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Autore: KiM91    19/11/2011    5 recensioni
Il rapporto tra Soul e Maka, attraverso i momenti, i pensieri e le "Sensazioni del Corpo" e dell'anima di ognuno.
Una raccolta di 10 capitoli in cui conosceranno e capiranno i loro reciproci sentimenti.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 – Kubi






 

Ebbi paura quando sentì suonare il campanello.

Non era la paura che ti mettevano gli avversari quando combattevi per prendere un'anima, non era neppure la paura della perdita di una persona cara.

Era molto peggio!

Era la paura delle tue migliori amiche!

Sapevo che le loro minacce non sarebbero state solo parole...

Volevo bloccare in tempo il mio coinquilino per non permettere loro di entrare e mettere a soqquadro la casa, ma non riuscì neppure a fiatare, bloccata seduta sul divano guardando terrorizzata la porta d'entrata.

Come un fiume in piena entrarono Liz, seguita dalla fedele sorella Patty, a seguito Tsubaki con uno sguardo mite e triste che con qualche gesto mi chiedeva “scusa”.

Evidentemente il mio appartamento era stato scelto come salone di trucco e parrucco per tutta la giornata di quel, stranamente soleggiato, 31 Ottobre.

«Liz, non so se te ne sei accorta ma sono le tre di pomeriggio!»

«Appunto! Siamo in un ritardo mostruoso! Ehi tu...- rivolta a Soul ancora mezzo addormentato dacchè lo avevano svegliato dal suo riposino pomeridiano- vedi di andartene fuori di qui, abbiamo del lavoro da fare...»

«Dico, ma sei scema? Questa è casa mia! Non mi puoi sbattere fuori di qui solo perchè devi decidere di che colore mettere lo smalto per intonarlo al vestito di Halloween!»

«Invece è quello che farò.»

Doveva aver ingaggiato Patty per rivolgere a Soul l'espressione più “gangster” che esistesse perchè non ci mise dieci minuti a prendere ed uscire da casa in un vortice di insulti e bisbigli, finendo per sbattere la porta dicendo che 'non era affatto cool'.

In tutto quel tempo, io non feci che rimanere attonita di fronte alla cattiveria sprigionata dalle due sorelle.

Ancora più immobile rimasi pensando a quello che avevano intenzione di fare in casa mia, ma soprattutto, fare a me!

«Ok, Maka carissima... è venuto il momento!»

Ecco, quando dicevo che le migliori amiche fanno paura, intendo proprio per questo motivo!

Il volto sadico le conferiva un aria spaventosa.

Volevo correre via, fra i tetti di Death City, e non cadere nelle mani del boia dal volto angelico.

Prontamente, ci fu Tsubaki a bloccarmi l'uscita alla finestra, con aria colpevole, mostrando un sorriso di circostanza, come se davvero non ci fosse altra scelta.

Sgranai gli occhi.

No... non poteva finire così!!!

In pochi secondi venni agguantata, legata ad una sedia della cucina con nastro adesivo isolante e messa vicino al tavolo che in quello stesso tempo era stato riempito (non so se magicamente o maledettamente) con ogni tipo di cosmetico esistente sulla faccia della terra.

Il terrore si impadronì delle mie membra, cominciai a dimenarmi per strappare il nastro ma era troppo spesso.

Avrei potuto adottare la tecnica del lombrico e strisciare con appresso la sedia fino alla finestra per poi gettarmi di sotto e scappare.

Ma in men che non si dica Liz era tornata con in mano strani oggetti dalle punte affilate e luccicanti.

Oddio! E se in realtà quella non era la vera Liz ma il dottor Stein mascherato?

Potevo dire addio alla mia povera e breve esistenza.

«Bene, Maka... Per prima cosa, leviamo un po' di queste oscene soppracciglia... Stai tranquilla, le farò più simmetriche possibile. Poi passiamo alla pulizia del viso, ceretta, manicure e...»

«Cosa?»

Questa era peggio di una tortura!

«Andiamo su, non preoccuparti! Io lo faccio una volta ogni due settimane, e ti sembro morta? Vecchia? Sgualcita? Assolutamente no! Quindi ora tocca a te!»

