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Autore: Brenda_    10/11/2011    3 recensioni
storia che partecipa al contest indetto da Hoon98
iuppii!! finalmente l'ho finitaa!!
tutti -.-""" credici, sarebbe stato meglio se non l'avessi scritta...
... ^^" ma io sono sadica, e la pubblico lo stesso, tanto per farvi soffrire.
spero vi piaccia, l' intento è quello, visto che se lo riterrete orribile la mia vita sarà terminata, perchè parla di un argomento fragile, sadico e chi più ne ha più ne metta.
naturalmente non vi commuoverete e mi inseguirete fino in capo al mondo con forconi e taniche di benzina per darmi fuoco.
*saluto militare ai suoi oggetti più preziosi*
*infila basco alla che guevara e inizia a postare il capitolo*
-... sento come un mattone nello stomaco, una congestione di sentimenti. perchè te ne sei andato?-
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E va bene. Vi prego. Non mi linciate per aver scritto una simile idiozia.
Nagumo: l’ hai scritta tu, di cosa ti lamenti?
*tappa la bocca a nagumo*
*sorride*
Ehmh.. spero che non mi vogliate male dopo averla letta… perché parla di una cosa  veramente brut..
*nagumo trascina via la pazza che sta rivelando al mondo intero quello che ha scritto*
*da lontano si riescono ancora ad udire le sue urla  mentre cerca di giustificare le cazzate che ha scritto*
Vi prego.*distribuisce sacchetti per il vomito* vomitate lì dentro, non sul computer.
Haruna singhiozza senza più un controllo.
Le poggio una mano sulla spalla e punto lo sguardo sull’anestesista, appena uscito dalla sala operatoria.
Mi guarda straripante di compassione.
-mi dispiace. Abbiamo fatto il possibile, ma non ce l’ha fatta…-
Cosa?! No. Non ci credo. Non ho il coraggio.
-credo di non aver inteso-
-Jordan Greenway è morto. Il suo cuore non ha retto. Sono estremamente dispiaciuto. Il primario ha tentato di tutto, ma la pallottola aveva già danneggiato l’aorta. Appena l’abbiamo richiusa un gett…..-
Smetto di ascoltare.
È ovvio che il medico stia scherzando.
Non è il mio dolce pistacchietto quello abbandonato sul lettino. Non è suo il braccio che sbuca da sotto il lenzuolo.
È un errore. Uno sbaglio madornale. Sarà un tipo che gli assomiglia, oppure è uno dei suoi stupidi scherzi.
La mia mente entra in una ovattata sensazione di impotenza.
Ho perso il controllo. Il corpo si muove da solo.
Non sono colui che spinge malamente da parte lo specialista e che fa irruzione nella maledetta stanza.
Non sono io quel ragazzo che scopre con violenza il lenzuolo che ricopre il corpo.
È come se stessi guardando tutto dall’alto, o attraverso una porta.
Non sento niente. Non ascolto nulla. Ogni cosa non ha improvvisamente volume.
 
Quegli occhi… profondi come gli abissi più bui, ma che si accendevano di luminose splendenti scintille di vita quando si parlava di argomenti che lo toccavano nel profondo.
Già. Quegli occhi. Gli occhi di Jojo.
Proprio quelle pupille adesso sono spente. La luce le ha abbandonate. Un vuoto le riempie, e rispecchiano il baratro senza fine che si apre nel mio cuore.
E ingoia tutto. Ogni emozione.
Tranne il dolore. Immenso. Un pugno nello stomaco, senza respiro. Il cuore in mille briciole.
Mi chiedo se un giorno potrò mai rimettermi da tanto sconforto. Voglio urlare al mondo la sua ingiustizia.
Ma non lo faccio, non trovo le parole. E il dolore non vuole andarsene.
Provo una sensazione di assurdità totale, e capisco che è proprio così che ci si sente.
Di colpo svaniscono tutte le possibilità.
Una vita piena di progetti, discussioni appena abbozzate, desideri non ancora esauditi si spegne in un secondo, e non rimane nulla. Non c’è più niente da fare. Non si torna indietro.
una fiammella si spegne di colpo, e tutto diventa nero.
