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Autore: Marghe    15/03/2004    7 recensioni
[ "Credetti veramente in quello che mi disse. Credetti davvero che Dio mi avesse punita. E allora io… io abbandonai Dio. E vendetti la mia anima..." ]
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Overture

 

 

Overture.

 

 

 

Sonia non riusciva a vedere niente di quello che succedeva sul ponte. Il lontano crepito delle fiamme, lo stridere dell’acciaio, le grida di uomini che probabilmente venivano abbattuti dai proiettili o trafitti dalle spade. La Comet era una nave giovane. E come quasi tutte le navi giovani, resisteva difficilmente agli attacchi dell’equipaggio esperto di una splendida nave come la Coleridge.

 

Da qualche parte esplosero gli schianti rimbombanti delle bordate della Coleridge. La Comet tremò pericolosamente e s’inclinò. Sonia venne spinta dalla parte opposta della stiva, trascinata via sotto il peso di uno scatolone.

 

Si rialzò immediatamente, cercando nel buio il violento tossire del padre. La sua voce rauca la chiamò dall’ombra. Sonia trovò la mano ruvida e callosa dell’uomo e tremò dal terrore quando la voce di suo padre la chiamò di nuovo. Non era il freddo dell’acqua che penetrava lentamente da una piccola falla, né il sangue che colava dalle fenditure delle assi non perfettamente congiunte della sua nave. Ma era lo scrocchio delle ossa già vecchie del suo giovane padre, la vacuità liquida dei suoi occhi, l’inespressività dello sguardo di un morente. Sarebbe sopravvissuto a quell’arrembaggio?

 

- Sonia… Sonia… -

 

L’uomo continuava a chiamare. Morbosamente, quasi. Il volto di bambina di Sonia si rigò di lacrime silenziose. Era per evitare d’essere scoperta, per quanto inutile e vano fosse lo sforzo? Era forse per risparmiare a suo padre un’altra tortura?… non avrebbe mai voluto che sua figlia, la sua piccola Sonia, piangesse, non quando aveva davanti una vita probabilmente affatto migliore.

 

La Comet s’inclinò di nuovo, la falla s’ingigantì e di sopra le urla aumentavano e il sangue colava in gocce sottili come quelle di una pioggia estiva. Sonia sentì che suo padre rotolava via, tossendo sempre più impercettibilmente, e seppe che a quella notte non sarebbe sopravvissuto.

 

- Papà! - chiamò. Ma la sua voce lei stessa non la sentì quasi. E probabilmente il padre era già parzialmente nel mondo dei morti, non abbastanza lucido per poter sentire la sua presenza.

 

Sonia trovò di nuovo le mani del padre e le strinse nelle sue, piccole e vellutate; quell’atto istintivo poteva forse trattenerlo dal seguire la via della morte? Il padre si accasciò sulle ginocchia di Sonia, continuando a ripetere il suo nome e quello di sua madre. Almeno Sonia suppose che lo fosse.

 

- Non andartene via… - mormorò l’uomo.

 

- No… - fu solo capace di rispondere Sonia. Non sapeva che cosa dire. Non c’era niente da dire. Poteva soltanto invocare Dio, se ce n’era uno: ma in quell’inferno le cui ceneri della Comet sarebbero state sicuramente spazzate via dalla furia della Coleridge, la mano di un Dio misericordioso era ben lungi dall’intervenire. - Neanche tu, papà. -

 

Ormai il padre non poteva più sentirla. L’amarezza quotidiana di Sonia si era trasformata da tempo in autentica angoscia. E il momento della separazione dall’unico suo affetto nella vita sembrava giunto in quel giorno di vento.

 

Sonia rabbrividì: urla trionfanti. Non appartenevano al Capitano dal quale Sonia era solita prendere ordini, tuttavia. La bimba strinse addosso a sé il padre ormai in delirio, come se con quella stretta potesse scomparire e riapparire altrove, lontano da lì, da quei pirati.

