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Autore: kutinjiu    21/10/2011    0 recensioni
Un pianeta mosso dalla forza di volontà.
Dei paladini della giustizia che intervengono per garantire la pace.
Un bambino curioso.
Un giovane pieno di speranza.
Un criminale pieno d'odio.
Il tutto avvolto dal telo di un destino comune.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La volontà che rende piccolo o grande l'uomo
L'Universo.
Un'orizzonte scura, punteggiata dai raggi argentei delle stelle serene.
Un pianeta si fa sempre più grande e vicino.
In quel luogo non esistono rigide leggi naturali.
Lì, esiste una forza che può far avverare l'improbabile e l'impossibile.
La vita sul pianeta è nata in modo spontaneo.
Semplicemente le persone sono nate dal nulla facendo valere la propria volontà di esistere.
Infatti in quel mondo distante, coloro che posseggono una forte volontà possono piegare le regole dell'Universo.
Di rado, qualcun altro nasce, come un ritardatario che ha rischiato di perdere il treno.
La morte turba raramente la quiete di questa gente, la cupa mietitrice infatti interviene solo quando qualcuno perde la propria voglia di vivere.
Il poveretto allora si accascia a terra e non si rialza più.
Gli abitanti di quel pianeta sono contenti di non dover sopportare il fardello dell'eternità e nemmeno quello della fine prematura.
In fondo la morte arriva proprio quando è più utile e necessaria.
Comunque, considerando l'importanza che le viene attribuita, chi possiede una volontà forte e salda, è rispettato e forse anche un po' invidiato da tutti.
Infatti le persone che hanno un grande rispetto per la vita, e di conseguenza anche per la giustizia, acquisiscono poteri che permettono loro di garantire la pace nel mondo.
Nessuno ha bisogno di nutrirsi, non esiste il denaro, non c'è mai stata una forma di governo.
Nonostante non esista la povertà, la criminalità è ugualmente presente.
Sono proprio quelle persone con la volontà di difendere la giustizia ad occuparsi dell'ordine pubblico.
Attraverso i loro poteri, acquisiscono le capacità di percepire il male nei dintorni e di percorrere rapidamente grandi distanze.
In questo modo, possono adempiere con estrema efficacia al dovere morale che si sono sobbarcati.
Per la forza e la grandezza che esibiscono, vengono chiamati "Leoni".
I loro occhi rifulgono della purezza che alberga in un cuore onesto e leale.
Chi li ha visti, afferma che emanano un bagliore argenteo.
In ogni caso, escludendo questo particolare, i Leoni hanno un aspetto normale.
Il potere non li ha posti su un piano di superiorità; anche questi sorveglianti infatti sono essere umani con le loro colpe ed i loro difetti.
I criminali che riescono a fuggire dal loro solenne giudizio, si nascondono lontano dai centri abitati e conducono esistenze solitarie in lande desolate.
Così non possono più venire puniti, ma nemmeno possono più nuocere a qualcuno.
Dopo aver attraversato l'atmosfera e le nuvole ed essere scesi fino al suolo, in lontananza, verso il nord, si può vedere una grotta.
All'interno vi è solo un nero muro di oscurità.
Una piccola radura si estende davanti ad essa, una foresta verdeggiante la circonda.
Un uomo esce da quel primitivo rifugio, i movimenti repentini ed il volto corrucciato ne rivelano la stizza del quale è vittima.
Anche questa giornata passerà senza che lui possa sfogare la sua malvagità.
Maledice silenziosamente l'esistenza dei Leoni ed anche la sua stessa vita; l'odio che prova però è troppo bruciante per liberarlo attraverso  la morte dai pesi che porta nell'anima.
Un bambino osserva la scena, spaventato.
Si è nascosto dietro ad una vetusta quercia.
La curiosità lo ha spinto per caso in quel luogo ed ora vorrebbe fuggire.
Tuttavia la paura che il criminale lo senta è troppo intensa e lo pietrifica.
Quell'albero gentile che lo cela alla vista rappresenta la sua ancora di salvezza e lui è determinato a non lasciarlo tanto presto.
Quel contatto gli ricorda la rugosa sicurezza che prova quando suo nonno lo stringe a sè.
In realtà, il piccolino non è lì per caso.
Ha sempre sognato di vivere un'avventura.
A volte, i poteri della volontà agiscono all'insaputa del possessore di quest'ultima e si intrecciano con gli eventi del fato.
Il destino, purtroppo, non sa distinguere il bene dal male e svolge il suo corso seguendo le vie più tortuose.
Comunque, un'altra persona osserva la scena di nascosto.
E' un ragazzo giovane, anche lui in balia di un sadico disegno superiore.
Egli ha deciso che prima o poi diverrà uno dei Leoni; per questo si è allenato fisicamente e spiritualmente, mettendoci tutto l'impegno che aveva nell'anima e nel corpo.
Tuttavia i risultati non si sono fatti vedere.
Non si aspettava di cambiare in breve tempo, però la delusione dopo tanti sforzi ha pur sempre un gusto amaro.
Allora ha pensato di affrontare una situazione di reale pericolo, nella speranza che qualcosa si risvegli in lui ed alimenti il suo sogno.
Sa che è una decisione drastica, ma d'altronde non ha senso vivere senza uno scopo al quale far tendere le proprie azioni.
Alcuni cercano l'amore, altri la fama; lui ha scelto l'onore dell'essere un Leone.
Ora che il pericolo gli è davanti però, il coraggio che ostentava comincia a svanire, rivelandogli il buco dentro se' stesso.
Il criminale spietato si siede; scruta la foresta sperando che gli suggerisca come trascorrere il lungo tempo a sua disposizione.
