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Autore: Chloe88    30/06/2006    8 recensioni
AU inizio quarta serie: Luke e Nicole non si sposano in crociera, ma programmano le nozze per il successivo San Valentino… e chi potrebbe essere la persona adatta ad organizzare il loro matrimonio? Lorelai, naturalmente! Ma siamo sicuri che tutto andrà come previsto? Lo scoprirete tra poco! Vagamente ispirato al film “The Wedding Planner”.
Lorelai/Luke. Vi prego leggete e recensite!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lorelai Gilmore, Luke Danes
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.: un’altra fanfiction su un matrimonio? In effetti ho avuto l’ispirazione per questa proprio scrivendo l’ultima parte di “Run Away, Little Girl”! Saranno circa dieci capitoli; forse qualcuno di voi ricorderà un accenno che avevo fatto ad una nuova storia che avrei voluto scrivere, sempre su Lorelai/Luke ma in quattordici parti: era un’altra fanfiction di cui, avendo deciso di modificare la trama, ho rinviato la scrittura…
Riassunto: AU inizio quarta serie: Luke e Nicole non si sposano in crociera, ma programmano le nozze per il successivo San Valentino… e chi potrebbe essere la persona adatta ad organizzare il loro matrimonio? Lorelay, naturalmente! Ma siamo sicuri che tutto andrà come previsto? Lo scoprirete solo leggendo! Vagamente ispirato al film “The Wedding Planner”.
Disclaimer: come sempre… tutto di Amy Sherman-Palladino.

Capitolo 1- Le belle notizie viaggiano velocemente

“Guardalo. È ancora più bello di come lo ricordassi”. Io e Rory – le indomite viaggiatrici, le donne di mondo, le avventuriere ufficiali di Stars Hollow – siamo inchiodate al centro della piazza. Folgorate dalla visione meravigliosa che abbiamo di fronte a noi.
“Non avrei mai creduto che potesse mancarmi tanto. Voglio dire, ne abbiamo visti tantissimi in Europa, ma nessuno era così”. È bello sapere che i miei geni non sono andati completamente sprecati: non si può certo dire che la ragazza non abbia buon gusto, in questo genere di cose.
“Perché lui è unico, inimitabile. E con quel suo fascino rude che nella sua semplicità lo rende così sexy, e…”. Lei mi interrompe, guardandomi in modo strano.
“Sexy? Ti ricordo che stiamo sempre parlando di un locale”. Ritiro tutto quello che ho precedentemente detto sulla genetica: come può mia figlia compiere un tale sacrilegio? Sto seriamente pensando di diseredarla. Certo, se poi in tutta la questione fosse davvero coinvolta anche un’eredità sarebbe meglio… ma non si può pretendere troppo dalla vita.
“Come un locale? Questo è illocale, quello di Luke! E dovremmo avvicinarci: sai, ho giurato a me stessa che, una volta entrata, avrei baciato il suo sacro suolo”. Attraversiamo il vialetto ma, appena scendo dal marciapiede, Rory mi ferma. Ah, giusto. Macchina cattiva che voleva fare frittella di Lorelai. Ma che ci posso fare? È il magnetismo (animale) del caffè. E di Luke. No, scherzo.
“E quando avresti partorito questa geniale idea?”. Finalmente posso correre, libera e felice, dall’altra parte della strada – con la mia progenie al seguito.
“A Londra. Una volta raggiunto il traguardo del due miliardesimo tè ho cominciato a vedere tazzine di porcellana a fiorellini fluttuarmi davanti agli occhi. Siamo sicuri che la teina non dia allucinazioni? Molto meglio la caffeina”. E, finalmente, apro la porta della tavola calda: faccio per chinarmi a baciare il pavimento… ma mi blocco. “Okay, credo che dovrò riconsiderare il mio piano: non sono molto atletica, con addosso questo zaino”. Con due identici tonfi non esattamente aggraziati, sia io che Rory abbandoniamo accanto all’ingresso i nostri personali strumenti di tortura (tenendo però con noi il sacchetto contenete uno degli oggetti più straordinari dell’ultimo secolo), per poi accasciarci sui primi sgabelli disponibili davanti al bancone.
“Anche perché, se dovessi cadere a faccia in giù e appiattirti il naso, non avresti i soldi per pagarti una plastica. Quindi hai due ipotesi: o eviti di buttarti a terra, o lo fai e poi ti tieni la faccia da bulldog”. Devo ammetterlo: la mia bambina sta diventando una donna molto pratica. Ma non faccio in tempo ad esprimere tutto il mio orgoglio, perché dalla cucina esce lui. L’uomo. Il mito.
