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Autore: LaMicheCoria    18/10/2011    2 recensioni
Un ladro, avrebbe potuto accettarlo. Il marito di una qualche avventura notturna, avrebbe potuto capirlo.
Ma
quello..sulle prime, nemmeno riuscì a capire cosa fosse: sembrava quasi la corazza di uno scarabeo.
Il che, era un po’ impossibile, considerando che gli scarabei più grossi che aveva visto in tutta la sua lunga vita erano stati sì e no della misura di un palmo, mentre quello che si trovava davanti a lui aveva le dimensioni di una persona seduta.

[1822 - Jean-François Champollion decifra i Geroglifici] [1828 -1830 - Spedizione Franco-Toscana in Egitto]
[Personaggi: Francis Bonnefoy/ Francia, Kemet/Madre Egitto, Feliciano Vargas/ Italia del Nord, OC!Granducato di Toscana, Jean-François Champollion]
[Partecipa all'Iniziativa "Una Rosa Bianca Pour Vous, Monsieur France", indetta dall'Hetalia Non E' ==> The Forum]
Genere: Generale, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Merci
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Verde

Genere: Slice of Life, Storico, Generale.
Avvertimenti: Missing Moments, OneShot
Personaggi: Francis Bonnefoy/Francia, Kemet/Antico Egitto, Feliciano Vargas/Italia del Nord, OC!Granducato di Toscana, RP Jean-François Champollion

Trama: Un ladro, avrebbe potuto accettarlo. Il marito di una qualche avventura notturna, avrebbe potuto capirlo.
Ma quello..sulle prime, nemmeno riuscì a capire cosa fosse: sembrava quasi la corazza di uno scarabeo.
Il che, era un po’ impossibile, considerando che gli scarabei più grossi che aveva visto in tutta la sua lunga vita erano stati sì e no della misura di un palmo, mentre quello che si trovava davanti a lui aveva le dimensioni di una persona seduta.

Musica: QUESTA dalla Seconda parte della storia.
Dedica: a Silentsky, m anche alla Feli, alla Jo-san per farmi perdonare per il ritardo di "Pacem Appellant" e alla nostra sfarfalleggiante docente di Egittologia.
Note: Tutte le note a fondo pagina :3

 

 

 

 

 

Merci

 

-Se continuerete così, amico mio- lo riprese bonariamente Francis –Vi verrà la gobba-
L’uomo, chino sulla scrivania di legno massiccio, agitò una mano in direzione di Francia, nel gesto di scacciare un insetto fastidioso; Francis rispose con una risata e tornò a sorseggiare il suo vino.
-E’ una così bella giornata- disse il parigino, dopo alcuni istanti, accennando al lembo di paesaggio che si intravedeva oltre la finestra –Cessate questa vostra pazzia-
-Non è una pazzia- biascicò l’uomo, drizzando di scatto la schiena e rovistando fra alcuni fogli sparsi tutt’intorno a lui –Ricordate quello che vi dissi anni addietro, monsieur Bonnefoy-
Francis sospirò, tornando a sedersi sulle poltrone di velluto dello studio.
-Certo, certo- annuì, accavallando le gambe -Avevate solo quattordici anni e già questo insano germe vi rodeva la mente!-
-Riuscirò a tradurli!- sbottò lo studioso, dando un pugno sul tavolo e rischiando di rovesciare la boccetta di inchiostro; a quello scatto improvviso Francia inarcò un sopracciglio e sollevò le labbra in un ghigno divertito
-Non ho dubbi, amico mio, ma abbiate almeno la compiacenza di farlo prima che quell’inglese- sottolineò la parola con un contrarsi insofferente del volto -Torni a lamentarsi da me-
-Che gridi e si lagni pure- l’altro tornò a concentrarsi sul suo lavoro, intingendo nuovamente il pennino nel calamaio –Dove lui non è riuscito, io uscirò vincitore-
-Io sono tutto dell’Egitto e l’Egitto è tutto per me- mormorò Francis, posando il calice di vino sul tavolinetto accanto a lui.
-Avete detto qualcosa, monsieur?-
-Solo che la mia carrozza è pronta-
-Cosa?- lo studioso levò la testa e finalmente si girò verso Francia. Corrugò le sopracciglia e allargò le braccia, incredulo –Ve ne andate già?-
-Vorrei rimanere, amico mio, davvero- il parigino si esibì in un inchino dispiaciuto –Ma affari urgenti richiedono la mia presenza-
-Una servetta è più importante di questo?- l’uomo sollevò gli appunti –Manca poco, sapete?- gli occhi brillarono, le labbra s’aprirono in un sorriso estatico –Potrei addirittura finire questa notte stessa!-
-Spero per voi che sia così- Francia attese che la domestica gli portasse il cappello: lo indossò, si aggiustò la piega della veste e fece il baciamano alla donna, che arrossì violentemente -Aurevoir, monsieur Champollion-

