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Autore: Keike    23/06/2006    5 recensioni
Cosa accadrebbe se il destino costringesse 2 xsone dai caratteri turbolenti a incontrarsi e a mettere su una vera e propria finzione? Scopritelo leggendo... ^_^ Mi raccomando, aspetto commenti.... Spero la ficcy vi piaccia.... Ciao ciao.. ^_^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti ^_^ Io sn Keike e qsta è la mia seconda ficcy dedicata all'attore ke adoro particolarmente.....Di chi sto parlando? Ma ovviamente di Orlando Bloom! *_____* Premetto ke personalmente (purtroppo) non ho mai avuto l'onore nonchè il piacere di conoscerlo, quindi, la sua descrizione, i fatti, i persnaggi e quanto altro, sono di pura mia invenzine e non corrispondono alla realtà! Di conseguenza, non è mia intenzione offendere Orlando Bloom e le persone che compariranno nel racconto. Spero che la mia fanfiction possa piacervi e spero quindi che ne gradirete la lettura ^_^ Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto le vostre recensioni. Bacioni a tutti! ^_^
 
 
 
 
 
Quando il destino decide per noi...
 
 
 
 

“Ehi Anya???  Allora? Ci vieni alla festa o no?....Anya? Anya mi ascolti?”_ chiese la ragazza bionda con voce bassa ma dal tono irritato.

“Emy ti prego….basta con questa storia che diamine! Sono stanca di stupide feste organizzate dalle solite facce!! Abbi pietà!”_ rispose esausta la ragazza a fianco.

“E dai…. Stasera è diverso, stasera la festa la organizza Molly… ti ricordi di lei vero?”_ si accinse a chiedere la biondina con non poca preoccupazione.

“Molly??? E chi diavolo è questa?”_ fece l’altra.

“Lo sapevo…. Arghhhhhhhhhh mente bacata!!! Molly….la ragazza di Peter, quello del 4 anno ricordi??? Segue storia dell’arte con noi…. E dai…. Non ricordi? Fa la modella….. sai quella alta, magra….”_non fece in tempo a continuare la frase che Anya la anticipò:

“ Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh ora ricordo…. Sììììì ho presente…. Stai parlando del palo della luce!”

“Ecco! Sempre a sfottere tu eh? Comunque sì…..è lei… Allora che ne dici? Si và??”_ domandò ansiosa Emy.

“ Uhmmmmm  e va bene…ma ti avverto, se la serata comincia ad annoiarmi me la squaglio intesi?”_ rispose l’altra senza troppi preamboli.

“Ok ok….ma vedrai che ci divertiremo….”

“Sehhhhh come no!”

“E dai…. Un po’ di ottimismo Anya!”

“Che sarebbe il profumo della vita giusto?”

“Sì giusto…..”

“Sì, poi ci stanno oggetti che pensano, uccelli che parlano…..”

“ Uccelli! Giusto signorina  Stanford!_ la interruppe il professor Brown, docente di Storia dell’arte moderna.

“E infatti, come ha detto  saccentemente la  vostra collega, gli uccelli furono la prova tangibile dell’inganno che i pittori fiamminghi  rappresentarono nella loro pittura! Si dice infatti che talmente dipingevano il vero… che gli uccelli si posavano sulle tele dipinte  atti a beccare…..”_continuò la sua lezione Brown.

“Accidenti a te Emy!!! Se il prof avesse seguito il nostro discorso, cl cavolo che  saremmo ancora sedute qui ad ascoltare la sua lezione…. E addio esami!... Grrrrrrrr”_ questa volta la voce di Anya si fece severa e assunse un tono di rimprovero.

“Ok scusa tanto….sto zitta!”- rispose l’altra un po’ in colpa.

E così, le interminabili ore del professor Brown finirono, e le due amiche poterono uscire dall’aula.

Ora avrebbero avuto tutto il tempo per parlare della serata.

Quelle due folli avevano rischiato grosso, non era la prima volta che  durante la lezione di Brown chiacchieravano……Ma loro erano fatte così, poco attente alle lezioni e interessatissime  a pettegolezzi, a feste e quant altro. Soprattutto Emy, già,  era la più informata, era sempre la prima a sapere ciò che succedeva all’università e nel mondo. Era una tipetta tutto pepe, alta 1,80, bionda, occhi verdi , fisico asciutto, estroversa, sociale e affabile.

In poche parole, era l’esatto contrario di Anyanka, meglio conosciuta come Anya, 1,78 di altezza, caschetto corto, blu, occhi di un blu tendente al grigio e fisico gracilino. Era una ragazza dalla bellezza insolita, misteriosa, introversa e……… testarda, tremendamente testarda. Diffidava di tutti, dava poca confidenza e  quando qualcuno non le garbava, non ci pensava due volte a rispondere in malo modo e a dire ciò che pensava senza farsi troppi problemi. Era così, diretta e sincera, niente mezze misure, le cose le vedeva o bianche o totalmente nere, tanto che a volte era proprio difficile parlarci e tentare di farla ragionare. Ma nonostante questo, Emy, sua amica da sempre, (dato che si conoscevano sin dai tempi dell’asilo),  l’adorava e la riteneva l’amica più cara che avesse mai potuto avere, anche se a volte litigavano e la pensavano in modo differente.

Frequentavano entrambe la stessa facoltà , anche se avevano degli obbiettivi diversi:

Anya studiava per diventare una pittrice, mentre Emy, aveva da sempre voluto fare l’architetto. Entrambe, abitavano in un piccolo quartiere nei pressi di Londra, in un bilocale abbastanza accogliente, delizioso ed economicamente accessibile, anche se a volte, le due coinquiline litigavano x l’arredamento, poiché l’una  optava per  un  gothic style, l’altra, essendo architetto, era più incline ad un’arte più razionale, semplice  ed essenziale. Nonostante questi piccoli inconvenienti, la casa risultava decisamente originale e all’insegna della creatività.

Dopo aver passato tutto il pomeriggio a  decidere quali abiti avessero indossato e a litigare per chi avesse utilizzato il bagno per prima, Any ed Emy , riuscirono finalmente a prepararsi per la serata. Scesero in tutta fretta e si avviarono dentro la macchina nera,  erano in ritardo, Molly  era stata molto precisa nell’orario, avrebbero dovuto essere là per le 22,30, invece erano le 23,00 e ancora non si decidevano a mettere a moto la macchina.

“ Me lo spieghi perché hai messo quei jeans e quella maglietta?”_ chiese irritata Emy.

“Embè? Qual è il problema darling???_ rispose Anya con fare noncurante.

“Qual è il problema? No dico… non avevi d meglio da metterti??? Io a volte non ti capisco , ma che ti salta in mente? Siamo invitate in una delle feste più cool dell’anno e te che fai? Metti dei vecchi jeans strappati con tanto di catene e catenacci in vita…”

“Seh catenacci, antifurti, giravite…. Eddai  Emy non farne un tragedia ok? E poi scusa, sempre meglio che vestirmi come te, tacchi alti, mini corta…! Io sono così….lo sai….prendere o lasciare!”_ esclamò in fine la ragazza al limite della pazienza.