Lo sguardo maligno con cui lo diceva non era per nulla rassicurante.

In pochi flash mentali immaginai una successione di scene davvero apocalittiche: Liz che usa le cesoie al posto delle pinzette, Liz che usa la cera bollente e strappa con inaudita cattiveria fino a farmi restare in carne viva, Liz che per la pulizia del viso mi buca la faccia con un martello pneumatico, o peggio, sparandomi con Patty che rideva sguaiatamente, e Liz che mi strappa i capelli, che mi strappa gli occhi, e...

«...E' un incubo.»

Sono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima che la macchina della morte cominciasse a lavorare.

«Puff! Maddai! Sei davvero una fifona!»

«Fifona io? Se tu smettessi di provarci un piacere sadico in queste cose magari penserei che non lo fai per uccidermi!»

«Quando l'abbiamo fatto l'anno scorso ti ho mica ucciso o sbaglio?»

«No, ma ho avuto una bruciatura da piastra per mesi e un ematoma sulla gamba.»

«Non è colpa mia se Patty non sa usare la piastra e ha provato a farti la ceretta... ero distratta!»

«Vedi che non capiti anche quest'anno! E tu Patty non toccare nulla di altamente pericoloso!»

«Ecschiusmiiiii! Eh eh!»

 

Il tempo era passato così veloce che pensai di essermi addormentata mentre mi facevano la manicure...

L'ultimo ricordo fu la ceretta che per fortuna mi venne fatta da Tsubaki, che a ogni minimo singulto mi chiedeva scusa gentilemente.

Liz, la “senza pietà”, mostrò la sua cattiveria con le mie soppracciglia, senza risparmiarmi il dolore di tirarmi, per sbaglio, la pelle.

«Bene! Ora che questa fase è terminata, direi che è il momento di passare al vestito, ai capelli e al trucco.»

«Ma che ore sono?»

«Quasi le sei... non ti preoccupare, non ci metteremo molto! Inoltre la festa è alle nove!»

«Sì ma, io non ho un vestito...»

«Per questo c'è sempre la sorellona Liz che ha ogni cosa!»

Mi fece l'occhiolino.

«A me va benissimo il vestito che ho messo l'anno scorso...»

«Quel vestitaccio da zucca? Non lo approvavo l'anno scorso, figurati se posso permettere di rovinare tutto il mio lavoro per un vestito da zucca

Decisamente odiava quel vestito.

Però per me era carino!

«Quest'anno ti vesti come dico io, e non voglio commenti e piagnistei! E non voglio neanche sentirmi dire “E' troppo corto, è troppo scuro, è troppo...bla bla bla”. No! Questo è, e questo metti!»

Mi stava mettendo decisamente paura!

Ma non si poteva fare altro... o così, o così.

«Va bene... fammi vedere dai...»

Con un sorriso smagliante tirò fuori un appendiabiti coperto da un telo bianco.

In un gesto secco scoprì il vestito che aveva scelto per me.

«Lo so, lo so, è il vestito che ho indossato io qualche anno fa, ma a te dovrebbe calzare a pennello!»

Era un vestito senza maniche, nero, con pizzi e merletti neri e arancioni tutt'intorno, due laccetti di raso arancio percorrevano davanti e dietro la lunghezza del vestito; sulla vita passava un cinturone marrone con una fibbia argentata, e il vestito finiva con dei pantaloncini/gonna bombati, a mò 'pumpink panties'.

Infine due manicotti da mettere come spalline, calze parigine nere e bianche e l'immancabile cappello da strega, nonchè scarpe con tacco decisamente troppo alto.

«Uau... cioè... è bello ma, non sarà troppo 'troppo'? Insomma, farà freddo!»

«Sciocchezze! Nel salone di casa c'è sempre il riscaldamento a manetta, non ti preoccupare. Inoltre anche io e Tsubaki indosseremo dei vestiti decisamente 'troppo'!»

Ancora mi fa l'occhiolino sorridendo.

La moda di Liz sembrava essere “più son corti, più son belli, più son sexy”.

Non potevo che darle ragione.

A lei e Tsubaki quei vestiti striminziti stavano davvero una favola.

