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Autore: gaga96    20/10/2011    5 recensioni
Dal testo: "—Beh, almeno sarà al sicuro con noi!— scherzò Damon, ma sapeva che era tutto il contrario.
—Oh, certo!- iniziò ironicamente Bonnie –Dopotutto, sarà solo figlio di un vampiro super-potente e temuto da tanti e dall’ultima discendente della più potente stirpe di streghe, per cui penso che non attirerà per niente l’attenzione!—"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2



 
La mattina dopo, Bonnie si svegliò di malavoglia. Era nella stessa posizione della sera prima, col braccio di Damon attorno alle sue spalle e accovacciata sul suo petto. Damon aveva ancora gli occhi chiusi e la strega decise che non era proprio il caso di svegliarlo, di interrompere quello stato di grazia e di pace che, quel giorno, sarebbe stato breve.
Lentamente, si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, per sciacquarsi ripetutamente il viso. Quando ebbe terminato si guardò allo specchio: i capelli erano un disastro, tutti arruffati e spettinati, mentre la faccia non aveva perso quell’espressione sconvolta della sera prima. Probabilmente i suoi amici si sarebbero accorti di qualcosa di strano anche solo guardandola in faccia.
Sospirò. Stava ancora cercando un modo decente per dirlo a loro. Ma, soprattutto, si preparava psicologicamente a ricevere sgridate e parole su parole, soprattutto da Meredith. Matt, forse, dopo un po’ avrebbe accettato l’idea e avrebbe visto il lato positivo della situazione, cioè che sarebbe nato un piccolino e ciò era una cosa fantastica. Non avrebbe fatto scenate, Bonnie ne era sicura. Almeno non di rabbia o gelosia. Dopotutto, i sentimenti che avevano provato reciprocamente Matt e Bonnie due anni prima, erano scemati col tempo. Primo, perché Bonnie si era innamorata e poi messa insieme a Damon. Secondo, perché anche Matt si era innamorato e poi messo insieme ad una loro vecchia compagna di classe, Melissa, una ragazza mora e poco più alta di Bonnie, coi lineamenti dolci e gli occhi verdi-grigi. Per cui, almeno per quel fronte, lei non si preoccupava più di tanto. Stefan, probabilmente, sarebbe stato contento, visto che già quando si erano messi insieme lei e il fratello maggiore, il giovane vampiro era diventato radioso, visto che Damon sembrava essere diventato ‘più umano’ e più felice in quei mesi. O forse era contento solamente perché, col fatto che il fratello provava quei forti sentimenti per la rossa, allora sarebbe stato lontano dalla sua ragazza, Elena. Qui, si toccavano i tasti dolenti! Tutti sapevano cos’era successo fra Damon e lei nella Dimensione Oscura,  tutti speravano che la cosa non si ripetesse mai più. Soprattutto ora che Damon era insieme alla strega. Inoltre, si sapeva benissimo che Elena era stata (e forse era tutt'ora) particolarmente attratta da Damon, ma almeno si era sicuri che Damon avesse completamente chiuso quel capitolo della sua vita, cominciandone uno completamente nuovo.
In poche parole, da Elena, Bonnie, non sapeva cosa aspettarsi. Un’esplosione di felicità per la bella notizia? O una scenata rabbiosa e gelosa?
Scosse la testa e cercò di dare un taglio a quei pensieri che la facevano solo star male e uscì dal bagno. Notò subito che Damon si era alzato dal letto e che non era in camera.
“Strano…” pensò. Non era da lui sparire in quel modo, senza neanche degnarla di un saluto. Si sentì indignata e offesa e improvvisamente gli occhi le si offuscarono, mentre un senso di umiliazione e rabbia la avvolgeva.
Cominciò a piangere e con le maniche del pigiama iniziò ad asciugarsi le lacrime velocemente.
—Accidenti, Bonnie, che hai?— le chiese una voce appena entrata nella sua camera. Bonnie sobbalzò dallo spavento e quando vide che la voce apparteneva al suo ragazzo che si era allontanato dalla camera solo per preparale un vassoio colmo di prelibatezze che ora stava sul tavolo della scrivania, sorrise dalla gioia e gli saltò letteralmente addosso, facendo indietreggiare di un passo Damon che non si aspettava un passaggio così repentino dal pianto disperato, alla gioia più totale.
—Uccellino, tutto bene?— le chiese, un po’ incuriosito, mentre Bonnie non si staccava da lui.
—Adesso sì! Sono così contenta che tu sia qui! Grazie per la colazione! Sei il miglior ragazzo di tutti i tempi!— strillò, stringendolo ancora di più.
—Sì, Bonnie, lo penso anche io, ma non a quei decibel! Inoltre, strano ma vero, mi stai strangolando con queste tue braccine! E poi, non è la prima volta che ti porto la colazione! Si può sapere che hai?— le chiese, accigliandosi leggermente e rompendo quell’abbraccio omicida. Le mise le mani sulle spalle e la guardò dritto negli occhi. All’improvviso, vide che gli occhi marroni di Bonnie si fecero lucidi. Si accigliò ancora di più, ripensando alle parole appena dette per cercare qualcosa che l’avesse anche solamente offesa, ma non ci trovò nulla.
—Ma stai piangendo?— chiese lui, un po’ confuso. In quell’istante, le guance di Bonnie divennero rosse e una piccola lacrime le scese.
—E’ solo che sono felice! Tu non sei felice?— chiese con voce tremante, quasi come se avessero appena fatto una litigata feroce e si stessero per lasciare. Damon sbattè più volte le palpebre prima di risponderle.
—Sì, Bonnie, sono felice, ma non capisco perché tu ti stia mettendo a piangere!—
Lei annuì. Poi notò il vassoio e si illuminò.
—Ok. Mangiamo?— esclamò tutta contenta. Damon le lasciò le spalle, seguendola con lo sguardo stupito e leggermente incuriosito.
—Uh! Pancetta!— trillò la rossa, annusando a pieni polmoni l’odore di pancetta. Non lo avesse mai fatto! Un improvviso gorgoglio allo stomaco la fece drizzare e con uno scatto saltò giù dal letto e si precipitò in bagno, sbattendo la porta.
Senza dire una parola, Damon si avvicinò alla porta chiusa, sentendo dei colpi di tosse e in un secondo tutto fu chiaro e le notizie della sera prima gli schiarirono le idee: gli effetti collaterali della gravidanza!
Ecco spiegato i continui cambiamenti d’umore e i conati di vomito improvvisi che attaccavano Bonnie nelle ultime settimane!
Sospirò. Fra nove mesi, altro che vomito e pianti. Ci saranno pannolini, giochini, puzze di ogni entità in giro per la casa.
“Accidenti a me e a lei che non abbiamo nemmeno preso una precauzione!” pensò, mentre una strana morsa gli attanagliava la gola.
—Bonnie, tutto ok? La prossima volta vedrò di portarti fette biscottate e latte inodore!—  scherzò. Non udì nulla per qualche secondo, poi un rantolo faticoso lo raggiunse.
—La prossima volta ti bacio mentre vomito!
 