“Sì vabbè…..andiamo, già siamo in netto ritardo, ci manca solo che ci perdiamo in chiacchere e addio festa!”_ concretizzò l’altra.

E così, sfrecciarono verso le strade di Londra e arrivarono dritte dritte nella villetta in cui si teneva la fatidica festa.

 Appena entrate, ad accoglierle si presentò un simpatico ragazzo dall’aria trasandata, occhi verdi a rasta in testa, era Peter, il ragazzo di Molly, il quale si precipitò ad abbracciare le due ragazze e a farle accomodare. Si guardarono attorno, la maggior parte degli invitati non li conoscevano, erano facce nuove, pochi i colleghi universitari, il resto era tutta gente un po’….come dire? Stravagante ed egocentrica, a dire il vero sembrava un vero e proprio festino, vi era gente appartata in angoli della casa, persone che chiacchieravano, ridevano, ballavano, e altre che, in preda a un delirio febbrile causato dall’alcool, si cimentavano in stramberie.

“Ma dove diavolo siamo finite?”_ domandò divertita Anya.

“Non chiedermelo…. Oddio! Ma questa non è una festa, è un covo di forsennati!”_ rispose la biondina quasi terrorizzata da ciò che si descriveva davanti ai suoi occhi.

“Ahahaahah, Emy, mi fai morire, ahahhah, dovresti vedere la tua faccia…ahahahahahh”_ prese a ridere ininterrottamente la bruna.

Emy, dal canto suo, evitò di rispondere, per il semplice fatto che in quel momento stava cercando di focalizzare il luogo in cui si trovava, non riusciva ancora a capire che razza di festa fosse quella organizzata da quella stramaledetta di Molly!

Intanto Anya, decise di farsi un giro turistico per tutta la villetta, osservava da vicino quei folli ubriachi alle prese con divertenti streeptease e le oche giulive, amiche di Molly, che facevano le cascamorte con degli uomini niente male.

Inutile girarci attorno, si annoiava, si annoiava terribilmente! Avrebbe voluto andarsene, lasciare Emy in quel manicomio per dispetto, sì, se ne sarebbe andata perché lei non aveva nulla a che fare con quella gente stupida e con la puzza sotto il naso!  Stava per farlo, stava per farsi largo tra le “bestie” che ingombravano il lungo corridoio, quando all’improvviso s’imbatté contro un ragazzo poco più alto di lei, moro, con riccioli castani legati in un delizioso codino.

“Ahi!”_ esclamò indolenzita la ragazza, la quale cercò di guardare in viso il suo attentatore.

“Scusami non ti avevo vista!”_ fece il ragazzo dall’aria imbarazzata. “Perdonami, spero non ti sia fatta nulla di grave”_ chiese poi vedendo che la ragazza continuava a massaggiarsi la testa.

“Ma che razza di pericolo sei si può sapere? No dico…..ma dove li tieni gli occhi quando cammini? Per poco non mi attentavi la vita! Razza di idiota!”_ rispose brusca Anya.

“Ehi…. Calma ragazzina abbassa i toni ok? Ti ho già chiesto scusa e in modo molto educato….. ma vedo che tu di educazione non te ne intendi affatto!”_ la canzonò il ragazzo moro di fronte a lei.

“Che cooooosa???? Ma come ti permetti! Non solo mi hai colpita e per poco non mi fracassavi la testa, ma dulcis in fundo ti permetti anche di darmi della maleducata! Questo è il colmo! Ma che razza di gentaglia conosce quella Molly!”_ ringhiò Anya contro il ragazzo.

“Già! Potrei fare la stessa domanda visto che Molly  ha invitato una come te! E poi dai, falla finita, non ti ho mica attentato la vita…..fracassato la testa? Ahahahah, sei ridicola e comunque piantala, ne stai facendo un affare di stato. Ti ho porto le mie scuse, ho fatto più del mio dovere, quindi ora se vuoi scusarmi , vado tra i miei simili, ovvero tra gente normale che sa cos’è l’educazione!”_ tagliò corto il ragazzo con tono leggermente alterato.

Anya rimase spiazzata da quella risposta, non riuscì a controbattere, era come impietrita, non riusciva a muovere un muscolo, e non capiva il perché. Di solito nessuno avrebbe potuto permettersi di trattarla a quel modo, assolutamente no! Lei, diretta com’era, avrebbe subito cantatogliene 4, ma sta volta? Perché non era riuscita a spiccicare una sola parola? Non riuscì a darsi una risposta, accadde tutto così in fretta che Anya non ebbe il tempo di metabolizzare la situazione. Riacquistato un minimo di lucidità, riprese coscienza e decise di andarsene via da quella casa di matti. Prese ad attraversare il corridoio per poi giungere alle scale che portavano al pianterreno, dove finalmente avrebbe potuto varcare la porta e cambiare aria!

La ragazza si dimenticò totalmente dell’amica, e stavolta non lo fece per ripicca ma fu come se una nube di rabbia avesse affollato i suoi pensieri e le avesse impedito di ragionare. Uscì come un’indemoniata dalla porta d’ingresso, prese la sua auto e sfrecciò via senza una meta.  Girò a vuoto tutta la notte in preda alla rabbia causatagli da quel ragazzo moro, non ebbe la minima idea di dove andare, fu troppa la furia che ebbe in corpo, ma guidare la calmava in qualche modo, le faceva smaltire l’ira. Intanto, l’amica Emy, cominciò a delirare e a sbraitare contro  Anya, poiché questa ultima si era permessa di andare via senza di lei e senza avvertirla.

“Mannaggia a lei! No guarda Molly, se la prendo stasera non so cosa le faccio!”_ iniziò ad arrabbiarsi la bionda.

“Emy dai non fare così, tu la conosci meglio di me giusto? Sai com’è fatta Anya, è una ragazza strana, vive in un mondo tutto suo….. e fa delle cose assurde! Comunque tranquilla, agitarsi non serve a nulla, ti riaccompagniamo noi a casa”: disse con tono dolce e pacato Molly avvertendo l’ansia e l’irritazione dell’altra.

“Ma no lascia stare tesoro, non fa nulla, tu sei la padrona di casa e non mi pare giusto che debba lasciare casa tua per riaccompagnarmi. Prendo un taxi, grazie ugualmente”_ rispose Emy con tono affabile.

“Bhè allora dai, ti accompagniamo noi a casa se per te va bene. A proposito…..dove abiti?”_ le chiese la dolce voce del ragazzo biondo accanto a Molly.

“Valley street”_ fece la ragazza minuta arrossendo un po’ per l’imbarazzante situazione.

