“Sai che è da ragazzine, vero?”
Riappoggiandosi allo schienale della poltroncina imbottita della caffetteria, dove aveva appeso l’impermeabile verde oliva, la donna minuta che aveva appena parlato tornò a sorseggiare il tè per nascondere un lieve sorriso. La sua interlocutrice, alta e magra e con indosso (nonostante si trovassero all’interno di un locale) una lunga giacca bianca sistemata in modo da non toccar terra, sbatté le palpebre un paio di volte mentre posava la tazza del caffè nero sul tavolo.
“Percepisco fooorse un implicito commento sull’età?”, replicò senza la minima traccia di offesa nella voce. Ai suoi piedi, sporte e buste di carta si affollavano come a reclamare attenzioni.
“Nah, mi conosci. E poi io ho la stessa”, la rassicurò Jowd, sempre sorridendo. “Ma fra lo shopping selvaggio a ogni arrivo della bella stagione, di una promozione o di tutt’e due le cose assieme e la tua scelta dei capi di abbigliamento, sembri averci preso gusto a schivare qualunque sguardo un minimo interessato, se capisci cosa intendo”. Sorrise con aria sorniona. “A proposito, ma tu e Lynne...”
“So che ti diverti a generare idee improbabili, quindi fermati subito, ‘k?”, saltò su Cabanela facendo no con un indice affusolato.
Jowd sventolò entrambe le mani a palmo aperto davanti a sé. “D’accordo, d’accordo, domandavo solo”. Poi divenne pensierosa. “Secondo te, sarebbe cambiato qualcosa da uomini? Sul lavoro e nella vita, intendo”.
L’altra non parve colpita dalla domanda. Si limitò a una breve pausa prima di rispondere: “Io starei facendo esattamente lo stesso, se mi conosco”. Infilò i gomiti piegati dietro lo schienale, accavallando le gambe. “Al massimo stasera assaggerei una cena preparata dalla tua senz’altro adorabile mogliettina anziché, uhm, aiutaaarti a prepararla”.
A quelle parole, Jowd si riscosse dalla riflessione in cui era immersa e, sbuffando per non ridere, iniziò ad alzarsi e a recuperare il cappotto. “Come no. Si passa di sotto a prendere il dolce per dopo...?”, propose, senza attendere i previsti cenni di entusiasmo prima d’incamminarsi.
Con un movimento fluido e aggraziato, Cabanela si alzò e assieme depositò le monete sul vassoio del cameriere che aveva chiamato, pagando per entrambe senza ammettere repliche. Accodandosi all’amica, ne guardò fisso la schiena e scosse la testa, gli occhi socchiusi e gli angoli delle labbra sollevati. Promozione? Shopping compulsivo? Tutto molto bello, certo, ma di secondo piano. Jowd e la sua compagnia, qualche passo di danza per dar la carica alle giornate, un guardaroba impeccabile e un caffè bollente sulla scrivania dell’ufficio personale: da qualunque angolazione lo vedesse, il quadro le pareva già perfetto così.

***

Non so se preoccuparmi del fatto che il mio primo contributo sezionale sia una gender bender, per quanto sacrosantamente ispirata al mio cosplay preferito di Lucca 2011 XD La frase iniziale proviene da questo splendore qui, un adorabilissimo regalo di compleanno da parte di crimsontriforce che mi sembrava il punto di partenza migliore per cominciare un’altra fanfiction per un’occasione particolare; vedetelo, se volete, come qualcosa che avviene simultaneamente in un universo parallelo, molto parallelo (del genere “Intanto, in un’altra dimensione...”). She!Cabanela è chiaramente quella che avevo più nitida in mente fra le (i?) due, forse perché ne ho indossato i panni e ho dunque avuto modo d’immaginarne meglio un’eventuale versione femminile. A occhio e croce, non ho naturalmente cambiato il contesto in sé della storia né alterato troppo i caratteri, perché era quel che m’interessava comunque scrivere (a voi decidere se questo episodio appartenga al futuro “mai accaduto” o a quello riscritto da Sissel), quanto i ragionamenti, le motivazioni interiori e alcuni dettagli del rapporto tra i due personaggi. Non sono altrettanto sicura di aver azzeccato she!Jowd, a dir la verità, ma forse perché nel suo caso già mi risulta vagamente imperscrutabile all’origine (nonostante sia un gran figo).
Detto questo, qualche noterella sparsa sul background modificato:

• Sì, Jowd è diventata “minuta”. Come donna, preferisco immaginarla così e riesce comunque a far contrasto con la corporatura dinoccolata del/la partner;
• Circa la sfolgorante carriera di Cabanela nella trama del gioco, è logico supporre che una donna che vuole ed è in grado di salire ai piani alti della gerarchia debba faticare il doppio per arrivarci con le proprie forze e ne vada dunque decisamente più orgogliosa dell’atteggiamento “whateeeever” dell’originale. L’osservazione ipotetica di Jowd, oltre che un ovvio richiamo al mondo del gioco, è un riferimento a tale situazione;
• Per mantenere il vago elemento d’infatuazione (chiaramente comunque senza seguito) fra mentore e pupilla ho supposto che in quest’universo Lynne sia un ragazzo e che il rapporto fra lui e Cabanela si avvicini a quello fra Phoenix e Mia (senza offesa per quest’ultima, naturalmente X°°°°D );
• Più che essere amiche/rivali, le due hanno stretto un forte rapporto di sostegno reciproco dato l’ambiente delineato più sopra in cui si sono trovate a doversi destreggiare;
• On a random note, analizzando un po’ il personaggio sono giunta alla conclusione che Cabanela allunghi le vocali quando sta facendo scena e secondo me questo suo particolare vezzo andrebbe utilizzato nelle fic in base a tale constatazione. C’ho provato, ma non sono sicura di esser sempre riuscita ad applicare la regola XD

La prossima fic, se ce ne sarà una, verterà sulle versioni regolari dei personaggi. Promesso. Questa è dedicata alla mia insostituibile she!Jowd, naturalmente. :3