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Autore: _Globulesrouge_    25/11/2011    12 recensioni
One Shot Delena scritta interamente dal POV di Elena per un contest e ambientata in una ipotetica serata di Halloween seguente temporalmente la puntata 3x09 di Vampire Diaries.
Per la serata di Halloween sarà organizzato un gioco di ruolo in cui le prede diventano cacciatori e viceversa e Damon ed Elena si troveranno in una strana situazione...
Inizio; citazione dal testo:
Quelle parole continuavano a pulsare nella mia mente, senza darmi tregua; come una ossessione, “lo lasceremo andare” avevo detto a Damon prendendo il suo viso tra le mie mani. Non credevo che avrei mai ammesso quelle parole con me stessa, non credevo che mi sarei sentita quasi sollevata a pronunciarle ad alta voce; come se quel suono avesse avuto il potere di placare tutta la rabbia che mi portavo dentro da tempo immemore. “Lo lasceremo andare’’ ridissi tra me e me sempre più convinta delle mie parole mentre continuavo a prendere a pugni la sacca da boxe che Alaric mi aveva regalato....
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The excitement of the hunt



Introduzione e contestualizzazione:One Shot Delena scritta interamente dal POV di Elena per un contest e ambientata in una ipotetica serata di Halloween seguente temporalmente la puntata 3x09 di Vampire Diaries.
Per la serata di Halloween sarà organizzato un gioco di ruolo in cui le prede diventano cacciatori e viceversa e Damon ed Elena si troveranno in una strana situazione...
Il contest è stato organizzato dal Damon Elena Forum, che voglio ringraziare; in particolar modo Giuls <3






Quelle parole continuavano a pulsare nella mia mente, senza darmi tregua; come una ossessione, “lo lasceremo andare” avevo detto a Damon prendendo il suo viso tra le mie mani. Non credevo che avrei mai ammesso quelle parole con me stessa, non credevo che mi sarei sentita quasi sollevata a pronunciarle ad alta voce; come se quel suono avesse avuto il potere di placare tutta la rabbia che mi portavo dentro da tempo immemore. “Lo lasceremo andare’’ ridissi tra me e me sempre più convinta delle mie parole mentre continuavo a prendere a pugni la sacca da boxe che Alaric mi aveva regalato.
“Ehi Buffy’’ la sua voce mi sopraggiunse alle spalle con quel solito tono, un po’ apprensivo e un po’ canzonatorio, ma che comunque mi faceva sentire al sicuro; mi faceva sentire a casa.
“Dovresti riposarti un po’’’ continuò avvicinandosi a me con velocità vampiresca e facendomi sbattere il viso contro la sacca rendendomi un tutt’uno con essa.
“Saresti già morta” mi disse soffiandomi dietro l’orecchio mentre teneva entrambe le mie mani immobilizzate dietro la mia schiena e facendomi sentire completamente in suo potere.
Sentii le sue mani prendermi la vita ed in un attimo ero distesa a terra con le spalle contro il pavimento e Damon a cavalcioni sopra di me con le mani che ancora un volta immobilizzavano le mie. “Guardati sempre le spalle” mi disse lasciando la presa ed allontanandosi da me, quel tanto che mi permise di riprendere coscienza dei miei sensi e risvegliarmi da quello stato di trance in cui mi aveva trascinato ancora una volta.
“Stasera Caroline ha organizzato una serata diversa dalla solita festa in maschera di Halloween’’ mi disse armeggiando con una delle bombe allo strozza lupo di Alaric, “sai quella iniziativa scolastica sull’autodifesa? Sarà tutto incentrato sulla caccia’’ continuò, “dovresti andare a divertirti invece che stare qui a distruggerti le nocche delle mani contro quel sacco’’.
“Non ho nessuna voglia di festeggiare, odio Halloween e le feste in generale’’ tagliai corto fingendomi indifferente, “tu vai?’’ gli chiesi sperando inutilmente che trovasse una qualsiasi stupida scusa per farmi compagnia in qualche modo, pur sapendo che avrei finto indifferenza e un leggero disappunto.
“Sono stato incastrato da Liz’’ mi rispose roteando gli occhi, “vuole che controlli che nessuno si faccia davvero male’’ disse salutandomi con un cenno della mano e lasciandomi sola al centro di quella enorme stanza.
Alaric aveva convinto il preside ad usare le ore di educazione fisica per far esercitare le persone ad autodifendersi. La scusa era sempre la solita; le ragazze dovevano cercare di difendersi contro eventuali stupratori o maniaci, impersonificati dai compagni di classe. Da quando Klaus visitava periodicamente Mystic Falls, Alaric si era sentito in dovere di rendere le persone fisicamente più forti, senza tuttavia destare la paura dei vampiri o di esseri sovrannaturali.