“Bene! Allora nessun problema! Chiamo mio cugino e siamo a tua disposizione ok? Ti accompagniamo noi! Non sia accettano rifiuti!”_ aggiunse sorridendo il ragazzo.

Emy restituì il sorriso e abbassò lo sguardo, poi, rivolgendosi a Molly chiese chi fosse quel ragazzo e, con gran sorpresa, scoprì che si trattava di Kris, niente popò di meno che il cugino di Orlando Bloom!

A momenti le pigliava un colpo! Essere accompagnata da Orlando Bloom non era di certo nei suoi piani, forse nei suoi sogni, dato che da sempre lo riteneva un bravissimo attore e un uomo terribilmente sexy ed affascinante. Tutto sommato, riuscì a non svenirgli ai piedi, anche se, se la scena fosse stata rappresentata da un fumetto manga, di sicuro l’immagine degli occhi di Emy sarebbero stati a forma di cuoricini. Inutile dirlo, ma la compagnia del bell attore non le dispiacque affatto, anzi, alla fine pensò anche di santificare Anya per la bravata che aveva fatto, poiché le aveva permesso di conoscere Mister Bloom in persona. Il tutto le parve una manna da cielo! Durante il tragitto, i 3 ragazzi iniziarono a parlare del più e del meno, delle loro vite, dei sogni, delle aspettative verso un futuro appagante ecc, fino a quando arrivarono all’appartamento della ragazza, la quale, benedisse mentalmente ancora una volta, la povera Anya, poiché, essendo l’unica ad avere la borsetta, era anche l’unica a tenere le chiavi di casa. Risultato finale? Dovettero aspettare che l’amica di Emy si facesse viva!  E fu così, che dopo qualche ora di attesa, in fondo al viale apparse una macchina sportiva nera, guidata da qualcuno che sicuramente era reduce di una serataccia. Da cosa lo si capiva? Dalla velocità e dalla frenata con la quale inscenò l’arrivo. 

“Ben arrivata signorina!”_ esclamò sarcastica Emy.

Anya rimase impietrita per la seconda volta, e non solo perché si rese conto solo in quel momento di aver abbandonato l’amica alla festa, ma soprattutto perché si rese conto che uno dei 2 ragazzi presenti in quel momento, o meglio, il ragazzo moro che adesso le si trovava davanti ara lo stesso tizio con cui si era precedentemente imbattuto alla festa.

“Non è possibile! Tu qui?? Ma cos’è una persecuzione?”_ chiese sbigottita Anya cercando di tenere a freno la rabbia da poco placata.

“Ahhhhhhhhhhhh splendido! Ma guarda  tu che serata mi doveva capitare! Cristo…… me la ritrovo nuovamente davanti! Ottimo! Qualcuno lassù ce l’ha con me!”_ ripete Orlando più a se stesso che agli altri.

Kris ed Emy restarono a guardarli senza emettere parola, non riuscivano a capire cosa stesse accadendo e di cosa stessero parlando.

“Ma voi vi conoscete?”_ domandò Emy all’amica.          

“Oh no, no no no…..non ho avuto questo “piacere” di conoscerlo, ma piuttosto la sfiga di incontrarlo! Sto disgraziato!”_ iniziò ad alterarsi la ragazza.

“Scusa come mi hai chiamato? Potresti ripetere?”_ controbatté Orlando.

“Disgraziato, stronzo, foruncolo sul culo dell’umanità, acaro industriale, cafone e….”_ non riuscì a continuare che dal canto suo Orlando non le permise di aggiungere altro:

“E maleducata! Gran maleducata direi!  Lo vuoi n consiglio? Fatti controllare da un professionista, và al reparto neurologia e chissà che  non riescano ad internarti! Sei una nevrotica!” E con questa frase  la lasciò bollire nel suo brodo, saluto con 2 baci sulle guance Emy, e salì in macchina.

“Ma vaf*****!” _ gli urlò dietro Anya, ormai era arrivata al limite della sopportazione, quel ragazzo non faceva altro che innervosirla e farla incavolare come non mai. Fatto ciò, non si curò più di tanto di Kris ed Emy e dei loro sguardi scioccati, quindi estrasse le chiavi del portone, le infilò nella serratura ed entrò in tutta fretta dentro l’appartamento.

I 2 ragazzi rimasti fuori, si osservarono con aria perplessa, non riuscivano a capire nulla di quella assurda situazione, tutto sommato Emy ringraziò Kris per il passaggio , si salutarono e la serata si potè definire conclusa.

“Ehi Orlando? Mi spieghi che diamine è successo tra te e quella ragazza?”_ chiese il cugino incuriosito.

“ Ragazza? Quale ragazza? Quella era Lucifero in persona! Ci vuole coraggio a chiamarla ragazza! Ha la delicatezza di un elefante e la sensibilità di un ippopotamo! Insopportabile! Sai Kris? Di donne ne ho conosciuto parecchie ma come lei mai!!! Capisci?? Quella non so come potrei definirla….  So solo che una come lei non l’ augurerei neanche al mio peggior nemico!”_ rispose con tono infastidito Orlando, il quale nella sua mente spera di non trovarsi più davanti a quel diavolo di ragazza. Kris mise in moto la macchina e andarono via da Valley street.

La serata era finita, ma i guai per Orlando erano solo cominciati…..già….guai che portavano il nome di Anyanka  Stanford.

 
 
 
 

“Ehi Anya???  Allora? Ci vieni alla festa o no?....Anya? Anya mi ascolti?”_ chiese la ragazza bionda con voce bassa ma dal tono irritato.

“Emy ti prego….basta con questa storia che diamine! Sono stanca di stupide feste organizzate dalle solite facce!! Abbi pietà!”_ rispose esausta la ragazza a fianco.

“E dai…. Stasera è diverso, stasera la festa la organizza Molly… ti ricordi di lei vero?”_ si accinse a chiedere la biondina con non poca preoccupazione.

“Molly??? E chi diavolo è questa?”_ fece l’altra.

“Lo sapevo…. Arghhhhhhhhhh mente bacata!!! Molly….la ragazza di Peter, quello del 4 anno ricordi??? Segue storia dell’arte con noi…. E dai…. Non ricordi? Fa la modella….. sai quella alta, magra….”_non fece in tempo a continuare la frase che Anya la anticipò:

“ Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh ora ricordo…. Sììììì ho presente…. Stai parlando del palo della luce!”

“Ecco! Sempre a sfottere tu eh? Comunque sì…..è lei… Allora che ne dici? Si và??”_ domandò ansiosa Emy.

“ Uhmmmmm  e va bene…ma ti avverto, se la serata comincia ad annoiarmi me la squaglio intesi?”_ rispose l’altra senza troppi preamboli.

“Ok ok….ma vedrai che ci divertiremo….”

“Sehhhhh come no!”

“E dai…. Un po’ di ottimismo Anya!”