 

***

Francis aveva imparato da tempo a dormire con un’arma sotto il cuscino: non che un potenziale assassino potesse qualcosa contro la sua persona, ma preferiva evitare che la notte –soprattutto se in compagnia di una bella donna- gli venisse rovinata dal primo esagitato di turno.
Così, nell’udire uno scricchiolio sospetto, non perse un solo istante: aprì gli occhi, afferrò l’arma da sotto il guanciale, si rizzò in piedi e puntò la pistola.
Un ladro, avrebbe potuto accettarlo. Il marito di una qualche avventura notturna, avrebbe potuto capirlo.
Ma quello..sulle prime, nemmeno riuscì a capire cosa fosse: sembrava quasi la corazza di uno scarabeo.
Il che, era un po’ impossibile, considerando che gli scarabei più grossi che aveva visto in tutta la sua lunga vita erano stati sì e no della misura di un palmo, mentre quello che si trovava davanti a lui aveva le dimensioni di una persona seduta.
-Mais..- Francis si avvicinò, circospetto, e notò che la luce della luna si specchiava e si infrangeva sulla corazza blu cupo come le stelle sulla volta del cielo notturno.
Spinto dalla curiosità, abbassò l’arma e sfiorò quello strano oggetto con la punta delle dita: subito, un chiarore intenso, simile al raggio dell’alba, scivolò lungo le pieghe della corazza e saettò all’interno della camera, trafiggendo il lampadario, gli inserti d’ottone del letto, lo specchio..
Francia indietreggiò con un salto e quasi cadde, incespicando sui propri piedi per la sorpresa.
Le ali dello scarabeo parvero sciogliersi e prendere vita, tramutandosi in ali di piume scarlatte e ardenti come il sole di mezzogiorno: la luce divenne talmente intensa che Francis dovette coprirsi gli occhi, fino a quando non fu sicuro di poter vedere senza essere accecato.
Abbassò lentamente il braccio e qualsiasi moto di stupore gli morì sulle labbra.
-Chi..- mormorò –Chi siete voi..?-
Oh, era una donna –una splendida donna- su questo Francis non aveva dubbi: in un’altra situazione non avrebbe esitato un attimo nel scostare le lenzuola ed invitarla ad un più piacevole incontro. A dire il vero, nel cogliere con la coda dell’occhio la figura sottile della Sconosciuta, aveva anche pensato ad una simile eventualità, ma qualcosa l’aveva fermato.
Forse gli occhi di ossidiana, o l’ornamento d’oro a guida di seggio che le sormontava il capo, oppure le ciocche nere della parrucca tripartita che in un tintinnare di perle vetrose le accarezzavano le spalle nude, appesantite da un collare a tre giri di turchesi, granato e malachite. Ancora, a lasciarlo senza fiato potevano essere stati i seni scoperti, dove viticci d’henné si intrecciavano fino ai capezzoli velati di polvere dorata, oppure la veste scarlatta che le arrivava alle caviglie, incandescente contro la pelle brunita dal sole, o i sandali di splendida fattura, forse il mantello intessuto di colori brillanti, disposti a formare le piume di un uccello.
-Chi siete voi?- ripeté.
La Donna sollevò un sopracciglio sottile: gli occhi,  resi ancora più intensi dalla linea nera del kohl che le arrivava fino alle tempie, si strinsero; a quel gesto, il tenue rosso che le sormontava le palpebre ebbe un guizzo di fiamma.
-Io fui generata da mio Padre Atum, quando il cielo ancora non Era, quando la terra ancora non Era, quando gli Uomini ancora non Erano, quando gli Dei ancora non Erano. Quando la Morte ancora non Era..- la Sconosciuta si portò una mano al volto, sorridendo con un palpito tremante delle labbra. Quasi sorpresa di sentire la sua voce.
Francis fece per dire qualcosa, ma la Donna fu più veloce: in pochi passi gli fu accanto e gli mise le mani sulle spalle, per poi strofinare dolcemente il naso contro il suo. Infine, sorrise.
-Grazie- mormorò, carezzandogli la guancia e svanendo in un ultimo bagliore di tramonto.
Rimae solo nella stanza, con le parole della Sconosciuta che ancora scintillavano attorno a lui, come la polvere del deserto.
-Mon Dieu..!- esclamò portandosi una mano alla fronte –Mon Dieu!- gridò –C’è riuscito! C’è riuscito!-