“Luke!” strilliamo in coro io e Rory… per poi strappargli il vassoio di biscotti che tiene in mano.
“Prego, fate pure con comodo. Volete anche un po’ di caffè, insieme ai biscotti che sarebbero bastati per una decina di persone?”. In tutta risposta – ed per niente disturbata dal suo tono lievemente ironico – metto proprio davanti al suo naso una tazza vuota, lanciandogli un sorriso a trentadue denti.
“Dunque, dato che sei stato un bravo bimbo ti meriti un premio” dico, dopo aver bevuto due abbondanti sorsi. Prima che lui possa ribattere, mia figlia apre il sacchetto e mette in testa a Luke il souvenir che abbiamo comprato per lui a Disneyland Paris.
“Hai quindi l’onore di indossare l’unico e originale cappello da Topolino, un accessorio che ti darà un incredibile successo con le donne. Non sprizza virilità da tutti i pori?” chiede, voltandosi verso di me.
“Sì, e sai qual è il tocco di classe? Il fatto che quelle orecchie di plastica occupino più di mezzo metro. Ti andrebbe di salire sul tetto di casa mia e vedere se riesci a funzionare come antenna?”. Almeno avrei due vantaggi: a) la televisione satellitare gratis e b) il mio cuoco preferito sempre a disposizione.
“Sinceramente credo che non potrei nemmeno uscire dalla porta del locale, con questa cosa in testa”. Infatti cerca di entrare in cucina, ma rinuncia e Caesar si limita a passargli quella che sembra una crostata appena tolta dal forno.
“Infatti: se una ragazza volesse tenerti stretto, non dovrebbe fare altro che fartelo indossare. A quel punto non avresti via di scampo!”. Sorpresa, sorpresa: è stata Rory a pronunciare le parole che, a momenti, provocano a Luke il colpo apoplettico.
“Tu stai diventando troppo simile a tua madre, mentre tu” mi punta addosso il coltello con cui sta affettando la torta. “tieni giù la mani dal dolce. Preferirei non andare in bancarotta, sai?”. Uffa, cattivo. Cerco di impietosirlo mettendo il broncio, ma il mio (geniale) piano è interrotto da un urlo scandalizzato, proveniente dall’ingresso della tavola calda.
“Luke! Cos’è quell’orrore che indossi? Toglitelo immediatamente, sei ridicolo! E non è inteso come complimento, specifico”. Mi giro, alla ricerca dell’origine dell’urlo: sulla soglia c’è Nicole, gli occhiali da sole in mano e uno sguardo disgustato sul volto. Si siede accanto a me, mentre lui si leva diligentemente il cappello e lo nasconde sotto al ripiano del bancone.
“Nicole, ciao! Come va?”. Lei mi guarda per un istante, come se stesse valutando il mio aspetto. Okay, so di non starle molto simpatica, ma fa quasi paura.
“Lorelai, Rory”. Fa un educato cenno con la testa ad entrambe, mentre mia figlia – come Cappuccetto Rosso, non è molto brava a riconoscere i cattivi. Da qui l’adorazione per Emily – si sporge verso di lei con un gran sorriso.
“Salve! Allora, come è andata la vacanza? Luke non ci ha ancora raccontato niente”. Occhiataccia generale al suddetto disperato, che sta pulendo il bancone.
“Davvero? Per quello ci sarà tempo fra poco, allora. Sai, Lorelay, avevo proprio intenzione di cercarti, in questi giorni: come vanno i lavori alla locanda?”. Qui c’è qualcosa che non quadra: da quando Nicole ha manifestato il minimo interesse per la mia vita?
“Bè, stiamo cercando di fare un miracolo: siccome Luke ci aveva illuse che avremmo potuto cavarcela in non più di sei mesi, avevamo iniziato a progettare l’apertura per il periodo natalizio (corrompendo, ovviamente, tutti gli spazzaneve in circolazione per avere le strade senza ghiaccio nel momento critico). Finora, però, il primo da corrompere è stato Tom, il direttore dei lavori: tra minacce di morte, lusinghe, appostamenti sotto casa sua e molti dolci di Sookie siamo riusciti a convincerlo ad aprire il cantiere appena comprato l’edificio, e a continuare i lavori per la maggior parte dell’estate. Quindi sì, con un po’ di fortuna il Dragonfly Inn dovrebbe ufficialmente aprire i battenti all’inizio dell’inverno. Come mai ti interessa, comunque?”. Altro sorrisone. Adesso ho ancora più paura di prima.