“Che sarebbe il profumo della vita giusto?”

“Sì giusto…..”

“Sì, poi ci stanno oggetti che pensano, uccelli che parlano…..”

“ Uccelli! Giusto signorina  Stanford!_ la interruppe il professor Brown, docente di Storia dell’arte moderna.

“E infatti, come ha detto  saccentemente la  vostra collega, gli uccelli furono la prova tangibile dell’inganno che i pittori fiamminghi  rappresentarono nella loro pittura! Si dice infatti che talmente dipingevano il vero… che gli uccelli si posavano sulle tele dipinte  atti a beccare…..”_continuò la sua lezione Brown.

“Accidenti a te Emy!!! Se il prof avesse seguito il nostro discorso, cl cavolo che  saremmo ancora sedute qui ad ascoltare la sua lezione…. E addio esami!... Grrrrrrrr”_ questa volta la voce di Anya si fece severa e assunse un tono di rimprovero.

“Ok scusa tanto….sto zitta!”- rispose l’altra un po’ in colpa.

E così, le interminabili ore del professor Brown finirono, e le due amiche poterono uscire dall’aula.

Ora avrebbero avuto tutto il tempo per parlare della serata.

Quelle due folli avevano rischiato grosso, non era la prima volta che  durante la lezione di Brown chiacchieravano……Ma loro erano fatte così, poco attente alle lezioni e interessatissime  a pettegolezzi, a feste e quant altro. Soprattutto Emy, già,  era la più informata, era sempre la prima a sapere ciò che succedeva all’università e nel mondo. Era una tipetta tutto pepe, alta 1,80, bionda, occhi verdi , fisico asciutto, estroversa, sociale e affabile.

In poche parole, era l’esatto contrario di Anyanka, meglio conosciuta come Anya, 1,78 di altezza, caschetto corto, blu, occhi di un blu tendente al grigio e fisico gracilino. Era una ragazza dalla bellezza insolita, misteriosa, introversa e……… testarda, tremendamente testarda. Diffidava di tutti, dava poca confidenza e  quando qualcuno non le garbava, non ci pensava due volte a rispondere in malo modo e a dire ciò che pensava senza farsi troppi problemi. Era così, diretta e sincera, niente mezze misure, le cose le vedeva o bianche o totalmente nere, tanto che a volte era proprio difficile parlarci e tentare di farla ragionare. Ma nonostante questo, Emy, sua amica da sempre, (dato che si conoscevano sin dai tempi dell’asilo),  l’adorava e la riteneva l’amica più cara che avesse mai potuto avere, anche se a volte litigavano e la pensavano in modo differente.

Frequentavano entrambe la stessa facoltà , anche se avevano degli obbiettivi diversi:

Anya studiava per diventare una pittrice, mentre Emy, aveva da sempre voluto fare l’architetto. Entrambe, abitavano in un piccolo quartiere nei pressi di Londra, in un bilocale abbastanza accogliente, delizioso ed economicamente accessibile, anche se a volte, le due coinquiline litigavano x l’arredamento, poiché l’una  optava per  un  gothic style, l’altra, essendo architetto, era più incline ad un’arte più razionale, semplice  ed essenziale. Nonostante questi piccoli inconvenienti, la casa risultava decisamente originale e all’insegna della creatività.

Dopo aver passato tutto il pomeriggio a  decidere quali abiti avessero indossato e a litigare per chi avesse utilizzato il bagno per prima, Any ed Emy , riuscirono finalmente a prepararsi per la serata. Scesero in tutta fretta e si avviarono dentro la macchina nera,  erano in ritardo, Molly  era stata molto precisa nell’orario, avrebbero dovuto essere là per le 22,30, invece erano le 23,00 e ancora non si decidevano a mettere a moto la macchina.

“ Me lo spieghi perché hai messo quei jeans e quella maglietta?”_ chiese irritata Emy.

“Embè? Qual è il problema darling???_ rispose Anya con fare noncurante.

“Qual è il problema? No dico… non avevi d meglio da metterti??? Io a volte non ti capisco , ma che ti salta in mente? Siamo invitate in una delle feste più cool dell’anno e te che fai? Metti dei vecchi jeans strappati con tanto di catene e catenacci in vita…”

“Seh catenacci, antifurti, giravite…. Eddai  Emy non farne un tragedia ok? E poi scusa, sempre meglio che vestirmi come te, tacchi alti, mini corta…! Io sono così….lo sai….prendere o lasciare!”_ esclamò in fine la ragazza al limite della pazienza.

“Sì vabbè…..andiamo, già siamo in netto ritardo, ci manca solo che ci perdiamo in chiacchere e addio festa!”_ concretizzò l’altra.

E così, sfrecciarono verso le strade di Londra e arrivarono dritte dritte nella villetta in cui si teneva la fatidica festa.

 Appena entrate, ad accoglierle si presentò un simpatico ragazzo dall’aria trasandata, occhi verdi a rasta in testa, era Peter, il ragazzo di Molly, il quale si precipitò ad abbracciare le due ragazze e a farle accomodare. Si guardarono attorno, la maggior parte degli invitati non li conoscevano, erano facce nuove, pochi i colleghi universitari, il resto era tutta gente un po’….come dire? Stravagante ed egocentrica, a dire il vero sembrava un vero e proprio festino, vi era gente appartata in angoli della casa, persone che chiacchieravano, ridevano, ballavano, e altre che, in preda a un delirio febbrile causato dall’alcool, si cimentavano in stramberie.

“Ma dove diavolo siamo finite?”_ domandò divertita Anya.

“Non chiedermelo…. Oddio! Ma questa non è una festa, è un covo di forsennati!”_ rispose la biondina quasi terrorizzata da ciò che si descriveva davanti ai suoi occhi.

“Ahahaahah, Emy, mi fai morire, ahahhah, dovresti vedere la tua faccia…ahahahahahh”_ prese a ridere ininterrottamente la bruna.

Emy, dal canto suo, evitò di rispondere, per il semplice fatto che in quel momento stava cercando di focalizzare il luogo in cui si trovava, non riusciva ancora a capire che razza di festa fosse quella organizzata da quella stramaledetta di Molly!

Intanto Anya, decise di farsi un giro turistico per tutta la villetta, osservava da vicino quei folli ubriachi alle prese con divertenti streeptease e le oche giulive, amiche di Molly, che facevano le cascamorte con degli uomini niente male.

Inutile girarci attorno, si annoiava, si annoiava terribilmente! Avrebbe voluto andarsene, lasciare Emy in quel manicomio per dispetto, sì, se ne sarebbe andata perché lei non aveva nulla a che fare con quella gente stupida e con la puzza sotto il naso!  Stava per farlo, stava per farsi largo tra le “bestie” che ingombravano il lungo corridoio, quando all’improvviso s’imbatté contro un ragazzo poco più alto di lei, moro, con riccioli castani legati in un delizioso codino.

