sei così bella?» Le chiesi d’impulso, quando la vidi avvicinarsi al letto con solo un asciugamano a coprirle il corpo, i capelli sciolti e lunghi fino a sotto il seno.
Mi sorrise. «Perché non ci siamo conosciuti prima?» Disse lei.
Non avresti mai potuto prendere il suo posto; mai.
«Vieni qui.» Sussurrai, tastando il materasso vuoto al mio fianco.
Ubbidì ed un attimo dopo le sue labbra sfioravano le mie.
«Baciami.» Mormorò, dolcemente.
Lo feci, quasi senza esitazione, quasi senza pensare.
Quasi, Matthew. Quasi. 

 

«Sinceramente non so cosa sia successo. E’ stato così… Così naturale! Ecco, naturale, esatto. Lei è qualcosa di meraviglioso, semplicemente la cosa migliore che mi sia capitata in quest’ultimo periodo. Credo… Credo di essermi innamorato a prima vista.» Disse, mentre vagava imbarazzato con lo sguardo in giro per la stanza.

  

«Dov’eri?» Mi chiese, bloccandomi il passo.
«Scusa?»
«Dov’eri ieri sera, Dom?» Continuò.
«Perché?»
«Ti cercavo. Dove sei stato?» Mi stava facendo il terzo il grado.
«Ti interessa davvero?»
«Sì.»
Sorrisi. «A scopare, come non facevo da un po’. A tentare di non pensare a te.»
Fece un passo indietro e abbassò lo sguardo, notai l’angolo della bocca tremare.
Ma tornò all’attacco, dopo aver preso un respiro.
«Chi è?»
«Chiunque tu pensi che sia.»
«Vaffanculo, Dominic. Dimmi chi è e facciamola finita.» Iniziò ad irritarsi.
«Per quale motivo dovrei farlo?»
«Perché… Perché ho bisogno di saperlo.»
«Megan. Si chiama così, contento?»

 

Si mise affianco a me, su quel divano nero, e mentre mi stampava un bacio sulla guancia scattò una foto con la sua Nikon. Poi mi sorrise, guardandomi dritto negli occhi.
«Credo che la farò stampare.» Disse.
Risi. «La mia faccia non sarà delle migliori, Meg.»
Un attimo di silenzio.
«Dom.» Sussurrò.
«Sì?»
«Sei la cosa più bella che mi poteva capitare.» 

 

Mi accesi una sigaretta e feci un tiro.
Mi sedetti sulla ringhiera del balcone e guardai giù: c’era Kate, c’era Kelly, c’era Chris, c’era Megan. E ridevano, seduti intorno al tavolino di vimini, baciati dal sole di quella mite domenica.
«Devi smetterla di sparire così.» Disse d’un tratto, facendomi distogliere lo sguardo, colui che mancava all’appello di poco prima.
Appena mi fu di fronte si appropriò della sigaretta e fece un tiro.
«E tu devi smetterla di venirmi a cercare. Ogni volta.» Risposi.
Sorrise. «L’amore è passione, ossessione, è non poter vivere senza qualcuno.»
Lo disse in un sussurro, caldo, il fumo contro il mio viso.
«Ossessione, Dom.» Ripeté. 

 

Mi ritrovai schiacciato contro il muro, le labbra tra le sue, le mani a tenermi il viso.
Ci ero ricaduto e ci sarei ricaduto sempre, probabilmente.
Aprii gli occhi e in quel momento lui fece lo stesso.
Azzurro. L’azzurro m’invase.
E mi strinsi a lui, alla mia sola ed unica, vera ossessione. 

 

«Dov’eravate?» Megan mi corse incontro, solare, buttandomi le braccia al collo.
«Sul balcone, a fumarci una sigaretta.» Intervenne Matthew, dandomi una pacca sulla spalla e sorridendo alla mia ragazza, che subito ricambiò.
Quando Matt si spostò per andare da Kate, lei mi baciò.
Per un attimo ebbi quasi paura che potesse accorgersi del sapore diverso delle mie labbra, che potesse riconoscere quello di Matt. 

 

«E’ davvero bellissima; lo sai, vero?» Mi disse, seduto al mio fianco, con lo sguardo rivolto verso il mare.
«Lo so.» Risposi, guardandolo con la coda dell’occhio. «E so anche che non si merita tutto questo.»
A quel punto si voltò verso di me. «Tutto questo, cosa?»
«Tutto questo.» Dissi di nuovo, indicando me e poi lui. «Questa cosa che c’è tra noi.»
Sospirò. «Ne abbiamo già parlato, Dom.»
«Sì, lo abbiamo fatto; ma non mi sembra sia servito a qualcosa. Mi avevi detto che non avresti nemmeno più avuto il coraggio di avvicinarti a me, visto come hai deciso di impegnarti con Kate… Prima, però, l’hai avuto.» Replicai, secco.
Lo guardai mentre scuoteva la testa, frustrato.
«L’ho avuto, e allora?»
«E allora? Matt, non è sano! Non lo è! Né per me né per te, capisci?» Mi alterai, e gli puntai gli occhi addosso.
«Lo so.» Sussurrò. «Ma come cazzo faccio se ogni volta che ti lascio andare vorrei non averlo fatto?» Si avvicinò bruscamente a me. «E se non lo faccio mi sembra di sbagliare; io non so più come gestirla questa situazione, Dominic.»
Era sincero. Lo vedevo, lo sentivo.
«Perché hai detto tutte quelle stronzate, allora?» Chiesi.
«Che stronzate?»
«Tutte quelle che propini alla gente ad ogni fottuta intervista su Kate.» Dissi, seccato.
Non disse nulla, ma non osò abbassare lo sguardo.
«Perché invece non dici che con me è stato naturale, e lo è tuttora; che io sono qualcosa di meraviglioso; che io sono semplicemente la cosa migliore di tutta la tua vita?»
Mi sorrise. «Cristo santo, quanto è vero.» Mormorò. 

