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Autore: telesette    01/11/2011    2 recensioni
[Due come noi/Kyou kara ore wa!!]
La povera Riko è nelle mani di una banda di noti farabutti. Riusciranno Ito e Mitsuashi a liberarla dalle loro grinfie, prima che questi possano farle del male ? Domanda scema, in effetti...
Genere: Azione, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Due come noi ( 今日から俺は!! Kyō kara ore wa!!, letteralmente «Da oggi, io!!» ) è un manga creato da Hiroyuki Nishimori e serializzato in Giappone dalla Shogakukan su Shonen Sunday.
La serie parla di due ragazzi, 
Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito, che si incontrano per la prima volta di fronte a due parrucchieri. Tutti e due hanno deciso di cambiare vita diventando due teppisti che pian piano durante la storia diventeranno famosissimi. Uno decide di cambiare tingendosi i capelli di biondo ( segno distintivo dei teppisti giapponesi ), l'altro invece cambia la sua pettinatura alzandosi i capelli tanto da essere soprannominato da molti "porcospino". Molte saranno le avventure di questi due giovani eroi, un mix tra divertimento e violenza.

clicca qui per guardare la sigla:
Due come noi (Bokura wa family)

Riko è in Pericolo!

- Mitsuashi… Ito… E’ successa una cosa terribile!

Sentendosi chiamare per nome, il biondo e il porcospino si voltarono a guardare dietro di loro.

- Hm… Ma che ha da gridare tanto, quello?
- Mah, a vederlo sembrerebbe Ryo, però è sconvolto!

Come aveva notato Ito infatti, il giovane allievo della palestra Akasaka ( la stessa del padre di Riko ) era a dir poco stravolto. Nello scorgere i capelli ritti di Ito in lontananza, aveva preso una tale corsa per raggiungere i due amici che adesso era praticamente senza fiato.

- Che succede, Ryo ? - domandò Ito preoccupato. - Dalla tua faccia, sembra che sia morto qualcuno!
- Si tratta… Si tratta di Riko, lei…
- Ma vaff… E noi scemi a dare pure retta a questo idiota - tagliò corto Mitsuashi, ributtandosi la cartella sulle spalle. - Figuriamoci se Riko si trova nei guai; se qualcuno è stato tanto pazzo da aggredirla, a quest’ora si ritroverà col culo per terra!
- No, affatto - insistette Ryo, sbarrando gli occhi per la disperazione. - E’ una faccenda seria, questa volta, Riko è veramente in pericolo…

 

***

 

Circa mezz’ora prima, mentre Riko e Ryo stavano andando a casa, un gruppo di teppisti stava dando fastidio ad una loro compagna di classe. Subito Ryo provò a far notare all’amica che i vestiti e i capelli di quella gentaglia portavano i colori degli “Angel-Nightmare” ( una delle bande più pericolose in circolazione ), tuttavia Riko si avvicinò a loro senza battere ciglio.

- Andiamo, bellezza - sibilò un bestione con gli occhiali scuri, rivolgendosi alla ragazza presa di mira, con fare viscido. - Vieni a divertirti con noi, non essere timida…
- Ehi tu, lascia in pace la mia amica, caprone!

Cinque paia di occhi si voltarono a fissare il volto severo di Riko con aria minacciosa. Ryo rabbrividì al pensiero di cosa questi avrebbero potuto farle ma, non potendo ugualmente starsene con le mani in mano, provò a intervenire in veste di pacifista.

- Ehm, scusatemi signori - fece Ryo timidamente. - La… La mia amica si è espressa male, non fateci caso, leviamo subito il disturbo…
- Aspetta un po’ - ruggì uno di quei ceffi, afferrando Ryo per il bavero. - Non penserai veramente di cavartela così, spero?
- Già - fece eco un altro. - Per tua sfortuna, noi ci sentiamo benissimo!

Lasciando perdere la ragazza di prima, che subito ne approfittò per darsela a gambe levate, il tizio con gli occhiali scuri si avvicinò a Riko e la scrutò dall’alto in basso.

- Di’ un po’, mocciosa - esclamò. - Sbaglio o mi hai dato del “caprone” ?
- No, non ti sbagli - replicò lei, sostenendo perfettamente il suo sguardo. - Anche perché, a parte voi, non vedo altri “animali” qua intorno!
- Molto divertente - commentò l’altro in tono asciutto, scrocchiandosi le nocche. - O sei stupida, o semplicemente molto coraggiosa…
- Riko, smettila per carità - piagnucolò Ryo. - Questa è gente pericolosa!
- Troppo tardi, bamboccio… Ormai ve la siete andata proprio a cercare, peggio per voi, vi insegneremo cosa succede a mettere il becco negli affari che non vi riguardano!