“Ahi!”_ esclamò indolenzita la ragazza, la quale cercò di guardare in viso il suo attentatore.

“Scusami non ti avevo vista!”_ fece il ragazzo dall’aria imbarazzata. “Perdonami, spero non ti sia fatta nulla di grave”_ chiese poi vedendo che la ragazza continuava a massaggiarsi la testa.

“Ma che razza di pericolo sei si può sapere? No dico…..ma dove li tieni gli occhi quando cammini? Per poco non mi attentavi la vita! Razza di idiota!”_ rispose brusca Anya.

“Ehi…. Calma ragazzina abbassa i toni ok? Ti ho già chiesto scusa e in modo molto educato….. ma vedo che tu di educazione non te ne intendi affatto!”_ la canzonò il ragazzo moro di fronte a lei.

“Che cooooosa???? Ma come ti permetti! Non solo mi hai colpita e per poco non mi fracassavi la testa, ma dulcis in fundo ti permetti anche di darmi della maleducata! Questo è il colmo! Ma che razza di gentaglia conosce quella Molly!”_ ringhiò Anya contro il ragazzo.

“Già! Potrei fare la stessa domanda visto che Molly  ha invitato una come te! E poi dai, falla finita, non ti ho mica attentato la vita…..fracassato la testa? Ahahahah, sei ridicola e comunque piantala, ne stai facendo un affare di stato. Ti ho porto le mie scuse, ho fatto più del mio dovere, quindi ora se vuoi scusarmi , vado tra i miei simili, ovvero tra gente normale che sa cos’è l’educazione!”_ tagliò corto il ragazzo con tono leggermente alterato.

Anya rimase spiazzata da quella risposta, non riuscì a controbattere, era come impietrita, non riusciva a muovere un muscolo, e non capiva il perché. Di solito nessuno avrebbe potuto permettersi di trattarla a quel modo, assolutamente no! Lei, diretta com’era, avrebbe subito cantatogliene 4, ma sta volta? Perché non era riuscita a spiccicare una sola parola? Non riuscì a darsi una risposta, accadde tutto così in fretta che Anya non ebbe il tempo di metabolizzare la situazione. Riacquistato un minimo di lucidità, riprese coscienza e decise di andarsene via da quella casa di matti. Prese ad attraversare il corridoio per poi giungere alle scale che portavano al pianterreno, dove finalmente avrebbe potuto varcare la porta e cambiare aria!

La ragazza si dimenticò totalmente dell’amica, e stavolta non lo fece per ripicca ma fu come se una nube di rabbia avesse affollato i suoi pensieri e le avesse impedito di ragionare. Uscì come un’indemoniata dalla porta d’ingresso, prese la sua auto e sfrecciò via senza una meta.  Girò a vuoto tutta la notte in preda alla rabbia causatagli da quel ragazzo moro, non ebbe la minima idea di dove andare, fu troppa la furia che ebbe in corpo, ma guidare la calmava in qualche modo, le faceva smaltire l’ira. Intanto, l’amica Emy, cominciò a delirare e a sbraitare contro  Anya, poiché questa ultima si era permessa di andare via senza di lei e senza avvertirla.

“Mannaggia a lei! No guarda Molly, se la prendo stasera non so cosa le faccio!”_ iniziò ad arrabbiarsi la bionda.

“Emy dai non fare così, tu la conosci meglio di me giusto? Sai com’è fatta Anya, è una ragazza strana, vive in un mondo tutto suo….. e fa delle cose assurde! Comunque tranquilla, agitarsi non serve a nulla, ti riaccompagniamo noi a casa”: disse con tono dolce e pacato Molly avvertendo l’ansia e l’irritazione dell’altra.

“Ma no lascia stare tesoro, non fa nulla, tu sei la padrona di casa e non mi pare giusto che debba lasciare casa tua per riaccompagnarmi. Prendo un taxi, grazie ugualmente”_ rispose Emy con tono affabile.

“Bhè allora dai, ti accompagniamo noi a casa se per te va bene. A proposito…..dove abiti?”_ le chiese la dolce voce del ragazzo biondo accanto a Molly.

“Valley street”_ fece la ragazza minuta arrossendo un po’ per l’imbarazzante situazione.

“Bene! Allora nessun problema! Chiamo mio cugino e siamo a tua disposizione ok? Ti accompagniamo noi! Non sia accettano rifiuti!”_ aggiunse sorridendo il ragazzo.

Emy restituì il sorriso e abbassò lo sguardo, poi, rivolgendosi a Molly chiese chi fosse quel ragazzo e, con gran sorpresa, scoprì che si trattava di Kris, niente popò di meno che il cugino di Orlando Bloom!

A momenti le pigliava un colpo! Essere accompagnata da Orlando Bloom non era di certo nei suoi piani, forse nei suoi sogni, dato che da sempre lo riteneva un bravissimo attore e un uomo terribilmente sexy ed affascinante. Tutto sommato, riuscì a non svenirgli ai piedi, anche se, se la scena fosse stata rappresentata da un fumetto manga, di sicuro l’immagine degli occhi di Emy sarebbero stati a forma di cuoricini. Inutile dirlo, ma la compagnia del bell attore non le dispiacque affatto, anzi, alla fine pensò anche di santificare Anya per la bravata che aveva fatto, poiché le aveva permesso di conoscere Mister Bloom in persona. Il tutto le parve una manna da cielo! Durante il tragitto, i 3 ragazzi iniziarono a parlare del più e del meno, delle loro vite, dei sogni, delle aspettative verso un futuro appagante ecc, fino a quando arrivarono all’appartamento della ragazza, la quale, benedisse mentalmente ancora una volta, la povera Anya, poiché, essendo l’unica ad avere la borsetta, era anche l’unica a tenere le chiavi di casa. Risultato finale? Dovettero aspettare che l’amica di Emy si facesse viva!  E fu così, che dopo qualche ora di attesa, in fondo al viale apparse una macchina sportiva nera, guidata da qualcuno che sicuramente era reduce di una serataccia. Da cosa lo si capiva? Dalla velocità e dalla frenata con la quale inscenò l’arrivo. 

“Ben arrivata signorina!”_ esclamò sarcastica Emy.

Anya rimase impietrita per la seconda volta, e non solo perché si rese conto solo in quel momento di aver abbandonato l’amica alla festa, ma soprattutto perché si rese conto che uno dei 2 ragazzi presenti in quel momento, o meglio, il ragazzo moro che adesso le si trovava davanti ara lo stesso tizio con cui si era precedentemente imbattuto alla festa.

“Non è possibile! Tu qui?? Ma cos’è una persecuzione?”_ chiese sbigottita Anya cercando di tenere a freno la rabbia da poco placata.

“Ahhhhhhhhhhhh splendido! Ma guarda  tu che serata mi doveva capitare! Cristo…… me la ritrovo nuovamente davanti! Ottimo! Qualcuno lassù ce l’ha con me!”_ ripete Orlando più a se stesso che agli altri.