 

 

 

***

 

-Perché tutto questo interesse, fratellone?- chiese Feliciano, sfogliando gli ultimi appunti che Francis gli aveva portato.
-Già- gli fece eco il Granducato di Toscana, fissandolo incuriosito –Perché tanto interesse?-
Francia posò il mento sulle dita intrecciate e li guardò con un ghigno divertito.
-Ditemi..una bella donna vi ha mai sorriso?-
I due italiani si lanciarono uno sguardo d’intesa e nascosero un sorrisetto complice. Francis annuì, ma il suo sguardo si fece immediatamente serio.
-Venite in Egitto con me e a sorridervi..sarà una Dea-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le noticine, ahimè, necessarie della Neme~

  1.   A Jean-François Champollion si deve, nel 1822, la decifrazione dei geroglifici egizi. C’erano stati già dei tentativi in tal senso, ad opera degli Arabi –prima- e dell’inglese Thomas Young (che per anni discusse su Champollion riguardo a chi dovesse avere la “paternità” di tale scoperta) –poi-. Già a quattordici anni, il nostro piccolo Champollion si era messo in testa di voler decifrare i geroglifici: come potete vedere, direi che ci è riuscito benissimo XD (E Nemeryal lo loVVa tanto per questo). La frase citata da Francis era un detto del nostro amico :3 Altre informazioni  qui
  2.     L’apparizione di Madre Egitto segue un certo schema riconducibile al Ciclo di Vita-Morte-Rinascita secondo la concenzione dell’Antico Egitto: lo scarabeo si riferisce a Khepri, la forma di Ra al Mattino, quando cioè il Sole rinasce dopo la sua lotta contro Apophis durante la notte. Il riferimento alle ali è un richiamo a Ra, la forma del Dio Sole al mezzogiorno. La citazione del “Tramonto” fa riferimento ad Atum, ossia la forma che assumeva Ra nelle ultime ore del giorno prima di sparire oltre l’orizzonte con la Barca del Sole, pronto ad una nuova battaglia notturna per poter sorgere di nuovo il giorno dopo.
  3.     Il Seggio che Madre Egitto ha sulla testa era il simbolo iconografico di Iside, la Dea Moglie-Maga-Sorella, Sposa di Osiride e Madre di Horus. Lo scarlatto dell’abito gioca sul nome Fanon Madre Egitto: Kemet è l’Egitto, la Terra Nera fertilizzata dai campi. Ma l’Egitto era anche la Terra Rossa, Khaset, il deserto. Il vestiario dovrebbe essere quello tipico delle donne Nobili nell’Antico Egitto. Bhè, tranne il manto con le piume di uccello, che è ancora un attriburo della Dea-Alata Iside :3
  4.    Le parole che Madre Egitto pronunciano sono una ripresa dal Paragrafo 571 dei Testi delle Piramidi, incisi sulla volta della tomba di Pepi I a Saqqara.
  5.     Gli Egizi strofinavano tra loro il naso in segno di affetto. Non è dolcissima come cosa?
  6.      Nel 1828 parte la Spedizione Franco-Toscana di Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini (Pisano).
Questa fan fiction partecipa all'Iniziativa dell' Hetalia Non è ==> The Forum

 

 

 

   
 
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