 

Ci fu un momento in cui le parve che tutti i suoni fossero stati risucchiati in un attimo eterno di immobilità: soltanto il sordo suono ritmico del suo cuore che batteva all’impazzata rimbombava nella sua testa come l’eco di un ciclone. Perfino il corpo di suo padre ora rassomigliava più che altro ad un saccone pieno di sabbia.

 

- Tutti morti, - sentenziò un uomo, da lontano, una voce stridula, acuta e ancora assetata di sangue.

 

- Potrebbe esserne rimasto qualcuno nella stiva, - suggerì un secondo pirata.

 

- Bruciamola, allora! - latrò il primo pirata, e la sua esortazione fu seguita da una serie di alte grida trionfanti. - E vedrete che non resterà nessuno! -

 

- No, - intervenne un uomo dal tono di voce completamente diverso da quello degli altri. Pareva più giovane, o forse soltanto più calmo, più rilassato. - Apriamo la stiva. Possono esservi rimasti solo dei codardi che meritano di essere trafitti da una spada nel cranio. Capitano? -

 

Ci furono dei passi. Sopra, sul ponte insanguinato e ingombro di cadaveri umani squartati crudelmente, com’era nello stile dei pirati della Coleridge, il Capitano annuì. Un sorriso soddisfatto gli aveva stirato le labbra attraversate da una disgustosa, lunga cicatrice.

 

Sonia cessò perfino di piangere. Si avvicinavano alla botola. Vedeva le loro ombre riflettersi nella luce che filtrava dalla grata. Adesso nei suoi occhi c’era solo il terrore più puro, che aveva diradato perfino la nebbia della disperazione. Si guardò rapidamente intorno: non c’erano vie di fuga. La falla imbarcava lentamente acqua, ed era impossibile passarvi attraverso in quei pochi secondi. L’unica uscita in quel momento l’avevano spalancata i pirati della Coleridge.

 

Una vampata di luce inondò la stiva, era la luce del tramonto dei Caraibi. Il sole che all’orizzonte si tuffava nelle profondità marine dipinse un rettangolo arancione sulla stiva, illuminando agli occhi del pirata la bambina dagli abiti miseri e su suo padre, dall’aspetto ancora più dimesso.

 

- Due prigionieri, Gabrièl - constatò il pirata, facendo cenno ai suoi compari di venire a dare un’occhiata, - nient’altro che due miserabili. -

 

- Hanno più l’aspetto di due mozzi, - lo contraddisse il giovane pirata dalla voce calma, al quale il primo filibustiere era rivolto, - Che sono qui da molto tempo, probabilmente. -

 

Una rozza manata strappò il padre di Sonia dalle braccia della bimba. Fortunatamente per lui non era in grado di comprendere, di percepire niente, come fosse stato in coma.

 

- E tra l’altro questo è anche un imbecille, - ghignò un pirata gobbo e deformato come un vecchio.

 

- Lasciatelo, vi prego! Lasciatelo andare! - implorò Sonia, gli occhi grigio scuri affogati di lacrime.

 

- Nessun tesoro… nessuna preda interessante, - commentò acidamente il pirata che poco prima aveva identificato, a ragione, Sonia e suo padre come due mozzi. - Erano completamente dei falliti. -

 

- Lasciatelo! Vi ho detto di lasciarlo! - gridò Sonia con tono più risoluto, per quanto le fosse possibile, e i pirati si volsero con aria divertita e un po’ disgustata verso di lei. A Sonia non interessava. Fissò l’uomo simile a un cadavere che uno di quei pirati reggeva sospeso in aria, l’uomo malato, con la bava alla bocca e l’espressione serena, ormai quasi morto. Quello era suo padre! E loro dovevano lasciarlo andare!

 

Un violento schiaffo calò sulla pelle liscia del viso di Sonia.

 

- Quello rassomigliava grottescamente a un ordine, signorina Mozzo. -

 

Sonia alzò la testa, terrorizzata. Su di lei troneggiava l’imponente figura di un uomo alto e robusto vestito molto meglio del resto della sua ciurma, a parte forse del pirata dall’aria tranquilla. La sua scimitarra era lustra di sangue e la sua pistola fumava ancora dopo la carneficina.

