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Autore: Laura Sparrow    28/10/2011    5 recensioni
(CATS) Electra, Etcetera e Jemima erano decisamente cresciute. Se ne accorse subito, ascoltando i loro miagolii di benvenuto, che suonavano molto meno come gli squillanti richiami dei cuccioli e molto più come i pieni, morbidi miagolii di Regine adulte. A Demeter sfuggì un altro sorriso, mentre strofinava il muso contro la testolina rossa e bruna di Jemima: la prossima luna sarebbe sorta per loro, e al Ballo Jellicle sarebbero stati i raffinati balzi di quelle tre ad attirare per la prima volta i giovani maschi.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Questa per un rapido "Chi è chi" musicale.



Another Jellicle Night

I


(Colonna sonora!)


Are you blind when you’re born?
Can you see in the dark?
Can you look at a king?
Would you sit on his throne?

Because Jellicles are and Jellicles do
Jellicles do and Jellicles would
Jellicles would and Jellicles can
Jellicles can and Jellicles do
(Jellicle Songs for Jellicle Cats - CATS)



Tre quarti di luna splendevano nel cielo, bagnando di luce argentata il familiare spiazzo della discarica abbandonata. La gatta dal pelo nero e dorato scese con un elegante balzo dal cofano dell’auto sfasciata, per atterrare nel mezzo della piazzola.
Se non fosse bastato l’odore dei suoi simili, che si annusava ad ogni angolo, a darle il benvenuto ci pensò il coro di miagolii eccitati delle più piccole.
- Demeter! Demeter!- tre gattine dal manto variopinto si precipitarono fuori dai loro nascondigli, per correre incontro alla Regina nera e dorata. Con un sorriso, Demeter abbandonò per qualche istante la sua naturale riservatezza per lasciarsi avvicinare dalle gattine, strofinando i musi e stringendo loro le zampe.
Electra, Etcetera e Jemima erano decisamente cresciute. Se ne accorse subito, ascoltando i loro miagolii di benvenuto, che suonavano molto meno come gli squillanti richiami dei cuccioli e molto più come i pieni, morbidi miagolii di Regine adulte. A Demeter sfuggì un altro sorriso, mentre strofinava il muso contro la testolina rossa e bruna di Jemima: la prossima luna sarebbe sorta per loro, e al Ballo Jellicle sarebbero stati i raffinati balzi di quelle tre ad attirare per la prima volta i giovani maschi.
- Ti stavamo aspettando!- le disse Jemima in tono vivace, scrutandola con i suoi tondi occhi castani. – Dove sei stata tutto questo tempo?-
- Qua e là. – rispose evasivamente la Regina, mentre si piegava sulle zampe anteriori per stiracchiarsi voluttuosamente. Aveva appena finito di dirlo che, con la coda dell’occhio, si accorse di un’ombra che era appena spuntata in cima ad un cumulo di rifiuti solo a pochi passi da loro.
Electra ed Etcetera si scambiarono un’occhiata, col sorrisetto di chi la sa lunga, e si defilarono in fretta ai bordi della piazzola per fare largo al nuovo arrivato: Jemima si limitò ad accucciarsi e seguire con gli occhi la direzione dello sguardo della Regina.
Munkustrap, stagliato fieramente contro la luna, sorrise ad entrambe.
Poi scese con tre balzi aggraziati dalla pila di rifiuti, e Demeter gli si precipitò incontro per tuffarsi tra le sue braccia. Quasi ridendo al suono rombante delle sue fusa, Munkustrap strofinò dolcemente il muso contro il suo.
- Bentornata. – le sussurrò.

