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Autore: Maghetta1996    16/10/2011    1 recensioni
Clive rifletté, pentirsi, oscurare il suo orgoglio ed il suo dolore in un secondo? Era impossibile. Si rese conto di aver mentito al professore, al suo salvatore, a colui che l’aveva salvato dalle tenebre oggi e dieci anni prima.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Elisa.

 

Quando riprese coscienza di se capì. Capì cosa aveva fatto.
Adesso era fermo, seduto nell’auto della polizia, l’ispettore stava parlando con il sergente fuori.
Pose il lo sguardo per terra e si immerse nei suoi pensieri, aveva rivelato tutto al professore, e gli aveva detto di essersi pentito…ma lo pensava davvero?
Clive rifletté, pentirsi, oscurare il suo orgoglio ed il suo dolore in un secondo? Era impossibile. Si rese conto di aver mentito al professore, al suo salvatore, a colui che l’aveva salvato dalle tenebre oggi e dieci anni prima.
Perché il professore non aveva ingaggiato questa guerra? In fin dei conti lui aveva perso la donna che amava, la differenza non era molta.
Forse era riuscito a superare quel momento, era riuscito ad andare avanti. Ma in che modo? Un dolore così forte non può essere sostituito, è una ferita che non troverà mai una guarigione. Un tunnel da dove non si può uscire.
Però il professore aveva Luke e Flora, loro gli volevano bene e gli stavano vicino, la risposta poteva essere quella, ma anche lui aveva molte persone che gli volevano bene, magari non erano tantissime, ma contavano lo stesso, no?
Non esisteva risposta. Non c’era una soluzione. Avrebbe voluto gridarlo a Layton: Ho trovato un enigma che non ha soluzione!
Ma, era troppo lontano per sentirlo. Alzò lo sguardo e sentì qualcuno che gridava fuori dal finestrino: Era la voce di un bambino.
Guardò e fu come rivedere se stesso: il fumo, la casa distrutta e le urla. Era inginocchiato per terra, solo. Piangeva e gridava. Sentiva i pompieri dire che non c’era più niente da fare. E finalmente si rese conto. Lui stesso, che un tempo era stata la vittima, era diventato l’assassino. Un pompiere prese in braccio il bambino e vide che i suoi occhi non erano più disperazione, ma odio.
Quel bambino un giorno sarebbe diventato come lui e avrebbe ucciso altre persone lasciando altri bambini senza genitori e tutto sarebbe ricominciato. Un cerchio senza fine.
Oppure poteva rifarsi una vita, ricominciare da capo, senza dimenticare, ma pur sempre andando avanti, vivere senza rancore.
Cogliere la felicità dalle cose più piccole.
Era vero, tutte le porte erano chiuse, ma poteva crearne una lui, e vivere la sua vita come avevano desiderato i suoi genitori.
Clive comprese che non aveva bisogno di chissà quale vendetta per essere felice, gli bastava ricominciare daccapo, senza dimenticare.
Finalmente la macchina partì e sentì che tutto l’odio si era esaurito, lasciando il posto alla libertà e si accorse che finalmente era pentito di tutto quello che aveva fatto.
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Ok, ho scritto questa “cosa” in un’ora e un quarto, non è chissà che , ma l’idea era troppo bella.
Finalmente vediamo un Clive pentito e senza rancore, pronto per una vita nuova. Non mi andava di andare sul troppo deprimente, già la prima parte fa il suo effetto.
Comunque spero che vi sia piaciuto e lasciate una recensione.
  
 

  
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