Caroline all’inizio era molto contrariata; vedeva questa iniziativa come una sorta di odio verso se stessa e la sua specie, ma era presto tornata del tutto soddisfatta quando aveva notato che era bravissima a difendersi e che con il minimo sforzo poteva prendere fiumi di ‘A’ in educazione fisica, date le sue enormi doti di autodifesa, grazie alle quali riusciva a stendere ogni singolo rivale in un millesimo di secondo.
Mi asciugai la fronte con l’asciugamano, non potevo credere che nonostante l’allenamento scolastico e quello pomeridiano Damon mi avesse accoppato con tale facilità, era come se dinanzi a lui non riuscissi a muovermi e l’idea di essere completamente in suo potere per un attimo mi aveva annebbiato il cervello procurandomi quasi una sorta di piacere perverso che non riuscivo a spiegare e che mi spaventava terribilmente.
Mi addentrai nello scantinato e vidi il corpo di Rebekah rivolto a terra con un pugnale nelle spalle. Un brivido mi percorse la schiena al solo pensiero; mi ero approfittata di un suo momento di debolezza, avevo cercato il suo lato umano per distruggerla. L’umanità era una debolezza per i vampiri e per le persone e quando Damon in quella occasione mi aveva detto che mi ero comportata come Katherine mi ero resa conto di quanto il filo che mi collegasse a lei fosse infinitamente sottile.
Quella vampira cinica e senza cuore aveva più volte rischiato la pelle per salvare Damon o Stefan e nonostante tutto pochi giorni prima si era messa in gioco anche per me. Katherine sapeva quali fossero i punti deboli delle persone e li usava a suo vantaggio per non essere ferita, tuttavia era in grado anche di tirar fuori il meglio di sé quando sentiva che ne valesse la pena. In fondo non doveva essere così male avere qualcosa in comune con Katherine oltre all’aspetto.
Mi fissai allo specchio più volte riflettendo su ciò che mi era successo in quel lungo anno; la vita mi aveva in parte cambiata, tutte le cose che avevo vissuto mi avevano lasciato qualcosa; qualcosa per cui sentivo di essere più forte, più sicura di me stessa, più incline a mettere la mia sopravvivenza e quella delle persone che amavo di fronte ad ogni altra cosa. Avevo amato e odiato allo stesso modo e con una tale intensità che non credevo che una semplice umana come me potesse provare.
Quella stupida festa mi aspettava, ma non sarei stata Elena quella sera; non volevo esserlo, volevo vedere fino a che punto sarei potuta arrivare, quanto sfacciata sarei potuta essere, quanto provocatoria, quanto sicura di me e delle mie capacità.
Se né Klaus, né Mikael erano riusciti a capire che Katherine non fosse me, io potevo provare a fingermi lei, nessuno se ne sarebbe accorto se fossi stata abbastanza brava, abbastanza forte, sfacciata e sicura di me stessa e di certo le nuove arti di lotta che avevo imparato mi sarebbero state utili nel rendere tutto molto più credibile. Se Katherine poteva giocare ad essere una innocua umana, io potevo giocare ad essere lei.
Fin da piccola avevo amato i travestimenti ed Halloween era un pretesto per vestirmi da principessa e inondarmi i capelli di brillantini dorati. Ogni travestimento era stato studiato nel minimo dettaglio per cercare di apparire diversa, per cercare di non essere riconosciuta.
Essere Katherine per una notte non era impegnativo dal punto di vista estetico, sarebbe bastato arricciarsi i capelli, mettersi dei pantaloni strettissimi, un trucco forte e dei tacchi alti. L’unica cosa che avrebbe reso il mio travestimento più credibile non era da ricercarsi dentro il mio armadio o in un negozio di travestimenti, era dentro di me; era la forza di essere impenetrabile e di mettere la mia vita davanti a tutto e a tutti. Dovevo essere in grado di tenere a bada le mie debolezze, non tanto per spengere le emozioni o il dolore, ma per proteggere al meglio e con estrema lucidità me stessa e le persone che più amavo, senza farmi intorpidire dal panico o annebbiare la mente dalla paura; forza e sangue freddo, solo quelli mi sarebbero serviti per un perfetto travestimento.

La palestra della scuola era piena di persone, nessuno indossava delle maschere inquietanti o dei strani costumi da coniglietta di Play Boy. Portavano tutti degli abiti comodi e casual e ognuno aveva una collana con un ciondolo a forma di cuore, con su scritto il proprio nome appesa al collo; collane che Caroline aveva provveduto a distribuire a tutti gli studenti.