*

C’erano molti Jellicle in giro per la discarica, malgrado mancassero ancora alcune notti alla luna piena. Demeter era stata via solo per tre settimane, ma c’erano già molte novità: prima fra tutte, le tre gnaulanti palle di pelo che giocavano accanto a Victoria. Quando la Regina aveva lasciato la discarica, i piccoli non erano altro che vocine provenienti dal fondo di un container metallico che i neogenitori avevano scelto come tana. Ora erano tre gattini grassocci, a macchie bianche e marroni, che si azzuffavano tra le zampe della loro candida mamma.
Tristemente, quell’anno non c’erano state altre coppie con cuccioli nel branco, salvo due gattini di padre ignoto, già grandicelli, dei quali chiunque avrebbe saputo a chi dare la colpa semplicemente guardando la loro rigogliosa pelliccia dorata.
Jemima si accoccolò nell’imboccatura di un tubo per l’acqua in disuso, mentre restava a guardare il resto del branco che usciva per salutare il ritorno di Demeter: anche se erano tutti molto felici di rivederla, lei sembrava diventare più imbarazzata ad ogni nuovo saluto. Quando la vide incontrare lo sguardo di Bombalurina, a Jemima sembrò perfino di notare un sorriso di sufficienza sul muso della sensuale gatta rossa. Probabilmente non se l’era affatto immaginato, perché perfino Demeter abbassò il capo, ma l’attimo dopo Bombalurina strusciò la testa contro quella dell’amica come se nulla fosse cambiato.
C’era un’atmosfera strana nell’aria. Le due Regine si appartarono per dividere una preda che Bombalurina aveva appena catturato, e il resto del branco tornò alle sue solite occupazioni. Munkustrap, insolitamente silenzioso, camminò fino al tubo dove se ne stava Jemima, e vi si fermò con aria meditabonda.
- Non sei felice di rivederla?- domandò la gattina rossa e nera, sporgendo fuori il muso.
Munk si strinse nelle spalle. – Certo che sono felice. Sono sempre felice di vederla tornare. – lanciò uno sguardo alla Regina intenta a mangiare in disparte. – Però mi preoccupo tutte le volte che si allontana senza un motivo… e questo lei lo sa. –
- Lo sai com’è fatta. – replicò Jemima, con una risatina gentile. – Non puoi chiederle di essere diversa. Ha sempre amato la solitudine, anche se di certo ci vuole bene… e vuole bene a te, soprattutto. -
- Smettila di parlare come se non fossi una Principessina mai uscita dalla discarica. – ribatté il gatto striato, ma sorrise, furbo, mentre lo diceva.
- Da quando è un segreto, quello che c’è tra voi due?- scherzò la gattina, stuzzicando la coda di Munkustrap con una zampa. – O magari non vi siete dati poi così tanta pena a mantenerlo… -
Il gatto striato si voltò di scatto verso di lei come se volesse farle paura: Jemima arretrò, ma poi scoppiarono a ridere entrambi, e la giovane rossa e nera gli saltò affettuosamente al collo, strofinandogli la testa contro il mento e facendo le fusa. Mukustrap strinse la piccola in un rapido abbraccio, poi però sgusciò via dalla sua stretta con una certa fretta, scostandogli gentilmente le zampe con le sue.
- Anche di questo volevo parlarti, Jemima. – le disse, in tono più serio. – Forse non c’è neanche bisogno che te lo dica, però è ora che tu cominci a limitarti un po’ in certe… ehm… dimostrazioni di affetto, capisci? Non sei più una cucciolotta, ormai, e non dimenticare che la prossima luna è la tua. Ci saranno molti giovani Jellicle che prenderanno ogni moina da parte tua come un preciso invito. -
- E allora? Tu non hai intenzione di corteggiarmi al Ballo Jellicle, no?- rispose Jemima, con leggerezza. L’espressione attonita di Munkustrap alle sue parole, però, la sorprese così tanto che non seppe se ridere o preoccuparsi.
- Jemima… - fece lo striato, in tono eloquente.
- Scusami, scusami Munk. – si affrettò a correggersi. – Non volevo che pensassi che la sto prendendo alla leggera… so perfettamente come stanno le cose, e non sono una stupida. È solo che… - si strinse nelle spalle. - …Tu, fra tutti, dovresti essere il primo a non poter fraintendere, se ti abbraccio!-
Era la verità: Jemima provava un affetto particolare per il Protettore del branco, quel gatto carismatico che aveva vegliato su di lei e su tutti gli altri da quando lei era ancora una palla di pelo, e sapeva che Munkustrap le era altrettanto affezionato. Ma solo di questo si trattava: affetto. E dopotutto, lui era di Demeter. Era sempre stato di Demeter, e Jemima non vedeva come potesse essere altrimenti.
- Occhi aperti, piccola Jemima… e risparmiati per il Ballo Jellicle!- rise lo striato. – Voglio vederti splendente come Victoria l’anno scorso. -
- Non sarò l’unica a ballare… e come Protettore, non dovresti fare preferenze!-
Munk le fece l’occhiolino, e con un salto si allontanò da lei per arrampicarsi di nuovo sulla collina dei rifiuti. Jemima si stiracchiò e si sporse dalla tubatura, osservando cosa combinavano i suoi compagni di gioco. Electra ed Etcetera si stavano divertendo a fare capriole nella piazzola, in compagnia di due dei giovani gatti maschi e dei gemelli maculati.
Questi ultimi si esibirono in una perfetta piroetta e poi atterrarono sulle quattro zampe, inarcandosi e dimenando la coda in un modo che fece venire a Jemima una voglia matta di unirsi a loro. In un attimo, gli altri giovani gatti erano tutti dietro a Coricopat e Tantomile, piroettando, facendo capriole e intonando un coro di miagolii melodiosi.
Jemima balzò in mezzo alle sue coetanee, e le tre giovani gattine si alzarono, stringendosi le zampe, e facendosi fare una piroetta a vicenda.
- Fino alla prossima luna!- esclamò Etcetera, facendosi trascinare dal girotondo.
- Fino alla prossima luna!- ripeterono le altre due.
E, al culmine del loro scatenato girotondo, i loro compagni di gioco si fermarono di botto, quasi congelati a metà di un balzo o di una giravolta, perché “qualcuno” aveva scelto proprio quel momento per fare uno dei suoi rinomati ingressi.
In effetti, una delle cose che non si potevano proprio dire, era che il Rum Tum Tugger non sapesse fare un ingresso.
L’imponente Maine Coon dalla criniera dorata scese nella piazzola a grandi passi, come sempre apparentemente spuntato dal nulla: subito, un gruppetto di gatti più giovani corsero dietro di lui, anche solo per l’orgoglio personale di farsi vedere in sua compagnia, e due Regine particolarmente svelte si avvicinarono per strofinarsi rapidamente contro i suoi fianchi, strappandogli un sorriso compiaciuto. Il trio delle giovani Principesse ebbe un attimo di esitazione, come se le tre non sapessero bene se correre ai piedi della loro superstar come al solito, o se restare lì dov’erano: ma ci penso Tugger stesso a togliere ogni dubbio, raggiungendole a braccia aperte.
- Mi sembrava di sentire odore di Principesse da queste parti!- scherzò, posando le mani sulla testa di Electra ed Etcetera, le quali si raggomitolarono felici sotto la carezza. Poi si accostò a Jemima, rimasta un po’ sperduta presa nel mezzo, e si affacciò da sopra la sua spalla. – Oh, aspetta, mi sbagliavo. – si corresse in tono accattivante, annusando l’aria a pochi centimetri dal collo di Jemima. – Qui c’è odore di Regina. -
La gattina si sentì improvvisamente arrossire e, senza sapere che rispondere, si accucciò con le orecchie basse a fissarsi le zampe, mentre la sua coda si dimenava, tradendo il suo nervosismo. Tugger ridacchiò e le diede un colpetto allusivo con l’anca, prima di voltarsi e dedicarsi ad Etcetera con una grattatina tra le orecchie: lei fece le fusa, e prese a strusciarsi contro il fianco del Maine Coon con più entusiasmo di quanto Jemima si fosse mai azzardata a fare.
Electra si face avanti per reclamare la sua parte, facendo le fusa contro le gambe di Tugger. Vedendo che nessuno badava più a lei, Jemima batté in ritirata, sperando che nessuno pensasse che si stava comportando in modo strano.
Di colpo era così tesa che le si arricciava la coda. Non era la prima volta che arrossiva di piacere alle moine del bel Rum Tum Tugger, ma stavolta l’aveva… presa alla sprovvista. Era per via del discorso fatto con Munkustrap, solo poco prima?
Tuttavia, quando si voltò indietro, non mancò di notare che il gatto nero e dorato si guardava attorno con attenzione, osservando ben oltre la sua folla di ammiratori. In un angolo della piazzola, Bombalurina se ne stava languidamente sdraiata a leccarsi una zampa. Demeter era scomparsa nel momento stesso in cui il Maine Coon si era fatto vivo.



