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Autore: Karenin    24/11/2011    2 recensioni
Inizialmente questa doveva essere uan semplice storia ispiarata al rapporto di Odio e Amore fra il poeta latino Properzio per la bellissima e crudele prostituta Cinzia. Alla fine mi sono lasciata trasportare e ne è uscita un racconto completamente diverso in chiave moderna. "Colpiscimi, odiami fammi del male preferisco questo piuttosto che affrontare l'oblio da sola" Ciò che c'è oltre l'amore...l'odio Finale a sorpresa. Spero vi piaccia ed ancor più che mi diate una mano a migliorare dove sbaglio
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                   LO SPETTRO



“Se mi darai tutti i baci del mondo saranno sempre pochi.”
                                           -Sesto Properzio-



L 'unica cosa che Cinzia desiderava, era trascorrere l'eternità con Properzio. Era stato il suo primo nonché unico amore e non desiderava nient'altro che condividere ogni singolo momento con lui. Si conobbero un sabato sera come tanti altri in un pub. Lui la notò subito per i suoi capelli rossi ricci, una vaporosa nuvola di profumo alla vaniglia. Al''interno del locale poco illuminato il suo colorito pallido emanava tutto attorno a sè una strana aura angelica, splendeva, bellissima e glaciale, come il bicchiere di vodka mezzo vuoto dinnanzi a lei. Lasciava che la cenere della sigaretta che aveva in bocca si spargesse per tutto il bancone alla quale era appoggiata noncurante. Properzio non lo seppe mai ma Cinzia lo conosceva da molto più tempo di quanto potesse immaginare. Lo aveva visto per la prima volta nel cortile universitario, seduto in terra a leggere "Anna Karenina" il suo libro preferito e da allora non era riuscita a cancellare dalla propria mente l'immagine di Properzio totalmente assorto nella lettura, seduto sulle scale che se ne sbatteva del mondo intero. I riccioli scuri che per quanto ricadessero morbidi sul viso non nascondevano totalmente i lineamenti delicati del ragazzo. Quella sera si prospettò a Cinzia l'occasione giusta per conoscerlo e le sue aspettative non furono deluse. Era esattamente come se l'era immaginato brillante, intelligente,sensibile; quando parlava di letteratura gli occhi gli si accendevano di una luce particolare . Più di una volta gli occhi di Cinzia caddero sulle sue mani, mani grandi, forti, mani adatte ad accarezzare le punte dei seni con desiderio, mani perfette per stringere forte a sè una ragazza fragile. Properzio invece fu subito affascinato non solo dall'eterea bellezza di Cinzia ma anche dal vigore con il quale era capace di esprimere le proprie idee. Giocherellando col bicchiere di vodka gli esponeva i suoi progetti per il futuro: viaggiare, correre a perdifiato nei boschi, gettarsi su spiagge di sabbia bianca e tuffarsi nella spuma del Mar Rosso, non vi era mai stata e desiderava ardentemente poterlo vedere, finchè aveva ancora voglia di vivere. Era fuoco pensava, era fuoco puro. Fecero l'amore quasi subito alcuni giorni dopo, in modo frenetico e doloroso sperando di potersi perdere l'uno nelle braccia dell'altro, Properzio avvolto in quella vaporosa nuvola purpurea e Cinzia sulle labbra rosee di lui Continuarono ad ubriacarsi d'amore per circa cinque anni senza mai pensare al futuro, assassinandosi a vicenda ogni notte e ritornando miracolosamente alla vita ogni mattina per poter godere ancora una volta di quella dolce sofferenza.
Tutto questo terminò quando Properzio si scoprì una sera a vagheggiare riguardo la possibilità di comprare una casa per poterci vivere assieme a Cinzia.. e a due piccole miniature di loro stessi. Ogni notte si ritrovava a sognare non più soltanto infiniti sublimi amplessi ma piccole creature dai capelli rossi con la passione per l'arte, dei piccoli Properzio e Cinzia da amare come nessun'altra persona al mondo, perchè erano passati attraverso di lei. Cinzia continuava ad essere l'indiscussa padrona del suo destino ma non era più sola . La sua piccola graziosa proiezione iniziò a seguirla ovunque andasse. Di comune accordo decisero di sposarsi, dovevano sposarsi, era il loro destino e le loro proiezioni si facevano nelle loro menti ogni giorno sempre più reali, più vivi, più scalpitanti. Senza nemmeno accorgersene Properzio si ritrovò in chiesa con indosso un abito scuro improbabile che mai avrebbe rimesso in vita sua. Una buona percentuale dei presenti gli era sconosciuta e lo fissavano chi con trepidazione chi quasi con compassione. L'odore di incenso misto all'aroma penetrante diffuso nell'aria dall'eccessiva quantità di fiori gli aveva procurato una forte emicrania . Ma erano gigli, i fiori preferiti di Cinzia, presto ne avrebbe afilato uno e lo avrebbe sistemato fra i capelli fulvi di lei. Andava tutto bene perché presto sarebbe cominciata una meravigliosa avventura neanche lontanamente paragonabile alle coste del mar Rosso. Ma Cinzia non si presentò e questa fu l'inaspettata conclusione della loro storia. Properzio non la perdonò mai, la chiamò, pianse ogni sera, si disperò facendo di tutto pur di non affrontare la realtà, la cercò, si recò ogni giorno a casa della ragazza per vedere se non lei la madre della sua regina perduta. Preferiva una versione di Cinzia invecchiata, sfiorita e disillusa piuttosto che fare a meno di lei. Proprio quando nessun lettore neanche il più fantasioso fra i sognatori se lo sarebbe immaginato, Cinzia tornò nel pub del loro primo incontro. La scorse subito fra la folla, sempre evanescente , sempre bellissima che sorseggiava il solito bicchiere di vodka liscia allungata solo ed unicamente col ghiaccio. Era diventata più pallida, le labbra rosse erano esangui, gli occhi arrossati, mentre i riccioli avevano perso la loro voluminosità ma nulla di tutto ciò le fece perdere il suo aspetto di regina. Ogni sera lei era l' seduta al bancone per lui ma non si parlavano. Tuttavia continuavano ad accarezzarsi , baciarsi e toccarsi cong li occhi. prese ad andarci anche da solo e al pub e si sedeva accanto a lei per poter inspirare a pieni polmoni quel profumo di vaniglia o almeno così credeva in teoria. Non ebbe mai il coraggio di farlo. Ordinava und rink dopo l'altro finchè quando era completamente partito tornavano a casa in silenzio e sebbene lo chiedesse ogni volta, lei non diede mai una risposta al suo invito di raggiungerla sù in casa. A decidere di rompere questa catena di silenzi fu properzio che si diresse in casa Latini un ultima volta. Non aveva mai smesso di andare a trovare la madre di Cinzia, sebbene avesse ricominciato a vedere la figlia. Avevano acquistato la formale abitudine di prendere il tè insieme due o tre volte a settimana, tracannando una dopo l'altra tazze di tè in compagnia del surrogato dell'unica persona che lo avesse mai toccato dentro, si sentiva meno solo. Si decise di fonte a quella testa rossa solcata da striature bianco latte di confessare il vero motivo della sua visita. "Ho visto Cinzia" disse in un filo di voce. La donna sbiancò e fu costretta a poggiare sul tavolino la tazzina d te per non rovesciarne il contenuto. "Caro, adesso basta devi fartene una ragione... sei ancora giovane.. devi andare avanti, Cinzia è morta".