Non appena questi caricò il proprio pugno, Riko strinse gli occhi con attenzione e… In men che non si dica, il bestione si ritrovò sollevato per aria e scaraventato a terra da una mossa di judo in perfetto stile.

- Capo - gridarono gli altri.
- Accidenti, ma cosa…

Senza perdere tempo, Riko li colpì uno dopo l’altro con la cartella ( tecnica imparata da Mitsuashi, peraltro! ) e se ne sbarazzò definitivamente con il suo stile personale da provetta judoka. Alla fine Ryo osservò stupefatto la “strage” appena compiuta dalla ragazza ma, prima che questa se ne accorgesse, una catena venne scagliata con precisione per avvolgersi attorno al suo collo. Altre due catene le afferrarono le braccia, immobilizzandola completamente, e Riko fu costretta dunque in ginocchio incapace di muoversi e di reagire.

- Piccola sgualdrina - borbottò il capo, rialzandosi a fatica. - Che cosa ti credevi di fare, eh ?!?

In quel preciso momento, altri membri della stessa banda comparvero dal nulla per dare manforte ai loro compagni. Non potendo muovere le braccia, Riko era completamente indifesa nelle loro mani; anche con tutta la buona volontà di questo mondo, il buon Ryo non aveva materialmente alcuna possibilità di sopraffare tutti quei farabutti insieme; difatti si ritrovò steso a terra da un paio di robusti cazzotti bene assestati e, con il volto pesto e sanguinante, non poté fare altro che osservare impotente mentre Riko veniva portata via da costoro…

 

***

 

- E questo è quanto è successo - concluse Ryo tristemente. - Probabilmente l’avranno portata nel loro covo, per non dare nell’occhio… Dobbiamo salvarla, non possiamo permettere che le facciano del male!
- Ma certo, è ovvio - rispose prontamente Ito.
- Bah, non m’interessa…

Sia Ito che Ryo guardarono Mitsuashi increduli.

- Come hai detto, sei impazzito?
- E’ Riko che se l’è andata a cercare, attaccando briga con quelli, non vedo perché adesso dovremmo essere NOI a tirarla fuori dai guai…
- Razza di... - ruggì Ito, afferrando il biondo compagno per il bavero. - Ti rendi conto di quello che stai dicendo ?!?
- Me ne rendo conto perfettamente - ribatté dunque Mitsuashi, scostando la mano dell’altro e fissandolo con sguardo serio. - Se hai intenzione di metterti nei guai con quelli, sono affari tuoi: la faccenda non mi riguarda, perciò non voglio averci niente a che fare!

Così dicendo, Mitsuashi si allontanò lungo la strada, lasciando Ito e Ryo assolutamente senza parole. Era noto che Mitsuashi fosse un bastardo egoista e sleale ma, aldilà di questo, il fatto che non intendesse muovere un dito per aiutare Riko non era comunque da lui. Ito non riusciva a credere che fosse veramente capace di lasciare una ragazza sola, nelle mani di quei delinquenti…

- Al diavolo - mormorò Ito, stringendo i denti. - Ryo, portami subito al covo di quei bastardi, li sistemerò da solo se necessario!
- D’accordo, muoviamoci allora!

 

***

 

Frattanto Riko era saldamente legata alla parete, in uno sporco magazzino pericolante alla periferia di Chiba. Gli Angel-Nightmare al completo stavano sghignazzando intorno a lei, pregustando già il modo in cui fargliela pagare per la sua sfrontatezza. Il capo ( conosciuto da tutti col soprannome di Crazy Devil - “Diavolo Pazzo” ) le afferrò il mento lascivo, cercando di incuterle ancora più timore.

- Allora, signorinella - esclamò. - Non fai più tanto la dura, adesso… Confido che sarai un po’ più gentile!

Per tutta risposta, malgrado la sua situazione, Riko sputò dritto negli occhi di Devil. Quest’ultimo si arrabbiò moltissimo e, facendo segno ai suoi di calmarsi, dichiarò di voler risolvere la questione a modo suo.

- Forse non hai capito bene come stanno le cose, dannata puttanella che non sei altro - ruggì lui, estraendo un lungo e affilato coltello a scatto. - Quando avrò finito con te, la tua faccia sarà talmente piena di segni che perfino tuo padre farà fatica a riconoscerti !!!

Con la fredda lama a un centimetro dalla sua gola, Riko avvertì un brivido gelido lungo la schiena. Tuttavia, prima che Devil potesse mettere in atto la sua minaccia, una forte voce alle sue spalle gli ordinò di fermarsi.

- Lasciala subito andare, verme schifoso!

