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Autore: Aleberyl 90    13/07/2006    16 recensioni
"Vista da lontano sembra così pericolosa, inaccessibile. Ma allo stesso tempo non resisti al suo invitante fascino, diverso da qualsiasi altra struttura analoga.
E anche solo dopo un piccolo passo intrapreso nella sua valicata e vieni inesorabilmente accolta nel vortice delle sue spire, a discapito delle apparenze, sa perfettamente come farti girare la testa…"
Una piccola one-shot romantica su Bulma e Vegeta. Momento di riflessioni, sfide silenziose e...strani paragoni...!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La delicata tenda di seta rosa ondeggiò debolmente ad un alito di vento tiepido, offrendo l’ingresso ad una pallida lingua dorata che, anche se quasi impercettibilmente, rischiarò la penombra in cui era avvolta la camera

Chi mi conosce sa bene che la coppia su cui sono solita incentrare le mie storie è un’altra, tuttavia stanotte mi è venuta una piccola ispirazione e ho cercato di buttarla giù il meglio possibile con questa piccola one-shot! Spero che vi piaccia!^^ Buona lettura!

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SCALE A CHIOCCIOLA

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La delicata tenda di seta rosa ondeggiò debolmente ad un alito di vento tiepido, offrendo l’ingresso ad una pallida lingua dorata che, quasi impercettibilmente, rischiarò la penombra in cui era avvolta la camera, infrangendosi e mescolandosi con le pieghe confuse e aggrovigliate delle candide lenzuola profumate. Profumate di passione, di sensualità, di gemiti…profumata della fusione tra due essenze intrepide e impulsive, troppo simili tra loro per potersi venire incontro a vicenda.

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Seduto sul bordo del letto, la testa bassa, Vegeta emise un piccolo sbuffo seccato. Non sapeva perché fosse finito lì quella notte ma, sinceramente, non gli interessava affatto. Era stata solo una notte diversa dal solito, tutto qui. Bando a tutte quelle ciance sul romanticismo che i terrestri andavano a ripetere ai quattro venti.

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Stronzate.

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Raggomitolata sotto la coltre setosa, immersa ancora nel torpore che spesso accompagna la veglia, Bulma si lasciò uscire un mugugno, disturbata dalla luce solare che, lentamente, stava rivelando ogni entità presente in quella stanza, come un guanto. Sollevò appena una palpebra, percorsa da diversi brividi, e strinse a sé il cuscino, godendo per l’immediata sensazione di refrigerio.

La posizione la costrinse a voltare il capo verso sinistra; giusto per accertarsi che non fosse stato tutto un sogno.

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Un’illusione…

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La prima cosa con cui le sue pupille si scontrarono furono le curve spigolose che contenevano l’ampia schiena di Vegeta, umida di tante sottili gocce di sudore percorse da leggeri riverberi che la facevano sembrare ancor più inarcata del normale. Sorrise maliziosamente mentre la osservava con un cipiglio soddisfatto. Avvertiva ancora il contatto di quella pelle con la propria, che prima di allora nessuno aveva mai osato violare senza il suo permesso: troppo rischioso.

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Un fruscio sommesso avvertì il ragazzo della rinnovata presenza della ragazza, che giaceva su un fianco senza neanche curarsi di sistemarsi le coperte davanti al seno parzialmente scoperto.

Odiava quel suo atteggiamento così rozzo, abituato com’era a donne di facile sottomissione; nello stesso tempo, però, c’era qualcosa in lei che lo attraeva, e ciò non faceva altro che aumentare il suo orgoglio, troppo elogiato per poter cedere di fronte a quegli stupidi sentimenti.

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“Non metterti strane idee in testa, donna” sentenziò senza neanche voltarsi e incrociando le braccia al petto nudo.

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Bulma, ancora mezza assopita, delineò distrattamente la forma delle sue scapole con gli occhi. “Io non mi metto mai strane idee in testa, ormai dovresti averlo capito…”

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Non aveva tutti i torti. Non era molto che viveva sotto il suo stesso tetto, ma aveva notato diverse volte di come, nelle diverse situazioni, sapesse farsi valere.

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“Qualche ora di divertimento, niente di più.

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“Oh sì, so bene che il principe non può abbassarsi al livello di una sciocca terrestre” mormorò Bulma con il chiaro intento di stuzzicarlo. “Ma non riesco a capire di cosa tu ti stia lamentando! Del resto, sei stato tu che hai preso l’iniziativa, ieri sera…”

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Vegeta ebbe un debole sussulto, manifesto grazie all’alzata di spalle. Sistemandosi il lembo del lenzuolo che si era legato sui fianchi, si voltò lentamente verso l’interno del letto e puntò i suoi occhi scuri e freddi in quelli azzurri e profondi di lei.

