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Autore: Tis Ti    29/11/2011    3 recensioni
lui non li ascoltava, tutto ciò per cui lo aveva fatto era il sangue
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quei momenti di pura pazzia in cui si pensa alle cose più disparate?
Bhè ecco a voi il frutto di uno di quei momenti ^^
 
***
 
Lui era solo un contadino, non aveva nulla a che fare in quella stupida disputa fra nobili, proprio nulla.
E allora cosa ci faceva dietro al cavallo del padrone della sua città con quel suo stupido vessillo, a lui cosa gliene importava?  In quel momento voleva solo tornare a casa sua da sua moglie e sua figlia, e perché no anche dal suo aratro.
Odiava combattere, tutti odiano combattere finche non finiscono dentro una guerra, poiché l’uomo è un animale vigliacco; tutti odiano combattere.
Poi quel semplice contadino si ritrovò davanti un soldato nemico, uno allenato nel combattere, e in quel momento proprio mentre il soldato davanti a lui alzava la pesante spada di ferro per scagliargliela contro, proprio nell’istante in cui vide la furia dello sconosciuto che cresceva, l’egoismo si impossessò di lui.
Si perché l’uomo è tante cose, ma soprattutto è egoista, tutto quello che fa lo fa solo per se stesso.
Infatti essendo un uomo, anche se il più umile, scelse di macchiarsi l’anima pur di salvarsi, proprio mentre la spada del nemico si alzava lui alzò la sua e la spinse via quella nemica. Il suono delle spade che si scontravano riecheggiò nella sua mente moltissime volte e quello stesso suono lo pervase di un desiderio che non aveva mai provato prima e quel desiderio lo spinse ad infilare la sua spada nello stomaco dell’avversario.
Vedere il sangue che zampillava dalla ferita aperta fece aprire un larghissimo sorriso sul volto dell’umile uomo che affondò nuovamente la spada nel ventre dell’altro, e continuò ad infierire sull’altro finché questo non si mosse più.
 
Era passata solo una settimana ma quell’uomo che una volta era un contadino aveva già dimenticato il suo nome. L’unica cosa a cui pensava era il sangue, l’unica cosa che voleva era vedere quel liquido rosso, denso che usciva dalla ferita del nemico passando per la sua spada.
Poco meno di una decina di giorni ed un uomo, che apparentemente odiava combattere, era diventato un automa che aveva dimenticato persino la sua amata famiglia pur di poter uccidere qualsiasi cosa si muovesse.
Era l’ultima battaglia se lo sentiva la guerra si era consumata in sette giorni e odiava il fatto che non potesse durare più a lungo. Cosa avrebbe fatto dopo? Come avrebbe potuto continuare a fare l’unica cosa che gli piaceva? Voleva solo poter continuare ad uccidere.
La battaglia era iniziata e lui aveva già ucciso molte persone e il sangue nelle sue vene correva a tutta velocità, adorava quella sensazione.
Davanti a lui c’era un uomo, aveva il suo stesso sguardo: colmo di adrenalina. A nessuno dei due importava da che parte stava, forse erano anche della stessa schiera, forse erano stati anche amici… ma anche se fosse stato così questo non importava, poiché era successo prima e tutto quello che importava ora era uccidere, chiunque ed in qualsiasi modo. perché ormai era l’unica cosa a cui pensavano, e glielo si leggeva negli occhi.
Il contadino sapeva esattamente cosa fare: infilare la sua possente lama nel petto di chiunque gli fosse davanti; e così fece. Ma quello fu più veloce di lui e infilò la sua lama nel fianco del povero contadino. Il colpo non era grave ma chiunque non sarebbe riuscito a muoversi.
Lui invece si alzò.
Non che fosse particolarmente forte o coraggioso, lui al contrario non lo era.
Era solo , puramente, egoista.
Tutto ciò che voleva era continuare a vivere, ed uccidere.
Molte persone sul punto di morire avrebbero pensato alla loro famiglia, a qualcosa o qualcuno di caro.
O almeno questo è quello che si crede.
In realtà si pensa solo a se stessi. Questo è ciò a cui lui pensò, a se; sentiva il sangue sgorgare dalla sua ferita, era la sensazione migliore di sempre.
Era tutto ciò che amava: il sangue.
Si alzò ed avanzò continuando ad uccidere, fregandosene della ferita. Uccise moltissimi uomini; ma se lo si guardava negli occhi, non si vedeva nulla. I suoi occhi erano vacui; l’unica cosa che guardava con un minimo d’interesse era il sangue, che fosse suo o del nemico.
 
La battaglia finì e con essa la guerra, proprio come aveva pensato.
Tornò dalla sua famiglia, o almeno a quella che sembrava esserlo. Quelle due donne continuavano a chiamarlo papa o con un nome che non riconosceva, che diavolo avevano? Lui non le conosceva neanche… che fossero davvero la sua famiglia, la sua vita?
No.
Lui sapeva qual era la sua vita: il sangue.
Quelle due gli stavano parlando ed osservando la medaglia che gli avevano dato i suoi superiori per aver combattuto fino alla strenua anche se ferito così avevano detto. Avevano anche detto che aveva formato una parte del regno combattendo, che sconfiggendo così tanti uomini aveva aiutato molto la patria. Ma lui non li ascoltava. Lui l’aveva fatto solo per se stesso, anzi solo per il sangue.
L’unica cosa che voleva fare in quel momento era infilare una lama dentro qualcosa. Guardò la spada che aveva appesa alla cintura, poi vide il morbido stomaco delle due donne che erano davanti a lui.
Un lampo di consapevolezza passò nei suoi occhi.
L’unica cosa che vide dopo fu il sangue.
 
***
 
Ahahahah è stato divertente scrivere qualcosa di così.. uhm… come dire… sanguinoso
È una storiella senza pretese, e anche un po’ senza senso…
so che non è proprio noir ma era la caratteristica che mi sembrava più adatta... forse era più nosense...
Grazie a chi è riuscito a leggere il frutto della mia pazzia,
ally _ chan
  
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