Titolo: Merci
Autore:
Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Verde
Genere: Slice of Life, Storico,
Generale.
Avvertimenti: Missing Moments,
OneShot
Personaggi: Francis Bonnefoy/Francia, Kemet/Antico Egitto, Feliciano
Vargas/Italia del Nord, OC!Granducato di Toscana, RP Jean-François Champollion
Trama: Un ladro, avrebbe potuto accettarlo. Il
marito di una qualche avventura notturna, avrebbe potuto capirlo.
Ma quello..sulle prime, nemmeno riuscì a
capire cosa fosse: sembrava quasi la corazza di uno scarabeo.
Il che, era
un po’ impossibile, considerando che gli scarabei più grossi che aveva visto in
tutta la sua lunga vita erano stati sì e no della misura di un palmo, mentre
quello che si trovava davanti a lui aveva le dimensioni di una persona seduta.
Musica:
QUESTA dalla
Seconda parte della storia.
Dedica: a Silentsky,
Note: Tutte le note a
fondo pagina :3
Merci
-Se
continuerete così, amico mio- lo riprese bonariamente Francis –Vi verrà la
gobba-
L’uomo,
chino sulla scrivania di legno massiccio, agitò una mano in direzione di
Francia, nel gesto di scacciare un insetto fastidioso; Francis rispose con una
risata e tornò a sorseggiare il suo vino.
-E’ una così
bella giornata- disse il parigino, dopo alcuni istanti, accennando al lembo di
paesaggio che si intravedeva oltre la finestra –Cessate questa vostra pazzia-
-Non è una pazzia- biascicò l’uomo, drizzando di
scatto la schiena e rovistando fra alcuni fogli sparsi tutt’intorno a lui
–Ricordate quello che vi dissi anni addietro, monsieur Bonnefoy-
Francis
sospirò, tornando a sedersi sulle poltrone di velluto dello studio.
-Certo,
certo- annuì, accavallando le gambe -Avevate solo quattordici anni e già questo insano germe vi rodeva la mente!-
-Riuscirò a
tradurli!- sbottò lo studioso, dando un pugno sul tavolo e rischiando di
rovesciare la boccetta di inchiostro; a quello scatto improvviso Francia inarcò
un sopracciglio e sollevò le labbra in un ghigno divertito
-Non ho
dubbi, amico mio, ma abbiate almeno la compiacenza di farlo prima che quell’inglese- sottolineò la parola con un
contrarsi insofferente del volto -Torni
a lamentarsi da me-
-Che gridi e
si lagni pure- l’altro tornò a concentrarsi sul suo lavoro, intingendo
nuovamente il pennino nel calamaio –Dove lui non è riuscito, io uscirò
vincitore-
-Io sono tutto dell’Egitto e l’Egitto è tutto
per me- mormorò Francis, posando il calice di vino sul tavolinetto accanto
a lui.
-Avete detto
qualcosa, monsieur?-
-Solo che la
mia carrozza è pronta-
-Cosa?- lo
studioso levò la testa e finalmente si girò verso Francia. Corrugò le
sopracciglia e allargò le braccia, incredulo –Ve ne andate già?-
-Vorrei
rimanere, amico mio, davvero- il parigino si esibì in un inchino dispiaciuto –Ma
affari urgenti richiedono la mia presenza-
-Una
servetta è più importante di questo?-
l’uomo sollevò gli appunti –Manca poco, sapete?- gli occhi brillarono, le
labbra s’aprirono in un sorriso estatico –Potrei addirittura finire questa
notte stessa!-
-Spero per
voi che sia così- Francia attese che la domestica gli portasse il cappello: lo
indossò, si aggiustò la piega della veste e fece il baciamano alla donna, che
arrossì violentemente -Aurevoir, monsieur
Champollion-
***
Francis
aveva imparato da tempo a dormire con un’arma sotto il cuscino: non che un
potenziale assassino potesse qualcosa contro la sua persona, ma preferiva
evitare che la notte –soprattutto se in compagnia di una bella donna- gli
venisse rovinata dal primo esagitato di turno.
Così, nell’udire
uno scricchiolio sospetto, non perse un solo istante: aprì gli occhi, afferrò
l’arma da sotto il guanciale, si rizzò in piedi e puntò la pistola.
Un ladro,
avrebbe potuto accettarlo. Il marito di una qualche avventura notturna, avrebbe
potuto capirlo.
Ma quello..sulle prime, nemmeno riuscì a
capire cosa fosse: sembrava quasi la corazza di uno scarabeo.
Il che, era
un po’ impossibile, considerando che gli scarabei più grossi che aveva visto in
tutta la sua lunga vita erano stati sì e no della misura di un palmo, mentre
quello che si trovava davanti a lui aveva le dimensioni di una persona seduta.
-Mais..- Francis si avvicinò,
circospetto, e notò che la luce della luna si specchiava e si infrangeva sulla
corazza blu cupo come le stelle sulla volta del cielo notturno.
Spinto dalla
curiosità, abbassò l’arma e sfiorò quello strano oggetto con la punta delle
dita: subito, un chiarore intenso, simile al raggio dell’alba, scivolò lungo le
pieghe della corazza e saettò all’interno della camera, trafiggendo il
lampadario, gli inserti d’ottone del letto, lo specchio..
Francia
indietreggiò con un salto e quasi cadde, incespicando sui propri piedi per la
sorpresa.
Le ali dello
scarabeo parvero sciogliersi e prendere vita, tramutandosi in ali di piume
scarlatte e ardenti come il sole di mezzogiorno: la luce divenne talmente
intensa che Francis dovette coprirsi gli occhi, fino a quando non fu sicuro di
poter vedere senza essere accecato.