Kris ed Emy restarono a guardarli senza emettere parola, non riuscivano a capire cosa stesse accadendo e di cosa stessero parlando.

“Ma voi vi conoscete?”_ domandò Emy all’amica.          

“Oh no, no no no…..non ho avuto questo “piacere” di conoscerlo, ma piuttosto la sfiga di incontrarlo! Sto disgraziato!”_ iniziò ad alterarsi la ragazza.

“Scusa come mi hai chiamato? Potresti ripetere?”_ controbatté Orlando.

“Disgraziato, stronzo, foruncolo sul culo dell’umanità, acaro industriale, cafone e….”_ non riuscì a continuare che dal canto suo Orlando non le permise di aggiungere altro:

“E maleducata! Gran maleducata direi!  Lo vuoi n consiglio? Fatti controllare da un professionista, và al reparto neurologia e chissà che  non riescano ad internarti! Sei una nevrotica!” E con questa frase  la lasciò bollire nel suo brodo, saluto con 2 baci sulle guance Emy, e salì in macchina.

“Ma vaf*****!” _ gli urlò dietro Anya, ormai era arrivata al limite della sopportazione, quel ragazzo non faceva altro che innervosirla e farla incavolare come non mai. Fatto ciò, non si curò più di tanto di Kris ed Emy e dei loro sguardi scioccati, quindi estrasse le chiavi del portone, le infilò nella serratura ed entrò in tutta fretta dentro l’appartamento.

I 2 ragazzi rimasti fuori, si osservarono con aria perplessa, non riuscivano a capire nulla di quella assurda situazione, tutto sommato Emy ringraziò Kris per il passaggio , si salutarono e la serata si potè definire conclusa.

“Ehi Orlando? Mi spieghi che diamine è successo tra te e quella ragazza?”_ chiese il cugino incuriosito.

“ Ragazza? Quale ragazza? Quella era Lucifero in persona! Ci vuole coraggio a chiamarla ragazza! Ha la delicatezza di un elefante e la sensibilità di un ippopotamo! Insopportabile! Sai Kris? Di donne ne ho conosciuto parecchie ma come lei mai!!! Capisci?? Quella non so come potrei definirla….  So solo che una come lei non l’ augurerei neanche al mio peggior nemico!”_ rispose con tono infastidito Orlando, il quale nella sua mente spera di non trovarsi più davanti a quel diavolo di ragazza. Kris mise in moto la macchina e andarono via da Valley street.

La serata era finita, ma i guai per Orlando erano solo cominciati…..già….guai che portavano il nome di Anyanka  Stanford.

“Ehi Anya???  Allora? Ci vieni alla festa o no?....Anya? Anya mi ascolti?”_ chiese la ragazza bionda con voce bassa ma dal tono irritato.

“Emy ti prego….basta con questa storia che diamine! Sono stanca di stupide feste organizzate dalle solite facce!! Abbi pietà!”_ rispose esausta la ragazza a fianco.

“E dai…. Stasera è diverso, stasera la festa la organizza Molly… ti ricordi di lei vero?”_ si accinse a chiedere la biondina con non poca preoccupazione.

“Molly??? E chi diavolo è questa?”_ fece l’altra.

“Lo sapevo…. Arghhhhhhhhhh mente bacata!!! Molly….la ragazza di Peter, quello del 4 anno ricordi??? Segue storia dell’arte con noi…. E dai…. Non ricordi? Fa la modella….. sai quella alta, magra….”_non fece in tempo a continuare la frase che Anya la anticipò:

“ Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh ora ricordo…. Sììììì ho presente…. Stai parlando del palo della luce!”

“Ecco! Sempre a sfottere tu eh? Comunque sì…..è lei… Allora che ne dici? Si và??”_ domandò ansiosa Emy.

“ Uhmmmmm  e va bene…ma ti avverto, se la serata comincia ad annoiarmi me la squaglio intesi?”_ rispose l’altra senza troppi preamboli.

“Ok ok….ma vedrai che ci divertiremo….”

“Sehhhhh come no!”

“E dai…. Un po’ di ottimismo Anya!”

“Che sarebbe il profumo della vita giusto?”

“Sì giusto…..”

“Sì, poi ci stanno oggetti che pensano, uccelli che parlano…..”

“ Uccelli! Giusto signorina  Stanford!_ la interruppe il professor Brown, docente di Storia dell’arte moderna.

“E infatti, come ha detto  saccentemente la  vostra collega, gli uccelli furono la prova tangibile dell’inganno che i pittori fiamminghi  rappresentarono nella loro pittura! Si dice infatti che talmente dipingevano il vero… che gli uccelli si posavano sulle tele dipinte  atti a beccare…..”_continuò la sua lezione Brown.

“Accidenti a te Emy!!! Se il prof avesse seguito il nostro discorso, cl cavolo che  saremmo ancora sedute qui ad ascoltare la sua lezione…. E addio esami!... Grrrrrrrr”_ questa volta la voce di Anya si fece severa e assunse un tono di rimprovero.

“Ok scusa tanto….sto zitta!”- rispose l’altra un po’ in colpa.

E così, le interminabili ore del professor Brown finirono, e le due amiche poterono uscire dall’aula.

Ora avrebbero avuto tutto il tempo per parlare della serata.

Quelle due folli avevano rischiato grosso, non era la prima volta che  durante la lezione di Brown chiacchieravano……Ma loro erano fatte così, poco attente alle lezioni e interessatissime  a pettegolezzi, a feste e quant altro. Soprattutto Emy, già,  era la più informata, era sempre la prima a sapere ciò che succedeva all’università e nel mondo. Era una tipetta tutto pepe, alta 1,80, bionda, occhi verdi , fisico asciutto, estroversa, sociale e affabile.

In poche parole, era l’esatto contrario di Anyanka, meglio conosciuta come Anya, 1,78 di altezza, caschetto corto, blu, occhi di un blu tendente al grigio e fisico gracilino. Era una ragazza dalla bellezza insolita, misteriosa, introversa e……… testarda, tremendamente testarda. Diffidava di tutti, dava poca confidenza e  quando qualcuno non le garbava, non ci pensava due volte a rispondere in malo modo e a dire ciò che pensava senza farsi troppi problemi. Era così, diretta e sincera, niente mezze misure, le cose le vedeva o bianche o totalmente nere, tanto che a volte era proprio difficile parlarci e tentare di farla ragionare. Ma nonostante questo, Emy, sua amica da sempre, (dato che si conoscevano sin dai tempi dell’asilo),  l’adorava e la riteneva l’amica più cara che avesse mai potuto avere, anche se a volte litigavano e la pensavano in modo differente.

