Sopravvivere
alla morte
Bang
bang bang!
Georgie
sentì quegli
spari trafiggere il corpo del suo amato Abel.
Non
poteva crederci.
Non
poteva essere Abel
quell’uomo a terra sanguinante.
Quell’uomo
che evocava
con le poche forze rimaste il suo nome.
“Georgie,
prendi Arthur
e vai in Australia.”, le disse con un filo di voce.
“Non
posso senza di te.
Devi venire anche tu con noi, con me, Arthur e il nostro
bambino.”, gli disse,
con le lacrime agli occhi.
Abel
le aveva sorriso a
quelle sue ultime parole.
Un
figlio suo.
Un
figlio che non
avrebbe mai conosciuto perché la morte lo stava strappando
alla vita.
Lui,
che era un
temerario, adesso stava morendo in quel modo così banale.
Sarebbe
dovuto scappare
insieme ad Arthur la notte in cui l’aveva salvato.
Invece
no. Aveva fato
il coraggioso e ora la morte lo stava avvolgendo.
Chissà
come sarebbe
stato suo figlio.
Chissà
come sarebbe
stato come padre. Forse sarebbe stato un buon padre.
“Abel?
Abel! No, non
lasciarmi Abel! Ho bisogno di te!”, urlò Georgie
in preda alla disperazione,
mentre Abel emetteva l’ultimo respiro.
Non
se la immaginava
così la sua vita.
Non
voleva perdere il
suo uomo.
Perché
il destino era
contro di lei?
Il
suo sogno di vivere
per sempre con Abel si era infranto. Ed ora come sarebbe potuta andare
avanti
senza di lui?
Non
sarebbe stata sua
moglie. Lo desiderava così tanto.
Il
suo corpo era ancora
caldo.
“Oh
Abel, amore mio! Se
me ne fossi accorta prima di amarti, avremmo potuto vivere felici!
È tutta
colpa mia!”, gli disse, cullandolo e abbracciandolo a
sé.
La
verità è che in cuor
suo sentiva di amarlo da sempre. Fin dal giorno in cui aveva scoperto
che non
erano fratelli.
Ma
non voleva
ammetterlo. Era stata cieca.
Ora
cosa le rimaneva?
“Un
figlio tuo...
Abel...”
Le
sue parole le
rimbombarono nella testa, ancora frastornata.
Sorrise.
Aveva nel suo
ventre il figlio di Abel.
Un
figlio che sarebbe
cresciuto amato e coccolato come non mai.
Un
figlio che sarebbe
cresciuto nel ricordo di suo padre.
Con
l’amore di suo
padre. Anche se lui non c’era più, gli sarebbe
stato vicino.
Ed
era per questo che
lei doveva farsi forza e andare avanti.
“Ci
rivedremo un giorno,
mio dolce e amato Abel...”
Ne
era certa.
Fine.