“Quindi sarà tutto a posto per il periodo di, non saprei… San Valentino?”. Lancio un’occhiata a Luke: sta ancora strofinando il bancone. Lo stesso punto di prima, per la precisione. “E, soprattutto, la cucina avrà lo stesso staff dell’albergo che dirigevi prima? Alcune guide sui migliori ristoranti del Connecticut ne hanno parlato bene”. Questa è una bella cosa. Le guide, intendo. Nicole che raccoglie informazioni su di noi un po’ meno. Prometto, comunque, di non chiamare la polizia. Questo fino a quando non comincerà a frugare nella mia spazzatura, è ovvio.
“Sì, se tutto andrà come previsto: per quel periodo Sookie – la mia amica, nonché genio culinario dell’Indipendence Inn - dovrebbe essere già tornata dalla maternità”. In effetti non siamo ancora passate a trovarla: nel nostro giro per i saluti era proprio dopo a Luke.
“Magnifico, perché credo che sia perfetta per organizzare il ricevimento”. Ricevimento? Quale ricevimento? Oh mio Dio, ho capito: Nicole sta diventando come mia madre, grande – o forse il termine più adatto è ossessiva? – organizzatrice di banchetti e affini. Ma un certo tizio di mia conoscenza non potrebbe avere una buona influenza su di lei? Per il bene dell’umanità, dico.
“Scusa? Quale ricevimento?”. Lei si rivolge al pulitore folle di banconi, mentre io approfitto della pausa per bere un sorso di caffè: per colpa sua sta diventando freddo, uffa.
“Ma tesoro, non ne hai ancora parlato a nessuno?”. Non era quello che le ho detto prima? Si volta ancora verso di me. “Luke in crociera mi ha chiesto di sposarlo!”. La bevanda sceglie proprio quel momento per andarmi di traverso. “È stata una cosa spontanea, quindi mi ha regalato l’anello quando siamo tornati. Non è meraviglioso?”. Agita la mano sinistra per mostrarci il brillante, mentre Rory mi dà dei colpetti sulla schiena e io tossisco disperatamente.
“Sì, incredibilmente meraviglioso!” esalo, cercando di riprendere a respirare.

***

“Tu non sei Michel”. Sookie si gira verso di noi, sorridendoci mentre attraversiamo il giardino di fronte alla locanda per correre a salutarla.
“Hey, ragazze!” esclama, abbracciando entrambe. “Sinceramente, non sono sicura se prenderlo come un complimento o no, ma non importa. Allora, come è andato il viaggio? Quando siete tornate? Sareste dovute passare da me: ho già comprato le cose per il bambino, ma ho dovuto nascondere tutto nel capanno del giardino perché Jackson non vuole sapere il sesso in anticipo”. Sia io che Rory approfittiamo della pausa – che fa per riprendere fiato, credo – e le buttiamo le braccia al collo.
“È un maschio? Fantastico! Devi assolutamente mostrarci tutto quello che hai comprato, okay? Comunque siamo passate a casa tua, ma non c’era nessuno. Allora abbiamo lasciato lì gli zaini con i regali – portarli fino a qui sarebbe stato davvero troppo, dopo aver girato tutto il paese – e, siccome il tuo cellulare aveva la segreteria, abbiamo pensato di passare qui per chiedere di te a Michel. Anche perché lui – che non è incinto di sette mesi – sarebbe dovuto essere qui, oggi”. Sookie annuisce, con un sorrisetto imbarazzato.
“Bè, conosci il nostro socio preferito: nell’albergo in cui lavora al momento è arrivata Celine Dion, quindi lui mi ha pregato di venire a controllare il cantiere a suo posto. Mi chiedo come abbia fatto a impietosirmi, in effetti: probabilmente è colpa degli ormoni, di questi tempi mi commuovo facilmente e lui ne ha biecamente approfittato. Comunque--”. Mia figlia le mette le mani sulla spalle, facendola fermare.
“Sookie? Non ne sono sicura… ma credo che tu abbia bisogno di respirare. E di sederti, anche”. Dal canto suo, l’interpellata sembra decisa a fare tutto meno che a calmarsi: sorride, battendo le mani.
