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Autore: Toya    22/11/2011    2 recensioni
“ A Saphira..
Che mi ha dato il coraggio di aprire il mio cuore,
e di esprimere ciò che veramente ero.
Questa storia è dedicata a te.
Ti voglio davvero bene..
Tua Eveline..”
Ok, è la prima volta che scrivo una storia inventata..perciò siate clementi! Tratta di una ragazza Eveline, che ha una malattia grave, che però vuole tenere nascosta alle persona più care come verso Saphira, la sua migliore amica, perchè vorrebbe vivere quegli ultimi momenti al meglio. Solo che si sente un pò messa da parte e ha paura che la lasci, una paura che in verità nasce dalla consapevolezza che mancava poco per lei..
E' tratto da una storia reale..spero che vi piaccia :) e spero che quella persona..mi perdoni.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-No, tranquilla..Non necessito che tu mi comprenda! Lascia perdere quindi..Non sono dell’umore di litigare con te!-

Dette quelle parole con uno strano bruciore alla gola, Eveline attaccò la cornetta senza ascoltare la risposta dell’amica e ritornò silenziosa nella sua stanza, buttandosi a peso morto sul suo letto e senza perdere tempo continuò a scrivere ciò che aveva interrotto prima della chiamata.
Uno spicchio di luce esterna illuminò la stanza semibuia della ragazza, lasciando intravedere dalla lieve fessura della porta aperta, una figura familiare.

-Ehi..Hai già finito di parlare con Saphira?-

La ragazza borbottò qualcosa simile ad un “sì”, senza staccare lo sguardo dal quadernetto su cui scriveva da settimane intere.
La madre, posando i cumuli di documenti di lavoro arretrato che aveva in mano, si avvicinò alla figlia attentamente e si sedette sullo stesso letto, fissando dolcemente la sua bambina.

-Hai per caso litigato di nuovo con lei?- Chiese la donna con tono preoccupato, anche se nei suoi occhi c’era un velo di tristezza che ad Eveline riusciva sempre a pesare.

-No..- mormorò la ragazza, chiudendo il quadernino in mano. –Io ce l’ho sempre con lei..- contnuò, sviando lo sguardo dalla madre per non farle notare quel senso di solitudine e rammarico che provava.

La donna, che ormai aveva imparato a capire il suo silenzio, non trovò la necessità di dirle niente ma si limitò a stringerla forte tra le sue braccia, come solo una madre poteva fare.
Eveline, che per tutto quel tempo cercava di sembrare distaccata e fredda, si tolse vial in quell’abbraccio quella maschera che si era imposta di mettere, abbandonarsi in quell’offerta di affetto che le donava la madre e non riuscì a trattenere la sua angoscia che portava dentro, scoppiando a piangere come non aveva più fatto da anni di fronte agli altri.

-Ho paura che mi abbandoni, ho paura che si scordi di me, ho paura che prima o poi mi lascerà da sola, preferendo qualcun’altra a me! Io le voglio troppo bene, eppure mi fa paura l’idea che se ne vada via da me! Non voglio..Non voglio perderla! Sì, è vero, sono gelosa! Mi sento gelosa quando la vedo parlare e ridere con qualcun altro..perchè la vedo sempre pèiù lontana da me! Mi sento gelosa di quando certe volte mi ignora senza volerlo! Mi da rabbia quando da per scontato qualcosa che non lo è..Perchè Non tutto quello che vediamo è sempre scontato.. Eppure mi sento un’idiota a sentirmi così gelosa! Non è invidia o cosa..Ho solo paura di perderla, mamma! Saphira è davvero importante per me..E’ una delle persone più importanti per me! Basta che lei mi sia vicina per essere felice! Sono stupida, mamma, lo so.. Ma ormai non riesco a essere più forte! Non ci riesco più a essere forte!-

La donna, che per tutto quel tempo stava ascoltando in silenzio lo sfogo della figlia, lacerandosi internamente delle sofferenze sue, alle ultime parole sentì quella ferita aprirsi ulteriormente e la strinse ancora più forte tra le sue braccia, come se la volesse difendere e proteggere da qualcosa.

-Non devi avere paura, piccola mia! Non devi avere paura! Tutto si risolverà, questa è la mia parola! E’ la parola di una madre che è pronta a tutto, pur di sacrificare sé stessa per la sua figlia! Non piangere figlia mia..Non piangere! Sii forte che tutto andrà bene..- Le sussurrò la madre con gli occhi lucidi, volendo eliminare quei brutti pensieri che aveva in testa.

Eveline, vedendo le lacrime della madre, si dette della stupida. Non voleva vederla soffrire, così sorrise e le asciugò quelle lacrime infiammate dal dolore, e cerò di sembrare forte, solo per lei.

-Sì mamma..andrà tutto bene. Tutto si risolverà..- mormorò la ragazza con un finto sorriso. Doveva essere forte per sua madre, doveva essere forte per lei che le stava accanto lungo questo lungo calvario che stava percorrendo all’insaputa di tutti, compresa Saphira che di quei problemi ne era all’oscuro.