Tutti gli Angel-Nightmare si voltarono a guardare verso l’ingresso del magazzino e videro la lunga sagoma scura di Ito, con i capelli ritti verso l’alto. Questi rimase immobile sulla soglia, con la luce del sole alle spalle, e ripeté il suo ammonimento.

- Prova a toccarla anche solo con un dito… E ti frantumo tutte le ossa, una per una!
- E tu chi sei, “capelli-a-cresta” ?!?
- Ito - urlò Riko, riconoscendolo. - Vattene, non pensare a me, scappa!
- Non preoccuparti - sorrise l’altro. - Non saranno certo questi vigliacchi da due soldi a mettermi paura…

Il grosso dei delinquenti si strinse attorno al ragazzo, con ogni genere di arma possibile: tubi di ferro, spranghe, coltelli, catene da motocicletta… Tuttavia Ito rimase fermo immobile al centro, senza fare alcuna piega. Uno dei teppisti gli si avventò contro, brandendo alta l’arma sopra la testa, tuttavia Ito lo colpì con un pugno in mezzo agli occhi; un altro provò a lanciargli contro la catena ma, abbassando la testa d’istinto, Ito evitò l’attacco e spedì l’altro a terra con un calcio al mento.

- E’ tutto qui quello che sapete fare? - domandò Ito con disprezzo. - Siete patetici…
- Fai meno lo spaccone, ragazzo - replicò Devil infuriato. - Altrimenti questa gallinella te la sgozzo!

Vedendo la lama luccicarle davanti agli occhi, Riko cacciò un gemito soffocato. Ito imprecò sottovoce ma, temendo che potesse succederle qualcosa, non mosse più un dito contro di loro. Subito quelli cominciarono a pestarlo di brutto, approfittando del fatto che non poteva reagire, e Ito poté solamente “incassare” ogni genere di percosse. Dopo appena qualche istante, con i vestiti laceri e il volto pieno di lividi, sembrava proprio ridotto a uno straccio.

- Siete solo delle sporche carogne!
- E tu sei stato sciocco a venire fin qui da solo…
- E chi vi ha detto che è solo?
- Cosa… Uuuuhnnnnn !!!

Il suono inconfondibile della cartella di Mitsuashi ( blindata in acciaio, appunto per questo genere di evenienze ) si abbatté con forza sulla faccia di Devil, facendogli cadere di mano il coltello e lasciandogli addosso il rosso segno rettangolare. Il capo degliAngel-Nightmare barcollò all’indietro con gli occhiali in frantumi e, prima che potesse reagire, il biondo avversario gli assestò un poderoso calcio in mezzo a… Beh, sì insomma, “quelle”… Così il temibile Devil si ritrovò in ginocchio, strabuzzando gli occhi per l’immane dolore.

- Oh, mi dispiace - fece cinico Mitsuashi, poggiandogli il piede addosso. - Forse ti conveniva imbottirle, amico!

Devil riuscì a malapena a “esalare” qualcosa, la bocca spalancata piena di saliva schiumosa, ma non riuscì ad articolare alcuna parola di senso compiuto.

- Mi… Mitsuashi, sei tu - fece Ito perplesso, rimettendosi in piedi a fatica.
- Mitsuashi - fece Riko incredula.

Per tutta risposta, il biondo si avvicinò al gruppo che aveva completamente circondato Ito. Questi si fecero da parte per farlo passare ma, senza perderlo d’occhio, si prepararono ovviamente a cogliere l’occasione per accoltellarli entrambi senza perdere troppo tempo.

- Accidenti a te, Mitsuashi - sbottò Ito, tenendosi il braccio dolorante. - Si può sapere perché cavolo non sei venuto prima a darmi una mano?
- E c’è bisogno di chiederlo - sottolineò Mitsuashi con una smorfia. - In questo modo tu le hai prese, mentre io invece ho potuto avvicinarmi al capo senza dare nell’occhio!
- Co… Co… Cosa ?!? - una volta realizzato che Mitsuashi aveva deliberatamente lasciato che lo gonfiassero di botte per creare un diversivo, come era prevedibile, Ito reagì in modo piuttosto violento. - Brutto-disgraziato-che-non-sei-altrooo! Sei rimasto lì a guardare tutta la scena, senza muovere un dito!
- Ma certo - confermò Mitsuashi, sorridendo innocente. - Geniale, vero?
- Grrr, ma io ti…
- Ehi, voi !!!

Sia Ito che Mitsuashi si resero conto di essere ancora circondati dagli Angel-Nightmare al completo. Questi li stavano fissando minacciosamente e, a giudicare dai loro sguardi, era logico supporre che non avevano alcuna intenzione amichevole nei loro confronti.

