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Autore: suni    21/11/2011    13 recensioni
Basta quel cenno, quel veloce e insignificante cenno del capo, quel diniego rapidissimo e privato, appena accennato, che spazza via tutto. (SPOILER! 7x10)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Shot banale e insignificante su una scena della 7x10 che mi ha lasciata così male da farmi rischiare il pianto scrosciante. 500 parole pulite, piccolo omaggio al mio pairing preferito di tutte le serie di tutto il mondo.



That one second


Basta quel cenno, quel veloce e insignificante cenno del capo, quel diniego rapidissimo e privato, appena accennato, che spazza via tutto.
Via il laser tag come ragazzini, via la wingwoman, via il sesso accidentale per ragioni improbabili, via Sandcastles in the Sand, via le scommesse sui servizi televisivi improponibili e le cadute nella merda di cavallo, via le critiche scarsamente costruttive, via gli sguardi obliqui di silenziosa intesa, via le risposte condiscendenti e spontanee a battute di pessimo gusto, via le sottili e meno sottili ironie sul Canada, via la spalla su cui lei può piangere, via la propensione condivisa al disastro, via la risata squillante di Robin nel momento sbagliato, sulla frase sbagliata, in un imbarazzante silenzio, via il successivo commentino di sufficienza, via il conseguente sguardo fintamente risentito, via la visione serale di improbabili e agghiaccianti notizie su gelatai terroristi, col sorriso sulle labbra, via tutto, via, cancellato, bruciato, finito.
Quello che Robin fa all'uomo che la ama è strappargli via il fiato.
Quello che Robin fa al proprio migliore amico è strappargli via la gioia di anni di vita in comune.
Tutto in un solo istante. È soltanto un secondo, ma sembra fisso e immutabile come tutta l'eternità. La sua testa fa “no”, una, due volte ed è come se sparisse persino MacLaren's – la seconda casa.
Robin con i suoi capelli corti. Robin che, se glielo chiedesse lei, la seguirebbe persino in Ontario. Robin da ricoprire d'oro anche se non la renderebbe di un millesimo più bella, perché non potrebbe esserlo più di così. Robin che quando è esasperata o si arrabbia comincia a dire cose senza senso o che a volte fa battute che capisce solo lei, e tutti la guardano perplessi, ma fa venire voglia di stringerla e stringerla e stringerla e urlare che è la donna più bella del mondo, è Robin.
Soltanto un secondo. Quel preciso, minuscolo, unico secondo che sembra destinato a rimanere lì per sempre, presente fino alla fine del mondo, perché mai più niente sarà come prima di quel secondo, mai più potrà fare finta che non faccia male, mai più potrà prendere tempo e credere o aspettare che. Mai più niente. Mai più laser tag o tutto il resto.
Il bicchiere pesa troppo, in mano. Anche la mano pesa troppo; anche le gambe. Anche la testa, le spalle, persino il naso. La cravatta. I piedi, spostandoli, sembrano quintali. Persino le labbra sono una tonnellata da sollevare.
Sarà meglio che vada. È stata una serata dura.”
Una frase fatta per gli amici. Una frase senza impegno, buttata fuori con la faccia finta messa a punto negli anni.
Mi dispiace, Barney.”
Si volta verso Robin, Robin che ha parlato e che lo guarda, adesso, ma per una volta non ha molta importanza. Non serve più. Robin che no, non ti dispiace abbastanza, ma fa lo stesso. Quello che vuoi, senza preoccuparti.
Non è niente.”
Niente. Soltanto un secondo.
E si chiude anche la porta di MacLaren's.
   
 
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