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Autore: kutinjiu    06/11/2011    1 recensioni
La storia della vita di Raistlin raccontata nella sua interezza, dalla nascita alla morte, passando per tutti gli episodi più importanti ed osservando il comportamento degli altri attraverso il suo punto di vita amaro e sarcastico.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La Busta Scarlatta

Il giorno successivo, Caramon entrò nella camera del gemello per svegliarlo; era inusuale che non fosse già vicino al Vallen, immerso nelle meraviglie che descrivevano i suoi libri di magia.
Il letto di Raistlin era tutto scomposto, di lui non c'era traccia.
L'omaccione conosceva le frequenti stranezze del mago, probabilmente aveva trascorso la notte esercitandosi in qualche luogo misterioso.
Questa volta sospettava che ci fosse qualcosa di serio sotto quell'assenza, era da mesi che non lo vedeva recitare incantesimi.
Gli cadde lo sguardo su una busta scarlatta che era lì da alcuni mesi, appoggiata delicatamente in mezzo ad una confusione di intrugli ed oggetti esotici, ingredienti e strumenti utilizzati nelle formule magiche più potenti del fratello.
La cura particolare con la quale quella busta era stata collocata, alimentò la curiosità di Caramon.
Il resto della stanza era in balia del caos più totale.
Tutti gli oggetti che solitamente ornavano la camera, conferendole un'atmosfera tetra e mistica, giacevano sul pavimento.
Molti di essi erano in pezzi, il loro contenuto dai colori spenti riversato ovunque.
Sembrava quasi un campo di battaglia, come se una belva fosse irrotta in camera in preda ad una furia cieca.
Il guerriero decise di aprire la busta, spinto dalla curiosità e dalla volontà di proteggere la sua famiglia, per quanto piccola e distaccata potesse essere.
Una leggera scossa lo colpì quando sfilò la lettera contenuta nell'involucro scarlatto.
Caramon la gettò a terra spaventato.
Rimase immobile per alcuni minuti, pregando di non aver scatenato un sortilegio che difendeva quel comunicato misterioso.
Quando udì una risata roca dietro di sè, pensò che una creatura infernale fosse giunta ad eliminarlo.
Emise un sospiro di sollievo al riconoscere quella voce pungente ed amara che commentava: "Noto che i Cavalieri di Solamnia sono gli unici guerrieri a possedere un po' di onore. Pretendere di mantenere i proprio segreti con te è impossibile, giusto fratello?".
"Non mi meraviglio che voi maghi siate malvisti a Krynn, mettete i vostri segreti in bella vista solo per ostentare superiorità" replicò Caramon.
"Anche gli Dei a volte hanno dimostrato apertamente la propria onniscienza ma nessuno li ha mai accusati di essere vanesi o ipocriti" puntualizzò con risentimento Raistlin, fissando intensamente l'altro.
"Almeno non prima del Cataclisma..." borbottò il guerriero, volgendo lo sguardo distante da quegli occhi, profondi ed impenetrabili.
Dopo un breve silenzio, nel quale i due gemelli ripensarono ai terribili flagelli scatenatisi sul loro triste pianeta, Raistlin permise al fratello di leggere il contenuto della busta, dello stesso rosso delle sue Vesti.
Era l'autorizzazione a sottoporsi alla Prova, firmato da Antimode e Par-Salian.
Caramon volse lo sguardo sul viso pallido e scavato al gemello, implorandolo silenziosamente di non partire.
Il mago estrasse un pugnale dal borsello, a quanto pare non conteneva solo semplici catalizzatori magici, come tutti avevano sempre pensato.
Con voce flebile, Raistlin dichiarò: "Ho perso tutte le ragioni per non farlo".
Il guerriero si lanciò in avanti, nel vano tentativo di farmare quell'atto estremo.
L'arma, tuttavia, aprì solo una lieve ferita in quel corpo gracile.
Attingendo con l'indice ossuto ed affusolato al sangue che fuoriusciva dal taglio, l'Usufruitore di Magia siglò la lettera con le sue iniziali.
Recitata poi la formula rituale, e rimessa la carta nella busta, quest'ultima scomparve in una vampata priva di calore.
Solo un po' di cenere rimase sul pavimento, come un triste promemoria di ciò che era stato accettato dal giovane prodigio.
Il mago prese dal tavolo in disordine alcuni ingredienti per preparare un rimedio che curasse in fretta la ferita.
A Solace, si mormorava che Raistlin usasse alcune erbe maledette e radici derivate da antiche piante nutritesi del sangue di guerre scoppiate in tempi remoti.
Comunque fosse, avevano salvato innumerevoli volte gli abitanti del villaggio e la scorta di Flint, dunque nessuno lo aveva mai criticato per la sua dubbia morale.
Nessuno aveva rimpianto troppo la scomparsa dei Chierici grazie alle sue abilità di erborista, anche se il sapore delle tisane del mago era spesso peggio del dolore patito dall'infermo.
Non si capiva se mettesse di proposito, spinto da un sadismo perverso, ingredienti per rendere disgustosi quegli intrugli.
Quando era lui a berli, non emetteva nemmeno una leggera smorfia.
"Domani partirò per la Torre dell'Alta Magia. Devo affrettarmi, la Prova inizierà la notte del plenilunio" affermò Raistlin.
"Ma Solinari era piena qualche giorno fa, abbiamo ancora molto tempo" obbiettò Caramon.
"Non è quella la luna che devo considerare, credi davvero che io sia così sprovveduto?" lo rimproverò il fratello.
Timoroso della risposta, l'omaccione trovò il coraggio di chiedere: "Parli di Lunitari, la luna di Gilean, il Dio della Neutralità, vero...?".
Un'ombra passò sul volto del giovane, ma poi con un sorriso disse: "Ma certo, di quale altra luna vuoi che parli, sciocco?".
"Di Nuitari, la luna Nera della Malvagità..." avrebbe voluto replicare il guerriero, ma si tenne le sue preoccupazioni per sè stesso, confidando ancora una volta nella bontà presente nel gemello.
"Comunque, volevi dire che PARTIAMO domani... se fai errori lessicali in proposizioni così semplici, allora è meglio che ti ripassi le tue formule magiche, sai!" lo schernì Caramon.

In realtà, il mago partì quella notte stessa.
E, come è già stato detto, Caramon lo aspettava in strada, come un fedele cane da guardia.

Conosceva bene suo fratello.
Tuttavia, vedendolo combattere con tanta freddezza durante la Prova, stava iniziando a dubitarne.
Aveva mai cercato veramente di capirlo, piuttosto che conoscerlo?
Probabilmente la risposta gli sarebbe giunta presto, ma questo non lo confortava minimamente.




  
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