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Autore: Vergil    23/10/2011    0 recensioni
“Fermati, Linalee! Aspetta! Non andartene!”
Kanda urlò ripetutamente quelle parole con quanto fiato aveva in corpo, ma tutto ciò che gli rimase da fare fu crollare in ginocchio e guardare la donna che amava spiccare il volo e svanire fra le tenebre della pioggia.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lenalee Lee, Yu Kanda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 00: Tears of Noah

Stazione di Londra, 8.00 pm,

4 novembre 1889

 

Di nuovo a Londra. Ancora una volta, Kanda stava tornando a casa. L'esorcista era pazientemente seduto sul suo sedile da parecchie ore, guardando distrattamente il plumbeo paesaggio inglese dal finestrino. Le nubi, la pioggia e la nebbia che facevano da sempre compagnia a quella terra, lo accolsero con un umido abbraccio soffocante, come se volessero inghiottirlo.

Il treno iniziò a rallentare e lanciò un lungo fischio acuto, segnalando alla stazione e ai passeggeri il suo imminente arrivo al capolinea. Kanda tirò un sospiro di sollievo. Era esausto. Era rimasto lontano dall'Ordine per quasi un mese. Da quando era scomparsa Linalee, gli attacchi degli akuma si erano intensificati sino a raggiungere livelli spaventosi per tutta l'Europa.

A Kanda dovevano la vita migliaia di persone. Ma l'esorcista non aveva viaggiato per mezzo continente solo per profondo senso del dovere. Non aveva mai smesso di cercarla nemmeno per un momento. Stava bene, questo lo sapeva. Linalee non era più l'indifesa bambini di dieci anni prima, ma da quella notte, Kanda non aveva più chiuso occhio.

Anche il supervisore non aveva fatto altro che mandare avanti quella disperata ricerca, confidando nella volontà di Dio che la sua amata sorellina tornasse a casa. E confidando soprattutto nell'inarrestabile determinazione di Kanda.

Gli aveva promesso sul suo onore che l'avrebbe riportata indietro, a qualunque costo.

“Dove sei, Linalee? Perché te ne sei andata?” Si chiese Kanda, avvilito. Anche in lui, la forza della speranza stava cominciando a morire. Proprio come il lungo viaggio che l'aveva finalmente riportato in Inghilterra, anche la sua ricerca sembrava terminata.

Non sapeva più dove cercarla. Come un fantasma, Linalee sembrava scomparsa.

“Londra. Stazione centrale di Londra.”

Il treno si fermò all'interno dell'immensa stazione ferroviaria, uno dei luoghi più affollati del mondo. Pazientemente, Kanda strinse Mugen alla cintura e impugnò la sua valigia, facendo per scendere. Allungò poi una mano all'orologio da taschino pendente dal suo impermeabile da esorcista. Era quasi ora di cena. Eppure non aveva il minimo appetito.

Una volta giunto con i piedi sul suolo londinese, si incamminò verso l'uscita, mescolandosi fra i passanti. Il suo sguardo era basso e spento. Il vuoto nel suo cuore lo stava uccidendo. Un cancro che lentamente faceva a pezzi l'onore e l'orgoglio che lo avevano reso un esorcista temibile per amici e nemici. Era ignaro, che proprio a pochi passi da lui, si sarebbe scatenato l'inferno che il suo bisogno di sangue e battaglia cercava. Avrebbe avuto bisogno di tutto il suo coraggio per continuare a vivere, questa volta.

Aveva appena alzato lo sguardo, che subito lo vide, indistinguibile in quella folla caotica e confusa. Un elegantissimo abito scuro su di una candida camicia aristocratica. Una lunga tuba su di una folta chioma mossa e corvina, e un bastone da passeggio dal pomello dorato. E quel sorriso, viscido e velenoso come la follia omicida che Kanda vide riflessa nei suoi occhi.

“Tu...” Gemette l'esorcista fra i denti, colto alla sprovvista.

