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Autore: Mushroom    11/11/2011    2 recensioni
"Il suo sguardo è fisso su di te, privo di gioia, privo di rancore, carico di infantile curiosità. I suoi pensieri sono troppi, in sincronia l’uno con l’altro, e ancora una volta non sai cosa dedurre. Lo fissi, sudando freddo, stringendo le mani in pugni carichi di silenzi. Parole mai dette, urlate in un’orchestra senza musica: sbagliata, fredda, statica, impregnata di quel fetore di disperazione. Storci il naso e scuoti la testa. Neghi, nonostante tutto."
[Post-R2 | Leggermente (?) Nonsense]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lancelot

«Conosci il destino di Lancillotto?»
Inclina la testa di lato e sogghigna, padrone di se stesso. Il suo sguardo è fisso su di te, privo di gioia, privo di rancore, carico di infantile curiosità. I suoi pensieri sono troppi, in sincronia l’uno con l’altro, e ancora una volta non sai cosa dedurre. Lo fissi, sudando freddo, stringendo le mani in pugni carichi di silenzi. Parole mai dette, urlate in un’orchestra senza musica: sbagliata, fredda, statica, impregnata di quel fetore di disperazione. Storci il naso e scuoti la testa. Neghi, nonostante tutto.
Le sue dita accarezzano i pezzi; si soffermano sul re, sulla regina, l’alfiere e, infine, il cavallo. La lancetta gira, veloce, sotto lo sguardo di trentadue combattenti di finta fattura. Sono posizionati a loro volta su sessantaquattro caselle, pronti ad essere mossi.
Hai sempre odiato quel gioco, così ricettivo e poco pratico. Negli scacchi è sempre tutto così difficile, impossibilitato dal cambiamento della follia umana. Preferivi l’azione diretta, non programmata: quella che porta l’adrenalina a schizzare nelle vene, che alterna le percezioni, che è cruda e diretta.
Lelouch continua a sorridere. Lui, invece, quel gioco l’ha sempre trovato stimolante. Muove il cavallo «Lancillotto era un eroe dell’epica cavalleresca» ferma le lancette con tranquillità. «Tradì il suo Re per amore della propria regina» sogghigna, ancora, emettendo uno sbuffo simile a una risata irrisoria «Eroe Britanno prodotto dalla mente di un francese. Paradossale»
Scrolli le spalle, senza rispondere. Conosci Lancillotto, ovviamente, ma la storia completa ti è oscura. Uno dei cavalieri della tavola rotonda, amico fraterno di Artù, eroe del suo popolo. Lelouch ne parla con disgusto, apostrofandolo con quel tono così dolorosamente familiare.
Muovi un pedone. È una mossa semplice, dedita al risparmiare tempo. Vuoi parlare. Vuoi che quella conversazione continui ancora e ancora, finché il nodo alla gola non sarà passato; finché la stanchezza e il dolore non saranno che ricordi lontani. Invece sono lì, complici di immagini serene, di un passato ancora peggiore del presente. Un passato fatto di altri dolori, dolori diversi, e di allegrie. Eccola, di nuovo, la scintilla infantile. Muove anche lui un pedone, mangiando il tuo. Cade con un leggero rumore e viene messo fuori dal campo. Le lancette corrono e si fermano, ancora.
«Lancillotto» ripeti, alzando lo sguardo «Lo descrivono come un eroe»
«In realtà era un codardo»
Muove il Re.
«Un vile, un traditore; colui che non è riuscito a essere dedito a se stesso almeno quanto lo era ai suoi istinti» la pedina viene scoperta, ma sai che è un trucco. Non può essere un Re così vulnerabile a un attacco esterno. Vorresti incontrare il suo sguardo, ma sai di averne paura. «Era un egoista. Tradì il suo migliore amico»
«Lo dipingi in modo così orribile. Era un eroe, che servì il suo popolo fino alla fine. Era umano, spinto da un amore al quale non poteva negarsi» ribatti «Umano e innamorato. Non si può errare, per amore? Tradire? Uccidere?»
Lelouch ride, smettendo di studiare la scacchiera. Il suo sguardo sale verso di te. Niente rabbia, niente risentimento, niente gioia. Proietta in sé l’affetto provato per un futuro concepito solo nella sua mente. È come lo aveva descritto una volta Shirley: indifferente, saccente, eppure partecipe. Rabbrividisci, l’aria diventa improvvisamente pesante.
«È così che ti senti, quindi? Umano?» assomiglia così tanto a una provocazione  che non sai se cedervi. Non sai se avere paura o se assecondarlo; non sai come spiegare la pace che accompagna quella scena, così irreale se combinata a quel senso di disagio interiore «È così che convivi con te stesso, Suzaku?»
«Ho fatto la cosa giusta» la voce trema. Non ne puoi far a meno. Vorresti dire tante cose, ma nessuna di queste sembra veramente importante.
Nostalgia.
«Come sempre - Fai la cosa giusta, combatti per ideali egoistici, porti sulle spalle un peso che in realtà non hai» prendi un respiro leggero. Hai pochi pedoni, il Re scoperto e non sai come attaccare. Alzi e abbassi gli occhi; stringi i pugni, ancora.
Fa male.
«Assomigli così tanto a Lancillotto»
L’aria smette di esistere. Diventa pesante, incostante.
«Egoista, pronto a tutto per un amore che non riesco a motivarmi»
Chiudi gli occhi, li riapri.
«Il destino di Lancillotto fu quasi più terribile della morte»
È tutto così irreale.
«Io non…» ti fermi per prendere aria, allontanarti da quegli occhi, dal sorriso, dalle note superficiali della sua voce. È come venir accoltellati ripetutamente, senza che il sangue abbia possibilità di rapprendersi e la ferita di guarire. «… Non sono Lancillotto»
«No?» alza un sopracciglio, incrocia le braccia al petto «Britannia è la tua regina, Suzaku; il tuo amore e il tuo ideale»
«E tu sei il Re»
Annuisce.
«Ti senti tradito?» schiarisci la voce e osservi il suo volto.
Non è reale.
Sembra annoiato, come se ogni giorno compisse gli stessi gesti, pronunciasse le stesse parole e, come per vezzo, decidesse di concederti la parola. Più lo osservi, più appare reale e sfocato; i lineamenti familiari diventano sconosciuti, il sorriso troppo pesante e il dolore al petto devastante. Ti passi una mano tra i capelli, osservi la scacchiera ordinata, impolverata.
Non hai mai mosso nessuna pedina, lo sai?
Sempre la sua voce, nei tuoi pensieri. Sai che non è reale, ma prosegui. Ti nutri di quei momenti, dell’inganno, per il masochistico gusto di averlo davanti.
Leouch. Zero. Assassino. Terrorista. Minaccia.
Sono tutte parole vuote.
«Lancillotto tradì anche Ginevra» 
Irreale. Doloroso.
«Perché sei qui?»
Sorride. «Volevo vedere come stavi»
«Sei morto, Lelouch»
«Quindi, come stai?»
Bene.

 


 Note: Salve a tutti. Se state leggendo queste note, probabilmente avete letto anche quello che c'è sopra; e se siete arrivati sani e salvi, probabilmente meritereste una medaglia xD E tutta la mia gratidutine per aver letto questa follia, catalogabile sotto il genere "nonsense". è il primo approccio al Fandom, quindi, chiedo un po' di venia °° Code Geass è una scoperta relativamente nuova. Mi piaceva l'idea di una visione di Suzaku, post-R2; il senso di colpa, ciò che si è perso e ciò che è rimasto. 
Mi dileguo. Grazie per essere passati di qui. 

   
 
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