Rose respirò profondamente.
Era stato molto doloroso, per lei, rivivere il disastro nella sua memoria.
Bodine e Lowett erano stupefatti da quello che avevano udito, tanto quanto
Lizzy, che fino a quel giorno era stata inconsapevole del fatto che sua nonna
era stata una passeggera del Titanic.
Bodine fu il primo a parlare,
«non abbiamo trovato niente su Jack. Non esiste nessuna documentazione su di
lui».
L'anziana signora gli rispose,
«certo che no, e come potrebbe esserci? Non ho mai parlato di lui sino ad oggi.
Con nessuno. Neanche con tuo nonno. Il cuore di una donna è un enorme oceano di
segreti. Ma ora sapete che c'era un uomo di nome Jack Dawson e che lui mi ha
salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho nemmeno
una sua foto. Ma la notte dell'affondamento, quando facemmo l'amore in quella
macchina d'epoca, qualcosa accadde dentro di me».
Tutti presenti si fecero
attenti, Bodine e Lowett compresi.
«Si spieghi meglio, Rose».
«Quando approdai a New York,
certo non nel modo in cui avevo immaginato, andai a vivere per conto mio in una
modesta casa, poi conobbi tuo nonno e andai a vivere da lui dopo il nostro
fidanzamento. Comunque, stavo dicendo, cominciai a sentirmi male. Durante i
primi mesi dopo l'affondamento avevo nausea e mal di testa continui, non
sospettavo niente perché non avevo esperienza e decisi di contattare Molly
Brown, che, come vi ho raccontato, era sopravvissuta. Le mandai un telegramma
descrivendole i miei sintomi, credevo mi avesse potuto aiutare. E così fu: mi
rispose poco tempo dopo, consigliandomi di farmi visitare. Credo avesse già
capito tutto. Era come una seconda madre per me, Molly. Così seguii il suo consiglio
e mi feci visitare, il responso che mi diede il medico fu sconcertante per me:
ero incinta. Ovviamente non avevo dubbi su chi fosse il padre».
Lizzy era scioccata, ma aveva
intuito, «zio Jack?».
«Sì, Lizzy, lui. Potete
immaginare perchè lo chiamai così», fece una risatina.
«Rose, adesso suo figlio
dov'è?», domandò interessato Lowett.
«Ha ottantatré anni, vive a New York
nella casa dove vivevo con mio marito, prima che morisse. Non sa chi è il suo
vero padre» , precisò.
Ormai erano tutti interessati
alla storia di Jack e del figlio che ha avuto da Rose, e qualcuno chiese
«Suo figlio somiglia a
Jack?».
«Direi di sì, ecco: vi faccio
vedere una foto di quando aveva trent'anni».
Rose prese il portafogli e lo
aprì, vi si intravidero tre fototessere: due donne e un uomo, i suoi figli.
Tirò fuori la foto di Jack junior, poi ripose il portafogli dove l'aveva preso.
«È lui», disse soltanto.
Si passarono la fototessera
tra loro, incuriositi. L'uomo nella foto era biondo, con i lineamenti del volto
e gli occhi della madre. L'espressione era serena e rilassata, e la bocca,
simile a quella del padre, abbozzava un sorriso.
Rose sorrise ancora.
«Come ho detto prima, non ho
niente di lui, ma mi ha fatto un regalo immenso: nostro figlio non è come una
sua foto, ma è come se lo avessi sempre accanto e non fosse mai morto, perché
continua a vivere in lui e nei miei ricordi. Non mi scorderò mai di quei pochi
giorni trascorsi in quel maledetto transatlantico, non dimenticherò mai il
momento in cui mi resi conto di essere imnamorata di lui e quando progettammo
di scendere insieme a New York. Non ti dimenticherò mai, Jack Dawson».
e ho pensato "e se quella notte Rose fosse rimasta incinta ??" così è nata questa breve storia :) recensite =D sono curiosa di sapere cosa ne pensate, le critiche sono ben accette !!
Beh non so più cosa aggiungere, alla prossima !!
Martina