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Autore: LaMicheCoria    25/11/2011    1 recensioni
Modulando la sinfonia con dita tremanti, non si fermò nemmeno quando vide l’ombra incerta di Gilbert sovrastarlo in silenzio; lasciò che il suo respiro gorgogliante si intrecciasse alle note della melodia, gli permise di chinarsi fino a sentirne i capelli sfiorargli le tempie.
Fu allora che Austria ebbe un unico, fatale istante di esitazione e Prussia ne approfittò, prendendogli le mani fra le sue –
e Roderich rabbrividì nel sentirle già fredde, calde là unicamente dove le ferite erano ancora aperte e sanguinanti- e avvicinandosele alle labbra.
[Notte del 24 Febbraio 1947] [PruAus]
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Incongruenza di Egocentriche Melodie'
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Titolo: Rinasce il Mondo col Primo Sole
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo

Genere: Slice of Life, Triste, Angst
Avvertimenti: Missing Moments, Shonen-Ai, Yaoi,  Flashfic.
Personaggi: Gilbert Beilschmidt/ Prussia, Roderich Eldestein/Austria

Pairing: PrussiaxAustria
Musica: Figlia del Cielo – Roberto Cacciapaglia
Trama: Modulando la sinfonia con dita tremanti, non si fermò nemmeno quando vide l’ombra incerta di Gilbert sovrastarlo in silenzio; lasciò che il suo respiro gorgogliante si intrecciasse alle note della melodia, gli permise di chinarsi fino a sentirne i capelli sfiorargli le tempie.
Fu allora che Austria ebbe un unico, fatale istante di esitazione e Prussia ne approfittò, prendendogli le mani fra le sue –e Roderich rabbrividì nel sentirle già fredde, calde là unicamente dove le ferite erano ancora aperte e sanguinanti- e avvicinandosele alle labbra.

Dedica: a Silentsky
Note: Oggi avevo voglia di scrivere una PruAus (devo riprenderci la mano, ragazzi U.u Devo dare il massimo per il progettino che mi frulla nella testa), e mi è uscita deprimente. Ehm..
L’ultima frase pronunciata da Roderich è presa dal testo della canzone che mi ha dato l’ispirazione.
E’ ambientata nella notte del 24 Febbraio 1947.
Credo che la data da sola possa darvi un’idea del momento, no? Comunque, nel caso, andate QUI.

 

 

Rinasce il Mondo col Primo Sole

 

Non c’erano mai stati buoni rapporti fra di loro.
Austria trovava il comportamento di Prussia fastidioso ed infantile, tanto da odiare quel suo ghigno perennemente stampato sulle labbra esangui, o gli occhi scarlatti sempre attraversati da un lampo maligno.
Prussia detestava l’aria impettita di Austria, il gesto stizzito con cui si rimetteva a posto gli occhiali sul naso o l’espressione di disprezzo che riservava unicamente a lui.
Inoltre, come avrebbe potuto Gilbert perdonare a Roderich di aver trasformato Ungheria in una damina da salotto? E come avrebbe potuto Roderich perdonare a Gilbert di aver tentato ad ogni occasione possibile di riportare Ungheria a quello stato di selvaggia ebbrezza in cui l’aveva trovata?
Eppure quella sera, quando Prussia si presentò nella Stanza della Musica, Austria non protestò.
Continuò a suonare a dispetto dell’ora tarda, della pioggia che batteva contro i vetri, del futuro che attendeva entrambi; schiacciava i tasti del pianoforte con la stessa forza con cui aveva premuto il grilletto mille e mille volte durante le ultime due Guerre, con la medesima violenza e disperazione.
Modulando la sinfonia con dita tremanti, non si fermò nemmeno quando vide l’ombra incerta di Gilbert sovrastarlo in silenzio; lasciò che il suo respiro gorgogliante si intrecciasse alle note della melodia, gli permise di chinarsi fino a sentirne i capelli sfiorargli le tempie.
Fu allora che Austria ebbe un unico, fatale istante di esitazione e Prussia ne approfittò, prendendogli le mani fra le sue –e Roderich rabbrividì nel sentirle già fredde, calde là unicamente dove le ferite erano ancora aperte e sanguinanti- e avvicinandosele alle labbra.
L’austriaco chiuse gli occhi e piegò la testa, permettendo a Gilbert di affondargli le dita fra i capelli e di sfiorargli il collo con l’altra mano; al borbottio iroso del tuono lo strinse a propria volta, levandosi in piedi e cercando il suo respiro.
Nel buio tempestato di gocce di pioggia e palpitare di lampi, Roderich avvertì il corpo di Gilbert divenire ad ogni ansito più freddo ed immobile; invano cercò di donargli il proprio fiato, di dividere con lui la propria vita nell’intrecciarsi delle mani o nello sfiorarsi delle labbra, di rivendicarlo per sé sussurrando il suo nome con un singulto strozzato.
Non bastarono le carezze a cancellare le cicatrici che sentiva disegnarsi sotto le dita. Non la voce a restituirgli parole che non fossero intrise di sangue e dolore.
-Devo andare, damerino- mormorò Prussia, in ombra contro la luce dell’alba che come marea spumeggiava lungo le ampie vetrate –L’eroe da strapazzo e il beone sovietico, sai..-
-Aspetta ancora- Austria sollevò appena le spalle dal pavimento gelido –Resta qui mentre sorge l’aurora- tese il braccio, facendo per accarezzargli il viso –Rinasce il mondo col primo sole..-
Un raggio scarlatto saettò tra le dita di Roderich: nel gelo della mano che sfiorava solo l’aria del mattino, l’unico calore fu quello di una lacrima –non sua- che gli scivolava sulla pelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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