 
—Sei sicura di volerlo dire tutto tu? Lo sai che amo stare al centro dell’attenzione e soprattutto stupire la gente! Stefan farà una faccia da manuale e la tua amica paurosa probabilmente tirerà un urlo da rompere i vetri! Non vedo l’ora di sentire il tuo bel discorsetto, pettirosso!
Bonnie si morse follemente il labbro inferiore e si chiese come facesse Damon a scherzare su una cosa che a lei dava il tormento da ore!
—Ma come fai ad essere così tranquillo?— gli chiese. Damon la guardò un secondo, per poi tornare ad osservare la strada.
—Semplice! Non me ne frega assolutamente nulla di loro! Possono dire tutto ciò che vogliono ma le cose stanno così. Punto—
La strega annuì lentamente, per poi guardare fuori dal finestrino. Era una mattina d’ottobre abbastanza fredda. Una leggera nebbiolina regnava su Fell’s Church, rendendo la cittadina scura e tetra. Passarono vicino all’Old Wood, che in quel clima sembrava ancora più cupo e misterioso. A Bonnie metteva i brividi quel posto. Dopotutto, le maggiori battaglie erano state combattute proprio lì. In quel luogo, la ragazza aveva spesso pensato di morire, ma fortunatamente, anche quando Damon era ancora innamorato di Elena, il vampiro l’aveva sempre salvata. Forse già allora provava qualcosa di forte per la rossa, ma era troppo interessato a rendere la vita del fratello un inferno per vendicarsi di una cosa accaduta più di cinquecento anni fa, che neanche si era accorto della piccola ragazza.
Pensando a tutto ciò, a Bonnie venne in mente un domanda che, nonostante si conoscessero da due anni più o meno, non aveva mai fatto a Damon.
—Damon, per curiosità, quando sei nato? Intendo, in quale giorno?
Il vampiro si accigliò leggermente.
—Perché ti interessa?
—Beh, tu sai quando sono nata io, ma io non so quando sei nato tu! Avanti, dimmelo!— Lo intimò. Il ragazzo la fissò.
—Ok, tarma, adesso te lo dico! Il 24 gennaio del 1500. Sei contenta?— la prese in giro! Bonnie gli diede un leggero pugno sul braccio destro.
—Sì, sono contenta! Perché non me l’hai mai detto?
—Perché tu non me l’hai mai chiesto!
—Ma io ti ho detto il mio! In teoria, tu avresti dovuto fare lo stesso! Non ti capisco!
—Bonnie, io non capisco la natura di questo discorso! È solo una data, niente di speciale!
—Sì, ma è la tua data di nascita! Quando arriverà questo bambino lo vorrà sapere, festeggeremo i compleanni e…
—Alt! Niente festeggiamenti! C’è un motivo per cui lo sa solo Stefan ed è proprio perché odio le feste di compleanno! Mi fanno sentire sempre più vecchio!— disse Damon. Bonnie lo guardò esterrefatta e quasi scoppiò a ridere!
—Ma se sei un vampiro! In ottima forma direi! Di che ti preoccupi? Non invecchi mai! Io piuttosto dovrei preoccuparmi, visto che quando avrò quarant’anni, tu avrai l’aspetto di un ventiduenne e io sembrerò una pervertita a stare con te, mentre nostro figlio sembrerà tuo fratello! Direi che non hai proprio niente di cui preoccuparti!— scherzò, anche se sotto-sotto, quelle parole le pensava davvero.
—Sì, ammetto che mi sto conservando piuttosto bene! Per quanto riguarda la tua età, non fa niente! Mi piaci così come sei, anche se con un po’ di rughe!— scherzò Damon, con un sorriso ironico sulle labbra. Bonnie assottigliò gli occhi.
—Oh, certo! Quando avrò ottant’anni, mi immagino già i commenti! Mi prenderanno per tua nonna! Accidenti,  Damon, dovremmo trovare una soluzione!— esclamò lei, alludendo ad un pensiero ben preciso.
—Non ti trasformerò, Bonnie— le rispose serio. Bonnie mise subito il broncio.
—Andiamo, Damon! Non voglio sembrare tua nonna e la tris-nonna di mio figlio! E’ triste e un po’ inquietante!— mugulò lei.
—Senti, streghetta, siamo arrivati! Ne riparliamo dopo!— chiuse il discorso, parcheggiando la macchina.
 