Il noah Tiky Mikk alzò il cappello e gli rivolse un cordiale sorriso di saluto.

“E' da un pezzo che non ci si vede, fanciullo di Edo.”

Kanda sgranò gli occhi. Gettò a terra la valigia e sfoderò Mugen così rapidamente che nessuno quasi si accorse della micidiale lama che aveva attraversato l'aria.

“Innocence.. attivati!” Ringhiò l'esorcista, mentre la spada si illuminava e sprigionava il suo potere. Ma era già troppo tardi. Tiky aveva già colpito. Alzò una mano, e una macabra farvalla dalle ali purpuree comparve sul suo polso. Mentre l'insetto sbatteva le ali, il noah la strinse nel suo pugno, e nel soffitto della stazione divampò un'improvvisa esplosione.

Tiky Mikk scomparve come un corvo nella notte, mentre dal soffitto comparve un feroce sciame di akuma. Nella stazione si diffuse immediatamente il panico.

“Maledizione!” Kanda spiccò un balzo e si ritrovò a mezz'aria, circondato dai mostri intenzionati a divorarlo. Ma l'esorcista non aveva intenzione di perdere tempo giocando con loro. Rapidamente, iniziò a sferrare a vuoto una miriade di fendenti, sprigionando ad ogni colpo una striscia di luce celestiale. La luce investiva gli akuma non appena questi si avvicinavano a lui per colpirlo, e li disintegrava in polvere, non lasciando di loro altro che l'anima purificata, che lentamente svaniva in cielo.

“Dove sei, Tiky?! Fatti vedere!” Gridò Kanda, tornato a terra. Una macabra risata riecheggiò dall'imponente orologio in fondo alla stazione. Il noah era lì, appeso a testa in giù da una delle lancette.

“Sei proprio bravo come sempre, piccolo Yu. I miei complimenti più sinceri.”

“E tu sei davvero bravo a fuggire e nasconderti, razza di codardo. Perché non vieni quaggiù ad affrontarmi? Voi noah mi disgustate più di questi insetti rivoltanti a cui sono costretto a dare la caccia.”

“E voi esorcisti siete veramente patetici e privi di alcun senso del gusto. Ti sembra il caso di mettersi a combattere in un luogo affollato come questo? Qualcuno potrebbe farsi male.”

Il noah schioccò ancora le dita, fece roteare il bastone da passeggio e uno sciame di farfalle spuntò dal suo cappello, accanendosi sui pochi cittadini rimasti ancora nella stazione.

“Bastardo!” Kanda gli corse incontro e posò un dito sulla punta di Mugen. Doveva fermarli prima che si verificasse una strage.

“Mugen, prima illusione: Insetti infernali!” La luce di Mugen prese forma concreta e si trasformò in uno stormo di grilli dagli occhi rossi e lunghe ali sottili, che sfrecciarono verso le farfalle di Tiky e le fermarono una ad una.

Ma quando l'esorcista fu pronto per affrontare faccia a faccia il suo avversario, questi era già fuggito. Kanda si guardò intorno e cercò di riflettere più velocemente che poté. Non poteva essere scappato lontano. Anzi, lo stava certamente aspettando in un luogo in cui potessero combattere senza intralci. Le farfalle sopravvissute stavano tornando fra le braccia del loro padrone, e sembravano dirigersi verso la torre dell'orologio.

Kanda sorrise. Non avrebbe desiderato un campo di battaglia più adatto. Cominciò a correre all'impazzata, sorpassando ad uno ad uno passanti e carrozze. Giunto ai piedi della torre, vide le farfalle volteggiare attorno alle imponenti lancette.

Impiegò una rapida manciata di minuti per raggiungere la cima, in cui il noah lo stava aspettando. La sua pelle iniziò a diventare scura e grigiastra, sino a confondersi con il cupo vestito che indossava. Gettò di sotto il cappello e il bastone, e poi si voltò verso l'esorcista, pronto ad affrontarlo.