 

La ciurma rise.

 

- Vi prego… - singhiozzò Sonia, chinandosi a terra più che poté, - Lasciatelo… -

 

Il Capitano fece cenno al pirata che sorreggeva il padre della bambina, e questi si avvicinò, strattonando con aria beffarda il corpo inerte dell’uomo malato. Il Capitano si esibì in un’acerba imitazione delle suppliche di Sonia, e la ciurma rise ancora di più. Dopodiché si chinò verso la bambina, costringendola ad alzare la testa.

 

- Non è il caso di piangere, - disse il Capitano con un falso tono rassicurante che non servì a lenire la disperazione di Sonia. - Che cosa puoi fare per lui, ormai? -

 

- Io… non lo… non lo so… Vi prego… Non fategli del male… -

 

- Soffrirà giusto un po’, vedrai… -

 

- No! No, vi scongiuro… farò qualsiasi cosa! Vi prego! -

 

- Oh, dubito che tu abbia qualcosa di interessante con il quale poter contrattare con noi, non pensi anche tu? -

 

Ad un altro cenno del Capitano della Coleridge, due pirati trotterellarono con occhi malvagi verso Sonia. Uno di loro la tenne ferma al suo posto, stringendole i polsi e schiacciandola quasi a terra, l’altro la costrinse a tenere la testa ben sollevata, in modo che potesse assistere alla sorte che suo padre stava andando ad incontrare.

 

Sonia non poteva tenere gli occhi aperti, non dopo aver incontrato lo sguardo candido di suo padre, quello sguardo ignaro, o forse del tutto consapevole che quella era l’ultima occhiata che poteva dare a sua figlia.

 

- Per prima cosa… la lingua. - disse lentamente il Capitano.

 

- No! Non fatelo! - gridò Sonia, un grido da sputare le viscere, un grido completamente fiori di sé, che fece vibrare violentemente l’aria ed alimentò la malvagità dei pirati che avevano ormai colmato la stiva. Alla luce del tramonto dei Caraibi, a Jhonathan Livingstone fu tagliata la lingua.

 

I pirati sollevarono anche una volta la testa di Sonia su quel collo moscio, incapace di tenersi dritto.

 

Sul pavimento gocciolava sangue rosso, caldo, vivo.

 

- Le mani. - proseguì il Capitano.

 

- Per favore! Per favore!! Vi supplico, vi scongiuro! Lasciatelo stare! -

 

Ma le suppliche e gli scongiuri furono vani. Le mani di Jhonathan si sganciarono lentamente dai polsi a causa della ruggine che avvolgeva il rudimentale coltello del torturatore. Sonia vide una mano deforme ed indistinguibile di suo padre rotolarle in grembo. - No! No! Adesso basta, in nome di Dio!! Che muoia, piuttosto! - arrivò a gridare Sonia. Non ce la faceva, non resisteva. Stava per vomitare, stava per svenire. Non poteva sopportarlo.

 

- Lo ha detto lei, - sorrise il Capitano con un sorriso innocente. La ciurma rise a squarciagola. Il torturatore imbrattato di sangue rideva più di tutti, ma sembrava contemporaneamente anche un po’ deluso. - Avvicinalo. -

 

Sonia si trovò ad un millimetro dal corpo amputato di suo padre.

 

- Lei lo ha condannato! - rise il Capitano della Coleridge, - Che venga tranciato in due e che entrambe le sue metà le caschino addosso! Che il sangue di suo padre la imbratti del tutto! Non uscirete di qui sino a quando il corpo di questa figlia degenere non sarà completamente rosso! -

 

- No… no… - Sonia non riusciva più a gridare. Aveva finito le lacrime, aveva finito la voglia di vivere, la voglia di combattere invano.

 

- Sì, sì, - contraddisse il Capitano, - Pare proprio di sì. -

 

 

 

 

  
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