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Autore: SaraMichaelis_Ciel    20/10/2011    2 recensioni
Una breve Fan Fiction dedicata alla mia cara Ciel D_Rouge *^*
{Joker X OOC}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joker
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo vento autunnale lambiva il mio pallido viso, urtando la mia candida pelle con violenza.
Il buio stava calando nella fredda e grigia Londra, inglobando gli ultimi squarci arancioni di sole che dipingevano quel cielo plumbeo e minaccioso.
Sembrava volesse piovere, a giudicare dalla fitta coltre di nubi che oscuravano completamente il manto notturno.

Percorrendo una via deserta, mi apprestavo a far ritorno a casa, completamente infreddolita ed esausta.
La strada era totalmente vuota, e non si udiva alcun genere di rumore, ad accezione del suono prodotto dalle scarpe, che si infrangeva sul gelido granito del marciapiede.

Le mani, rigorosamente nascoste nelle tasche del cappotto che indossavo, erano completamente gonfie e doloranti; parte del viso era avvolto nella calda sciarpa di lana verde, che ornava il mio collo, impedendomi così di prendere ulteriore freddo.

Il soffio quasi assordante che il vento produceva, sembrava confondermi, arrivando quasi a stordirmi.
L’unico pensiero che mi ronzava in mente in quel preciso istante, era far ritorno a casa, immergermi in una vasca calda, e godermi in assoluto relax dell’ottimo tea verde, che ero solita sorseggiare in giornate tempestose come questa.

Le palpebre, sempre più pesanti, presero a chiudersi lentamente, costringendomi ad accostare in una zona della città, a me del tutto ignota. Mi fermai per qualche istante e, senza rendermene conto, mi lasciai cullare da quella sensazione di stanchezza e di gelo, che pervadeva il mio corpo.

“Signorina, si svegli…o si prenderà un malanno stando qui fuori.”

Una voce mi fece destare da quello stato di trance che mi aveva completamente avvolta.

Un tono dolce e pacato, una melodia rilassante con il potere di cullarti in sogni tranquilli e beati.

Schiusi lentamente gli occhi, realizzando la presenza di due mani poste sulle mie spalle, che mi scuotevano con insolita dolcezza.

Un ragazzo terribilmente affascinante dalla chioma rossiccia fluente, le cui estremità assumevano una tonalità simile ad un biondo chiaro.
Una goccia blu tatuata in corrispondenza dell’occhio sinistro.
Diversi piercing posti su ambedue i lati delle orecchie.
Occhi viola sgargianti -i cui riflessi simili ad una gemma di ametista finemente lucidata- venivano risaltati da del make-up scuro che metteva in evidenza, il taglio degli occhi e l’intensità del suo sguardo.


Sbattei più volte le ciglia, focalizzando quella figura a pochi passi da me. D’istinto, mi alzai in piedi, vacillando appena per via delle gambe intorpidite a causa del freddo.

Un clima festoso ed allegro.
Luci e festoni colorati, disseminati ovunque.
Numerose tende collocate le une a pochi metri di distanza dalle altre.
Un tendone enorme che si ergeva al centro, e un’insegna di benvenuto che riportava le seguenti parole:


-Noah Ark Circus-

Subito dopo aver preso coscienza della mia attuale ubicazione, mi voltai lentamente verso quel misterioso ragazzo, prestando particolare attenzione al suo vestiario.

Indossava dei pantaloni particolarmente larghi.
Una camicia a scacchiera bianca e nera, stivali a punta con tacco leggermente rialzato.
Un fiocco giallo che ornava il suo collo e, per concludere, un mantello nero posto sulle sue spalle.


Un giocoliere per l’esattezza.

Mi allontanai di qualche passo, guardando i dintorni con espressione incuriosita, senza accorgermi che si stava avvicinando con passo fluido e rapido.

Un inchino composto.
La mano destra scheletrica elegantemente posta sul petto.
Un sorriso sghembo, ma allo stesso tempo cordiale, prima di ricomporsi.


“Le do il benvenuto nel ‘Noah Ark Circus’. Mi chiamo Joker e sono il leader di questo circo.” – esordì con tono allegro e gioviale, allargando un sorriso a trentadue denti.

Presi fissarlo attentamente, completamente imbambolata.

Stupore? Oppure si trattava di qualcos’altro?
Le parole mi morirono in gola, ancor prima che avessi modo di proferirle.
Le sinapsi erano totalmente scollegate, e facevo fatica a comporre una frase di senso compiuto.


“Suvvia sorrida, un bel sorriso è il miglior accessorio che una splendida ragazza come voi deve indossare” - fece comparire un bouquet di fiori dinnanzi ai miei occhi, porgendomi un biglietto di ingresso.

Deglutii silenziosamente, cercando di reprimere quel senso di imbarazzo che iniziava ad annebbiare la mia mente; sfilai una mano dalla tasca delle giacca e, con fare tremolante, mi apprestai a prendere dalla sua mano quel biglietto che gentilmente mi stava offrendo.

Un lieve contatto.
Un leggero sfiorarsi di dita con le sue mi fece avvampare, quasi fossi una studentessa liceale alle prese con la sua prima cotta.


Ritrassi velocemente la mano, evitando che si accorgesse del mio improvviso imbarazzo.
Prima che avessi modo di ritrarla, la afferrò lievemente, notando l’attuale condizione in cui versava.

Fredda, tremolante, visibilmente arrossata e gonfia.

Il suo gesto repentino e, del tutto inaspettato, mi fece rabbrividire, portandolo a pensare che quel tremolio improvviso fosse dovuto al freddo che sentivo.

“Ma lei sta tremando… coraggio, mi permetta di accompagnarla nella mia tenda privata. In questo modo avrà occasione di rimettersi in sesto, prima che lo spettacolo serale abbia inizio.”
Tutto quello che feci, in risposta a quella sua proposta, fu annuire con fare titubante, lasciando che il misterioso giocoliere mi conducesse all’interno della sua tenda. 
  
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