Freddo bollente
 
 
Faceva freddo, quella sera. Faceva davvero freddo. Non c’era in giro nessuno all’una di notte per le strade di Lima, Ohio. Nessuno a parte lei.
 
Una ragazza si muoveva veloce e sinuosa sulla strada buia. Era vestita pesante. Indossava una lunga giacca, una sciarpa di lana e un grazioso cappellino. Eppure aveva freddo.
 
Tanto freddo. Non un freddo normale, ma uno di quelli che ti prende dentro, ti gela il cuore. Quelli che ti prendono all’improvviso, che ti lasciano senza fiato, come se non riuscissi più a respirare.
 
Ti senti un cuore di ghiaccio, quando succede, e anche per quella strana ragazza era così.
 
Tutto ad un tratto si fermò, davanti ad un palo. Si appoggiò ad esso, e delle lacrime cominciarono a rigarle silenziosamente le guance.
 
Bruciavano sulla sua pelle ghiacciata. Scorrevano come lava, sentiva che le arrossavano il volto. quel calore non le dava piacere.
 
Di cosa aveva bisogno, quella strana ragazza, che camminava da sola, senza paura, nella notte più buia e fredda?
 
Calore. Il freddo si era tramutato in calore. Non uno di quei calori piacevoli che ti avvolgono in un soave bozzolo di felicità, no, per niente.
 
Un caldo malsano, che la lacerava dentro, in profondità, lasciava i segni. Sentiva la pelle ledersi con tutto quel calore, che la soffocava.
 
 Freddo bollente. Un gelo lacerante che allo stesso tempo ti scotta.
 
Ma non era sempre stato così. Il freddo l’aveva presa dopo le Nazionali. Si sentiva così dannatamente vuota! Nessuno che l’amava, nessuno che la voleva. Nemmeno l’affetto delle amiche le bastava, non la saziava. Aveva bisogno di essere indispensabile per qualcuno. E quel vuoto così si era trasformato nel freddo bollente che provava ora.
 
Sentiva le mani irrigidirsi per il freddo e allo stesso tempo il sangue scorrerle nelle vene come un torrente di magma bollente. Sensazioni contrastanti che le laceravano l’anima.
 
All’improvviso sentì dei passi vicino a lei. Si asciugò in fretta le lacrime con le mani gelide, per timore di essere vista. Si strinse le braccia intorno al petto, come per abbracciarsi. Sfregò forte, cercando di riscaldarsi.
 
Ma da sola non riusciva a darsi quel calore di cui aveva bisogno.
 
“Che ci fai qui, Quinn?” la bionda si girò verso il ragazzo che le aveva appena parlato. Gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime.
 
“Al diavolo!” pensò.
 
“Abbracciami” gli rispose, fiondandosi fra le braccia di Puck. Il ragazzo non seppe fare altro che assecondarla, tenendola stretta.
 
Ecco di cosa aveva bisogno. Solo di un abbraccio.
 
 
Spazio Autrice:
 
Emh.. io che scrivo una Quick? Potrei essere pazza, io sono una Puckleberry convinta! Beh, a parte questo, eccovi una nuova storiella della sottoscritta!
 
Ecco una Quinn un po’ malinconica, mi è venuta in mente dopo aver visto la 2x20, quando parla con Santana e Brittany. E, ovviamente, la Zizes nel mio universo non esiste!
Grazie mille per aver letto, e se mi voleste lasciare un commentino, anche negativo, non potrebbe farmi altro che piacere.
 
Alla prossima!
 
Un bacio,
 
Candy C