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Autore: telesette    05/11/2011    1 recensioni
Il dolore e la tristezza, assieme ai pensieri e ai ricordi, che affliggono la vincolata del dragone Arokh. Sulla tomba eretta in memoria di Delon, Rynn piange la scomparsa di suo fratello e di tutto ciò che ha avuto a cuore...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Drakan è un videogioco action-adventure, sviluppato da Surreal Software e ambientato in un universo High-Fantasy, semplicemente definito come Drakan dai giocatori. Finora, solo due titoli sono stati pubblicati:

DRAKAN - Order of the Flame ( 1999, gioco per PC )
DRAKAN - The Ancient's Gates ( 2002, gioco per PS2 )

INTRODUZIONE:
Arokh è l'ultimo degli antichi dragoni che facevano parte del leggendario Ordine della Fiamma, dove cavalieri e draghi si univano in un Vincolo per garantire la pace in un mondo devastato dalla guerra. Dopo essersi addormentato per più di seicento anni, Arokh viene risvegliato dalla coraggiosa guerriera Rynn. Entrambi stabiliscono una sorta di legame spirituale, attraverso l'antico rituale dei Cavalieri dell'Ordine, per poter affrontare e sconfiggere le orde dei mostri e salvare il mondo di Drakan da ogni minaccia.


Le Lacrime di Rynn

Immagine di: ~Mady94 su deviantART

Sconfitto Navaros, Rynn e Arokh fecero ritorno al villaggio della guerriera. La strage perpetrata dai Wartok non aveva risparmiato niente e nessuno: travi annerite e carbonizzate erano ciò che restava delle case date alle fiamme; i corpi senza vita di uomini e animali giacevano immobili, per la maggior parte “smembrati” e irriconoscibili; l’aspro odore di morte aleggiava su quella terra distrutta, come una fitta nebbia pestilenziale… Più nulla ormai sembrava ricordare a Rynn il luogo in cui era nata e cresciuta. 
Le possenti zampe di Arokh scricchiolavano ad ogni passo su quei miseri resti, una volta che questi fu atterrato in mezzo a quell’orrore. Rynn saltò giù dalla groppa del dragone, incapace di guardarsi attorno, e il cuore le si strinse al pensiero che quello era tutto ciò che restava del suo passato.
Arokh non disse nulla. Ora che si era vincolato con la guerriera, ormai comprendeva perfettamente ogni pensiero e ogni sensazione di quest’ultima, e il dolore che lei provava era anche il suo; anche lui era rimasto solo, con la caduta dell’Ordine e di tutti i suoi antichi compagni, per questo poteva capirla meglio di chiunque altro.

- Che cosa abbiamo vinto, Arokh ? - domandò Rynn, cercando di ricacciare dentro le lacrime.

Il drago non rispose, tanto il dolore della compagna era percepibile. Rynn si avvicinò a quello che restava della sua casa, un cumulo di macerie distrutte, e le sue mani sanguinarono nel tentativo di estrarre qualcosa. Le travi di legno erano troppo pesanti da spostare con le sue sole forze così, mentre ancora si ostinava a rimuovere l’ostacolo, Arokh le spinse via quasi fossero degli innocui bastoncini di legno. Grazie al suo aiuto, Rynn riuscì a rinvenire quei pochi oggetti che erano scampati al crollo. Si trattava solo di giocattoli di legno rozzamente intagliati tuttavia, non appena li ebbe riconosciuti, non fu più in grado di trattenere le lacrime… Quei giocattoli una volta erano appartenuti al piccolo Delon.
Stringendo forte quelle cose contro il petto, Rynn scoppiò a piangere sommessamente. Arokh non poteva consolarla in alcun modo, poteva solo unirsi a lei nel dolore e piangere in silenzio la tragica sorte del suo fratellino. Malgrado la loro corsa disperata per impedire la resurrezione di Navaros, non erano riusciti ad arrivare in tempo e Delon si era perso per sempre, inghiottito da un abisso di oscurità senza fine. Tutto quello che rimaneva di lui adesso erano quei pochi giocattoli, ricordi e immagini di un passato ormai lontano…

 

***

 

- Rynn… Rynn, aspettami!
- Non correre così, Delon, o rischi di…
- Ahio!
- … Cadere!

Rynn non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Delon si rialzò immediatamente e si avvicinò alla sorella, stringendo in mano eccitato la sua spada di legno. Non appena le fu accanto, Rynn si chinò a guardarlo con il sopracciglio sollevato.

- Cosa vorresti fare con quella ?
- Voglio combattere anch’io contro i Wartok - rispose il piccolo. - Anch’io voglio proteggere il villaggio, proprio come te!
- Sei troppo giovane - gli fece notare Rynn. - Dovrà passare almeno qualche altro anno, prima che tu possa incrociare la spada con quelle teste di cinghiale!
- Ma non è giusto - protestò Delon energicamente. - Sei mia sorella, devo proteggerti, non è giusto che tu combatta da sola!

Lo sguardo accigliato di Rynn si distese, per lasciar posto ad un’espressione molto più addolcita. La guerriera cinse le spalle del ragazzo con entrambe le mani e gli stampò in fronte un dolce bacio affettuoso.

- Ma infatti non combatto da sola - spiegò lei sottovoce. - Ho il mio “eroico” fratellino che pensa a me e mi protegge…
- Dai, non prendermi in giro!

Rynn sollevò le mani a mo’ di scusa. Anche se si divertiva a prenderlo in giro, in verità era commossa dai sentimenti del piccolo; Delon era tutta la sua famiglia, il suo bene più caro e prezioso; era per lui che aveva scelto di diventare una guerriera, in modo da assicurare protezione a lui e al villaggio, e per lui avrebbe continuato a combattere per sempre…

- Ti voglio bene, Delon - sussurrò Rynn, abbracciando forte il suo corpo esile. - Ti voglio bene!

 

***

 

La spada conficcata nel terreno, assieme al suo giocattolo di legno, segnava il punto ove Rynn avrebbe lasciato memoria di Delon e di tutto ciò  che lui aveva significato nella sua vita. Non era nemmeno riuscita a piangere sul suo corpo, tanto era stata incapace di proteggerlo e impedire che precipitasse in quell’abisso senza fondo. Tutto ciò che rimaneva del suo passato era sparito, assieme al villaggio e ai suoi amici, e quella tomba vuota simboleggiava fin troppo grande il suo fallimento. A lungo Rynn rimase in silenzio, incapace di rialzarsi e reagire, l’unica cosa che voleva era sentirsi libera di sfogare tutto il suo dolore. Delon non c’era più, il villaggio non c’era più e tutto ciò a cui teneva era sparito… Tutto a causa della sua debolezza! Piangere non le avrebbe restituito i suoi cari, ma l’avrebbe resa più forte per il futuro. L’unica cosa che poteva fare adesso era liberarsi di quel dolore che le pesava sul cuore, assieme alle lacrime che le rigavano il volto.

FINE

   
 
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