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Autore: frenz    10/12/2011    0 recensioni
[The Unforgiving]
Sinéad e Jason non sanno distinguere il bene dal male. Per questo sono gli "imperdonati", coloro che non possono vivere in questa terra per le cattive azioni compiute. Ma forse qualcosa sta cambiando...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Shot In The Dark

 
 

Londra,  26 Marzo 1967



Una donna cammina nella penombra della notte lasciando intravedere la sua sagoma tra la luce emanata da un lampione stradale ed un altro. Passo deciso, lento, scandito dal rumore dei tacchi vertiginosi che la sostengono. Capelli rossi, sciolti, mossi e fluenti. Indossa un impermeabile che la copre del tutto. Il suo nome è Queen Hackin. È una regina, la regina della notte londinese.
Si avverte un'aria cupa tra i quartieri della città. Tutto puzza di marciume e la gente ubriaca è accasciata a terra. Queen, imperterrita, cammina scavalcando di tanto in tanto quei corpi pesanti, quasi senza vita.
La stretta di una mano la blocca per il braccio destro.
«Ehi bella, quanto vuoi per una notte di fuoco?»
Queen si gira. Un uomo più basso di lei, con una folta barba bianca e con addosso una giacca rattoppata, le sorride ammiccante mentre la divora con gli occhi. Con la mano destra si asciuga le labbra per cancellare i residui di liquore da quel viso ormai trasandato dopo la scorsa sbronza.
«Vattene via!» dice sottovoce Queen. Nel dire quelle parole i suoi occhi, da neri, diventano rossi come il sangue e il colore dei suoi capelli.
«Queen!» balbetta il tizio. Impaurito, ancora con lo sguardo fisso verso la donna, corre in direzione della piazza della città, verso il locale che lo aveva accolto per tutto il giorno offrendogli il nettare che più desiderava. Non curante di quello che gli stava succedendo, l’uomo corre alla cieca, come se ad un certo punto quegli occhi di Queen gli avessero proibito di poter vedere tutto quello che gli sta intorno. Nemmeno i fari della macchina che, all'improvviso, lo travolgono, lasciandolo senza vita sull'asfalto ghiacciato di quel che resta della vecchia Londra.
Queen è impassibile. Lei sapeva. Lei conosceva già questa storia ma è qui per viverla e rendersi protagonista di ciò che le sta intorno. Solo adesso può farlo, adesso che non è più Sinéad.
Continua a camminare, invisibile agli occhi della gente. Arriva di fronte ad un palazzo possente con un grande orologio nella facciata. Si avvicina alla maestosa porta di legno massello, batte il batacchio e aspetta.
Una voce irrompe nel silenzio.
«Chi è?» sussurra la voce.
«Mother Maiden...»
Non finì di dire la frase che la porta si spalancò come se fosse automatica. Di fronte a lei, adesso, si prospetta un lungo corridoio costeggiato da antichi quadri e presentato da un tappeto rosso di velluto. Al centro della stanza una scrivania fa da apertura ed una donna, seduta di spalle, invita ad entrare.
«Sono stata lasciata fuori come una maledetta criminale. Rifiutata da tutti, da ogni aiuto, non sono verso la fine. Combatterò questa guerra fino al giorno della caduta come ti ho promesso, ma mi sto disperatamente aggrappando a tutto. Mi sono persa, così maledettamente persa. Sento ancora le grida di una bambina in preda al panico e fa male, mi fa così male. Uno sparo nel buio e, adesso, sento tutto svanire.» dice Queen.
«La tua anima è in fiamme, Sinéad. Non puoi permettere che tutto vada in pezzi.»
Una forte energia invade Queen dalla scrivania di Mother Maiden. È costretta a chiudere gli occhi, la luce che la investe è troppo potente.
Li riapre dopo un po’. Non ha più addosso quell'impermeabile. Il suo corpo è coperto da una camicia con le maniche legate. I suoi capelli rossi son corti e castani e le lasciano scoperto il viso. Tutto intorno a lei è grigio e la luce entra tramite un piccolo foro sul muro che si trova alle sue spalle.
Entra un uomo in quella tetra stanza, con un camice bianco. Ha una cartella in mano e, dagli occhiali, è riflesso un nome.
«Hackin Sinéad? Mi segua.»





Note:
Queen e Sinéad Hackin sono personaggi esistenti nel fumetto The Unforgiving di Steven O'Connell.
Nel testo ci sono frasi tratte dalla traduzione della canzone Shot In The Dark dei Within Temptation.
Non vi è nessuno scopo di lucro.
   
 
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