 
—Dam, ci ho ripensato: parla tu!— esclamò Bonnie salendo le scale. Dietro di lei, Damon sogghignò.
—Piccola, non stai mica andando a dire di aver ucciso una persona! Quello è compito mio!— scherzò il vampiro. Bonnie sentì lo stomaco rimbalzare sempre di più, mano a mano che la porta della camera di Elena e Stefan si avvicinava.
—Non mi servono le tue battute! Mi serve il tuo sostegno!— lo rimbeccò, sottovoce. Stefan li avrebbe sentiti sennò.
—Ok, ok! Ti darò una mano! Ma ricordati che è tutta colpa tua! Se fosse stato per me, adesso saremmo a casa a fare quello che facciamo di solito!— le sussurrò di rimando. Bonnie si spazientì e gli lanciò una gomitata che beccò il suo petto di marmo!
—Ah! Dannazione, Damon! Forse non ti è ben chiaro il significato di ‘dare un sostegno’!
Battibeccando, nemmeno si accorsero di essere fermi, l’uno davanti all’altra, con di fronte a loro la porta della camera degli amici. Damon le mise dolcemente le mani sulle spalle e con una delle due le alzò il mento in modo da incrociare i suoi occhi color cioccolato.
—Andrai benissimo! Sei fantastica, io sarò sempre accanto a te, per qualsiasi evenienza! Andrà tutto bene, Bonnie! Vedrai! Capiranno e saranno felici tanto quanto noi per questa bellissima notizia!— e detto questo, le lasciò un leggero bacio sulle labbra. Bonnie si sciolse completamente e si addolcì. Quando il bacio terminò, i due tornarono a guardarsi.
—Cavolo, sei davvero un ottimo sostegno!— sussurrò.
—Vero? Mi sento sollevato anche io dalle mie stesse parole!— scherzò. Bonnie gli lanciò un’occhiata divertita. Poi appoggiò molto lentamente la mano sul pomello della porta. Guardò Damon, poi tornò al pomello. Osservò ancora Damon che lentamente, questa volta, annuì.
La porta si aprì.
 