“Giusto, mi hai fatto appena ricordare una cosa. Seguitemi” dice, guidandoci in un angolo del giardino. Ci troviamo davanti un tavolo, coperto di vassoi e ciotole traboccanti di cibo. Ci sono anche bottiglie, più un rifornimento impressionante di piattini, posate, bicchieri e tovaglioli. Okay, mi sono persa qualcosa… come l’apertura di un ristorante? Beatamente ignara del nostro shock, la mia amica ci mette in mano un sandwich a testa. “Ho pensato di portare un piccolo snack per i ragazzi che lavorano qui. Comunque, provate questi. Ci ho messo la crema al pesce spada, ma io non posso assaggiarla – contiene troppo mercurio, sapete, e farebbe male al piccolo – e Jackson era già andato al lavoro. Come vi sembrano?” chiede, mentre ci accomodiamo su delle sedie poste vicino al tavolo. Mordo la tartina incriminata: buona! La mia migliore amica è la regina dei fornelli. Nonché l’unica cuoca che riuscirebbe a preparare un buffet in mezzo ad un cantiere. Cosa sarebbe il mondo senza di lei?
“Sookie, sono incredibili!”. Rory le si avvicina, bisbigliandole all’orecchio in tono cospiratorio. “Non potresti adottarmi? Ti prego!”. Io scatto in piedi, puntandole contro un dito accusatore.
“Guarda che ti ho sentita, traditrice del tuo stesso sangue! Via, allontanati dalla mia vista”. Mi accascio sulla sedia cercando di imitare uno svenimento scenografico – rischiando più che altro, però, di sbagliare mira e finire a terra – mentre lei scoppia a ridere.
“Ci vediamo, regina del dramma: vado a vedere le stalle, così voi potete spettegolare in pace. Ciao!”. Come lei si allontana, Sookie si rivolge a me.
“Allora, hai detto qualcosa riguardo ad un giro per il paese? Quindi siete già passate da Luke?”. Annuisco, e lei sorride. Un po’ troppo, forse. “E ci sono novità?”. Il tono è casuale, ma ormai la conosco troppo bene: capisco quando mi nasconde qualcosa.
“Bè, diciamo che lo scapolo d’oro del paese… da adesso in poi sarà più d’oro, che scapolo”. Ed ecco che il delirio mistico si impossessa della mia amica: lancia uno strillo di gioia – credo – e scatta in piedi, buttandomi le braccia al collo per poi continuare a saltellare.
“Lo sapevo, lo sapevo! Voglio dire, sembrava troppo bello per essere vero… ma invece è così! E pensare che quando Babette me l’ha raccontato le ho risposto che era impossibile. A proposito, glielo hai già detto? Ne sarà sicuramente felicissima, dopotutto sono state lei e Miss Patty a diffondere la voce. Ovviamente ho già un sacco di idee per il pranzo… e la torta! Pensavo a qualcosa in cui ci siano sia cioccolato – voglio dire, tu lo adori! – che caffè, perché dopotutto è ciò che vi ha fatto incontrare: galeotta fu la caffeina! Chi immaginava che sarebbe successo, comunque? Voglio dire, tutti sapevano che Nicole non era assolutamente adatta a lui, e--”. L’ultima parte della frase riesce a riscuotermi dallo stato di confusione mentale in cui sono precipitata con il monologo della mia amica.
“Sookie, scusa ma credo che tu stia facendo venire il mal di mare al bambino. Bene, ti sei fermata. Adesso mi spieghi di cosa stavi parlando?”. Lei mi guarda, stupita.
“Bè, credevo che fosse ovvio. Settimana scorsa Kirk ha visto Luke uscire da una gioielleria. Considera che, da quando è tornato, non ha ancora detto una parola riguardo alla crociera e che nessuno ha ancora visto in giro Nicole: Patty e Babette hanno fatto due più due, iniziando a far circolare strane voci… sai, pensavano che in vacanza avessero litigato e che tu c’entrassi qualcosa”. È il mio turno di rimanere a bocca aperta.
“Quindi è per questo che quelle due continuavano a fissarmi e sorridermi in modo strano, questa mattina! Comunque si sbagliavano. Luke e Nicole non si sono lasciati, anzi: stanno per sposarsi”. Lei ricade sulla sedia, per poi prendere una tartina – ma non al pesce, ovviamente – e morderla. “Calo di pressione per lo shock?”. Annuisce. “Allora è un bene che tu sia già seduta, perché c’è di più: indovina chi deve organizzare il ricevimento?” chiedo, con un’occhiata eloquente.
Sookie prende una seconda tartina. Credo che ne avrò bisogno anch’io. Insieme ad un’endovena di caffè, ovviamente.

N.d.A.: allora? Cosa ne dite? Continuo o lascio perdere? Vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!

  
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