Frequentavano entrambe la stessa facoltà , anche se avevano degli obbiettivi diversi:

Anya studiava per diventare una pittrice, mentre Emy, aveva da sempre voluto fare l’architetto. Entrambe, abitavano in un piccolo quartiere nei pressi di Londra, in un bilocale abbastanza accogliente, delizioso ed economicamente accessibile, anche se a volte, le due coinquiline litigavano x l’arredamento, poiché l’una  optava per  un  gothic style, l’altra, essendo architetto, era più incline ad un’arte più razionale, semplice  ed essenziale. Nonostante questi piccoli inconvenienti, la casa risultava decisamente originale e all’insegna della creatività.

Dopo aver passato tutto il pomeriggio a  decidere quali abiti avessero indossato e a litigare per chi avesse utilizzato il bagno per prima, Any ed Emy , riuscirono finalmente a prepararsi per la serata. Scesero in tutta fretta e si avviarono dentro la macchina nera,  erano in ritardo, Molly  era stata molto precisa nell’orario, avrebbero dovuto essere là per le 22,30, invece erano le 23,00 e ancora non si decidevano a mettere a moto la macchina.

“ Me lo spieghi perché hai messo quei jeans e quella maglietta?”_ chiese irritata Emy.

“Embè? Qual è il problema darling???_ rispose Anya con fare noncurante.

“Qual è il problema? No dico… non avevi d meglio da metterti??? Io a volte non ti capisco , ma che ti salta in mente? Siamo invitate in una delle feste più cool dell’anno e te che fai? Metti dei vecchi jeans strappati con tanto di catene e catenacci in vita…”

“Seh catenacci, antifurti, giravite…. Eddai  Emy non farne un tragedia ok? E poi scusa, sempre meglio che vestirmi come te, tacchi alti, mini corta…! Io sono così….lo sai….prendere o lasciare!”_ esclamò in fine la ragazza al limite della pazienza.

“Sì vabbè…..andiamo, già siamo in netto ritardo, ci manca solo che ci perdiamo in chiacchere e addio festa!”_ concretizzò l’altra.

E così, sfrecciarono verso le strade di Londra e arrivarono dritte dritte nella villetta in cui si teneva la fatidica festa.

 Appena entrate, ad accoglierle si presentò un simpatico ragazzo dall’aria trasandata, occhi verdi a rasta in testa, era Peter, il ragazzo di Molly, il quale si precipitò ad abbracciare le due ragazze e a farle accomodare. Si guardarono attorno, la maggior parte degli invitati non li conoscevano, erano facce nuove, pochi i colleghi universitari, il resto era tutta gente un po’….come dire? Stravagante ed egocentrica, a dire il vero sembrava un vero e proprio festino, vi era gente appartata in angoli della casa, persone che chiacchieravano, ridevano, ballavano, e altre che, in preda a un delirio febbrile causato dall’alcool, si cimentavano in stramberie.

“Ma dove diavolo siamo finite?”_ domandò divertita Anya.

“Non chiedermelo…. Oddio! Ma questa non è una festa, è un covo di forsennati!”_ rispose la biondina quasi terrorizzata da ciò che si descriveva davanti ai suoi occhi.

“Ahahaahah, Emy, mi fai morire, ahahhah, dovresti vedere la tua faccia…ahahahahahh”_ prese a ridere ininterrottamente la bruna.

Emy, dal canto suo, evitò di rispondere, per il semplice fatto che in quel momento stava cercando di focalizzare il luogo in cui si trovava, non riusciva ancora a capire che razza di festa fosse quella organizzata da quella stramaledetta di Molly!

Intanto Anya, decise di farsi un giro turistico per tutta la villetta, osservava da vicino quei folli ubriachi alle prese con divertenti streeptease e le oche giulive, amiche di Molly, che facevano le cascamorte con degli uomini niente male.

Inutile girarci attorno, si annoiava, si annoiava terribilmente! Avrebbe voluto andarsene, lasciare Emy in quel manicomio per dispetto, sì, se ne sarebbe andata perché lei non aveva nulla a che fare con quella gente stupida e con la puzza sotto il naso!  Stava per farlo, stava per farsi largo tra le “bestie” che ingombravano il lungo corridoio, quando all’improvviso s’imbatté contro un ragazzo poco più alto di lei, moro, con riccioli castani legati in un delizioso codino.

“Ahi!”_ esclamò indolenzita la ragazza, la quale cercò di guardare in viso il suo attentatore.

“Scusami non ti avevo vista!”_ fece il ragazzo dall’aria imbarazzata. “Perdonami, spero non ti sia fatta nulla di grave”_ chiese poi vedendo che la ragazza continuava a massaggiarsi la testa.

“Ma che razza di pericolo sei si può sapere? No dico…..ma dove li tieni gli occhi quando cammini? Per poco non mi attentavi la vita! Razza di idiota!”_ rispose brusca Anya.

“Ehi…. Calma ragazzina abbassa i toni ok? Ti ho già chiesto scusa e in modo molto educato….. ma vedo che tu di educazione non te ne intendi affatto!”_ la canzonò il ragazzo moro di fronte a lei.

“Che cooooosa???? Ma come ti permetti! Non solo mi hai colpita e per poco non mi fracassavi la testa, ma dulcis in fundo ti permetti anche di darmi della maleducata! Questo è il colmo! Ma che razza di gentaglia conosce quella Molly!”_ ringhiò Anya contro il ragazzo.

“Già! Potrei fare la stessa domanda visto che Molly  ha invitato una come te! E poi dai, falla finita, non ti ho mica attentato la vita…..fracassato la testa? Ahahahah, sei ridicola e comunque piantala, ne stai facendo un affare di stato. Ti ho porto le mie scuse, ho fatto più del mio dovere, quindi ora se vuoi scusarmi , vado tra i miei simili, ovvero tra gente normale che sa cos’è l’educazione!”_ tagliò corto il ragazzo con tono leggermente alterato.

Anya rimase spiazzata da quella risposta, non riuscì a controbattere, era come impietrita, non riusciva a muovere un muscolo, e non capiva il perché. Di solito nessuno avrebbe potuto permettersi di trattarla a quel modo, assolutamente no! Lei, diretta com’era, avrebbe subito cantatogliene 4, ma sta volta? Perché non era riuscita a spiccicare una sola parola? Non riuscì a darsi una risposta, accadde tutto così in fretta che Anya non ebbe il tempo di metabolizzare la situazione. Riacquistato un minimo di lucidità, riprese coscienza e decise di andarsene via da quella casa di matti. Prese ad attraversare il corridoio per poi giungere alle scale che portavano al pianterreno, dove finalmente avrebbe potuto varcare la porta e cambiare aria!