Ma io, tappa, senza tette e tutto il corredo, non ci stavo minimamente bene!

«Non avevi mai considerato il fatto che io non posseggo sex appeal?»

«Macchè! Scherzi? Non te lo avrà messo in testa quel cretino di Soul spero!»

«Ma se è la – stramaledetta- verità!»

«Maka... se c'è una cosa che tu non hai ancora capito degli uomini, è che se fanno commenti dispregiativi in realtà significa che gli piaci uno sbotto! Ecco tutto! Quindi non starti ad arrovellare nelle tue convinzioni e ascolta me! Con tutto il rispetto di Black Star, quel vestito ti starà da Dio! Credimi!»

Rimasi un attimo intontita dalla sua affermazione.

Dispregiativi.

Piaci uno sbotto.

Nah! Non era mica da Soul!

«E poi ti immagini? Con quel vestito lì sai quanti ragazzi ti sbaveranno dietro? Non è che per caso ti piace qualcuno?... Sai, così almeno hai già la 'preda' pronta!»

'Preda' pronta?

In un attimo per la mia testa non potè che passare l'immagine di Soul, quando si era avvicinato così pericolosamente quando stavamo seduti sul divano.

«Maka! Sei arrossita! Allora c'è davvero qualcuno che ti piace, eh? Dai che così ci fai un figurone!!!»

Un figurone? Con Soul?

Risi con un singulto.

«Non credo sai. E' davvero una persona di vedute ristrette!»

«Nessun uomo stasera sarà di vedute ristrette! Sarai una bomba! Garantito!»


 

***


 

Volevo morire.

No, peggio!

Torturata e poi uccisa. D'altronde la sensazione sarebbe stata praticamente la stessa.

Camminare su quei trampoli di scarpe era una missione davvero impossibile!

«Guarda che non ci devi correre! Basta solo che fai dei passi lenti e misurati, all'inizio. Poi quando ci prendi la mano, o il piede come dir si voglia, puoi anche correre se vuoi!»

Simpatica come sempre, Liz.

Resistere.

Solo questo avrei dovuto fare.

«Cavoli! Ma ti vedi? Sei uno schianto!»

«Liz ha ragione Maka, stai davvero benissimo.»

«Grazie Tsubaki! Almeno so che non sarò l'unica a soffrire stasera.»

Tsubaki in risposta mi prese una mano e me la strinse dolcemente.

Già. Perchè non solo la sottoscritta dovette mettere un paio di scarpe nere con zeppa e tacco venti.

Tsubaki e Liz nei loro vestiti accoppiati avrebbero mostrato la loro infinita bellezza, dove soprattutto risaltava quel lato centro-nord, a livello 'tette-enormi-che-Maka-Albarn-non-avrà-mai'.

«Davvero... io in confronto sfiguro da morire.»

«Non ci pensare... Patty si riveste anche quest'anno da giraffa zombie. Non saprei se preferire lei vestita in quel modo o i tuoi piagnistei sul fatto di essere senza tette!»

Gentile come al solito, Liz.

Suonò il campanello.

Quale ottimo modo per sviare il discorso dall'argomento 'tette' a 'chi è alla porta?'.

Tolsi le scarpe ingombranti, andando ad aprire velocemente.

Entrò un Soul decisamente incazzoso ma non per questo mi si rivolse in modo scortese. O più o meno scortese.

«Avete finito con le vostre cose da donne?»

«No... Liz vuole torturami i capelli, farmi mettere un suo vestito e indossare delle scarpe col tacco kilometrico. Direi che non abbiamo ancora finito.»

«Ah...»

Tempo qualche attimo che si precipitò Liz all'entrata con in mano un appendiabiti coperto di bianco indirizzandolo verso Soul.

«Questo è il tuo vestito, sbrigati a cambiarti.»

«Io non metto nessun vestito.»

«Kid non è della stessa idea. Non fa entrare nessuno alla festa se non è vestito da qualcosa. Hai la possibilità di poterne usare uno. Sentiti fortunato.»

Soul la uccise con lo sguardo rubino, indirizzandole fulmini cremisi colmi di stizza.

Con rabbia prese il vestito avvolto nel telo, lo tolse per guardare meglio.