Già perché il giorno delle nozze Cinzia non era scappata. Si era provata il vestito ed a lungo era stata allo specchio ad osservarsi il corpetto ricamato e la gonna svolazzante. Voleva essere perfetta, dunque si era chinata sul water e si era ficcata due dita in gola per eliminare tutto il superfluo. A lui non lo aveva mai detto assieme a tutte quelle grandi e piccole cose che avrebbero potuta farla apparire meno desiderabile, meno speciale, meno forte, meno perfetta. Morì così, soffocata dal proprio stesso vomito fra gli spasmi, stesa sul tappetino del bagno con gli occhi lacrimanti ed un rivolo di saliva che le colava giù per il viso. In realtà Cinzia non aveva mai abbandonato Properzio di sua volontà. Perciò aveva deciso di legare la propria anima immortale ad un effimero corpo di uomo fatto di carne e sangue e non sarebbe più tornata sui propri passi. L'unica cosa che Cinzia desiderava era trascorrere l'eternità con Properzio, per questo motivo quella sera loaspettò sotto casa e ruppe il suo voto di silenzio. "Non posso lasciarti andare. Non l ho mai voluto" "Posso toccarti?" disse properzio allungando una mano tremolante verso di lei. "Voglio dire.. sei vera? Possiamo stare insieme?" Wea proprio questo che Cinzia stava aspettando. Gli si avvicinò e gli rivolse queste parole "Se vuoi stare con me devi baciarmi. Io non voglio rimanere sola, voglio che tu venga via con me" In un istante la afferrò con quelle mani fatte per abbracciare soltanto lei e suggellò la loro unione con un bacio per l'eternità. Il giorno dopo un netturbino trovò il cadavere di un ragazzo adagiato sul ciglio della strada immerso in una possa di sangue e vomito, sul volto una sorridente espressione beata.

"Colpiscimi, odiami fammi del male preferisco questo piuttosto che affrontare l'oblio da sola" "Ti odio per quello che mi hai fatto.. ma perché non riesco a staccarmi da questo abbraccio?" "Perché lo desideri. Lo desideri e così sarà. Tu resterai per sempre accanto al tuo spettro"

  
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