Un uomo sulla trentina osservava rapito, poggiato con i gomiti sul marmo, il lento ricambio dell’acqua che scorreva placida sotto il ponte di Rialto. Con un sospiro malinconico posò il capo sulla fredda superficie della struttura socchiudendo gli occhi. Tutto ora era buio, ma non perché avesse privato le proprie iridi della luce lunare, ma semplicemente perché la sua luce aveva abbandonato la Serenissima da tempo.