HIKARU_X_KAORU

Poteva esistere qualcosa di più stupido?

No, probabilmente no.

Innamorarsi del proprio fratello gemello, non aveva senso.

Per definizione, i fratelli, non sono destinati ad amarsi.

Sono destinati ad essere fratelli e basta.

Nulla di più.

Eppure... eppure io lo amavo.

Quella recita, all'Host Club, non mi bastava più.

Fingere davanti a tutte le ospiti di avere davvero quel tipo di rapporto con Kaoru quando invece non era così, mi distruggeva.

Volevo di più, volevo lui.

In casa l'aria che si respirava era sempre la stessa.

Statica, inutile.

Io e Kaoru seduti sul divano, immersi nel silenzio spezzato solo dal rumore della televisione.

Nostra madre non c'era e i domestici si erano come volatilizzati.

Spensi la TV, tanto era palese che nessuno dei due la stesse guardando.

Ognuno aveva i suoi pensieri, i suoi problemi.

E come al solito finiva che ci ritrovavamo in quell'assordante silenzio, a guardarci per cercare di capire i pensieri dell'altro.

A volte ci riuscivo, a capire i suoi pensieri.

Per tutti eravamo i “gemelli malefici”, solo perchè avevamo le stesse insane idee.

Eppure, gli occhi di Kaoru erano così belli.

Uguali ai miei.

Forse, non ero innamorato di Kaoru, ma dell'immagine di me stesso che lui portava.

Un po' come la favola di Narciso.

No, non era così, io amavo Kaoru.

Lo stesso Kaoru che era mio fratello, non quello che portava il mio stesso viso.

Quello importava poco.

“Hikaru...”

Mi guardava strano, come se avesse qualcosa che non va.

“Dimmi...”

“Ho mal di testa, sembra che stia per scoppiarmi...”

Si sporse verso di me e io lo presi fra le braccia, come quando gli capitava da bambino.

Diceva che stare in quella posizione lo faceva rilassare e che il dolore si attenuava ogni volta.

“Sai Kaoru...”

“Dimmi Hikaru...”

“Credo di essere pazzo.”

Mi sorpresi a quelle mie stesse parole.

Forse era venuto il momento di dirglielo?

Probabile.

“E come mai pensi una cosa simile, Hikaru?”

Oh, la sua voce, quanto mi piaceva!

Era così dolce... ma allo stesso tempo seria, voleva sapere cosa mi affliggesse così tanto da dire quelle parole.

“Fino ad oggi... sono stato innamorato di mio fratello...”

Ecco, lo avevo detto.

Bomba sganciata.

Era ora di attendere lo scoppio.

“Sai Hikaru...”

Rispose così, tranquillamente... come se fosse normale.

Lasciandomi senza parole.

“Anche io credo di essere pazzo...”

Non aveva senso.

Non poteva avere senso.

E mi ritrovai così a rispondergli.

“Perchè?”

Alzò il viso dal mio petto dove prima era appoggiato e mi guardò.

Era calmo, fin troppo forse.

Fu un secondo.

Le nostre labbra si incontrarono, trovando la loro posizione prediletta.

Così uguali.

Così diverse.

Combaciavano alla perfezione.

Erano nate per stare in quella posizione.

Mi spinse, piano, fino a farmi stendere sul divano.

Le braccia bloccate e sopra di me c'era lui.

Terminò il bacio e si diresse verso il mio orecchio, per potermi sussurrare quella che sarebbe stata la frase più bella che avrei sentito in tutta la mia vita.

“Perchè fino a oggi sono stato innamorato di mio fratello gemello.”

Con quelle parole prese e baciarmi e mordermi il collo, con l'intenzione di farmi impazzire.

Mi aprì piano la camicia e percorse il mio petto con una scia umida di baci.

Sentivo la mia erezione costretta nei jeans provocandomi un dolore quasi insopportabile.

Kaoru comprese e così mi tolse jeans e boxer in modo da liberarla.

Il piacere che provavo era enorme, ma non volevo dargli la soddisfazione di lasciarmi sfuggire anche un solo gemito.

E questo lui lo sapeva bene.

Si abbassò a sua volta jeans e boxer.

Sapevo cosa voleva fare, e sapevo anche che probabilmente non sarei riuscito a trattenermi ancora a lungo.

Senza dire nulla, senza chiedermi se ero pronto, mi fece suo.

Urlai, ma lui mi chiuse la bocca con una mano.

Si avvicinò nuovamente al mio orecchio e sussurrò.

“Shhh... non vorrai mica che i domestici ci sentano e vengano a controllare...”

Ma, seppur ci mettessi tutta la mia forza di volontà, non riuscivo a trattenere i gemiti di piacere che ora avevano sostituito quelli di dolore di poco prima.

Arrivammo entrambi al piacere assoluto, per poi rilassarci.

Ci rivestimmo velocemente e ci dirigemmo nella nostra stanza.

Feci una doccia, e subito dopo di me andò Kaoru.

Mi sedetti sul letto e quando uscì mi trovò lì, imbambolato.

Con l'accappatoio ancora addosso, Kaoru venne verso di me sedendosi sulle mie gambe.

“Sai... credevo che il tempo dei segreti fosse finito da quando avevamo dieci anni ma...”

Sapevo dove voleva arrivare e non potevo essere più concorde con lui.

Così finii io la sua frase.

“Questo sarà il nostro nuovo, unico, segreto.”

“Già...”

Mi diede un bacio, leggero, quasi rubato.

Si rivestì, giusto in tempo.

Bussò alla porta la nostra cameriera personale.

“Signorino Hikaru, signorino Kaoru? Siete qui dentro?”

“Sì... siamo qui...”

“Bene, scusate se disturbo, ma la signora è tornata!”

Ci guardammo, un po' perplessi.

“Nostra madre è già di ritorno?”

“Sì, è rientrata pochi minuti fa!”

Non fece tempo a dirlo che sentimmo la voce di nostra madre dal piano di sotto.

“Hikaru! Kaoru! Dove siete? Sono tornata!”

Rispondemmo all'unisono, come eravamo soliti fare.

“Arriviamo subito, mamma!”

Prima di scendere ci guardammo, alzai una mano come per dargli il cinque, ma non era ciò che volevo fare.

Kaoru capì e posò la sua mano sulla mia.

“Segreto.”

“Segreto.”

Così scendemmo, andando a salutare nostra madre.

Lei ignara.

Noi consapevoli.

Di cosa?

Che qualcosa in quell'enorme casa era cambiata radicalmente.

Angolo dell'autrice...

Eeeeeh sì, l'ho ripubblicata alla faccia di EFP.

Ovviamente ho dovuto implicitare parecchie cose.

Altrimenti me la cancellano di nuovo.

Vi ringrazio per seguirmi sempre, siete fantastici.

Baci!