“E' inutile che ti affanni tanto per cercare la tua amichetta, piccolo Yu. Non la troverai. Il conte si prenderà cura di lei e della sua innocence, quindi non c'è bisogno che continui ad inseguirla. Anche perchè le tue indagini, detective, finiscono questa sera con me.”

“Il mio nome è Kanda. E se mi hai fatto venire fin qui per farmi ascoltare le tue sciocchezze, puoi risparmiare il fiato per gridare, una volta che ti avrò strappato il cuore dal petto, noah.”

“Quanto sei volgare. Non ti hanno insegnato le buone maniere, all'ordine, piccolo Yu? Naturalmente no, fanciullo di Edo... tu sei diverso da loro, non hai tempo da perdere ascoltando le effeminate regole del galateo londinese, vero?”

“Adesso mi hai proprio stancato, Tiky. Ti ucciderò, e ritroverò Linalee, ovunque si trovi.”

Un tuono riecheggiò in lontananza e la grande Londra fu illuminata a giorno da un fulmine. Poi la pioggia ricominciò a precipitare, più disperata e torrenziale di prima.

Kanda concentrò le sue energie e fu avvolto da una splendida aura celestiale. Dalla lama di Mugen, il potere dell'innocence divampava con ferocia inaudita, mentre il braccio destro di Tiky fu circondato da una luce purpurea e minacciosa.

“Cominciamo a ballare, piccolo Yu?” Sussurrò con tono caldo e impaziente quanto i suoi occhi. Se quelle pupille avessero avuto delle fauci, lo avrebbero divorato in un solo boccone.

“Ho detto... che il mio nome è Kanda!” Urlò, lanciandosi contro il nemico.

Fu uno scontro violento e spietato, come mai prima d'ora. La spada di Kanda e i poteri di Tiky si incrociarono e abbatterono feroci l'uno contro l'altro. La bellissima Mugen sfrecciava nell'aria con ripetuti fendenti tanto eleganti quanti precisi e vigorosi, ma il noah riusciva a resistere e ribattere a qualunque colpo, utilizzando il suo braccio come una spada e mettendo Kanda sempre più in difficoltà.

“Sei forte, piccolo Yu. Credo di non aver affatto bisogno di trattenermi, con te...” Disse Tiky, mentre anche il braccio sinistro iniziava a sprigionare quella luce e diveniva una sorta di seconda spada.

Kanda non si fece intimidire. Chiuse gli occhi e attese un istante, mentre Mugen si divideva in due parti e andava a creare due affilatissime lame.

“Mugen, seconda illusione: doppia lama!”

Una lenta e inesorabile distruzione reciproca. Kanda e Tiky erano intenzionati ad annientarsi a vicenda. La battaglia raggiunse l'apice, e divenne così violenta che la stessa torre iniziò a tremare, sconvolta dal loro immenso potere. I due avversari sembravano possedere le stesse abilità, si eguagliavano e non riuscivano a superarsi per prevalere sull'altro.

Con estrema rapidità, Kanda riuscì finalmente a scoprire le difese del noah e squarciargli i petto con un doppio fendente, ma il rivale non gli diede scampo. Seppur ferito, lo colpì al braccio sinistro e lo scaraventò a terra, sino al ciglio della torre. L'esorcista ebbe appena il tempo di aggrapparsi disperatamente prima di precipitare, ma non appena ebbe alzato la testa, vide Tiky inginocchiarsi accanto a lui, pronto a finirlo.

“Ti vedo piuttosto in difficoltà, o sbaglio, esorcista?”

Allungò una mano e gli serrò la gola, sollevandolo bruscamente da terra sino a portarlo davanti al suo viso. Kanda si divincolò e cercò di liberarsi, ma la mano di Tiky Mykk era irremovibile.