 
—Allora, che succede?— chiese Elena, impaziente, seduta sul divano di fronte a quello di Bonnie e Damon. Otto paia d’occhi si puntarono su Bonnie e Damon. Quest’ultimo era seduto comodamente, dando l’impressione di essere piuttosto rilassato, senza però togliere la mano da quella della sua ragazza. Bonnie, invece, era il contrario. Era ritta sulla schiena, la quale era rigida come il ghiaccio e i nervi erano molto tesi. Deglutì per tentare invano di bagnarsi la bocca.
—Ecco…io e Damon avremmo un importante notizia da darvi…è una notizia sia bella che brutta…c-cioè non è brutta, ma anzi, è molto bella, solo che da alcuni potrebbe essere vista in modo negativo…però è una cosa piacevole e che dà felicità…più o meno…non fraintendetemi, io sono contenta di questo, però è…-
—Bonnie, non capisco cosa stai cercando di dirci!— la interruppe Meredith. Bonnie la guardò agitata, gli occhi lucidi dall’emozione. Gli stessi occhi che lanciarono un’occhiata di aiuto disperato a Damon, che subito prese la parola.
—In parole povere, Bonnie è incinta!— disse. Quelle parole, dette così di getto, fecero fermare il cuore anche di Bonnie che già sapeva la notizia, figurarsi agli altri.
—Che ti avevo detto, uccellino? Le loro facce sono indescrivibili!— sussurrò Damon. Bonnie tentò di fare un sorriso, ma ciò non riuscì alla grande perché sul volto le apparve una cosa che somigliava più ad una smorfia di dolore. Tutti avevano una faccia stupefatta e non ci volle molto prima che qualcuno parlò.
—Allora? Che ne pensate?— esclamò Bonnie con finta allegria. Il primo a parlare fu Stefan.
—Io…cioè…non potrei essere più felice! Diventerò zio! Congratulazioni!— gridò, con un sorriso radioso in volto. Si alzò dal divano contemporaneamente a Bonnie e si abbracciarono.
—Bonnie, tu sei la mia santa!— le sussurrò, per poi andare a stringere la mano a Damon che nel frattempo si era alzato.
“Meno uno…” pensò leggermente sollevata la ragazza. 
—E’ davvero splendida questa notizia, Bonnie, sono così felice per voi!— esclamò all’improvviso Dith, che le corse incontro per abbracciarla, anzi, stritolarla. Bonnie scoppiò a ridere, contenta che Mere l’avesse presa così bene.
—Ehi, puffetta! Complimenti! Basta che il bimbo prenda da te e non da quel moro palestrato e sono contento!— scherzò Matt, scompigliandole i capelli. Bonnie quasi gli saltò in groppa dalla felicità. Era andato tutto bene! Tutti l’avevano presa bene! Ma un secondo…mancava qualcuno…
—Siete sicuri di volerlo tenere?— chiese una voce fredda. Elena, composta e rigida, non si era minimamente mossa. Tutti ghiacciarono. Bonnie vide Damon irrigidire la mascella e affilare lo sguardo. Non gli era piaciuta per niente quella  domanda. Anche Bonnie si sentì offesa e si mise sulla difensiva.
—Certo che vogliamo tenerlo! E ne siamo più che certi! Hai qualche problema, Elena? Qualcosa non va?— le chiese Bonnie, nonostante sapesse già che Elena non avrebbe mai esternato i pensieri che le balzavano nella mente in quel momento. Rimasero qualche secondo a guardarsi negli occhi, le due amiche, quasi come se si stessero sfidando. Poi, Elena si alzò e l’abbracciò. Bonnie, che non se l’aspettava, ricambiò dopo qualche secondo l’abbraccio della bionda.
—In questo caso, direi che avete la mia benedizione!— sorrise. Il clima si riscaldò e si tornò a ridere e scherzare, a parlare dei nomi in base al sesso del bambino, a quando ci sarebbe stata la prima ecografia e chi sarebbe stato il padrino o madrina. Sembrava stesse andando tutto bene, ma si vedeva benissimo che c’erano delle questioni da risolvere all’interno del gruppo. E Bonnie voleva risolverle al più presto!
 
 
 
 
 
Note: Ciao a tuttiiiiiiii!! Ok, ho deciso di continuare questa storia (anche perchè mi piace troppo questo tema ^.^) e spero di riuscire a finirla! Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito, messo fra le preferite/ricordate e seguito questa ff! Spero di non deludervi! Grazie mille!
Spero vi piaccia questo capitolonzo!
Vi mando un super-mega-bacio!!

gaga96
   
 
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