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Autore: _Aere_    02/11/2011    1 recensioni
Salve a tutti! La mia prima storia parlerà di un angelo e un diavolo che per amore dovranno affrontare tantissime situazioni. Sono molto giovane e se dovete scrivere qualche commento o critica fate pure! Grazie in anticipo e buona lettura.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era il 28 agosto, un giorno caldo, afoso. Ed eravamo io, lui e il vento. La distesa immensa su cui giacevamo ardeva, e quel lento fruscio delle fronde degli alberi rendeva quel posto “magico”. Il Sole faceva splendere la sua chioma color biondo ramato rendendola lucente, e faceva esaltare il colore limpido- verde dei miei occhi. Eravamo stesi sull'erba da ore: chiaccheravamo, ci prendevamo in giro e sentivamo scorrere il tempo più lentamente del solito, come se non passasse. Ammiravamo il cielo, di un colore turchese con qualche spruzzata di nuvola qua e là, e sentivamo il calore del nostro corpo aumentare come non mai. Eravamo rimasti bloccati lì, in prateria, con due biciclette che ormai erano da buttare. Ma questo fatto non mi dispiaceva. Anzi, mi rallegrava restare con lui lì, a fissare il cielo. -E ora cosa facciamo con le bici?-mi disse Daniel. Io subito pensai di lasciarle lì e di restare stesi sull'erba ancora per tanto tempo, ma sapevo che non era possibile. -Le comincerei a portare verso casa...- era la risposta peggiore che avrei potuto dare. -Ma è impossibile! La mia bicicletta ha la ruota anteriore bloccata! Come faccio a sollevarla e portarla per tutta quella salita? La tua invece... La mia era andata in pezzi. L'avevo comprata da pochissimo. Era un vero gioiello(e anche un vero affare!): costava 120 e la pagai solo 80 euro! Non osavo immaginare la faccia di mio padre dopo avergli fatto vedere quello che era successo... Si sarebbe infuriato, lo so. Ma non ci potevo fare niente: la mia testa, prima che la bicicletta si rompesse, era concentrata a pensare solo ad una cosa... lui. Non mi interessava il fatto che mi sarei potuta fare molto male se non avessi frenato su quella discesa pericolosissima. Mi interessava solo e solamente Lui. -Allora aspettiamo che qualcuno ci venga a prendere... Attendemmo a lungo, ma niente. Non arrivò nessuno. E intanto mi perdevo ancora di più nei suoi occhi: erano stupendi, non avevo mai visto qualcuno averli come lui; erano azzurri, ma di un azzurro tendente al grigio-limpido, erano tanto trasparenti che mi ci potevo specchiare e vedere oltre al mio riflesso anche la vita di noi due in quei ultimi quattro giorni. Si accorse che lo stavo fissando. E non fu una bella cosa! -Perchè mi guardi? -Stavo ammirando i tuoi occhi... Lo sai? Sono proprio bellissimi. -Grazie... Non sei la prima a dirmelo- lo disse accennando un lieve rossore sul suo viso. In quel momento una sveglia suonava dentro di me, qualcosa che mi sussurrava che quello era il momento, il momento della dichiarazione. -Senti Daniel, ti è mai capitato di provare qualcosa per qualcuno? -Si... Ma come mai questa domanda? No, non ci riuscivo... Quella frase non ce la faceva ad uscire fuori dalla mia bocca. No, era impossibile. Allora decisi di spiegargli tutto con un bacio... Questo fu il peggiore e l'ultimo dei miei sbagli. Non sapevo quello che stavo facendo e non lo avrei mai scoperto. Quando le mie labbra si appoggiarono sulle sue intravidii un bagliore di luce bianca attraversare il cielo e attraversare il mio corpo. In quell'istante sentii come se qualcosa di molto pesante mi calpestasse, o meglio, mi riducesse in minuscoli pezzi. E l'ultima cosa che riuscii a vedere prima di cadere nel mio sonno profondo furono i Suoi occhi, che da azzurri si erano trasformati in viola. E quel giorno, dal più bello della mia vita, si trasformò in quello della mia morte.
  
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