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Autore: misslittlesun95    14/10/2011    1 recensioni
E se distretto otto fosse andato diversamente?
Prima, ed ultima, mia OS o FF sugli Alele.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giornata tranquilla. Seduto alla sua scrivania Alessandro controlla alcuni rapporti. È mattina presto. Il decimo è ancora mezzo vuoto, gli agenti della notte smontano quelli del giorno prendono servizio. Gabriele finisce di sorseggiare il suo cappuccino mentre giocherella con la solita pallina. Ad Ale tutta questa calma non piace. Sembra una stupida superstizione ma lui è sempre convinto che una mattinata calma significhi futuro disastro. Infatti, neanche cinque minuti dopo, entra Luca.
- Scusate il disturbo di prima mattina ma c’è stata una sparatoria in via Mazzini, con alcuni feriti.-
- Tranquillo Luca, andiamo noi. Gabriè guidi tu?-
- Si, andiamo. Luca ci vediamo dopo.- I due ispettori iniziano finalmente la giornata. Sono in macchina, nel “poco” traffico della Tuscolana quando Mancini comincia a parlare.
- Ale ma via Mazzini non è la via con la pasticceria buona, dietro casa tua?- è un attimo. Alessandro gira la testa e un’espressione terribile gli si dipinge in volto.
- Mancini maledizione accelera.- Gabriele non capisce ma esegue quasi come fosse una macchina.
- Che cosa è successo.-
- Questa mattina Irene ed io abbiamo litigato. Lei è uscita senza fare colazione, di solito quando fa così poi si ferma in quella pasticceria. Che ore sono?-
- Le otto meno dieci.-
- Ca**o, come tempi ci sta. Gabriele, veloce- Mentre l’auto corre Ale le pensa tutte pur di non arrendersi alla verità. Pensa che la loro litigata non c’entri, che lei solo non aveva fame. Finalmente arrivano. Un capannello di curiosi è radunato in torno al luogo della sparatoria. Ale scende, veloce, velocissimo. Corre a perdi fiato.-

- Polizia, fate passare, polizia lasciateci passate.- Gabriele tenta di ristabilire l’ordine. Poi un urlo, forte, doloroso, tremendo. La voce di Alessandro che urla disperato viene sopraffatta dalla sirena di un’autoambulanza. La ragazza sulla quale Alessandro si è buttato, la ragazza ferita, viene caricata di corsa sull’ambulanza. Berti sale con lei e la corsa verso l’ospedale inizia nel peggiore dei modi. La giovane ha perso molto sangue, respira a fatica, nessuno sa se si salverà. Arrivati all’ospedale viene trasportata di corsa in sala operatoria. Ale seduto aspetta fino a quando non sente un urlo.
- Ho detto che voglio sapere come sta la ragazza appena ricoverata, sono la madre!- Alessandro si alza di scatto. Dall’altra parte del corridoio ci sono sua moglie Elena e i loro altri due figli Marco e Melissa.

Elena corre verso il marito. – Non sappiamo ancora nulla, la stanno operando.- le dice lui. Attimi di silenzi. Melissa, tredici anni, è abbracciata al fratello diciannovenne. I genitori piangono. Alessandro ha paura, paura di non riuscire a vederla più, paura di non chiederle mai scusa. Passano due ore terribili. Paura, ansia, lacrime. Poi esce un medico.
- Vostra figlia è fuori pericolo. Ma in coma.- La famiglia raggiunge la stanza della ragazza. Entra Elena e poco dopo sente una mano sulla schiena.
- Ho detto una piccola bugia, mi sono invecchiata di un anno per stare al suo fianco.- è Melissa che ha finto di avere quattordici anni. –Andrà tutto bene, vero mamma?-
- Si tesoro, vedrai.- E dicendo così Ele capisce che la persona che ha detto la bugia peggiore non è sua figlia. Passano dieci minuti e poi lasciano il posto ad Ale e Marco. Fuori dalla stanza Elena vede gli occhi della piccola. “Non può” pensa “non può passare il mio stesso dolore”. La Argenti pensa intensamente a suo fratello come Alessandro alla sua fidanzata. Poi Elena si trova Marco tra le braccia. Non si capacita del motivo. Si gira verso la stanza e nota le tapparelle abbassate. “no, per favore no.” Riesce a pensare solo questo. I pensieri di Ale sono peggiori. “ ti prego, non togliermela, non farlo. Non lei, non la mia Irene”. Melissa ha capito cosa sta succedendo, non è stupida. Piangono, lei e il fratello, non riescono a pensare. Piangono.
Cinque minuti, dieci, un quarto d’ora. Esce un medico.
- L’abbiamo rianimata, ma ora è di nuovo in pericolo di vita. Potete entrare uno alla volta.-
Comincia Elena, che è sua madre. Entra piangendo, si siede vicino a lei. Poggia la mano sul suo letto. Poi sente un qualcosa di strano. L’anulare destro di Irene si muove, le palpebre lentamente si schiudono. Gli occhi marroni si mostrano, sorridenti come al solito.
- Papà ha detto che se voglio andare alla festa di Halloween da sola devo aver nove di versione, parlaci tu.- è tornata, Irene.  

   
 
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