“Hai paura di morire, vero? Sai che adesso la tua vita è nelle mie mani, e che sarò io a decidere della tua sorte. Stai pensando di riuscire a sfuggirmi, ma che le tue ferite non ti permetteranno di sopravvivere a questa notte, vero? Voi umani siete così patetici...”

“Morire? Io non morirò mai. Io non posso morire. L'hai detto tu stesso, Tiky. Io sono diverso da tutti quegli altri. Sono nato e cresciuto solo per combattere e continuare a vivere fino all'ultimo scontro della mia vita. E non sarà certo per mano tua che arriverò a quel momento.”

“Oh, su questo non ho dubbi, piccolo Yu. Non ho di certo intenzione di rovinarmi il divertimento e ucciderti così miseramente. Stai tranquillo, la tua ora deve ancora arrivare.”

Tiky lo guardò da vicino e gli sorrise con la stessa dolcezza di una belva in procinto di sbranarlo. Kanda non batté ciglio. In silenzio, rimase a guardarlo, in attesa del momento giusto per colpirlo. Il noah lo scaraventò contro la parete e lo fece accasciare a terra, quanto bastava perché potesse vederlo manifestare tutto il suo potere.

“Molto bene, esorcista... sei pronto al nostro ultimo ballo, per questa sera?” Il corpo intero di Tiky si illuminò di porpora e alle sue spalle comparve l'ombra di una macabra farfalla. Dalle labbra spuntarono lunghe fauci e i suoi occhi divennero completamente bianchi. Quel poco di umanità che aveva scomparve inghiottita dalla sua stessa follia.

“Mugen, terza illusione... stai attento, Tiky Mykk.. se continui a provocarmi in questo modo, potrei distruggerti davvero.” Le spade di Kanda tornarono a formare un'unica lama, la cui punta sprigionava fulmini e folgori sempre più grandi e imponenti, sino a sovrastare persino il potere del noah. Anche i suoi occhi cambiarono. Le sue pupille si triplicarono sino a formare una sorta di triangolo, mentre le guance furono attraversate da lunghe strisce nere e sottili.

“Sì, Yu, così mi piaci. Andiamo, fammi vedere cosa sai fare. Sfoga tutto il tuo potere, colpiscimi, trapassami e feriscimi con tutta la tua violenza. Voglio sentire sulla mia pelle il tuo desiderio di uccidermi, lo stesso desiderio di morte che leggo nei tuoi occhi. Avanti, vieni avanti e distruggimi. Ti dimostrerò quanto il mio desiderio di vederti a pezzi sia più grande e immenso del tuo.”

Tiky gli tese una mano e gli fece segno di attaccarlo. Kanda piegò subito le ginocchia e portò la spada sopra la testa, inclinando la punta in direzione della gola del noah.

Era tutto pronto per l'ultimo spettacolo. Un ultimo scontro, e uno dei due sarebbe caduto per sempre. Ma proprio quando bene e male stavano per fronteggiarsi ancora, una voce che Kanda non sentiva da giorni riecheggiò alle sue spalle. Era stata lontana da lui per così tanto tempo, che sentirla sfiorargli il collo così da vicino fu per Kanda come svegliarsi da un incubo e riabbracciare il sogno perduto che aveva inseguito.

“Basta così, Tiky Mykk. Non ti permetterò di fargli del male.”

Linalee planò con dolcezza accanto al compagno e posò i piedi a terra, dai cui stivali spuntavano due lunghe e sottili ali di luce. Le mani di Kanda allentarono la presa e tutti i suoi muscoli si sciolsero, lasciando spazio alla nostalgia del suo cuore.

“Linalee... sei davvero tu?” I suoi occhi non erano mai stati così sgranati e increduli. Luccicavano e tremavano, in procinto di piangere, tanto era incredulo di quello che vedeva.

“Tu... sei la mocciosa a cui abbiamo dato la caccia per tutti questi anni. Sei stupida, forse? Venire qui davanti al tuo carnefice. Credi forse di potermi fermare?”

