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Autore: Alelea    13/07/2006    1 recensioni
[ERAGON] La storia di Kieran, cavaliere dei draghi, e di Angela.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A r g e t l a m

M a n o   d’ a r g e n t o

 

 

 

 

Quando Kieran tornò ad Ilirea molti cavalieri lo guardarono torvo, forse si domandavano che fine avesse fatto Ghertyl o forse speravano che avesse trovato anche lui una morte atroce in quella missione.

Il cavaliere non se ne curò troppo e percorse silenziosamente il lungo corridoio, aveva fatto quella strada infinite volte da quando erano caduti i cavalieri, tutte le volte che tornava da una missione Galbatorix voleva che andasse da lui per raccontargli a grandi linee cos’era successo, quel giorno però quel corridoio spoglio sembrava infinito. Ad ogni passo Kieran rivedeva la morte di Leah e spesso sentiva forti fitte alla testa forse dovute al fatto che, senza la dragonessa, lui aveva realmente perso una parte di sé, forse la più importante.

 

Mentre camminava si domandava come avevano fatto veramente le cose a precipitare fino a quel punto. Perché aveva preferito seguire Galbatorix invece del suo cuore?

 

Per un attimo provò ad immaginare come sarebbe stata la sua vita con Angela se i rinnegati non fossero mai esistiti, quando gli sarebbe piaciuto vedere veramente la bottega che Angela aveva sempre sognato di aprire.

Sarebbero stati felici, avrebbero vissuto insieme serenamente e si sarebbero amati. Il solo pensiero parve sottrargli energia, arrivò stanco al portone che conduceva nella stanza dove di solito Galbatorix lo riceveva e, senza prendersi la cura di farsi annunciare, spalancò il portone ed entrò nella sala.

 

Galbatorix era solo, se ne stava comodamente seduto in una sedia attorno al grande tavolo ed in mano aveva una coppa di vino.

Kieran lo guardò con disgusto e non si inchinò, i due per un po’ non si parlarono.

 

“E’ tutto sistemato?” domandò il re posando lo sguardo gelido sul cavaliere

 

“Non tutto”  rispose tagliente Kieran

 

Galbatorix non parve capire l’allusione e appoggiò il bicchiere sul tavolo con un sorriso dipinto sul volto “Vi siete fatti mettere in difficoltà da dei contadini?”

 

Kieran fece una smorfia di disapprovazione, non aveva mai amato Galbatorix ma ora gli sembrava veramente ripugnante, come aveva potuto servirlo fedelmente per tanto tempo?

 

Guardò il re con un espressione ferita che si trasformò in una vampa di collera prima che potesse dire qualcosa però fu anticipato da Galbatorix

 

“Dov’è Ghertyl?” domandò in tono sommesso

 

Senza sapere bene perché Kieran scoppiò a ridere, un riso innaturale e gelido, che risuonò per tutto il largo salone.

Solo ora Galbatorix parve realizzare quello che veramente era accaduto, o almeno parte di esso, si alzò di scatto come se qualcuno lo avesse appena offeso mortalmente. La sedia nella quale era seduta cadde a terra con un tonfo ed il calice di fino si rovesciò sul tavolo spargendo il suo contenuto.

Quel vino rosso sangue inondò dapprima il tavolo e poi si riverso anche sul gelido marmo del pavimento.

 

Ora che Kieran aveva smesso di ridere osservava Galbatorix con occhi freddi e gelidi come se non fosse stato lui in realtà a ridere fino a pochi istanti prima. I due rimasero in silenzio per qualche istante cercando di prevedere le mosse o per lo meno le intenzioni dell’altro ma nessuno dei due ne fu capace.

 

Kieran si avvicinò al tavolo e prese in mano la coppa ormai completamente vuota e la gettò distrattamente per terra, Galbatorix continuava a seguire i suoi movimenti con occhio vigile.

 

“Che è successo?” domandò per spezzare quell’innaturale silenzio

 

“Me lo chiedevo anche io” ribattè Kieran “come siamo arrivati fin qui?”

 

Il re portò la mano sinistra sull’elsa della spada scura e rimase in attesa,non temeva veramente un attacco da parte dell’altro cavaliere ma preferiva non fidarsi.

Kieran estrasse la sua spada e la puntò contro Galbaorix

 

“Vuoi uccidermi?” domandò quello quasi ridendo

 

“Non sono l’unico” ribatté il cavaliere

 

Galbatorix lo guardò spaventato, non credeva che l’umano potesse veramente batterlo ma mai nessuno dei suoi seguaci aveva osato ribellarsi a lui.

 

“Ho ucciso io Ghertyl”  esclamò Kieran sempre puntando la spada contro il re

 

Galbatorix estrasse a sua volta la spada tenebrosa e si preparò al combattimento “Vuoi uccidere il tuo re?”