 

«Cos’è?» Chiesi, quando mi mise uno pacchettino quadrato tra le mani, che dava tutta l’idea di essere un regalo.
«Aprilo.» Rispose lei, dolcemente.
Allora lo scartai, aprii la scatoletta blu e mi ritrovai tra le mani un Rolex nuovo di pacca.
«Tu sei pazza.» Dissi, lanciandole un sorriso mentre mi scrutavo per bene l’oggetto.
«Ti piace?»
«Sì, molto.»
«Aspetta.» Si avvicinò e me lo allacciò al polso. «Perfetto.» Aggiunse.
Rimanemmo per un attimo in silenzio, mi guardava negli occhi.
«Perché?» Domandai, d’un tratto.
«Cosa?»
«Questo.» Indicai l’orologio.
Sorrise e mi baciò.
Pensai a Matt. 

 

«Ho deciso.» Disse, uscita dal bagno.
Stavo sdraiato sul letto con il pc in grembo, leggevo un articolo su Internet. Alzai lo sguardo e la vidi venire verso di me; canottiera e tanga bianchi, la cascata di capelli mori da un lato e il profumo di shampoo e bagnoschiuma a farle da cornice.
«Ho deciso.» Ripeté, fermandosi di fronte al letto.
«Cosa?» Chiesi, sorridendole.
«Ho deciso che ti amo.»

  

«Si è innamorata. Me l’ha detto in faccia.» Ripetei per la terza volta.
«Qual è il problema?» Chiese Chris, dopo aver bevuto un sorso d’acqua dalla bottiglietta.
Matt non alzò lo sguardo da terra, dove teneva gli occhi fissi da quando avevo iniziato a parlare di Megan. Di Megan e me.
«Ho paura di non riuscire a farlo anche io.» Dissi.
«Cosa, amarla?»
«Sì.» 

 

Era tra le mie braccia da almeno dieci minuti.
Stavamo seduti su un dondolo fuori in giardino, non avevamo ancora detto una parola. Era uscito di casa e me l’ero ritrovato davanti, si era seduto e poi fatto spazio tra le mie braccia.
«Dimmi che mi ami.» Disse all’improvviso.
«Lo sai già.» Risposi in un sussurro.
«Dimmi che ami me e non lei.» Insistette.
Gli sollevai il viso. Aveva gli occhi lucidi e l’azzurro era ancora più intenso.
«Amo te, solamente te.» Mormorai. 

 

«Dimmi che mi ami.» Disse.
Persi un battito e feci vagare gli occhi nel vuoto.
«Dimmi che mi ami, Dom.» Di nuovo.
La guardai. Sentii la voce di Matt pronunciare le stesse parole. Vidi i suoi occhi.
«Meg… N-» Non feci in tempo a finire.
«Lo so.» Sussurrò. «Volevo solo la conferma.» 
 

Se n’era andata. 

 

«Kate è incinta, Dom.» Lo disse in un sussurro, sembrava avesse paura.
Ma io me l’aspettavo ormai da tempo. Sapevo che prima o poi le sue labbra avrebbero pronunciato quelle parole e mi ero già preparato psicologicamente.
«Congratulazioni, Matt.» Risposi, col cuore in gola ed un sorriso sul viso. 

 

Stringevo quel corpicino tra le mie braccia da più di mezz’ora, ormai.
Non era la prima volta che si addormentava in braccio a me dopo aver pianto come un disperato ad intervalli di cinque minuti per due ore; infatti da quando Matt aveva scoperto che avvolgerlo in una copertina e piazzarmelo in braccio lo tranquillizzava, era diventato compito mio cullarlo dopo gli scleri, se mi trovavo nelle vicinanze. Ogni volta che lo facevo, Matt mi fissava ininterrottamente con un sorriso da ebete stampato sul viso. Non riuscivo a capire se fosse perché ammirava i miei superpoteri nel far addormentare Bing oppure perché…
«Siete la cosa più bella che ho.» Mi disse, un giorno.

 

Senza rendermi conto mi ritrovai a baciarlo.
Ero felice, talmente felice che non avevo più ragionato.
Avevo ancora l’adrenalina a mille quando lo feci.
Eravamo rientrati in camerino dopo il concerto, dopo aver suonato tutte le canzoni di Origin Of Symmetry  e averlo sentito cantare ‘Bliss’; Chris era uscito a fumarsi una sigaretta ed io ero rimasto solo con lui; ci eravamo messi a scherzare, a giocare, ancora tutti e due sovraeccitati e d’un tratto mi ero ritrovato a terra sopra di lui.
Mi guardava, e mi sorrideva, con gli occhi, con le labbra, con il cuore.
E non resistetti più. Lo baciai, lo baciai come non facevo ormai da mesi.
Per un attimo mi sembrò di aver azzardato troppo, ma presto sentii le sue mani tra i capelli e le labbra incastrarsi alle mie. Sentii quanto aveva desiderato che lo facessi.
Aprì gli occhi, esattamente nel momento in cui lo feci anch’io.
Azzurro.
E ci annegai, come sempre e come avrei sempre fatto.

Non ci si può liberare di un’ossessione.

   
 
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