- Che cavolo vuoi tu, deficiente? - ruggì Ito, all’indirizzo del tizio che gli aveva rivolto la domanda.
- Giusto, sta zitto - fece eco Mitsuashi, mettendolo a tacere con una botta micidiale sulla mandibola. - Non lo vedi che stiamo parlando, maleducato!

Pensando che i due li stessero prendendo in giro, tutti i membri della banda ancora in piedi gli si avventarono addosso come un sol uomo.

- Ammazziamoli, forza!
- Ehi, guardate - fece Mitsuashi, indicando qualcosa verso l’alto.
- Eh, dove?

L’occhio malandrino del biondo lanciò una scintilla mentre, roteando la cartella blindata come un mulinello, si accinse a distribuire colpi sleali a destra e a manca. Anche Ito si diede da fare, nonostante il dolore per i colpi ricevuti, e si fece valere a suon di cazzotti. Il porcospino aveva appena finito di buttarne giù uno che, sollevando lo sguardo, si ritrovò faccia a faccia con un energumeno simile a un armadio.

- Il gioco è finito - sussurrò l’armadio, guardandolo negli occhi.
- Hmf, questo lo dici tu!

Per tutta risposta, l’energumeno gli assestò un pugno proprio in mezzo alla guancia; Ito incassò senza spostarsi di un millimetro e, chiudendo le dita nel palmo a sua volta, rispose prontamente; l’altro lo osservò stupefatto ma subito sferrò un altro colpo, e poi un altro ancora; stesso dicasi per Ito che, ad ogni colpo dell’avversario, rispondeva con eguale potenza e precisione… Mentre i due andavano avanti così, Mitsuashi continuò a seminare vittime, facendo ricorso a tutti i più sporchi trucchi che conosceva: dita negli occhi, spruzzate di pepe in faccia, colpi proibiti all’inguine e via dicendo. Alla fine l’intera banda degli Angel-Nightmare era agonizzante ai suoi piedi.

- Che vi serva di lezione, brutti bastardi - esclamò il biondino, contemplando trionfante il mucchio degli sconfitti. - Se vi ripeschiamo ancora nella nostra zona, non ci andremo più così leggeri… E ringraziate che oggi sono misericordioso!

Il mormorio sommesso di gemiti e lamenti di dolore, tipico di chi ormai sta più di là che di qua, era interrotto solo dal rumore degli ultimi due contendenti rimasti ad azzuffarsi: Ito e l’energumeno.
Riko non riuscì a trattenere i lucciconi agli occhi, quando Mitsuashi si avvicinò a lei per scioglierle i polsi.

- Ecco qua, non preoccuparti - sorrise il biondo. - Scusa se ci abbiamo messo un po’, ma… Abbiamo finito!

Non appena fu libera di muoversi, Riko osservò Mitsuashi e si gettò in lacrime tra le sue braccia. Costui rimase interdetto, non si aspettava certo una simile riconoscenza da lei, tuttavia cercò di non far vedere che era arrossito.

- Ehi, Ito - urlò poi, rivolgendosi al compagno. - Non hai ancora finito con quello?
- Ancora… un attimo - borbottò Ito con un filo di voce. - Questo qui… Ha la pelle dura e… Hm ?!?

Dopo essersi scambiati reciprocamente qualcosa come duecentodiciannove cazzotti a testa, entrambi avevano le facce gonfie come guantoni da baseball… Eppure continuavano a scambiarsi colpi come se niente fosse. D’un tratto però Ito si accorse dello sguardo spento del suo avversario e, volendo togliersi il dubbio, provò soffiargli un buffetto sul volto. L’armadio vacillò per un istante, dopodiché cadde all’indietro con un tonfo secco.

- Ma pensa, e io che credevo che… Ah, lasciamo perdere!

Oltrepassando i corpi degli svenuti, Ito si avvicinò a Mitsuashi giusto in tempo per godersi la scena: l’amico in “dolce compagnia” di Riko che, abbracciandolo teneramente, sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarlo andare.

- Ma bene - esclamò sarcastico. - Per caso disturbo, piccioncini ?
- Non essere cretino - ribatté Mitsuashi furioso. - E tu vuoi staccarti una buona volta? Appiccicosa!
- Allora, a quando le nozze? - insistette Ito, battendo un colpetto sulla spalla di Mitsuashi.
- Ito, PIANTALA !!!

Nonostante il modo di fare scorbutico del biondo, Riko era troppo contenta: sapere che Mitsuashi era venuto ad aiutarla, perché preoccupato per lei, la rendeva felice come non era neanche possibile immaginare.

FINE

   
 
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