«Ma ti pare? Cioè ma hai visto cos'è? E' un frack!»

«Precisamente.»

«Non se ne parla! Ma che? Scherzi? Non è affatto cool!»

«Ma smettila! Toh, guarda qui. - dicendolo sollevò maggiormente il telo – Lo vedi? E' un mantello, così non si vedono le code della marsina, contento?»

«Sollevato, più che contento. C'è altro? Papillon, fiocchetti vari, un fiorellino da clown?»

«Se vuoi una dentiera da vampiro, ma non penso tu ne abbia bisogno!»

Liz gli rivolse un sorriso furbo, Soul di rimando mostrò i denti in un ghigno di soddisfazione.

«Devo ammettere che fare il vampiro non è poi tanto male. Già. E' decisamente cool, tranne il frack!»

Vidi Soul prendere ed andare in camera a cambiarsi.

«Bene. Ora è il momento di sistemare i tuoi capelli!»


 

***


 

Finalmente, alle nove e mezza, eravamo tutti pronti.

Tutti, si fa per dire.

Io e Soul.

Mi ero preventivamente coperta con un cappotto nero, senza il quale sarei di sicuro congelata.

Soul invece, nel suo completo da vampiro, stava davvero benissimo.

E, beh, lo rendeva decisamente cool.

Ma solo perchè non si vedevano le code di rondine del frack!

Avanzammo, decisamente piano, verso la casa di Kid dove si teneva la festa.

«Non potevi metterti qualcosa di più comodo?»

«Se non andavo con questi trampoli maledetti Liz non ci avrebbe fatto entrare.»

«Ci? E' stata davvero così stronza?»

«Già... beh, almeno ho una consolazione. I suoi divani di casa, o il letto. E questi Liz non può vietarmeli!»

Con pazienza e fatica arrivammo all'agognata meta.

Subito, appena attraversato il portone d'ingresso alla villa, un caldo tropicale mi fece mancare l'aria.

Ora il cappotto sembrava davvero troppo pesante.

Lo sfilai e lo misi in mano al 'paggetto', o semplicemente l'adetto ai servizi della casa, che lo depositò nel vestibolo vicino all'entrata.

Sistemai i capelli, nelle mie adorate codine, alle quali Liz aveva attaccato delle extencion arancio e nere.

Del trucco, meglio non parlarne.

Mi sentivo, ecco... un pò come Blair! Decisamente come Blair!

Voltai lo sguardo alla ricerca di Soul e lo vidi squadrarmi dalla testa ai piedi in un'espressione muta di...

Cos'era? Sorpresa? Incredulità? Disgusto?

Sentì il sangue affluire tutto alle gote.

Mi imbarazzavo solamente perché mi guardava!

«Ehm... tutto ok? Andiamo in sala?»

Lo vidi risvegliarsi con una scrollata di capo un pò troppo vigorosa.

Successivamente mi rispose un 'sì' forzato con la testa, senza mai staccare lo sguardo dai pantaloncini a zucca.

«Tsk... Ricordo di una volta in cui il tuo padre maiale voleva regalarti un paio di pantaloncini così per il giorno del diploma. Che porco!»

E rise sommensamente.

«Sì... uno dei giorni più brutti della mia vita. Insomma, immagina tuo padre che ti chiede di indossare un abbigliamento da bambina e allo stesso tempo da pervertito pedofilo! Non posso che odiarlo ancora di più!»

Rise di nuovo.

Mi girai a guardarlo e lo scoprì a cercare di sbirciare al di là del mio vestito.

Maniaco maiale!

Si ritrasse subito dopo arrossendo vistosamente.

 

Spalancammo le porte della sala e la musica da discoteca invase ovunque il nostro campo uditivo.

Avevo adocchiato Tsubaki nel suo vestito bianco e accanto a lei Black Star faceva del suo meglio per starnazzare e gridare in mezzo alla confusione.

Li raggiungemmo veloci (stranamente) e arrivarono allo stesso tempo Kid, Liz e Patty.

Kid era vestito in un modo stranissimo, con figure geometriche e strani ghirigori dappertutto.

«Kid, ma da cosa saresti vestito?» chiesi a fatica data la musica alta.