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“…Stai forse insinuando che io sia stato sedotto da te?!” sibilò a denti stretti, punto sull’orgoglio.

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Il viso di Bulma si stirò in un sorrisino malizioso. “Perché, sei seducibile?”

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Un ringhio sommesso; un paio di sopracciglia nervosamente aggrottate; una lingua di scherno; una schiena nuovamente in ampia vista.

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Uno a zero per me, principino.

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Scese un silenzio diffuso, interrotto solo dal respiro ancora lontanamente affannoso di entrambi. Bulma si portò una mano alla testa: al posto della folta capigliatura ricciuta ora non vi era che una massa informe di capelli divisi in tante ciocche disordinate.

Fece forza sulle braccia e si issò a sedere con la schiena appoggiata al cuscino, stavolta premunendosi di nascondere le sue forme generose. Si aspettava una qualche affermazione brusca da parte dell’altro, ma questa non giunse se non fino al momento in cui non fu lei a prendere in mano l’argomento.

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“Ehi, Uomo di Ghiaccio, hai intenzione di chiuderti nel tuo silenzio…o forse preferisci chiacchierare?” sussurrò cauta punzecchiandolo con la punta dell’indice.

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“Non vedo cosa ci sia da dire” rispose lui duramente scuotendo violentemente il busto, come se avesse appena ricevuto uno smacco particolarmente provocatorio.

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La ragazza trasformò il movimento del dito in un movimento orizzontale che tagliò in due metà l’intera superficie disponibile, godendo nell’avvertire l’ondata di brividi che aveva appena risvegliato. “Non lo so…Darmi le tue impressioni, per esempio.

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Vegeta proferì in un secondo ruggito annoiato. Chiacchierare?! Oh, andiamo…Le chiacchiere non hanno mai portato da nessuna parte.

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Bulma annuì con convinzione e si accomodò il lenzuolo, passandosi un palmo sulla fronte madida di sudore. Studiò i riflessi che ornavano la chioma scura del ragazzo per qualche minuto, con crescente interesse e un sorrisino soddisfatto dipinto sul volto arrossato.

Un momento dopo si era soffermata sulle sue spalle ricurve, protese verso il baricentro del corpo.

Molto probabilmente, le braccia erano strette l’una contro l’altra in una morsa inespugnabile, riservate, unico appiglio la compagna gemella. Davano quasi l’impressione di voler trasmettere un qualche turbamento interiore, un animo chiuso che cerca disperatamente di esprimersi.

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Tristi. Come lui…

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Vegeta era un tipo così misterioso, non parlava mai, o se lo faceva era solo su argomenti rivolti al suo programma di allenamenti o comunque di quella stessa fascia d’onda, che lei ascoltava passivamente senza manifestare anche solo un briciolo di interesse.

E tuttavia spesso sfoderava quegli occhi spenti, così tristi e afflitti…

Era quello, il vero motivo per cui si era resa conto di provare pura e proibita attrazione verso di lui. E dopo quella notte pervasa da continue girandole di calore e passione, poi, ne aveva la certezza quasi certa…

Si poteva intendere da parecchi fattori il livello delle prestazioni del Saiyan, ma non si aspettava di certo così tanto ardore e coinvolgimento da parte sua…

…Anche se lei non era altro che una sciocca ragazzina terrestre, un misero espediente di divertimento, una insignificante pedina da giocare in un turno di esitazione.

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“Sai, principino…” esordì lei dopo qualche altro attimo di pacifico silenzio carico di riflessioni, ma lui, prevenuto, troncò con decisione le sue parole sul nascere.

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“Non chiamarmi così, donna.” la ammonì scoccandole un’occhiata glaciale.

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“Scusa, credevo ti facesse piacere, visto che ci tieni così tanto!” sbottò lei stizzita incrociando le braccia al petto e ricambiando l’offesa.

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“Hun” sbuffò lui umettandosi il labbro inferiore. Sentirsi appellare con quel termine era più lancinante di quanto pensasse.

Nessuno aveva il diritto di tergiversare sul suo destino impunemente cancellato da un dannato gioco colmo di inganni.

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Stupide insinuazioni senza un briciolo di logica.

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Comunque, Vegeta” continuò lei imperterrita senza lasciarsi incantare dalla sua finta noncuranza, “stavo riflettendo, sai…Forse ti sembrerà strano, ma per me il tuo modo di fare assomiglia molto a l’effetto che una scala a chiocciola provoca sulle persone…come me…”

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A quelle parole, Vegeta non potè fare a meno che voltarsi verso di lei, sgranando gli occhi e squadrandola da capo a piedi con stupore e turbamento.