Tiky Mykk rideva sicuro di sé, ma Linalee non ebbe alcuna paura. Posò una mano sul braccio di Kanda e lo guardò dolcemente.

“E' tutto a posto, Yu. Sono qui, adesso. E non me ne vado più. Ti prometto che finirà in un istante. Non hai più bisogno di combattere, sarò io ad occuparmi di questo mostro.”

Kanda non ebbe nemmeno il tempo di fermarla da quella follia. Linalee aveva già spiccato un salto e colpito al viso il noah con un calcio così potente che lo scaraventò dentro la torre dell'orologio, frantumando un'intera parete.

“Innocence... attivati!” Linalee non aveva ancora finito. Ancora a mezz'aria, si schiantò a terra con un altro calcio, che andò a colpire la base della piccola torre sulla cima. Il noah sarebbe rimasto sepolto per un po'. Quanto bastava ai due esorcisti di fuggire in salvo.

“Presto, Yu! Reggiti forte!”

Kanda non obiettò. Ripose Mugen alla guaina e cinse le spalle di Linalee, che spiccò il volo e svanì all'orizzonte, prima che la furia di Tiky Mykk esplodesse e li divorasse come inermi insetti.

Ancor prima di rendersene conto, Kanda si ritrovò ai piedi della grande fortezza dell'ordine oscuro. Nel silenzio e nella pace più totali, sentì la pioggia diradarsi e svanire, solo un tenue bagliore di luna che illuminava il viso angelico di Linalee, in piedi di fronte a lui.

Continuava a sorriderle, felice e gioiosa come non mai. Eppure non osò avvicinarsi al compagno, il quale, intimidito, non ebbe il coraggio di farsi avanti ed incrociò le braccia, imbronciato.

“Mi spieghi che cosa ti è saltato in mente?! Sei sparita per giorni... sei forse impazzita?! Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Ti abbiamo cercato dappertutto.”

“Mi dispiace, Yu. Io avevo paura di innamorarmi... e di far innamorare qualcuno di me. Io non volevo che tu soffrissi, per questo me ne sono andata, nella speranza che tu ti dimenticassi di me e non mi inseguissi più. Ma.. ho solo complicato le cose e fatto soffrire di più. E' tutta colpa mia... mi dispiace.”

Piangeva. Sorrideva felice e teneva le mani congiunte al petto, ma piangeva. Kanda si sentì triste all'improvviso, in colpa per aver mostrato come al solito il lato peggiore del suo orgoglioso carattere.

“Potrai mai perdonarmi, Yu? Io sono così felice di rivederti. Sono fuggita da quel noah per tutto questo tempo... e in ogni momento in cui mi stavo per arrendere, pensavo a te e la speranza di vivere tornava dentro di me. E' solo grazie a te che adesso sono qui.”

Kanda non la fece più parlare. Le venne incontro e la abbraccio, cingendole spalle e braccia e baciandola ripetutamente sulla fronte.

“Ho avuto paura di perderti, Linalee. Non avrei mai smesso di inseguirti. Innamorato o no, sei tutto ciò che è importante per me. E continuerei ad inseguirti se dovessi scappare altre cento volte. Ma ti prego... non andartene più. Non voglio più avere paura.”

Anche lui piangeva, e le lacrime caddero lentamente sulle guance della ragazza, sottili come la sua voce. Linalee gli cinse la vita e affondò le dita sulle possenti spalle del ragazzo, aggrappandosi a lui. Poi incrociò gli occhi con i suoi e lo baciò sulle labbra, con tutta la sincerità e fedeltà che poteva dimostrargli con quel gesto. Si lasciò andare e si fece rapire dall'audacia dell'altro, che la assaporò lentamente sino in fondo.

“Ti amo, Yu.”

“Anche io... Linalee.”

Poi la notte li nascose allo sguardo delle stelle, imprimendo per sempre nel cielo il loro amore. 

  
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