Even though I’m about to
become seafoam.
I love you from the bottom of my heart,
After I dissolve in the ocean and sky,
I will watch you live life from above.
Benché
lei avesse un nome,
per tacito accordo le due ragazze rifiutarono sempre di pronunciarlo,
sia tra
loro che in presenza d’altri. Non l’avevano mai
conosciuta da viva.
Era coperta di sangue: il
sangue le impiastricciava i capelli biondi, il sangue le faceva aderire
addosso
i pantaloni e la maglietta che indossava, il sangue le riempiva perfino
gli
occhi, così la sclere e la pupilla erano rosso chiaro e
rosso scuro, gonfie.
Agata lanciò un grido
strangolato, cadendo dagli scalini; si puntellò sulle
braccia, resistendo
all’impulso di scappare, di voltare le spalle a quella cosa
immonda che contorceva
la bocca in una smorfia disperata.
« Oh, ti prego, aiutami!
Dimmi cosa mi è successo, oh, oh, non ricordo niente!
Nessuno mi vede, aiutami
tu, voglio sapere cosa mi è successo. Perché ho
tanto male alla testa?»
La ragazza si alzò e si
avvicinò, allungò una mano, ma non aveva la forza
di sfiorare la spalla
dell’altra, insozzata com’era. Lei la vide e fece
per afferrarla, ma le dita
rossissime scivolarono nella pelle e nell’aria come nulla
fosse.
« Sono morta, lo vedi? Ma chi
sono? Cosa mi hanno fatto per ridurmi così?»
Agata sorrise e fece il gesto
di prenderle le mani, anche se non strinse che un filo d’aria
più freddo.
Voleva che stesse tranquilla, che sapesse che lei l’avrebbe
aiutata, perché
quelle lacrime e quella sofferenza le laceravano il cuore e non ce la
faceva ad
andarsene.
Through the stormiest night in the
waves,
I saw your sweet face, floating to the bottom that day, oh that day,
Tornò
davvero, ma non riuscì
a cavar fuori un solo ricordo alla ragazza insanguinata.
« Non posso farcela, così.»
le disse un giorno, seduta con aria sconsolata dietro un vecchio
frigorifero, «
Forse, se chiedessi a qualcun altro, sarebbe più
facile.»
L’altra cercò di asciugarsi i
capelli, ma gocce di sangue grumoso caddero tra di loro e nulla si
pulì. Allora
Agata portò con sé una delle sue migliori amiche.
La tenne stretta per la vita,
quando lei vide la ragazza, impedendole di fuggire.
Dopo, le rivolse un’occhiata
sconvolta, sgranando gli occhioni azzurri.
« Giulia, Giuli, mi aiuterai,
vero? Vero? Non puoi lasciare che soffra così!»
L’estate
era sempre più
calda, era rovente; chiesero a chiunque, cercarono almeno la foto di
una
ragazza che avesse gli stessi lineamenti del povero fantasma, ma non ci
fu
nulla da fare.
Nessuno sembrava conoscere
quella ragazza bionda.
On the last night, my
sisters’ voice
rang so desprate,
threw a knife that
landed right inside the
ship,
“Kill him little sister,”
“But I cannot do that, I”
Il
12 Agosto, Agata era
andata a trovare il fantasma, se era quello; dentro di sé
vomitava per il
ribrezzo, di fuori versava lacrime vere e trasparenti per lei,
accarezzandole
il capo d’aria.
«
Se scopro qualcosa, spero
che tu te ne vada. Non posso vederti soffrire così,
no.»
Alla
fine, pensò di andare al
bar lì vicino per rinfrescarsi il viso in fiamme.
Scostò
la tenda di perline,
si sedette al bancone e ordinò qualcosa da bere, cercando un
volantino con cui
farsi aria: davvero, le sue guance bruciavano e la gola le doleva.
Strinse
tra pollice ed indice
un foglio bianco e lo portò al volto, senza guardarlo
davvero; eppure, dovette
abbassare la testa, anche se non riusciva a distogliere lo sguardo
dall’orologio a muro. Le lettere nere, in maiuscolo, le
ferirono gli occhi.
ATTENZIONE!
NOSTRA FIGLIA **** è
scomparsa da due settimane! la polizia ha
trovato la sua auto sull’argine del collettore, dicendo che
**** aveva
probabilmente avuto un incidente la notte del 24 luglio. speriamo che
si sia
allontanata da sola, ma non siamo riusciti a ritrovarla, né
viva né morta.
per
favore,
se qualcuno ha qualsiasi informazione, o ha
visto qualcosa, ci contatti! vi preghiamo!
seguivano due numeri di telefono ed
una foto a colori,
probabilmente scattata in un ristorante; la ragazza che vi era ritratta
– era
lei! era lei! – sorrideva all’obbiettivo, con i
capelli biondi lunghi fino alle
spalle e una maglietta a righe.
Buttò giù un sorso d’acqua,
aggrappata al bancone.
« Giulia, vieni in bar, vieni
subito.»
« Dobbiamo dirglielo.»
Come and sing, come and sing, come
and
sing with us,
Come and sing, come and sing, at the bottom of the sea,
«
Io… io capisco. Devo essere
uscita di strada, povera me, non lo so. Come faranno i miei genitori,
senza
sapere che sono morta? Non si daranno mai pace, mai. Ah! Io adesso
posso, devo
andare, ma non voglio! Che ne sarà di me? Che ne
sarà di loro? Agata, posso
lasciarti solo questa,» si tolse il ciondolo a forma di
stella che portava al
collo « perché vi ricordiate di me. Sono morta
così, ora lo so, ma non fatemi
mai ricordare il mio nome. Addio, addio, e che Dio abbia
pietà della mia anima
e del dolore di tutti voi.»
La ragazza continuava ad
asciugarsi le dense lacrime rosse che le scorrevano sulle gote, mentre
camminava verso i quattro cipressi striminziti, dietro il frigorifero
rovesciato, e Agata e Giulia le corsero dietro, ma sembrava sempre
troppo
lontana.
La, la la, lala, lala
La lala, lalalalala,
Mi piange il cuore, ma non posso
tenerlo. Non posso,
non posso.
Al telefono, le avevano
detto
di presentarsi a quel numero civico. Non appena suonò, un
uomo con i capelli
corti e gli occhiali aprì la porta, guardandola con una
speranza ed un timore
che la fecero ammutolire.
In lacrime, gli mostrò il
ciondolo – lucido, minuscolo nel suo palmo.
Mentì.
« Io l’ho trovato per strada,
vi-vicino al ponte. Ho visto dall’annuncio che sua figlia ne
indossava uno come
questo, perciò ho pensato di riportarve-velo. Mi
dispiace… mi dispiace
tantissimo, signore, m-ma credo… credo che non ci sia
più.» inspirò,
singhiozzante.
« Lo sai? Sai dov’è?» chiese
lui, stringendo il ciondolo nella mano.
« S-sì, cioè… no, non per
voi. Sono così dispiaciuta, mi creda, non posso dirglielo.
Lei non avrebbe
voluto, mi ha detto che vi ama tanto, non voleva morire. Lo so, lo so,
mi
creda.»
Il padre della ragazza prese
un fazzoletto dalla tasca e lo schiacciò sugli occhi.
Agata scappò da Giulia e le
poggiò la testa sulla spalla.
La, la la,
lalalalala
La
la, lalalalala.
«
Dov’è andata, ormai?
Dov’è?»