Non so piangere. Tutto si è fermato, è in attesa,  si crogiola nel dolore, ed è immobile.
Come Midorikawa.
Haruna vicino a me crolla inginocchiata al suo fianco; gli prende la mano, la stringe. Lacrime calde bagnano il corpo ormai gelido di quel dolce piccolo eroe.
Affiorano nella mia mente tutti i ricordi che ho del principio della fine.
Celia che, a terra  e con la gonna alzata, i lividi violacei che pulsavano  sulle braccia, teneva  lo sguardo fisso nel vuoto, come una bambola di porcellana, inanimata.
Accanto a lei Jordan. Il petto insanguinato.
Un pettirosso d’inverno.
Intorno, giornalisti e poliziotti accorrevano come api sul miele.
Dalla ricostruzione dei fatti apprendo che un ubriaco aveva cercato di rapire la nostra amica, e che Jordan si era messo in mezzo.
Lo sparo echeggiò nella notte.
Le stelle videro un ragazzo esile   portarsi la mano sul cuore, come un soldato fedele, e cadere all’indietro come una marionetta, con gli occhi rivolti al cielo…
Un conato di vomito rischia di far cadere la maschera dietro la quale mi sto nascondendo.
Non riesco più a sopportare di stare in quella camera, prendo il cappotto e mi affretto verso l’uscita. Volto le spalle alla realtà, voglio solo fuggire.
L’aria pungente di inizio novembre mi sferza il viso.
Mi incammino verso un destinazione che ancora mi  è sconosciuta.
Le lacrime non accennano ad uscire. È tutto convogliato nella pancia. Sento come un mattone nelle viscere.
Un blocco. Una congestione di sentimenti.
Quante saranno le persone che devono a Jordan la vita?
Troppe. Me compreso.
-ma che fai?!-
-non ha più un senso vivere, Mido_san. Abbiamo perso. Sono finito-
-ma sei scemo o cosa?-
-la mia esistenza è inutile. Tanto vale togliere a mio padre il peso di un altro inetto dalla coscienza.-
-ehi. Hiroto. Sai perché non puoi tagliarti le vene? Il tuo corpo non è solamente di tua proprietà.
Tu appartieni alle persone che ti amano; pensa a che atto egoista stia commettendo. Immaginati Bryce, Nagumo, Ulvida e tutti gli altri. Alle loro facce e al vuoto che creeresti morendo.
Pensa a me.
E poi abbiamo un patto, credo tu non voglia infrangerlo.-
-grazie, vorrei prendere sul serio le tue parole, ma non posso. Dove credi che andrò una volta esiliato da questa scuola? O, se non mi cacciano subito, quando l’accademia verrà distrutta dai potenti della terra?-
-siamo tutti nella stessa condizione, e proprio per questo dobbiamo trovare nella nostra debolezza un punto di forza… insieme, come abbiamo sempre fatto, ce la caveremo. Ah, e se solo provi ad inciderti le vene un’altra volta ti uccido.-
il tintinnio della lametta sul pavimento e il tonfo di due ginocchia che si appoggiano violentemente a terra, gocce di luce che mi bagnano il viso.
Il nostro patto… la voce di Jordan invade i miei pensieri.
che bello il mare oggi…-
-già.. guarda, le stelle si ammirano vanitose nel suo specchio.-
-tu cosa vuoi fare una volta uscito da qui?-
-non lo so. Sinceramente.. insomma, ho solo otto anni! E tu?-
-io voglio una mamma. Un papà. Dei fratelli. Una famiglia che mi ami per quello che sono. Voglio lasciarmi alle spalle il passato.-
-e anche io con esso?-
-Hiroto Kiyama, tu non puoi essere dimenticato. Sei stato l’ancora sicura, il punto fermo di tutti gli anni che ho passato qui. Tu sei, eri e sempre sarai il mio migliore amico.-
-promettimi una cosa. Anche se la vita ci separerà non ci dimenticheremo mai degli attimi trascorsi al Sun Garden.
Che faremo di tutto per rimembrare, ovunque saremo, la nostra amicizia, e il profondo legame che ci unisce, tutto ciò che ci siamo confidati, che non lasceremo scappare via dalla nostra memoria un volto, un sorriso o un nome di quelli che adesso sentiamo ogni giorno…-
-… noi insieme conquisteremo il mondo-
Infatti.
