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Autore: john pranzo    17/10/2011    0 recensioni
tivoli, provincia di roma, una città simbolo per molti da queste parti ... una città ben vista, una città che ha sempre avuto l'arte nel cuore ... ma il crimine è sempre dietro l'angolo ...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 CAPITOLO:
Nella sede della banda la notte venne trascorsa senza altri incidenti. Il boss se n’era andato a dormire alle quattro (l’indomani si sarebbe svegliato comunque presto), Diamante era troppo giovane per disubbidire a colui che l’aveva salvata dalla vita di strada per poi portarla in un luogo sicuro come quello, sebbene sapesse di non possedere neanche una carta d’identità, niente che la riconoscesse in quanto Diamante; Ellen, dal canto suo, svolgeva le sue solite mansioni, ovvero quelle riguardanti la pittura e l’architettura. Non era solo un hobby per lei, era qualcosa in più e anche per questo il ragazzo la rispettava molto. Sì, forse era una ragazza abbastanza vivace, che non voleva essere sottomessa da nessuno ma, al tempo stesso, una ragazza così intelligente era un tesoro davvero molto raro. Era furba, scaltra, simpatica, ambiziosa e anche rognosa. Quest’ultimo fattore del suo carattere aveva causato qualche scintilla in passato tra i due fidanzati che avevano saputo lascirsi i rancori alle spalle, come è giusto che sia. Er Parro, i soliti capelli ricci spettinati, la folta barba che gli riempiva gran parte del volto, lo sguardo freddo, movimenti lenti e decisi, come fosse un imperatore. Er Parro non avrebbe mai pensato che in quello stesso momento, le altre due bande di Tivoli fossero sul punto di stringere un’importante alleanza per la cattura dell’Infame. O per meglio dire, questa doveva essere l’intenzione del Kobra, un giovane ragazzo che da qualche tempo si era lasciato alle spalle l’amicizia con Parro e aveva creato una sua banda, a testimonianza del suo carisma. E c’era anche la Banda Sterminio, la più antica e, di conseguenza, anche quella che nel corso della storia aveva subito maggiori perdite. Vi stareste chiedendo, cari lettori, cosa accidenti staranno facendo i membri delle due bande in uno stesso luogo? Magari tra le macerie dell’antica cartiera?? Semplice, andiamo a vedere …
Al centro di un vuoto e polveroso spazio rettangolare, la cui parte orientale qualche anno prima doveva essere crollata, c’erano quattro uomini, tutti e quattro sembravano essere assorti in una specie di trattativa. Uno dei quattro, posto sulla parte nord orientale, afferrò lentamente qualcosa dal taschino e ne trasse una sigaretta. L’accese immediatamente, rimanendo a fissare gli altri due tizi. Un due contro due da far west, probabilmente. Ma la distanza non era quella adeguata, distavano circa 2 metri l’uno dall’altro e questo ci fa supporre come i quattro si fossero riuniti per fare quattro chiacchiere,  o forse per una importante trattativa.
Be’, c’avete quarcosa da dicce? C’avete fatto chiamà, n semo tipi c’aspettano troppu tempu. “ La voce del tizio con la sigaretta accesa, avrebbe incusso una risata a chiunque la sentisse. Sembrava alla voce di uno che era sul punto di crepare, una voce gracchiante, senza emozioni. Ricordava un po’ quella del Parro, tranne per il semplice fatto che Parro desse una maggiora intonazione alle sue parole.
Invece, in quel tizio non c’era intonazione, per niente.
“ Kobra s’è decisu a mitte na taglia pe l’Infame. Sapemo che n sarà facile smucignarlo, lo sapemo benissimo, perciò semo chiestu a voi. Volete prende parte a sta caccia, Cane Pazzo?”
Colui che appariva come il più giovane tra i quattro, almeno stando ai suoi giovani lineamenti e forse anche ai suoi capelli sul castano chiaro, andò direttamente al punto, senza perdere altro tempo. L’uomo si chiamava FMO, era un tipo alquanto scaltro, lo sapevano tutto, una sorta di teorico per la banda della Tibur Uno del Kobra, un uomo del quale il capo non poteva fare a meno. FMO si guardò attorno, forse un po’ timoroso, ma non c’era nessuno, solo loro quattro. Il tizio con la sigaretta, che sembrava essere il capo, Cane Pazzo, della banda Sterminio, ci pensò su lasciando cadere improvvisamente la sigaretta dalla sua mano destra.