Tyler mi passò a fianco mentre cercavo di ancheggiare indifferente attorcigliandomi un ciuffo riccio attorno all’indice ed ammiccando leggermente per entrare meglio nella parte e sentirmi sicura di me stessa. “La copia sexy di Elena è tornata a Mystic Falls’’ mi disse girandomi intorno con quel suo fare leggermente strafottente che il suo status da ibrido aveva intensificato.
“Bene’’ pensai tra me e me abbozzando un sorrisetto, “sono piuttosto convincente’’.
Intravidi Damon da lontano con un bicchiere di plastica scadente in mano; tipico delle feste studentesche, gli feci un saluto con la mano ammiccando verso di lui ma senza degnarlo troppo e mi avvicinai alla cesta contenente le collane di legno per munirmi anche io di quello strano monile in attesa di sapere cosa la mia esuberante amica aveva organizzato per la serata più paurosa dell’anno.
“Buonasera a tutti!’’ esclamò Caroline attirando verso di sé l’attenzione mentre il microfono emetteva dei fastidiosi rumori che in un attimo resero tutti attenti ad ascoltare le sue parole.
“Il gioco è semplice’’ esclamò la bionda con entusiasmo, “i ruoli per una volta saranno ribaltati; le ragazze saranno le cacciatrici e i ragazzi le prede’’ continuò soddisfatta di se stessa.
“Per aggiudicarsi la preda sarà sufficiente staccare dal collo la collana ed appenderla al proprio. La ragazza che avrà ottenuto più ciondoli sarà la vincitrice! I ragazzi che saranno riusciti a non farsi strappare la collana con il cuore avranno vinto anch’essi. Ci sono domande?’’ chiese a squarciagola nella speranza che ognuno di noi avesse capito le regole del suo gioco.
“Quale buon vento ti porta?Credevo che fossi ormai miglia lontana da qui!’’ mi disse Damon guardandomi sottecchi.
“Klaus è lontano e dove non è lui sono io’’ dissi sicura di me stessa senza staccare i miei occhi dai suoi nel tentativo di dimostrargli che potevo sostenere il suo sguardo.
“Hai intenzione di scannare tutte le tue prede stanotte?’’ mi disse sfiorando il ciondolo che portavo appeso al collo.
“Se necessario…’’ dissi con indifferenza abbozzando un sorrisetto, “piuttosto stai attento al tuo di cuore’’ gli dissi sfiorando a mia volta il piccolo cuore di legno che portava al collo per poi allontanarmi senza degnarlo di un ulteriore sguardo.
Il suo tocco mi aveva colpita ancora una volta, ma avevo cercato di rimanere salda e di non farmi sopraffare come quel pomeriggio durante l’allenamento. L’idea che io fossi una cacciatrice invece che la solita preda da proteggere mi procurò una strana eccitazione; potevo tirare fuori un lato di me stessa che avevo sempre tenuto nascosto, potevo vedere fino a che punto potevo spingermi e quanto aggressiva sarei potuta essere.
In breve tempo i ragazzi iniziarono a correre in ogni dove distribuendosi nelle strade limitrofe e nei parchi intorno alla scuola. La notte era molto buia e soltanto delle candele accese all’interno di zucche svuotate emettevano delle luci arancioni, fioche e leggermente inquietanti ma che rendevano tutto molto più luminoso del cielo nero e senza stelle che ci sovrastava.
Fu semplice per me, dati i miei doppi allenamenti, atterrare una decina di ragazzi rubandogli dal collo il famigerato ciondolo di legno. Molti di loro erano ubriachi per aver corretto le bibite analcoliche o troppo presi da fare delle stupide battutine sul fatto che io li avessi stesi a terra e fossi sopra di loro per opporre resistenza. Fatto sta che in poco più di mezz’ ora avevo collezionato la bellezza di venticinque ciondoli che spadroneggiavano fieri nel mio collo affaticandomi leggermente, dato il loro peso.
Una figura veloce; più veloce delle altre mi oltrepassò addentrandosi nel bosco, le lucine di Halloween e le candele fioche si allontanarono sempre più gettandomi poco dopo nell’oscurità più totale tanto che dovetti impiegare quasi un minuto per abituare la mia vista al buio e riuscire a captare qualcosa.
“Qualcuno sta cercando la sua preda?’’ la sua voce mi soffiò alle spalle costringendomi, mio malgrado, a rabbrividire.
“Qualcuno vuole essere cacciato?’’ risposi voltandomi di scatto e ostentando una sicurezza che di fronte a lui non ero sicura di avere.
“Sono qui!’’ mi disse lui cingendomi la vita con una mano e sfiorando con l’altra le collane che portavo al collo arrotolando il filo lentamente attorno alle sue dita, tanto vicino al mio petto che sperai che il mio cuore smettesse di battere per non tradirmi.
