Stiamo seduti sul ponte di legno vicino ad un laghetto. Osserviamo i cerchi nell’acqua che provocano i sassi che lanciamo.
Io ho sotto il braccio “le ultime lettere di Jacopo Ortis”.
Ogni tanto mi volto a guardarlo. Il suo profilo mi toglie quasi il fiato. E’ scandito dal prorompente naso aquilino,sulla cui punta,come sempre,poggiano gli occhiali rotondi blu.
Probabilmente stiamo facendo una gara a chi lancia più lontano i sassi.
Mi alzo,prendo un sasso particolarmente piccolo,e lo scaglio con violenza nell’acqua.
- Ah-ha! – mi fa lui girandosi di scatto. – Vuoi la guerra?
- No. – dico io sedendomi di nuovo accanto a lui.
- Meglio così.
Riprendo in mano il libro e lo apro a caso.
Lui mi guarda per un secondo,poi si solleva gli occhiali dalla punta del naso e riprende a lanciare sassi in acqua.
- John?
- Dimmi.
- Lo hai letto,questo libro? – gli faccio vedere la copertina tenendo il medio tra le pagine.
- Come posso aver vissuto senza averlo letto? – mi fa,sghignazzando.
- Ok. – dico abbassando gli occhi,un po’ delusa.
Lui sghignazza ancora,e mi prende il libro dalle mani.
- Lo stai studiando per la scuola?
- No. Perché?
- E’ strano che una ragazzina della tua età legga libri simili.
- Lo so. – dico,abbassando gli occhi.
- Vedo segni di evidenziatore. Perché?
- Quelle sono le parti più belle.
Lui fa la faccia da intellettuale e si tira gli occhiali sul naso.
Io mi volto verso il lago e riprendo a lanciare i miei sassi.
- Perché mai questo mio cuore nelle stesse occasioni ora è pace pace,ora è tutto tempesta?
Mi giro istintivamente verso di lui,che mi guarda in modo interrogativo e scrutatorio,quasi volesse togliermi dalla testa qualche segreto di stato.
Io mi sento avvampare le guance. Si nota subito quando arrossisco,grazie al mio colorito super pallido.
- Che c’è? – gli dico,per rompere quell’imbarazzante silenzio.
- Sono fiero di te ogni giorno di più.
Mi tira dal dread che ho sotto l’orecchio e mi avvicina a sé.
Finisco sul suo petto con tutta la faccia. Lui mi abbraccia e mi tocca i capelli.
Non so cosa devo fare. Lui sa che mi disarma completamente quando fa così.
Gli metto una mano sulla spalla per qualche secondo,poi mi tiro su.
Lui continua a scorrere le pagine,e a leggere le parti sottolineate in verde.
- Hey,io ho portato l’armonica.
Dico questa frase perché voglio disperatamente rompere questo dannato silenzio.
Lui mi mette in grembo il libro e prende la chitarra accanto a sé.
Io mi tiro a fatica l’armonica a bocca dalla tasca.
- Bob Dylan? – mi chiede col suo solito sorrisino strafottente.
- Sono così retorica? – dico,stampandomi un’espressione contrariata sulla faccia.
- Un po’. – mi dice sorridendo.
Io prendo l’iniziativa e inizio ad intonare forever young con l’armonica.
Dopo avermi scrutato per qualche secondo,la sua chitarra inizia a suonare.
May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you
Io mi metto a ridere facendo sghignazzare l’armonica a tutto spiano,perché lui sta cercando di imitare la voce di Bob.
- Non ci riuscirai mai. – gli dico con le lacrime agli occhi.
Lui butta di lato la chitarra,poggia la testa sulle mie gambe incrociate e attacca a ridere.
Io non posso fare altro che accarezzargli i capelli e ridere con lui.