A quanno ammonta sta taglia? “
Non c’era sentimento nelle sue parole, forse un po’ per stanchezza, forse un po’ per timore, per agitazione; eppure, nei suoi occhi non si riscontravano nessuno di questi elementi, forse era il suo modo di agire, sempre con molta cautela, senza mostrare troppe emozioni, senza dare alcun vantaggio al nemico. A rispondere stavolta fu Er Pilu, un ragazzone che indossava una larga maglia con dei polsini bianchi, pantaloni da coatto e sembrava davvero un vero duro. Il suo pizzetto gli conferiva un’aria da gran figlio di una mignotta, l’aria di chi avrebbe dovuto far fuori qualcuno da un momento all’altro. E la sua risposta fu dura e decisa:
So troppi li sordoni. N gi servono a noi. Accetti, gran capo? “ Ripete le ultime due parole con una violenza inaudita, quello era davvero troppo pazzo per condurre trattative del genere. Non si era comportato affatto bene ma, a quanto pare, non gliene importava. Il “ gran capo “ lo guardò più con aria stupita che con quella di uno che si era offeso. Il lettore come avrebbe agito?? Domandatevelo, cosa avreste fatto al posto di Cane Pazzo? Be’, sicuramente avreste preso la pistola che tenete nella tasca e l’avreste fatto fuori. Ma ricordatevi che a volte, anche e soprattutto in momenti come questi, ne vale della carriera da criminale. Guadagnare la taglia su un uomo importante come l’Infame lo avrebbe reso ancora più ricco. Non si fidava del Kobra, ma non aveva scelta, Cane Pazzo aveva degli uomini strepitosi in missioni di spionaggio ed omicidio irrisolto, perciò spettava a lui. Doveva trattarsi di un affare molto importante se il Kobra aveva mandato Er Pilu e FMO a condurre le trattative; il primo, il fedelissimo del capo, un killer spietato, l’altro un po’ più giovane ma senza nulla togliere alla sua esperienza come cecchino e come stratega della Tibur Uno.   
Gi sto. So natu pe fa fori la gende, so Cane Pazzo, ottimo affare. “
Cane Pazzo girò i tacchi, seguito a ruota dal suo fedele Sgarro, che non aveva aperto bocca, essendo una sorta di guardia del corpo. In effetti, l’attenzione che aveva prestato nelle operazioni del capo e un fisico simile a quello di un sollevatore di pesi, lo faceva assomigliare ad un body Guard. La trattativa era andato a buon fine, questo era ciò che realmente contava per la banda del Kobra. A proposito, l’autore ci vuole mostrare cosa sta facendo ora il capo della Tibur Uno. Ma … Ci troviamo di fronte al sindaco Michele Ferri, nominato primo cittadino di Tivoli tramite alcuni elezioni che la popolazione non sembra aver gradito molto. Pensate a qualche atto illecito? Ci penserebbero tutti, d’altronde con un ex terrorista al potere, chi non lo sospetterebbe? Ma non importa, dovremo abituarci, dato che sembra che tutti gli assessori e i vari dipendenti comunali siano dalla sua parte, perciò, cara popolazione, mi dispiace, ma a meno di una vera e propria ribellione armata con tanto di bombe e acido muriatico, non credo che nessuno possa rimuoverlo dal suo incarico.
Il sindaco si chinò a prendere qualcosa da sotto la scrivania e ne trasse una bottiglia di puro champagne. Evidentemente aspettava qualcuno, sicuramente un ospite importante dato che in quell’ufficio ne riceveva così pochi che si sarebbero potuti contare sulla punta delle dita. “Toc, Toc” qualcuno bussò alla porta in maniera molto delicata; era il suo vice, il signor Danieli, che aprì lentamente la porta, quasi si sentisse a disagio in quell’ufficio e comunicò che il signor Kobra era lì fuori ad attenderlo per una visita importante.
Il Kobra era senza dubbio il più grande delinquente che un sindaco potesse mai incontrare e, per di più, farsi amico. Non c’era niente di male, il potere della comunità tiburtina combinato a quello della potenza criminale del luogo. Insomma, un duetto niente male, manco fossero cantanti di alto rango. Quel giorno, così come tutti per il resto delle sue giornate, il Kobra indossava una lunga giacca verde militare, con il volto di un serpente collocato sul retro. Il suo sorriso si intravedeva appena tra tutti quei baffi e quelle cespugliose sopracciglia.  Ma il sindaco lo capiva come nessuno era stato capace di fare. La morte della moglie lo aveva quasi bloccato, traumatizzato era dir poco, il sindaco gli aveva addirittura rimediato due delle più belle e sexy ragazze che mai si potessero incontrare e pian piano quel giochetto stava dando i suoi effetti. La tristezza del suo volto ora stava lentamente trasformandosi in un sempre più ampio sorriso. Con l’ex moglie aveva anche una figlia, Zena, una ragazza abbastanza silenziosa, tutta il contrario del padre, molto timorosa di esprimersi davanti a lui. Be’, certamente il Kobra non possedeva un carattere semplice, ma era senz’altro un vero e proprio uomo d’affari.