La ragazza si dimenticò totalmente dell’amica, e stavolta non lo fece per ripicca ma fu come se una nube di rabbia avesse affollato i suoi pensieri e le avesse impedito di ragionare. Uscì come un’indemoniata dalla porta d’ingresso, prese la sua auto e sfrecciò via senza una meta.  Girò a vuoto tutta la notte in preda alla rabbia causatagli da quel ragazzo moro, non ebbe la minima idea di dove andare, fu troppa la furia che ebbe in corpo, ma guidare la calmava in qualche modo, le faceva smaltire l’ira. Intanto, l’amica Emy, cominciò a delirare e a sbraitare contro  Anya, poiché questa ultima si era permessa di andare via senza di lei e senza avvertirla.

“Mannaggia a lei! No guarda Molly, se la prendo stasera non so cosa le faccio!”_ iniziò ad arrabbiarsi la bionda.

“Emy dai non fare così, tu la conosci meglio di me giusto? Sai com’è fatta Anya, è una ragazza strana, vive in un mondo tutto suo….. e fa delle cose assurde! Comunque tranquilla, agitarsi non serve a nulla, ti riaccompagniamo noi a casa”: disse con tono dolce e pacato Molly avvertendo l’ansia e l’irritazione dell’altra.

“Ma no lascia stare tesoro, non fa nulla, tu sei la padrona di casa e non mi pare giusto che debba lasciare casa tua per riaccompagnarmi. Prendo un taxi, grazie ugualmente”_ rispose Emy con tono affabile.

“Bhè allora dai, ti accompagniamo noi a casa se per te va bene. A proposito…..dove abiti?”_ le chiese la dolce voce del ragazzo biondo accanto a Molly.

“Valley street”_ fece la ragazza minuta arrossendo un po’ per l’imbarazzante situazione.

“Bene! Allora nessun problema! Chiamo mio cugino e siamo a tua disposizione ok? Ti accompagniamo noi! Non sia accettano rifiuti!”_ aggiunse sorridendo il ragazzo.

Emy restituì il sorriso e abbassò lo sguardo, poi, rivolgendosi a Molly chiese chi fosse quel ragazzo e, con gran sorpresa, scoprì che si trattava di Kris, niente popò di meno che il cugino di Orlando Bloom!

A momenti le pigliava un colpo! Essere accompagnata da Orlando Bloom non era di certo nei suoi piani, forse nei suoi sogni, dato che da sempre lo riteneva un bravissimo attore e un uomo terribilmente sexy ed affascinante. Tutto sommato, riuscì a non svenirgli ai piedi, anche se, se la scena fosse stata rappresentata da un fumetto manga, di sicuro l’immagine degli occhi di Emy sarebbero stati a forma di cuoricini. Inutile dirlo, ma la compagnia del bell attore non le dispiacque affatto, anzi, alla fine pensò anche di santificare Anya per la bravata che aveva fatto, poiché le aveva permesso di conoscere Mister Bloom in persona. Il tutto le parve una manna da cielo! Durante il tragitto, i 3 ragazzi iniziarono a parlare del più e del meno, delle loro vite, dei sogni, delle aspettative verso un futuro appagante ecc, fino a quando arrivarono all’appartamento della ragazza, la quale, benedisse mentalmente ancora una volta, la povera Anya, poiché, essendo l’unica ad avere la borsetta, era anche l’unica a tenere le chiavi di casa. Risultato finale? Dovettero aspettare che l’amica di Emy si facesse viva!  E fu così, che dopo qualche ora di attesa, in fondo al viale apparse una macchina sportiva nera, guidata da qualcuno che sicuramente era reduce di una serataccia. Da cosa lo si capiva? Dalla velocità e dalla frenata con la quale inscenò l’arrivo. 

“Ben arrivata signorina!”_ esclamò sarcastica Emy.

Anya rimase impietrita per la seconda volta, e non solo perché si rese conto solo in quel momento di aver abbandonato l’amica alla festa, ma soprattutto perché si rese conto che uno dei 2 ragazzi presenti in quel momento, o meglio, il ragazzo moro che adesso le si trovava davanti ara lo stesso tizio con cui si era precedentemente imbattuto alla festa.

“Non è possibile! Tu qui?? Ma cos’è una persecuzione?”_ chiese sbigottita Anya cercando di tenere a freno la rabbia da poco placata.

“Ahhhhhhhhhhhh splendido! Ma guarda  tu che serata mi doveva capitare! Cristo…… me la ritrovo nuovamente davanti! Ottimo! Qualcuno lassù ce l’ha con me!”_ ripete Orlando più a se stesso che agli altri.

Kris ed Emy restarono a guardarli senza emettere parola, non riuscivano a capire cosa stesse accadendo e di cosa stessero parlando.

“Ma voi vi conoscete?”_ domandò Emy all’amica.          

“Oh no, no no no…..non ho avuto questo “piacere” di conoscerlo, ma piuttosto la sfiga di incontrarlo! Sto disgraziato!”_ iniziò ad alterarsi la ragazza.

“Scusa come mi hai chiamato? Potresti ripetere?”_ controbatté Orlando.

“Disgraziato, stronzo, foruncolo sul culo dell’umanità, acaro industriale, cafone e….”_ non riuscì a continuare che dal canto suo Orlando non le permise di aggiungere altro:

“E maleducata! Gran maleducata direi!  Lo vuoi n consiglio? Fatti controllare da un professionista, và al reparto neurologia e chissà che  non riescano ad internarti! Sei una nevrotica!” E con questa frase  la lasciò bollire nel suo brodo, saluto con 2 baci sulle guance Emy, e salì in macchina.

“Ma vaf*****!” _ gli urlò dietro Anya, ormai era arrivata al limite della sopportazione, quel ragazzo non faceva altro che innervosirla e farla incavolare come non mai. Fatto ciò, non si curò più di tanto di Kris ed Emy e dei loro sguardi scioccati, quindi estrasse le chiavi del portone, le infilò nella serratura ed entrò in tutta fretta dentro l’appartamento.

I 2 ragazzi rimasti fuori, si osservarono con aria perplessa, non riuscivano a capire nulla di quella assurda situazione, tutto sommato Emy ringraziò Kris per il passaggio , si salutarono e la serata si potè definire conclusa.

“Ehi Orlando? Mi spieghi che diamine è successo tra te e quella ragazza?”_ chiese il cugino incuriosito.

“ Ragazza? Quale ragazza? Quella era Lucifero in persona! Ci vuole coraggio a chiamarla ragazza! Ha la delicatezza di un elefante e la sensibilità di un ippopotamo! Insopportabile! Sai Kris? Di donne ne ho conosciuto parecchie ma come lei mai!!! Capisci?? Quella non so come potrei definirla….  So solo che una come lei non l’ augurerei neanche al mio peggior nemico!”_ rispose con tono infastidito Orlando, il quale nella sua mente spera di non trovarsi più davanti a quel diavolo di ragazza. Kris mise in moto la macchina e andarono via da Valley street.

La serata era finita, ma i guai per Orlando erano solo cominciati…..già….guai che portavano il nome di Anyanka  Stanford.

  
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