La madre, sentendo quelle parole, annuì dolcemente, e asciugandosi le poche lacrime rimaste, cercò di darsi un po’ di contegno.

-Bene piccola..Vado a prepararti qualcosa di buono, chiaro? Riposati e non ti sforzare troppo a scrivere!-

Le disse la madre, con tono premuroso, nascondendo le sue preoccupazioni, e baciandole la fronte, si avviò verso la porta, quando fu fermata dalla voce di Eveline.

-Credi..Credi che prima o poi glielo devo dire..della mia malattia, vero? – le chiede tentennante Eveline, cercando di non mostrarsi troppo presa dalla questione, nonostante si sentisse continuamente in colpa per questo segreto nei confronti di Saphira.

La donna, che rimase sorpresa della sua domanda, fissò la figlia in cerca di una risposta idonea da darle.

-Prima o poi..glielo dovrai dire, ma solo quando te la sentirai davvero..-

E dicendo ciò, la donna uscì di stanza, scappando dalla visione della figlia, per piangere come una disperata dell’ingiusta sorte della propria figlia.
Eveline osservò per un attimo il vuoto formatasi dall’assenza della madre, pensando al vuoto che avrebbe provocate lei nella vita dei suoi e delle persone a cui teneva. La sua attenzione ricadde sulla sua migliore amica.
Più volte era stata sul punto di dirle tutta la verità, non riuscendo a tenere quella maschera che faceva credere agli altri felice e spensierata. Non voleva eliminare quella illusione. Non voleva essere falsa nei confronti dell’unica amica che l’aveva sempre appoggiata e a cui teneva davvero tanto, quasi come una sorella, e non voleva spezzare quel rapporto splendido che si erano create fin da piccole tra sorrisi, segreti e litigi. Quei pochi momenti che le restavano le voleva godere al meglio assieme alle persone a cui teneva davvero, soprattutto con Saphira a cui aveva condiviso ogni piccolo segreto, da quelli più imbarazzanti a quelli più importanti, eccetto quell’ultimo segreto mortale. Era stata lei a spronarla a seguire i suoi sogni, senza ascoltar egli altri. Era stata lei ad aprirle gli occhi alle meraviglie di quel mondo. Era stata lei a insegnarle di sognare a immagine. Era stata lei a capire ciò che provava la vera Eveline, che non voleva altro che diventare una scrittrice.
Eveline osservò quel quaderno su cui pochi minuti fa stava scrivendo. Dentro era contenuta la storia del suo cuore, la storia che solo Saphira era riuscita a estrapolare dalla timida Eveline. La ragazza sorrise amaramente, e accarezzò la copertina del suo quaderno.
Non voleva vedere quel senso di pietà negli occhi della sua migliore amica che vedeva nei suoi genitori e nei dottori che la visitavano continuamente, sempre con quel sorriso falso.
All’improvviso Eveline sentì il telefono suonare. Il suo sesto senso le diceva che era Saphira e senza aspettare altro, corse per le scale andando a risponderle.

-Pronto?
-Eveline senti..Mi dispiace per prima. Non voglio litigare con te!-
-Ti voglio bene Saphira..-

 
 
Un anno dopo..

Saphira stava camminando lungo il viale, tenendo gli occhi impegnati a leggere un quadernino, tanto da non notare i passanti urlarle contro.
Quella storia le toglieva il fiato, e dal suo viso, delle calde lacrime le rigavano il volto.
Mancano solo poche pagine, e Saphira si sentiva tesa nel vederle, non volendo che quel quadernetto finisse. Temeva che quella magia prima o poi finisse e lei non voleva proprio.
Camminava e camminava, continuando a leggere quel quadernetto. Pochi minuti dopo, arriva all’ultima pagina, e vicino alla parola “Fine”, una lacrima sbiadì leggermente la parola.
Alzò lo sguardo verso il cielo, puntando il dito contro di esso.

-Eh cara mia, sapevi il mio punto debole! Sapevi che avrei pianto alla fine della tua storia! L’hai fatto apposta, eh?- disse Saphira, con tono scherzoso, eppure i suoi occhi erano pieni di lacrime. All’improvviso, dall’ultima pagine del libro, un foglietto cadde per terra. Saphira si chinò perplessa a raccogliere il foglietto andandolo subito a riposare sul libro ma qualcosa colpì la sua attenzione.

“ A Saphira..
Che mi ha dato il coraggio di aprire il mio cuore,
e di esprimere ciò che veramente ero.
Questa storia è dedicata a te.
Ti voglio davvero bene..
Tua Eveline..”

Saphira sgranò gli occhi, rileggendo quelle poche righe più volte, e ogni volta letta i suoi occhi diventavano ancora più lucidi. Le sue gambe tremarono all’improvviso, senza reggerla più, e cadde per terra piangendo come una disperata, sfogando quella tristezza e quella rabbia di non avere più la sua migliore amica accanto a lei.
 
  
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