Abbassò
lentamente il braccio e qualsiasi moto di stupore gli morì sulle labbra.
-Chi..-
mormorò –Chi siete voi..?-
Oh, era una
donna –una splendida donna- su questo
Francis non aveva dubbi: in un’altra situazione non avrebbe esitato un attimo
nel scostare le lenzuola ed invitarla ad un più piacevole incontro. A dire il
vero, nel cogliere con la coda dell’occhio la figura sottile della Sconosciuta,
aveva anche pensato ad una simile eventualità, ma qualcosa l’aveva fermato.
Forse gli
occhi di ossidiana, o l’ornamento d’oro a guida di seggio che le sormontava il
capo, oppure le ciocche nere della parrucca tripartita che in un tintinnare di
perle vetrose le accarezzavano le spalle nude, appesantite da un collare a tre
giri di turchesi, granato e malachite. Ancora, a lasciarlo senza fiato potevano
essere stati i seni scoperti, dove viticci d’henné si intrecciavano fino ai capezzoli
velati di polvere dorata, oppure la veste scarlatta che le arrivava alle
caviglie, incandescente contro la pelle brunita dal sole, o i sandali di
splendida fattura, forse il mantello intessuto di colori brillanti, disposti a
formare le piume di un uccello.
-Chi siete voi?- ripeté.
La Donna
sollevò un sopracciglio sottile: gli occhi, resi ancora più intensi dalla linea nera del kohl che le arrivava fino alle tempie,
si strinsero; a quel gesto, il tenue rosso che le sormontava le palpebre ebbe
un guizzo di fiamma.
-Io fui generata da mio Padre Atum, quando il
cielo ancora non Era, quando la terra ancora non Era, quando gli Uomini ancora
non Erano, quando gli Dei ancora non Erano. Quando la Morte ancora non Era..-
la Sconosciuta si portò una mano al volto, sorridendo con un palpito
tremante delle labbra. Quasi sorpresa di
sentire la sua voce.
Francis fece
per dire qualcosa, ma la Donna fu più veloce: in pochi passi gli fu accanto e
gli mise le mani sulle spalle, per poi strofinare dolcemente il naso contro il
suo. Infine, sorrise.
-Grazie- mormorò, carezzandogli la
guancia e svanendo in un ultimo bagliore di tramonto.
Rimae solo
nella stanza, con le parole della Sconosciuta che ancora scintillavano attorno
a lui, come la polvere del deserto.
-Mon Dieu..!- esclamò portandosi una mano
alla fronte –Mon Dieu!- gridò –C’è
riuscito! C’è riuscito!-
***
-Perché tutto
questo interesse, fratellone?- chiese
Feliciano, sfogliando gli ultimi appunti che Francis gli aveva portato.
-Già- gli
fece eco il Granducato di Toscana, fissandolo incuriosito –Perché tanto
interesse?-
Francia posò
il mento sulle dita intrecciate e li guardò con un ghigno divertito.
-Ditemi..una
bella donna vi ha mai sorriso?-
I due
italiani si lanciarono uno sguardo d’intesa e nascosero un sorrisetto complice.
Francis annuì, ma il suo sguardo si fece immediatamente serio.
-Venite in
Egitto con me e a sorridervi..sarà una Dea-
Le
noticine, ahimè, necessarie della Neme~
-
A Jean-François Champollion si deve, nel 1822, la
decifrazione dei geroglifici egizi. C’erano stati già dei tentativi in tal
senso, ad opera degli Arabi –prima- e dell’inglese Thomas Young (che per anni
discusse su Champollion riguardo a chi dovesse avere la “paternità” di tale
scoperta) –poi-. Già a quattordici anni, il nostro piccolo Champollion si era
messo in testa di voler decifrare i geroglifici: come potete vedere, direi che
ci è riuscito benissimo XD (E Nemeryal lo loVVa tanto per questo). La frase
citata da Francis era un detto del nostro amico :3 Altre informazioni qui
-
L’apparizione di Madre Egitto segue un certo schema
riconducibile al Ciclo di Vita-Morte-Rinascita secondo la concenzione dell’Antico
Egitto: lo scarabeo si riferisce a Khepri, la forma di Ra
al Mattino, quando cioè il Sole rinasce dopo la sua lotta contro Apophis
durante la notte. Il riferimento alle ali è un richiamo a Ra,
la forma del Dio Sole al mezzogiorno. La citazione del “Tramonto”
fa riferimento ad Atum, ossia la forma che assumeva Ra nelle ultime
ore del giorno prima di sparire oltre l’orizzonte con la Barca del Sole,
pronto ad una nuova battaglia notturna per poter sorgere di nuovo il giorno
dopo.
-
Il Seggio che Madre Egitto ha sulla testa era
il simbolo iconografico di Iside, la Dea Moglie-Maga-Sorella, Sposa di
Osiride e Madre di Horus. Lo scarlatto dell’abito gioca sul nome Fanon Madre
Egitto: Kemet è l’Egitto, la Terra Nera fertilizzata dai campi.
Ma l’Egitto era anche la Terra Rossa, Khaset, il deserto. Il vestiario dovrebbe essere quello
tipico delle donne Nobili nell’Antico Egitto. Bhè, tranne il manto con le piume di uccello, che è ancora un attriburo della Dea-Alata Iside :3
-
Le parole che Madre Egitto pronunciano sono una
ripresa dal Paragrafo 571 dei Testi delle Piramidi, incisi sulla
volta della tomba di Pepi I a Saqqara.
-
Gli Egizi strofinavano tra loro il naso in segno di affetto.
Non è dolcissima come cosa?
- Nel 1828 parte la Spedizione Franco-Toscana di Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini (Pisano).