 

Kieran sorrise divertito da quella affermazione “Non ci sono re, è giunto il momento di scegliere da soli il nostro destino”

 

Le due spade cozzarono con violenza. Kieran fu scaraventato sopra al tavolo e si scansò appena in tempo per evitare un fendente che gli sarebbe stato fatale. In lontananza sentiva i lamenti del drago nero del re ma sperava che non intervenisse, non avrebbe mai potuto sopraffare da solo cavaliere e drago.

 

“Letta” urlò Kieran rialzandosi ma l’incantesimo non colpì Galbatorix che si scansò il tempo e cercò di colpire l’avversario con un altro incantesimo.

 

Skölir” esclamò Kieran per parare l’incantesimo di Galbatorix

 

“Non puoi nulla contro di me!” ringhiò il cavaliere nero

 

Kieran con un abile movimento scansò un fendente e si trovò a pochi centimetri dal re, fu allora che lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo sul braccio sinistro, la lama scese in profondità nel braccio dell’umano prima che questi allontanasse il suo aggressore.

 

Kieran cadde a terra con un tonfo, ansimando, il volto Galbatorix era una maschera di dolore e questo gli diede una forza inaudita. Si alzò in piedi e si scagliò nuovamente contro il re, le lame cozzarono in un’esplosione di scintille rosse.

Con alcuni passi aggraziati riuscì a far indietreggiare un po’ il suo avversario ma non riusciva proprio ad averne ragione. Dopo tutti quei minuti di combattimento ansimava ed aveva il volto madido di sudore.

 

Thrysta vindr”** mormorò Galbatorix ed un globo d’aria, formatosi tra i due contendenti, colpì Kieran in pieno petto spedendolo lontano.

L’umano atterrò di schiena sul pavimento freddo e serrò i denti per il dolore.

Galbatorix era troppo forte per lui.

Kieran si rialzò a fatica e si ributtò nuovamente contro Galbatorix in un disperato attacco ma anche questa volta fu respinto, notò però che il cavaliere nero sembrava molto affaticato, forse quanto lui.

Più di una volta aveva provato a curarsi la ferita che Kieran gli aveva fatto sul braccio ma non vi era mai riuscito, sembrava che non volesse proprio rimarginarsi.

Galbatorix afferrò la spada con entrambe le mani e la fece roteare sopra la testa, quando la fece calare con forza Kieran parò in colpo ma l’impatto fu così terribile che per un attimo pensò che entrambe le lame si sarebbero spezzate.

Galbatorix sollevò un angolo della bocca in un bieco sorriso e colpì Kieran con un incantesimo che lui non conosceva, le parole uscirono dalla bocca del re lentamente come se andassero al rallentatore, era sicuramente una magia sconosciuta agli elfi e pericolosissima. Colpì Kieran in pieno petto facendolo barcollare per un attimo e poi lo scaraventò con forza contro il muro, fu allora che capì di non avere più scampo.

“A te tocca lo stesso destino del tuo drago” disse Galbatorix con un ghigno

Kieran si voltò e vide Shruikan, il drago nero del tiranno, ecco da dove il cupo re aveva preso tanta forza.

 

“Ti aspettavi che avrei duellato senza di lui?” esclamò Galbatorix indovinando cosa attirava l’attenzione dell’avversario “ma sarebbe stato leale ed io non sono mai stato leale” disse prima di scoppiare in un amaro riso.

 

Kieran cercò di rialzarsi ma sentiva le gambe deboli, si sforzò nuovamente e, appoggiandosi saggiamente al muro, riuscì ad acquistare una posizione più meno eretta. Galbatorix lo guardava con schermo.

Il re si voltò nuovamente verso il suo braccio ferito “Waìse Heill”** mormorò ma l’incantesimo di guarigione non ebbe effetto, capì che quella ferita gli sarebbe rimasta per sempre.

 

Kvetha Fricai”** disse rivolto a Kieran “Kvetha Argetlam”**

Con un colpo netto Galbatorix trafisse il petto dell’avversario con la nera spada

 

“Questa è la punizione che spetta a chi osa opporsi al Re” la spada argentea di Kieran cadde rumorosamente sul pavimento, l’umano strinse i denti ed afferrò il braccio sinistro dell’avversario, quello dove l’aveva ferito, con foga,  e pronunciò un incantesimo, il braccio del cavaliere nero fu avvolto da delle spirali azzurre che terminavano nella ferita, si sentì un urlo straziante poi Kieran cadde al suolo.

 

 

 

 

 

** NOTE **

 

“Letta” (Fermati)

Skölir” (Scudo)

“Thrysta vindr” (comprimi l’aria)

“Kvetha Fricai” (Salute, amico)

“Kvetha Argetlam” (Addio Mano d’argento)

“Waìse Heill” (Guarisci)

 

  
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