«Mister Simmetria!»

In men che non si dica una risata sguaiata echeggiò nel salone, persino più alta della musica.

«Sì, sei proprio simmetrico! Ahah! Patty, tu sempre da giraffa zombie?»

«Nyo! Quest'anno sono una giraffa-pipistrello! Uiiiii!»

In effetti cercavo di capire cosa fossero quelle grandi ali grigio topo dietro la schiena maculata.

A Tsubaki e Liz non ci fu bisogno di domandare: Liz con completo davvero ridotto in latex rosso, brillantini, sciarpa di piume rossa e corna, ali e coda da diavoletto; Tsubaki era l'esatto contrario: vestito argentato lungo con uno spacco davvero da paura, ali d'angelo, aureola brillantinata e ciocche bianche fra i capelli corvini.

Rimasi a bocca aperta guardandole. Erano dei costumi decisamente azzeccati per la loro personalità.

Un pò come le mutande a zucca lo erano per me, detto mestamente.

Soul non aveva fiatato, né sui loro vestiti abbastanza succinti né sul vestito, quasi inesistente, di Black Star.

Lui aveva una tunica bianca, e un triangolo in testa per imitare una divinità.

«Ovvio! - disse, ridendo – Io sono il Dio di tutto e tutti! Inchinatevi plebei!»

Mi rigirai a guardare se Soul avesse dato qualche segno di esistenza.

Sbaglio o stava guardando in modo piuttosto forzato il 'generoso' decolletè del vestito di Liz?

E perchè le stava sorridendo come un ebete?

Ma se fino a qualche ora prima la voleva picchiare a sangue perché l'aveva sbattuto fuori di casa!

Lo stomaco mi si rivoltò in tutte le direzioni immaginabili.

Le aveva preso un cocktail dal tavolo degli alcolici ed ora glielo offriva con quel sorriso?...

Ok. Basta.

«Patty!»

La giraffa con le ali si girò a guardarmi interrogativa.

«La vuoi fare una scommessa?»


 

***

 

«Nononononooo! Voglio rifare il conto! E' la scommessa! Dai... quanti ne ho bevuti?»

«Seeeeeei!»

«Nuoooo... ddunque: una birra, sì una... poooi due chupito! Eh... poooi poi poooi... due tequile, un punch beeeeello peso, poi un 'long island', un 'sex on the beach', e... e... ho perso ancora il contoooo!»

Pensavo, sì... più o meno lucida lo ero, ma la vista era diventata tutto un turbine di luci e ombre che seguivano il mio sguardo in ritardo, lasciando dietro ogni luce una scia luminosa come una stella cometa.

Adoravo quella sensazione in cui ti senti libera di pensare tutto, di dire tutto, di guardare tutto da lì, seduta su uno dei divanetti a fondo sala, in compagnia di Patty che sembrava ancora più sbronza di quanto non sembrasse.

Adoravo soprattutto annegare i brutti pensieri in un bicchiere di vodka alla pesca con Baileys, o nel gusto forte della sambuca...

Insomma!

Quello che non mi andava affatto giù è che quel brutto imbecille di un Soul cosa fa? Prima mi squadra da testa a piedi, mi guarda le tette - che non ho! - e poi che fa? Se ne va a parlare e flirtare con Liz!

Non mi rimaneva che fare tre cose: bere, bere e parlare animatamente con qualche bel ragazzo!

L'ho fatto, ovviamente, eccome se l'ho fatto! Pure di fronte a quel cretino!

Lasciandolo di stucco, con la bocca aperta come un pesce lesso!

Così impara a lasciarmi sola tutta la serata!

«Makaaaaa.»

«Che c'è Patty?»

«Passa la sambuca! Ihihihih!»

«L'hai finita tutta tu, non valeee!»

«Ecschiuuuuusmiiiiii! Eheheheh!»

«Vado al bagno... addopo!»

Con moltissima, ma davvero moltissima fatica mi alzai dal divanetto uscendo alla bene e meglio dalla sala dirigendomi verso il bagno.

«Ma che ca...»

I corridoi erano bui ed illuminati solo da candele a forma di zucca, le quali davano una luce soffusa e tetra a tutto l'ambiente.

