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Autore: Revel    09/11/2011    1 recensioni
Conìade, donna greca, era la figlia segreta di Achille Figlio di Peleo.
Protasi:
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunta sulla terra l'Aurora dalle dita rosate
la giovane coniate, che il tempo lasciato non aveva
Giunse, per volere del divin Zeus saettatore,
all'accampamento Greco.
"Oh Coniade, donna dalle oltraggiose labbra lucenti.
Non rinnegarmi come padre, ma amami come guerriero
poichè contro i Troiani dai pepli fluenti io comunque andrò.
Rendi grazie a Zeus Dio del tuono, affinchè io possa a casa
ritornare e rivederti e piangere ancora una volta con i  cari
i Danai caduti in battaglia.
E rendi grazie, oh Conìade, a Bacco, Dio del Vino ed Apollo
Dio della poesia e della ragione, affinchè non possiamo giovare
delle cose che i sommi dei ci offrono potendo godere di esse
anche da sobri"- disse il Pelide Achille con mielose parole.
Conìade si inchinò al padre baciando le sue giovani mani
vecchie per la sua vita*, poi si alzò e disse con voce calma e fiera:
"Padre, Neottolemo, tuo primogenito, oggi, in battaglia, ha mostrato gran coraggio;
egli nobile sia nell'animo sia nel corpo dimostra una gran dimestichezza co l'armi bronzee.
Egli ha ucciso molti eroi troiani tra cui Antife figlio di Artarione, Colpìade figlio adottivo di Demostife, l'Antriade
e molti altri ancora perirono sotto la sua spada.
A testa alta ora egli cammina, ed inoltre mostra una grande Astuzia nel creare strategie.
Ora, egli, giace sotto gli insegnamenti di Odisseo
e bramano insieme la conquista di Troia dalle belle mura.
Padre, cedi le armi del tutto e ritirati da questa battaglia.
Ricordi quando mi raccontasti che dalla casa di Peleo
tanti doni portasti?
Ora il mio cuore è succube e non vede l'ora di liberarsi
delle urla e della morte che ingannevolmente vuole prenderci
e vuoi portarci nell'Ade, ove Caronte traghettatore è pronto a condurci
al di là della sponda"- Disse la figlia chinandosi ancora.
"Figlia, prima di tutto Donna, non dimenticare
ma tieni nella tua mente chiusa il pensiero che io sono tuo padre
e che il mio volere è sacro. Non abbandonerò la guerra fino a quando
l'Atride Agamennone, il perfido, il bugiardo, colui che ha il cuore di cervo,
non perisca sotto il bronzo di Ettore, che valoroso anch'egli combatte per la Patria.
Non temo la morte, ed il mio pensiero vaga nella possibilità che l'Ade
se mi avrà, riceverà un'anima con cui farsi vanto e sfoggiare la propria ilarità.
Conìade, figlia amata, resta qui con me, poichè questa sarà l'ultima notte che tu vedrai
il corpo di tuo padre". Disse il Pelide, remunerando i pianti di Patroclo.*





1* per la sua vita: Se conoscete i "Fasti" dell'Iliade di Omero (Presunto scrittore di essa) sapete di certo che Achille, immerso dalla madre nel fiume, divenne immortale, tranne nel punto per cui era stato trattenuto ossia il famoso tallone ed in seguito gli Dèi posero l'eroe dinnanzi ad una scelta: Avere vita breve e grandi glorie, o via corta e poche e semplici soddisfazioni. Quindi in questo caso sarà "Si inchinò al padre baciando le sue giovani mani anche se vecchie per la durata della sua vita".
2* Quando Patroclo, migliore amico di Achille, andò dal Pelide per chiedere le sue armi, egli pianse prima per i morti in battaglia.
  
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