Uniti.
Insieme.
Ho paura di guardare dentro me stesso e vedere cosa sta succedendo, anche se stavo per porre la parola fine alla mia esistenza non so se ci credessi sul serio.
Tutti i pensieri che mi avevano portato ad una simile decisione erano stupidi. Senza senso.
Non avevo mai provato dolore, la sofferenza era qualcosa  che capitava agli altri, una situazione irreale, da guardare da lontano. È così per ogni singolo abitante di questo minuscolo pianeta.
La vediamo ogni giorno, la sofferenza, per le strade, nei negozi, alla televisione, ma non è un problema nostro. La osserviamo manifestarsi davanti al naso della gente, ma è solo un motivo per mostrarci compassionevoli nei loro confronti. Nulla più.
Quando bussa alle nostre porte, però, non possiamo tirarci indietro con una scusa.
Dobbiamo affrontarla a testa alta. Ma è impossibile. Assolutamente irrealizzabile.
Nasce dentro i nostri corpi e ci piega su noi stessi, come pupazzetti di carta lasciati troppo all’aria aperta.
La vita è una cosa straordinaria, e ce ne accorgiamo solamente in punto di morte.
Perché stamattina sono morto anch’io. Siamo morti tutti.
Jordan si è portato via ogni cosa: la felicità, il calcio, che senza lui non ha più un senso, le risate.
Rabbrividisco al pensiero che non udirò più quelle risa cristalline, che salivano direttamente dall’anima. Illuminavano i visi di coloro che si trovavano accanto a lui….
Sto annegando nei ricordi.
Mi riscuoto appena in tempo per vedere due bambini che giocano a pallone, sfidando l’aria novembrina che diviene sempre più gelida ogni secondo che passa.
E il mio cuore già sanguinante si rompe definitivamente.
Boccheggio.
Quei minuscoli sprazzi di vita hanno i capelli verdi e rossi.
Le gambe mi cedono.
Crollo su una panchina, e penso che in fondo la nostra esistenza è così: disperazione, ma anche bellezza.
Piccoli, fugaci frammenti di tempo in cui ci è permesso osservare il risultato dei nostri sforzi.
I volti dei bimbi si continuano a sovrapporre a quello mio e di Midorikawa al Sun Garden.
Quando eravamo ancora inconsapevoli di ciò che la vita ci avrebbe riservato.
Un senso di perdita. Ora sono solo al mondo. Tutte le facce che incontro mi sembrano ostili, niente ha più un senso ormai. Non mi troverò più  a mio agio, ovunque andrò.
Ogni cosa è fredda, gelida, senza calore.
-me secondo te cos’ha quel tipo?-
-bho.. sembra in trance…-
-si, ma guarda proprio noi.. siamo così interessanti?-
-attento! Ahah, ti ho fregato. Ed ecco Jesse che con un bellissimo colpo di tacco ha scartato l’avversario, sfrutta la dinamica dell’azione, calcia il pallone, che traiettoria perfetta! Gooaalll!-
-uffa.. però non è giusto..- brontola l’altro
Quella risata.
Sono impazzito.
Me è la stessa. Impossibile. Incredibile. Sto sognando.
-Jordan? Sei tu?-
-scusi, ma si sente bene? Qui non c’è nessun Jordan..-
- sono Hiroto, non ti ricordi?-
-ehmh… io ho solo sei anni.. dovrei ricordare?-
-Jesse, vieni. Questo qua è completamente matto. Se ti rapisce mamma fa il culo a me. Andiamo.-
E spaventate, le nostre fotocopie si allontanano, forse è meglio tornare in ospedale.
 Appena varco l’entrata le guance si arrossano e tutto il sangue sembra affluire lì.
C’è un piacevole calduccio nell’atrio. Un tepore che però non riesce a sciogliere il masso di ghiaccio che si sta impadronendo di me.
Mi dirigo verso la stanza 342, e trovo Haruna come l’avevo lasciata.
Le dita intrecciate alla mano di Jordan.
Le sue gote sono ancora rosse.