Arrivata alla porta del bagno accesi l'interruttore e per un attimo mi sembrò la prima volta che vedevo la luce.

Mi guardai allo specchio.

Il trucco era ok, il vestito era ok, avevo solo le mani un pò appiccicose perchè Patty mi aveva versato della vodka addosso, ma neppure i capelli sembravano scompigliati.

Era tutto apposto.

Tranne lo sguardo.

Mi vedevo nel riflesso e non vedevo sorrisi, solo un volto, ancora un po' bambino, imbronciato, come se non gli avessero dato le caramelle alla domanda "Dolcetto o scherzetto?".

Il mio dolcetto - le attenzioni che volevo - non me le hanno volute dare, neanche nel giorno di Halloween.

Sistemai il cappello da strega, aggiustai il vestito e misi il miglior sorriso che potevo.

Uscita dal bagno mi avviai, sempre a passi misurati, verso la sala.

A metà corridoio avvertì una presenza alle mie spalle.

Non mi sorpresi di sentire qualcuno che mi soffiava vicino all'orecchio un "Buh!".

Mi rigirai piano verso di lui.

Guardava, anzi, mi guardava dall'alto, nonostante i tacchi alti che mi mettevano quasi alla pari con la sua altezza.

E sorrideva, in modo decisamente cool.

In quel momento sentii l'alchol cominciare la sua corsa frenetica nelle vene e nel cervello, offuscandomi ancora di più i sensi.

«Maka... non ti ho vista per tutta la serata...»

«Nemmeno io ti ho visto... sai, ero in compagnia con Patty...»

«Io ho dovuto badare a Black Star mentre Liz e Tsubaki facevano la sfilata dei costumi...»

«Insomma, ti sarai divertito abbastanza immagino...»

Un moto di stizza mi stava attraversando la voce e le braccia fino alle dita delle mani.

«Più o meno, poi Liz se n'è andata con Kid e io sono restato con quei due... ho preferito fare un giro al tavolo degli alcolici... e tu?»

«Oh beh sai... uno shot tira l'altro, ne ho perso il conto ormai...»

L'enorme macigno che gravava sullo stomaco cominciò a dissolversi.

«Anche io...credo di essere arrivato ad una ventina... circa. Ormai si stanno facendo sentire...»

Sorrise ancora più ampiamente, mostrando i denti bianchi, come un vampiro.

Sentì il suo sguardo cremisi su di me, facendomi indietreggiare inconsciamente fino al muro del corridoio.

«E tu non sei andato a sfilare? Con il frack avresti fatto colpo!»

«Tsk, sì, prendimi in giro! Quella che si è vestita con i pantaloncini a zucca come le bambine e ha rubato il cappello da strega a Blair!»

Detto ciò si prese il cappello che portavo e se lo mise in testa.

Era uno spettacolo davvero buffo, ubriaco che imitava Blair, però ce l'avevo ancora a morte con lui.

Mi ripresi il cappello con la forza.

«Ridammelo! E comunque sappi che io non ho rubato proprio un bel niente!»

Possibile che la mia voce risultasse così infantile?

Mi si avvicinò ancora di più, bloccandomi tra il suo corpo e il muro con le braccia.

Il cappello conteso cadde a terra, inanimato.

Sentì un inspiegabile calore crescere in mezzo al petto, facendomi avvampare.

La sua testa si abbassò fino alla spalla nuda, i capelli bianchi che mi solleticavano l'incavo del collo.

Il suo respiro caldo che accarezzava la pelle.

«Bugiarda... - sussurrò all'orecchio - Tu mi hai rubato qualcosa, sai? Qualcosa di molto prezioso. Ed ora voglio riprendermelo...»

Avvertì la punta del naso sfiorarmi il collo, leggermente, lentamente, inspirando il profumo della pelle.

Il respiro veloce mi solleticava, come una tortura.

Il cuore mi batteva veloce e l'alchol mi infiammava il corpo.

Poi qualcosa di morbido mi toccò il collo.

Piano sfiorava per poi intrappolare la pelle fra le labbra in un supplizzio di respiri.