“Sei distratto!’’ esclamai afferrando la sua mano che stava indugiando più del normale vicino al mio seno e scaraventandolo a terra per essere subito sopra di lui.
“Non lo avrai il mio cuore’’ mi disse afferrandomi i fianchi con violenza e facendomi rotolare tra le foglie secche del bosco per poi portarsi sopra di me ancora una volta.
Afferrai il suo ciondolo con forza avvicinandolo a me più di quando avessi voluto e più di quanto avessi potuto immaginare. Gli baciai le labbra con impeto mossa da quell’attimo di irrazionalità che l’eccitazione della caccia e l’idea di potermi nascondere dietro l’identità di Katherine avevano acceso in me.
Ricordo ancora il sapore delle sue labbra e il brivido che in quel momento mi percorse la spina dorsale elettrizzandomi fino alla punta dei capelli.
Milioni di pensieri contrastanti invasero la mia mente in quel momento.
Una parte di me avrebbe voluto che mi rifiutasse, che mi mandasse via perché credeva che fossi Katherine, l’altra parte aveva voglia di assaporare quel bacio, aveva voglia di sentire il sapore delle sue labbra nel pieno vigore, aveva voglia di qualcosa di diverso di quel bacio sulle labbra stampato in letto di morte e invaso dalle lacrime; qualcosa di più profondo di un bacio di addio.
“Avevo capito fin dal primo istante che non potessi essere Katherine’’ affermò Damon staccandosi dalla mia bocca e fissandomi negli occhi.
Ero stata io a baciarlo; l’avevo baciato per la seconda volta e nonostante lui sapesse che ero a conoscenza dei suoi sentimenti nei miei confronti non mi chiese alcuna spiegazione, non mi disse niente che potesse mettermi in imbarazzo. In fin dei conti Damon mi aveva sempre dato moltissimo, senza mai pretendere nulla in cambio.
“Ecco il mio cuore’’ mi disse agganciando il suo ciondolo attorno al mio collo, “so che ne farai buon uso Elena!’’ disse scandendo alla perfezione il mio nome e scomparendo nell’oscurità.
Accarezzai l’oggetto di legno tra le mie mani, incapace di muovermi perché ancora sotto shock da quel bacio appassionato e dalle sue parole.
Damon mi aveva riconosciuta, era l’unico che fosse riuscito a capire qualsiasi cosa di me e che mi avesse sempre dato tutto se stesso senza cercare mai nulla in cambio.
Mi alzai da terra contando i ventisei ciondoli che avevo appesi al collo, sapendo di essermi meritata pienamente soltanto uno di quelli; l’unico che quella notte avevo desiderato di avere.
Sapevo che nonostante tutto tornando a casa l’avrei ritrovato lì, pronto ad essermi d’aiuto o a fare finta di niente, se io avessi voluto.
La notte di Halloween stava svanendo e con essa le luci fioche delle candele o le strane maschere che ognuno di noi aveva messo nel suo volto per cercare di apparire qualcun altro.
Tornai a casa con l’idea che quella sera sarebbe stato diverso, che non avrei indossato più alcuna maschera con lui, perché nonostante tutto sentivo che era l’unico capace di accettarmi interamente per ciò che fossi, capace di starmi vicino senza giudicarmi e di accettare ogni lato di me, anche quelli che avevo sempre tenuto nascosti per paura di essere giudicata e ferita dal mondo esterno. Lo stesso mondo e quella realtà crudele che lui aveva reso passo dopo passo un po’ meno ostili, portandomi a fidarmi completamente di lui e rendendomi cosciente che adesso era arrivato anche per me il momento di dare qualcosa in cambio.




Spazio Autore:
Allora spero che questa fan fiction vi sia piaciuta, spero che qualcuno si soffermi a leggere e a commentare ciò che ho scritto, voglio ringraziare ancora una volta il damon elena italia e in particolar modo Giuls che si arrabatta ogni volta per organizzare cose stupende ed Em che anche da nuova arrivata è entrata subito nei nostri cuori per la sua grande disponibilità ed entusiasmo. Siccome amo la pubblicità occulta vi segnalerò qualche cosa; molte di voi che mi seguono da molto sanno che scrivo principalmente su TVD e soprattutto Delena (Ma Va!), tuttavia qualche settimana fa mi sono addentrata anche in territorio Originals e ho scritto una One Shot Romantica molto angosciante, tipica del mio animo tormentato LOL, se vi andasse di leggerla e lasciare un parere ne sarei felice <3, si chiama l'Abisso e potete trovarla a questo link <3 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=850875&i=1
Vorrei segnalarvi altre storie mie e tutte tranne le prime due sono a tema Vampire Diaries. Non sono tutte le storie che ho scritto ma solo alcune, comunque se siete più curiosi le troverete tutte nella mia pagina <3:

  
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