Siedite, fratè. Comme stai?” Il sindaco gli mostrò un ampio sorriso, con il quale si apprestava a versare dello champagne ancora in condizioni a dir poco intatte. Lo conservava lì da alcuni anni, ma era certamente uno dei più buoni che avesse mai assaggiato. Una volta riempito il bicchiere, i due li levarono in alto e gridarono:
Alla faccia de chi gi vo male!!! “ Quel brindisi era il risultato sortito da una serie di vittorie che si erano andate a susseguire una dietro l’altra; davvero un magnifico percorso per due uomini che avevano un dannato bisogno – diritto di dominare. Be’, forse qua l’autore ha esagerato, si parla addirittura di un diritto a dominare il prossimo. Forse questo termine potremmo definirlo abbastanza eccessivo, dato che Tivoli ancora è una città della Repubblica Italiana. Tuttavia, i due erano consapevoli di poter controllare, legalmente o illegalmente, tutti i terrori dell’Aniene, perché sapevano di avere la grana a disposizione per poter farlo. E i successi si erano visti, in maniera sempre più evidente. L’uccisione del Truce, di Saccone e di Rana erano stati obiettivi da lungo pianificati. Il progetto era durato circa un anno, fino a che il sindaco aveva creato un’esca perfetti per riunire in un luogo pubblico quei tre. Ovviamente le forze armate ci hanno messo vent’anni prima di giungere sul luogo e di scoprire gli eventuali aggressori o le cause e tutto quello ha giovato a loro favore.
Me porti bone notizie? Gi conto, almeno, Kobra. “Il sindaco gli diede una pacca sulla schiena del suo compare quasi congratulandosi per tutti i traguardi ottenuti.
Il Kobra aprì un documento nel quale c’era scritto che Cane Pazzo aveva deciso di accettare la trattativa. Il foglio era stato firmato da uno dei suoi più fidati uomini, ovvero  Er Pilu, e sottoscritto anche da FMO.
Il Kobra appariva molto felice di quella situazione: Cane Pazzo era dei loro ed una volta fatto fuori anche quello stronzo dell’Infame niente e nessuno avrebbe potuto fare in modo che non venissero nominati come i veri signori di Tivoli e dintorni. Kobra sarebbe diventato vice sindaco dopo quella cattura e il Capitano Ruggeri non avrebbe fatto altro che apprezzare l’intera faccenda. Da buon sindaco, Michele Ferri avrebbe nominato pubblicamente Kobra suo vice e questo non avrebbe cambiato diciamo molto le cose dato che per un certo verso era già così. Kobra lo sapeva ed era proprio di questo che voleva iniziare a parlare.
Carletto m’è sembratu abbastanza contrariato pe la mea presenza. C’ho fatto, se po sape? Ngi sto a capi nca ahahah “
Nono, non era lo champagne ad averli dato alla capoccia, diciamo che il Kobra può sembrare antipatico da una parte, ma dall’altra è senza dubbio un intrattenitore dotati di grandi abilità. Il sindaco contraccambiò la risata del criminale, il quale si prese un sigaro e l’accese senza badare al cartello “ No Smoking “ posto accanto all’ingresso. Per Kobra, questo ed altro chiaramente. Non era un ospite lui, era un vero amico. Lo erano diventati compiendo atti loschi da giovani, poi il sindaco era stato trattenuto per sei anni in galera, ed uscito molto prima del previsto per buona condotta, mentre il Kobra aveva continuato i suoi sporchi affari con il crimine Tiburtino. Ed erano tante le persone che lo conoscevano sotto questo profilo, ma la gente, il cosiddetto Popolo tiburtino, aveva paura, si cacava addosso quando si parlava del Kobra, già solo il nome incuteva loro una fottuta paura.
Lassalo sta quillo. N c’ha n carattere, n c’ha le palle pe mostrasse un vero vice sindaco, ando cazzo voi che vada uno ssosì?! “
Stavolta fu il Kobra a ricambiare la risata al sindaco, il quale amava quello scambio di battute velenose nei confronti dei suoi collaboratori, c’era molto gusto con loro, visto che non potevano controbattere. Chissà se Carletto Danieli stesse origliando? Poco importava a quei due tizi, volevano solo i loro reali obiettivi, a quello ci avrebbero pensato poi.
