Intanto che quest'ultimo pensiero si intrufola nella mia testa, incontro i suoi occhi. Fuka è proprio li, dietro di me, e ricambia il mio sorriso. "E' così che ti voglio vedere." mi sussurra. Quel sorriso mi dà la carica che le lacrime avevano consumato. Prendo un respiro ed apro la porta. Percorro il piccolo corridoio a passi lenti ma decisi. Sento la sua voce e il cuore sobbalza. Calmati, per favore. Rientro e con mia sorpresa lui è li, da solo. Il mio sguardo non nasconde lo stupore e, dimenticando la mia faccia rossa, mi metto a sedere. I suoi occhi mi scrutano e, anche se i battitti del mio cuore accellerano, cerco di far finta di niente. "Ehi, che è successo?" mi chiede la madre di Fuka. "Niente, niente. E' tutto apposto" dico alzandomi e uscendo fuori dal negozio. Ho bisogno di un po' d'aria per schiarirmi le idee. Non riesco ancora a crederci. Io innamorata? Mi sembra una pazzia. L'amore che sognavo, quello che inizia per caso e che ti porta a toccare il cielo, era li. Ma in quel momento non aveva quell'aspetto. Indossava una maschera. Era l'altra faccia della medaglia. In quel momento non era la mia fonte di felicità ma la mia fonte di dolore, che cercavo di accantonare nel dimenticatoio.
Non mi ero resa conto prima che fuori ci fosse un freddo cane. Mi maledico per il troppo imbarazzo che provo a rientrare a prendere il giubbotto e dover incontrare il suo sguardo. Così avvolgo le braccia intorno al corpo, cercando di riscaldarmi un po'. Il freddo non riesce a farmi analizzare con calma la situazione, o molto probabilmente è solamente la confusione che ho in testa a non farmi capire niente.
Vado su e giù per il pezzo di strada difronte al negozio, non curante di quello che la gente curiosa pensi di me. Mi torturo le mani, cercando di trovare il "filo di Arianna" che riesca a farmi uscire dal labirinto del mio cuore. Come un flash, davanti ai miei occhi ritrovo i suoi. Sobbalzo ma appena ritorno in me, mi rendo conto che era la mia immaginazione. Mi porto la mano al petto, come se fosse un gesto involontario. Il battito del mio cuore è così veloce e netto che sembra quasi volesse uscire fuori. Decido di sedermi su un gradino della piazzetta che si trova vicino al negozio e mandare un messaggio a Fuka: "Per favore, vieni alla piazzetta per parlare e, ti prego, portami il giubotto che sto congelando!!!" Così lascio tutte le mie speranze di salvezza dal freddo in quel messaggio, ed aspetto.
Il tempo mi sembra infinito, ma appena sento dei passi mi rassereno. Sento qualcosa che viene appoggiato sulla mia schiena.
"Ce ne hai messo di tempo! Stavo per diventare un ghiacciolo, qua fuori! Bella considerazione che hai della mia sopravvivenza!" dico ridendo, ma appena mi giro, incontro ambra pura. Sbatto le palpebre varie volte, sperando sia dinuovo qualche scherzo della mia immaginazione, ma questa volta è realtà. Divento rossa all'istante. I nostri visi sono a pochi centimetri e la mia inesperienza con i ragazzi adesso si fa sentire. Mi rendo conto che non so come muovermi. Un "Che ci fai qui?" mi esce dalla bocca in modo naturale ma non riesco nemmeno a finire la frase che ritrovo il suo indice sul mio labbro inferiore. Un lieve "Shh" esce dalle sue labbra carnose.
Ciao a tutti! Spero che la mia fanfiction vi stia piacendo. Cercherò di aggiornarla sempre il prima possibile, perchè come lettrice in primis odio le attese. Quindi vi ringrazio immensamente, soprattutto Elpis per la recensione positiva!