Quelle di Jordan non lo diventeranno più.
Mi avvicino a Celia. La prendo per la vita e la aiuto ad alzarsi. Con il dorso della mano le asciugo le lacrime, non riesco ad immaginare il senso di colpa che la sta consumando in questo momento.
-… se non avessi insistito per andare a prendere quel libro.. forse.. sarebbe ancora qui.. si era imposto per accompagnarmi. Mi aveva detto che era tardi e che era pericoloso.. e io invece di sentirmi onorata del suo aiuto, ero incazzata.. l..le ultime parole che gli ho urlato sono state non ti sopporto! Capisci?! … se non fossi stata così testarda.. è tutte col..colpa mia.. avrei dovuto esserci io al suo posto, e invece lo sparo ha.. ha beccato lui. N..non credo d..di riuscire a…-
Ormai non parla più, i singhiozzi sono troppo forti e frequenti.
Le prendo la mano e le accarezzo i capelli.
-shh.. non pensarci più.. dormi Haruna_chan, ne hai bisogno. Jordan si è sacrificato per la tua vita. Non sprecare il dono che ti ha fatto.-
-non p ..posso.. no! Non voglio che lo portino via- apre gli occhi e cerca di fare resistenza per ritornare accanto a Jo. Ma è distrutta, e crolla nelle mie braccia, come una bambina piccola. I suoi sogni sono agitati, e temo che sarà così per molto tempo ancora.
La guardo, e come ogni volta mi stupisco di come sia morbida la sua pelle, di quanto i capelli profumino di sottobosco e zucchero filato.. proprio come quelli di Midorikawa… sposto lo sguardo su Jordan, e qualcosa finalmente, dentro di me si smuove. Piango. Come un bambino.
Per te.
Addio, mia anima gemella, cavaliere senza macchia né paura; non hai temuto il sacrificio estremo.
Ti cullino gli angeli, ti auguro la più intensa felicità, e tutto l’amore di cui il tuo animo così sensibile ha bisogno, quello che i tuoi genitori non ti seppero dare.
Qualche volta ricordaci.
E guarda noi, piccoli terrestri, che viviamo, soffriamo, cadiamo e troviamo la forza di rialzarci per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo imposti.
Illumina i nostri passi.
Consolaci, se piangeremo.
Scaldaci, se avremo freddo.
Non dimenticarti dei tuoi amici.
Quelli che non riescono a rassegnarsi alla tua perdita. Che ancora giurano di vedere i tuoi occhi tra le stelle o che si tirano i pugni in testa quando sono sicuri di aver visto una chioma color pistacchio voltare l’angolo.
Di quelli che, come me, ogni volta che vedono due bambini che giocano a calcio scoppiano in lacrime, ricordando i nostri momenti felici.
Di quelli che sentendo una risata non riescono a non pensarti.
E, soprattutto, non infrangere la nostra promessa. Non lasciarti sfuggire le voci allegre di Suzuno e Nagumo mentre si picchiano; di Terumi che canta sotto la doccia. Delle mie urla ai tuoi scherzi.
Delle storie di paura, degli abbracci, dei giorni speciali che mi hai permesso di trascorrere.
Del mio sorriso.
Ricorda la vita che hai salvato, che crescerà, si sposerà, ma che ogni sera penserà  a te, al suo eroe.
-Non preoccuparti Jojo- sussurro.- non cercherò più di porre fine alla mia vita; perché d’ora in poi andrò alla ricerca della bellezza. Che si trova qui.
Al centro esatto del mio cuore.
 
*angolo di questa deficiente senza un briciolo di umanità*
o.O non ci credo.
Se state leggendo qui vuol dire che non vi siete suicidati nel leggere questa shot.
*stringe la mano a tutti quelli (pochi, veramente pochi) che non si sono depressi leggendo questa cretinata che ha ancora il coraggio di chiamare shot*
Sono sicura che non potrà nemmeno concorrere con le altre che partecipano al contest.
Beh, però sono felice di partecipare. E vinca il migliore :)
*ritira i sacchetti per il vomito e si allontana saltellando*
Tutti, ma proprio tutti: poveretta..-.-“”
 

   
 
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