Bevutosi un nuovo bicchiere di champagne colmo fino all’orlo, il Kobra trattò il problema delle forze armate.
Ascoltame, Michè, qua ce sta lu problemone della polizia, te lo so dittu da tantu tempu, ma m’ascolti quanno te parlo?
Maledizione, in meno di mezzo secondo ha totalmente trasformato la propria espressione; mezzo secondo fa rideva a crepapelle, ora invece sembra quasi scocciato dalla presenza delle forze armate nella vicenda dell’Infame. Il sindaco gli offrì un altro bicchierone stracolmo, ma stavolta il Kobra pareva abbastanza frustrato e il sindaco gli fece una battutina: “ Sì ssosì nfuriato pe le forze armate, o perché n scopi da tantu???Le veline n t’aiutano, fratè? Pensavo c’avessero le qualità apposta pe te. Ndo le pizzichi du gnocche ssosì?? Pigliatele e n’anda a smucina altre de sto tipo, so pe te. Ma n’è pe quissu, ve?“
Il sindaco aveva fatto il passo più lungo della gamba. Aveva tirato in ballo le ragazze del Kobra e, quando veniva affrontato quell’argomento, chiunque lo facesse doveva essere abbastanza prudente. Kobra si limitò a fissarsi con aria soddisfatta la mano destra, chiusa in un pugno, così stretta da mostrare fortemente alcune vene. Il sindaco, per un attimo, divenne piccolo piccolo, quasi avesse paura della risposta del criminale. Tuttavia, quest’ultimo aprì la bocca con estrema delicatezza, emettendo un docile suono, non tipico della sua dura voce:
So du angeli, cazzo. Me stanno a fa suda nbotto quille due. N so un problema pe me, lu contrario, porco due, m’arecordu che so fattu pe pialle a quille due. So dovuto suda le sette camicie, ma gi so riuscito, e che cazzo. A bionna è na sorca quanno inizia a balla, ma a mora quanno se la ride madòò er macellu che fa. So la polizia lu vero problemone qui. Lo sì dittu ar capitano Ruggeri? ”
Il sindaco terminò il suo bicchierone in men che non si dica e lo lasciò cadere vuoto al centro della scrivania, accanto ad alcuni registri verdi, senza però sporcarli per sua fortuna.
Lo sguardo del Kobra appariva abbastanza preoccupato, forse non aveva così tanta fiducia nelle forze armate, d’altronde era stato anche lui perseguitato e Ferri ne sapeva qualcosa.
Già fattu, statte calmo, mo, però. N ce dovemo allarma pe ogni cosa, Kobra. Stemo messi bene co a polizia a guardacce le spalle, che voi de più?” Il sindaco rassicurò come meglio avrebbe potuto il suo collaboratore, tant’è vero che il Kobra, a quella risposta, tirò un sospiro di sollievo accavallando i piedi sulla scrivania. Il suo volto di preoccupazione si trasformò in uno pieno di gioia e di aria conquistatrice. La cattura dell’Infame lo avrebbe fatto tornare a gioire come non mai, dato che quel tizio era più pericoloso della sua stessa gang messa insieme.
Ultimo brindisi pe quanno cattureremo l’Infame, sto a dì be’? “
Kobra si alzò e levò, contemporaneamente a quello del sindaco, il calice colmo del miglior champagne a disposizione. Per il Kobra ci volevano proprio quelle belle notizie, dopo la fuga dell’Infame ed altre notizie pessime riguardo il mancato arrivo di alcuni gioielli piuttosto preziosi dall’India. Uscendo dal municipio, all’angolo due uomini lo aspettavano. Ovviamente ce n’erano altri che, a distanza, lo seguivano silenziosamente. Er Pilu, come sempre, era un uomo che non faceva mancare la sua presenza mai in alcuna situazione, con lui chiunque si sarebbe sentito in grazia divina; accanto a lui, oggi c’era Giangy, un ragazzo molto giovane ma che sin da piccolo aveva imparato ad usare quel suo fucile a canne mozze come nessun altro, un killer con il quale c’era poco da giocare. Per non parlare di FMO, lo stratega delle missioni e i suoi due fratelli, Lory e Leo, così abili, così veloci e determinati.
Portateme a casa, c’ho nsonno che n m’areggo mpiedi. “
Disse il Kobra, con la faccia di chi voleva andarsi a sdraiare velocemente in compagnia di quelle due bombe sexy come la bionna e la mora.

  
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