(Colonna sonora di chiusura ^^)


ANNOTAZIONI:

- Scrivere una fan fiction su uno spettacolo teatrale è complicato. Molto più complicato del solito: sono fermamente convinta che il teatro sia un mondo a sé, così come il musical, che si esprime secondo regole soltanto sue. Ecco: scrivere una ff su uno spettacolo teatrale che è anche un musical è decisamente complicato. Tuttavia, mi sono talmente affezionata ai personaggi di quel musical strano e affascinante che è CATS, che l’idea della fan fiction si è presentata da sola e non ho voluto dirle di no.
Una parola sulle annotazioni: Movieverse e AU (Alternative Universe). Mi baso sul musical e sui suoi personaggi come sono rappresentati nella versione dvd dello spettacolo. L’universo è quello dei Jellicle, quindi mi riferisco a loro immaginandoli esattamente come li vediamo sul palco: gatti antropomorfi, sebbene abbia conservato in loro tutti i comportamenti più paradossalmente “gatteschi”. La storia si svolge come se la vedeste sul palcoscenico di CATS, anche se ho cercato di dare una certa tridimensionalità ai luoghi che vengono descritti. AU perché è ambientata un anno dopo gli eventi del musical.

- Ho usato la terminologia che viene usata in inglese: gatte femmine e gatti maschi vengono chiamati rispettivamente Queens e Toms (la seconda è intraducibile). Le femmine vengono comunemente divise per età e distinte in Princesses e Queens.

- Il tempo: la vita dei Jellicle sembra regolata dalla luna e dalle sue fasi. Il Jellicle Ball si svolge una volta all’anno durante una notte di luna piena (io ho immaginato che fosse nel mese di marzo, in primavera) e deve essere la loro festa più importante. Per questo, con il termine “una luna Jellicle” non intendo un mese, bensì un anno: da un Jellicle Ball all’altro.
  
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