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“…Sciocca, cosa stai farfugliando?!” esclamò bruscamente fissandola con astio crescente, senza riuscire a trovare un qualche straccio di collegamento plausibile con una maledetta scala a chiocciola.

Sbuffò contrariato e alzò la fronte al soffitto, lo sguardo perso ma contemporaneamente illuminato da una luce sinistra.

Quello era il suo profilo migliore, e Bulma fu felice di avere la possibilità di poterlo ammirare in perfetta solitudine, senza che qualcuno potesse interferire sul suo attimo di piacere.

I suoi occhi sfavillavano…Niente a che vedere con quella tristezza che tanto spesso li macchiava impunemente.

Incoraggiamento.

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Vista da lontano sembra così pericolosa, inaccessibile. Ma allo stesso tempo non resisti al suo invitante fascino, diverso da qualsiasi altra struttura analoga.

E anche solo dopo un piccolo passo intrapreso nella sua valicata e vieni inesorabilmente accolta nel vortice delle sue spire, a discapito delle apparenze, sa perfettamente come farti girare la testa…

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Lascia perdere” sospirò Bulma sventolando una mano in aria. Sicuramente ne avrebbe avuto da ridire, e a lei non andava di discutere.

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Vegeta sospirò a sua volta, borbottando qualche parola incomprensibile e gesticolando debolmente con le mani. Abbassò il mento e si alzò in piedi, sistemandosi il nodo che aveva assicurato a lato del bacino e tornando a posare lo sguardo sulla sua compagna della notte appena conclusasi.

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“Non sperare in un altro miracolo come questo” le rimarcò puntandole un dito contro con l’intento di sollevare, almeno in parte, un’ondata di timore.

Invece, a deciso discapito dei suoi propositi, l’unico risultato che ottenne fu una sonora risata.

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“Miracolo?! Adesso vorresti anche che io mi assuma la responsabilità per quanto è successo stanotte?!” esclamò portandosi una mano davanti alla bocca e cercando di soffocare i suoi sbuffi scattosi.

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Ciò, ovviamente, non fece che aumentare il nervosismo del ragazzo, che strinse i pugni e si morse la lingua, incapace di ribattere. Quella ragazza era un osso duro, un osso veramente duro.

Era per quello che i suoi sensi venivano stimolati.

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“Bada, principino” lo ammonì lei agitando un dito con fare di rimprovero. “Potrei sbatterti fuori di casa nel giro di mezzo secondo!”

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“Hun” sorrise lui con tono di sfida, piuttosto piccato dal rinnovato uso di quel nomignolo. “Non oseresti mai, donna, ormai ho capito che tipo sei. È inutile che tu cerchi di attaccar bottone con me facendo queste osservazioni ridicole.

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“Certo che tu il senso dell’umorismo non sai proprio dove sia di casa, eh?” sospirò Bulma rassegnata, avvolgendosi il corpo formoso con il lenzuolo e alzandosi in piedi a sua volta, barcollando leggermente. Si avviò verso il bagnetto attiguo alla camera da letto procedendo a piccoli passi leggeri. Prima di varcare la soglia, tuttavia, si voltò un’ultima volta verso Vegeta, intento a raccogliere i suoi vestiti sparsi qua e là sulla moquette, e gli donò un sorriso radioso e sprizzante di dolcezza.

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Comunque…io sono stata bene…davvero bene.”

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Il ragazzo interruppe il suo armeggiare di magliette e indumenti intimi e si fermò ad ammirare la sua figura snella che spariva al di là della porta, chiudendosela alle spalle e celando la vista ad occhi indiscreti.

Aggrottò le sopracciglia e le rimandò un debole sorriso di intesa che, per entrambi, non poteva che essere interpretato in una sola cosa: uno scontro.

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Una sfida fra due caratteri talmente ambigui che solo un’altra spinta potrebbe dar vita allo sbocciare di una nuova intesa. Sfida fra mare e roccia. Onde spumeggianti contro scogli resistenti.

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E ognuno dei due sa già che l’identità di colui che verrà proclamato vincitore, alla fine, è perfettamente deducibile.

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FINE

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Dedico questa ficcina a tutti i fan della coppia Bulma/Vegeta, sperando che vi sia piaciuta, in particolare alle mie socie LeftEye e Bambi88!!

Mi raccomando, se vi va lasciatemi una recensioncina!! È importante per me, anche perché è il mio primo tentativo su questa coppia!!^^ L’ho scritta di getto, non so come sia venuta…Naturalmente sono ben accetti commenti e osservazioni di qualsiasi tipo!^^

Bacio bacio a tutti!

Alessandra

  
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