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Autore: Shari Deschain    02/11/2011    3 recensioni
[Stefan/Rebekah - Spoiler S3, Missing Moment 3x06]
«Nik mi ha messo in quella bara perché ho scelto te e non lui», ribatte la vampira, e la sua voce supera di poco il crescendo della musica in sottofondo. «Questo non significa niente per te?»
«No», risponde Stefan onestamente.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Prohibition'
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Warning: Spoiler 3x06, Missing Moment, Angst
N/A: scritta per la Notte Bianca @ maridichallenge, prompt Stefan/Rebekah - ultimo ballo



Dustbowl dance




Quando ad un non meglio definito momento della notte Stefan ritorna a casa, ubriaco per metà di sangue e per l'altra metà di whiskey, ad accoglierlo trova una musica soffusa, un suono lento e melodico che non udiva da molto, molto tempo, disturbato appena da un lieve graffiare di sottofondo e dal suono attutito di piedi nudi che si muovono leggeri sul pavimento di legno.
Incuriosito e per buona parte divertito da ciò che già sa si troverà davanti, il vampiro s'incammina verso il salone senza curarsi affatto di fare il meno rumore possibile: è casa sua in fondo, e poi con tutto quell'alcool in corpo è già abbastanza difficile non inciampare continuamente in quei dannati tappeti ─ prima o poi li distruggerà tutti, e poco importa se dopo Damon cercherà di distruggere lui.
E sarà la sbronza, sarà la musica, sarà il chiaro di luna che entra dalla finestra, ma quando finalmente la vede, lì nel mezzo della sala, con una lunga vestaglia trasparente addosso, i capelli sciolti e la testa abbandonata sulla spalla, mentre balla lentamente, lasciandosi guidare dal suono dei violini, Stefan crede quasi di ricordare il motivo per cui si è innamorato di lei, tanti e tanti anni prima.
Rimane a guardarla mentre Rebekah volteggia con grazia tra il divano e la poltrona, avvicinandosi un po' di più alla porta contro la quale lui se ne sta comodamente appoggiato, e ancora non riesce a trovare niente da dire. Così è lei la prima a parlare.
«È la cosa che ricordo meglio, sai?», gli dice infatti Rebekah, senza smettere di danzare, senza nemmeno aprire gli occhi e guardarlo. «Quell'ultimo ballo. Il modo in cui mi stringevi, il sapore di whiskey sulle tue labbra, il tuo profumo... è tutto impresso a fuoco nella mia mente, più di qualsiasi altra cosa. Strano, non è vero?»
Stefan fa schioccare appena la lingua. «Non tanto, considerando che dieci minuti dopo sei stata pugnalata a morte da tuo fratello e hai speso i successivi novant'anni in una bara», replica, con un sorriso meno tagliente di quanto dovrebbe essere.
Rebekah si ferma, raddrizza il capo, incrocia le braccia sul petto e gli rivolge uno sguardo duro, che in circostanze più sobrie, forse riuscirebbe a preoccupare l'altro vampiro. «Nik mi ha messo in quella bara perché ho scelto te e non lui», ribatte la vampira, e la sua voce supera di poco il crescendo della musica in sottofondo. «Questo non significa niente per te?»
«No», risponde Stefan onestamente.
Lei socchiude gli occhi, e in meno di un batter di ciglia gli è di fronte, così vicina da potergli sfiorare le labbra con le proprie.
«Avrebbe significato qualcosa allora?», domanda di nuovo, con una smorfia che potrebbe essere tanto un sorriso quanto un broncio.
Forse, pensa Stefan, e quel pensiero lo sorprende. Scuote la testa, incolpando di nuovo l'alcool, la musica, la luna, il respiro di lei sulla pelle. «Pensavo che quel vecchio grammofono fosse rotto», commenta, invece di rispondere alla sua domanda. «E non ho idea di come un disco come quello possa essere finito in questa casa»
Rebekah sorride, si alza in punta di piedi e gli passa le braccia intorno al collo. «Ti ho già detto che mi accorgo subito quando stai mentendo», lo rimprovera, decidendo a sua volta di lasciare momentaneamente cadere l'argomento. «So che ti piace questa musica. E comunque mi devi ancora un ultimo ballo. Quello non l'abbiamo finito», sussurra, poi gli si stringe ancora di più addosso ed inizia nuovamente a muoversi in quel modo lento e sinuoso che anche Stefan ricorda fin troppo bene.
«Ma davvero?», mormora comunque, circondandole la vita con le mani e chinandosi fino a sfiorarle con le labbra prima il lato del collo, poi la guancia ed infine la bocca.
E questa volta Rebekah non trova nulla da obiettare sul modo in cui lui la bacia.

   
 
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