In effetti, quelle fronde e quei tronchi hanno veramente qualcosa in serbo per lui; tuttavia anche se glielo dicessero, l'uomo non capirebbe il loro antico e frusciante linguaggio.
Le ore, dunque, passano silenziose e cariche di tensione per il duo mimetizzato nella penombra, reciprocamente inconsapevole della presenza dell'altro.
Il primo a muoversi è il bambino; non sopporta il carica d'ansia che ha accumulato nell'interminabile immobilità.
Accenna alla fuga in un primo passo all'indietro.
Il destino però non si lascia scappare la sua occasione per agire, un ramo è proprio dietro al piede del piccolino.
Appena questo completa il suo movimento verso il suolo, il legno secco schiocca sonoramente ed un gemito di paura si libera dalle labbra serrate con forza.
Subito l'uomo ed il giovane puntano lo sguardo in quella direzione.
Il criminale inizia a correre, pregustando il divertimento, mentre l'altro, dopo qualche attimo di indecisione, parte anche lui all'inseguimento sperando di fermare l'imminente tragedia.
Il bambino non esita a scappare a rotta di collo, sfortunatamente non è abbastanza veloce e sa che verrà raggiunto in breve tempo.
Nondimeno, la sua volontà di sopravvivere gli mette le ali ai piedi e così riesce a mantenere le distanze.
Deve stare attento anche agli alberi ed alle sterpaglie che gli sbarrano spesso la via.
Dietro ai due, il ragazzo recupera pian piano terreno.
La stanchezza inizia a logorare quel trio male assortito; il piccolino ha il fiatone ed inciampa su una radice sporgente.
E' riverso a terra, al colmo della disperazione.
Senza più energie, riesce solo a sperare di sopravvivere, prima di chiudere gli occhi, esausto.
All'improvviso, l'ambiente circostante circostante cambia ed i tre si ritrovano sul tetto di un grattecielo.
Sotto, le persone camminano immerse nei loro pensieri che si riflettono nelle cose attorno a loro.
In questa parte della città vive chi aspira ad un mondo serio ed elegante, infatti il quartiere è costellato da hotel luminosi, svettanti grattacieli pieni di uffici e palazzi dall'aria solenne ed austera.
L'insieme degli edifici però è puramente estetico in quanto nessuno di essi è effettivamente sfruttato.
D'altronde essi sono destinati a scomparire presto, non appena a qualcuno venga voglia di cambiare panorama.
In questo modo la realtà sfila sotto gli occhi della gente cambiando continuamente fattezze, conservando nel tempo solo alcuni segni del passaggio di ogni individuo che ha contribuito alla sua attuale conformazione.
Il giovane finalmente raggiunge il bambino a terra e gli si para davanti, con l'intezione di proteggerlo.
Forse riuscirà a guadagnare qualche minuto ed i Leoni giungeranno in loro soccorso.
Nel frattempo, il suo corpo sarà lo scudo degli indifesi.
Il criminale però non sembra intenzionato ad attaccare.
Il panico palpita nel suo cuore: deve scegliere se fuggire e scampare nuovamente alla giustizia dei Leoni che, lo sa per esperienza personale, non tardano mai, oppure eliminare i due e godersi per l'ultima volta lo sgorgare del sangue.
Poi scatta qualcosa in lui e si lancia addosso al ragazzo; quello fa altrettanto, sapendo che sottrarsi allo significherebbe la morte del piccolino, accasciato alle sue spalle.
I due corpi impattano, un bagliore scarlatto tinge il pavimento.
Il ragazzo si rende conto di essere illeso.
Sente qualcosa di freddo nella mano ed esamina la sorgente di quella sensazione.
E' un pugnale.
A volte accade che la volontà, seguendo i suoi folli capricci, faccia comparire oggetti, se è abbastanza forte.
Lui però ha pensato solo a difendere, non ad attaccare.
Intanto il malfattore si accascia con lentezza.
Si intravede sulle sue labbra un mezzo sorriso che vi rimarrà impresso per sempre.
Che sia stato lui stesso a condannarsi attraverso la sua volontà?
Forse aveva finalmente compreso la forma della sua paura; non scappava dai Leoni, ma dal dover ammettere a se' stesso di aver sbagliato a percorrerela via della violenza.
Comunque sia andata, il bambino ora è salvo.
Inoltre il giovane ora ha trovato il suo senso di giustizia.
La volontà dunque ha spietatamente concesso ai tre ciò che cercavano: pace, onore ed emozione.
Un lampo argenteo ed una folata di vento annunciano l'arrivo dei Leoni.
Alla vista della scena, gli occhi dei sorveglianti si tingono di tenebra, segno del loro giudizio negativo.
Il ragazzo impallidisce, solo adesso si rende conto di essere un assassino.
Il futuro che si era costruito, crolla in un istante.
Rimane solo l'oscurità di quegli sguardi, severi ed incorruttibili.
Per evitare di cadere assieme alle macerie della sua vita, l'eroe senza gloria si isola dalla realtà.
Nel tempo di un pensiero, egli si ritrova nella radura dove tutto era iniziato e cerca un nuovo senso alla sua esistenza.
Lontano il bambino si alza con fatica e si accorge di essere da solo, sul tetto del grattacielo.
Cercando di riordinare i ricordi confusi, senza successo in questo, scende in strada e si incammina verso casa.
Dietro di sè, inconsapevolmente, ha lasciato un segno duraturo dell'accaduto.
Su una scrivania del fatidico grattacielo, c'è ora una statuina d'argento che raffigura il giovane che lo ha salvato.
Quel giorno i Leoni per la prima volta avevano deluso la giustizia.
Iniziava finalmente la loro Caduta, ora che il primo segno si era manifestato.












  
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