Mi aggrappai al tessuto della marsina con le mani, spingendo il suo corpo ancora più vicino.

Alzai la testa per respirare e lasciare che il tocco della sua bocca arrivasse più distante.

Divenne un'agonia quando alle labbra di aggiunse il tocco umido della lingua e i morsi leggeri.

Fecero scattare brividi lungo tutta la spina dorsale.

Il calore al petto aumentava sempre più.

La mia stretta aumentava sempre più.

La lingua che tracciava percorsi lungo il collo e la spalla, i nostri respiri affannosi alla ricerca di aria, la sua mano che risaliva i fianchi fino alla schiena...

Dopo l'ennesimo morso si spostò a fronteggiarmi, gli occhi annebbiati, infuocati, sempre più rossi.

Capì quello che voleva fare.

Non gliene diedi l'opportunità.

Ricordai in un attimo tutta la rabbia che covavo prima di tutto questo e il fastidio mi fece tornare lucida il tempo di scostarmi da quella 'gabbia' alla quale poco prima piacevolmente restavo aggrappata.

Mi guardò, intontito, come se non capisse perchè me ne volessi andare.

Feci un cenno con la testa per autoconvincermi che dovevo scappare da lì, e dissi a Soul, come scusa:

«Torno in sala... Ci vediamo là.»

Misi il cappello in testa e a passo spedito come non mai rientrai nel salone imbarazzata, accaldata, e anche -decisamente- compiaciuta, con il sorriso sulle labbra a scolarmi l'ennesimo shot di tequila.






 

***
 

Angolo Autrice: Ooooooooooooooooooooooooooooooooooollè!!!!!!! >O<
Era ora che accadesse qualcosa!!! >3< Insomma... sono così tontoloni che ci metteranno anni per un bacio! ^_-
Ahahah! Scherzo dai! Questo era anche qualcosa di più inaspettato! ^^
No beh... questo capitolo mi ha divertito molto scriverlo! ^^
Il mio nii-chan/BETA mi ha accusato di essere un'alcolista (in poche parole...)... non so se sentirmi afflitta o cosa... 
Diciamo che mi ha dato modo di poter scrivere capitoli in cui l'alchol è una direttiva... e anche perchè, ripeto, il pretesto dell'alchol per fare stronzate nelle fan fiction è quello che adoro di più! >o< (dopo che ne leggi almeno dieci così ti viene voglia di scriverle!)
Parliamo del capitolo: dunque... non troviamo scuse alle gelosie... quando Maka è gelosa, lo è e basta! ^^
Soul, è un cretino ovvio, ma in realtà lui non aveva nulla di che dare a Liz...
In poche parole Maka ha visto ciò che voleva vedere, solo per gelosia. Cosa che poi ha fatto pagare a Soul sbattendogli in faccia il classico "Non mi vuoi? Ci provo con qualcun'altro!", piuttosto tipico della gelosia "ignorante" diciamo.. ("ignorante" nel senso dell'ignorare, non come "scema") però allo stesso tempo di quella più "furba"... insomma... è quella che sortisce più effetti! ^_^
Non ho fatto troppe descrizioni su questo fatto perchè non era quello il punto focale. Anche se la parte più "clou" mi dispiace averla fatta durare così poco, ma non tutte le cose vanno come si vuole... v__v
Quindi, spero tanto vi sia piaciuto noonostante tutto, e per ogni errore grammaticale o lessicale non esitate a rimproverarmi! ^^"
Un bacione enorme a tutti! <3


PS: Uh uh uh! Alla fin fine, dimentico sempre le cose più importanti...
Ecco la domanda valida per ogni capitolo postato, che è il senso vero e proprio della fan fiction.
Per rispondere a questa domanda NON si possono usare: dizionari, traduttori, conoscenti che conoscono la lingua e cose simili.
Dovete rispondere SOLO attraverso la ricerca del significato nella storia per conto vostro.

Domanda:"QUAL'E' LA PARTE DEL CORPO NOMINATA IN OGNI TITOLO DEI CAPITOLI?"

Le risposte sono davvero facili, basta poco per capirlo! ^^
E siamo a già a SEI capitoli!!! >0< 
Bacio!

  
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