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Autore: Elbereth    28/07/2006    7 recensioni
Potrò sembrare un ipocrita, lo so, ma per me chiederti di rimandare è stata una pugnalata al cuore. Era tutto perfetto. Il vestito, gli inviti, i fiori, la chiesa. Tu e io. Avrei desiderato morire piuttosto che vedere la gioia spegnersi sul tuo viso come è successo quella sera, e sapere che ero proprio io la causa di tanto dolore. Io, che avevo promesso di amarti e e proteggerti molto prima che tu potessi leggerlo nei miei occhi.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Danes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fisso un foglio bianco da ore ed ore.
Vorrei scriverti, ma appena la punta della penna si posa per fissare nero su bianco quello che provo, ecco che tutto si mescola, si confonde, scompare.
La verità è che non ci riesco.
Non sono mai stato bravo a dirti quello che provavo, mai. La conferma l'ho avuta quando hai saputo di April in quel modo così meschino. Volevo parlarti da giorni di me, di te, di una figlia che non sapevo di avere ma che ora non può, capisci, non può non essere parte della mia vita. Improvvisamente sono stato investito da una responsabilità che non ero pronto ad assumermi, non così almeno, e ho avuto paura. Te l'ho tenuto nascosta come si cela una cosa di cui si prova vergogna, ed era infatti vergogna che sentivo, ma non di lei.
Mi vergognavo dei sentimenti che scoprivo in me stesso. Non sapevo cosa fare. Volevo che April mi conoscesse, che sentisse di potersi fidare, che capisse quanto le sarei stato vicino perchè le volevo bene e desideravo davvero prendermi cura di lei come non avevo fatto per i suoi primi tredici anni; e allo stesso tempo pensavo a te, al tuo sorriso felice, al nostro matrimonio.
Al 3 giugno.
Potrò sembrare un ipocrita, lo so, ma per me chiederti di rimandare è stata una pugnalata al cuore. Era tutto perfetto. Il vestito, gli inviti, i fiori, la chiesa. Tu e io. Avrei desiderato morire piuttosto che vedere la gioia spegnersi sul tuo viso come è successo quella sera, e sapere che ero proprio io la causa di tanto dolore. Io, che avevo promesso di amarti e e proteggerti molto prima che tu potessi leggerlo nei miei occhi.

Sei tu, sei sempre stata tu. Ti ho aspettato, qualche volta con fiducia, altre con il timore di essere solo un povero sciocco, malato d'amore, perso in chissà quali sogni avulsi dalla realtà. Credevo in noi, ci ho creduto in ogni istante, persino quando stavi per annientare il mio cuore e sposare Max. Tu non mi vedevi allora, e lo potevo capire. Ero il caro amico Luke, il confidente Luke, il vecchio brontolone Luke, ma la speranza che qualcosa potesse cambiare, beh, è l'unica che ho sempre tenuto in vita in una remota parte di me.

Comprendo quello che provi. Non credere che non veda quanto soffri da quando April è entrata nella nostra vita e io passo molto meno tempo con te. Non credere che non mi accorga dello sforzo immane che compi ogni giorno per far finta che tutto stia andando per il meglio. Lo vedo, Lorelai, e lo apprezzo. So che ti costa, eppure lo fai.
Per me.
Ebbene, per quanto questo non serva minimamente ad ottenere un perdono che non merito di ricevere, ne soffro anch'io. So di aver tradito la fiducia che tu riponevi in me. "Niente segreti", avevo giurato.

Quante volte avrei voluto chiederti "Aiutami"? Desideravo soltanto che mi prendessi per mano e mi dicessi che sarebbe andato tutto bene, che tra noi nulla sarebbe cambiato, ma ancora prima di pensarlo sapevo bene che non sarebbe mai stato possibile. E allora, per la prima volta, ho sentito chiaramente un senso di panico e di angoscia impadronirsi di me. La situazione mi stava sfuggendo di mano. Ovunque mi girassi, non vedevo una via d'uscita. Tentennavo, cercavo di prendere tempo per spiegarti tutto senza ferirti, senza lasciare che potessi vedere la presenza di April come un ostacolo per noi due. E più rimandavo, più il coraggio di guardarti in faccia e dirtelo veniva meno.
Ho riflettuto senza posa per giorni, sempre tentando di trovare il momento giusto, le parole giuste, tanto che quando ho incontrato i tuoi occhi, delusi e amareggiati dal mio silenzio, non ce l'ho fatta. Ho abbassato il capo. Sapevo che per me non c'era alcuna scusa, e non potevo biasimarti.
Ti sei sentita tradita, ed era l'ultima cosa che volevo. Ma te lo posso giurare su tutto ciò che ho di più caro al mondo, non te l'ho tenuto nascosto perchè desideravo rimanessi esclusa da una parte del mio passato che non sapevo neppure di avere. Volvevo solo avere l'occasione di fare chiarezza anzitutto dentro me stesso e convincermi che si, potevo farcela: April la figlia e Lorelai la moglie avrebbero entrambe avuto le attenzioni che meritavano.
E' stato in quel momento, forse, che ti ho provocato il dolore più grande.

So cosa avresti fatto se ti avessi parlato di lei. In poco tempo, superata la sorpresa, sarebbe diventata parte della nostra famiglia.
Solo che io..
Lorelai, cerca di capirmi, non potevo. Dovevo capire chi ero io per lei, prima di pensare a cosa sarebbe stata lei per noi; e l'unico modo per riuscirci era starle più vicino, imparare a conoscerla, passare del tempo in sua compagnia.

Non ti ho tagliata fuori dalla mia vita.
Lorelai, ti prego.
Non pensare questo.
Ho fatto quello che ho fatto proprio perchè alla fine non ci fosse nulla in grado di impedire che la nostra vita insieme fosse perfetta. Io, tu.. e lei.
Volevo trovare da solo il mio ruolo. Volevo rendermi conto di cosa significasse davvero essere genitore, padre di una figlia che, a complicare ulteriormente un rapporto per cui sento di non essere abbastanza preparato, non ho visto nascere nè crescere.
Tu questo timore l'hai già superato anni fa. Ti ho visto educare Rory da sola. Quello che sto imparando a costo di sbagli e di fatica me l'avresti potuto dire in qualunque momento, e per paura di non farcela, terrorizzato all'idea che April mi sbattesse in faccia un rancoroso "Si può sapere cosa vuoi da me? Dov'eri, tu, quando ne avevo davvero bisogno?", ti avrei lasciato fare. Ti avrei lasciato prendere in mano una situazione complicata, una responsabilità che sono io a dover portare, e mi sarei ritirato in me stesso.
Troppe volte l'ho fatto, ma non ora. Dio solo sa in quante occasioni avrei desiderato accettare il tuo aiuto, lasciare che mi abbracciassi, sentire il tuo cuore battere assieme al mio e sussurrati all'orecchio "Resta qui, non mi lasciare solo. Ho paura, sono terrorizzato, ho bisogno di te".
Ma non posso, Lorelai.
Perdonami.
Non posso..

  
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