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Autore: __Aivlis    10/12/2011    1 recensioni
Brian Haner non ha mai avuto grosse ambizioni, gli è sempre bastata una chitarra e i suoi amici per arrivare in alto. Ma anche uno come lui - a tratti introverso e riservato, a tratti l'opposto di se stesso - nasconde una storia colma di malinconia e sentimenti.
In cerca di un'identità dopo la scomparsa del suo migliore amico, trova rifugio nelle braccia di una donna, Casey, anche se la sua pelle liscia contro la propria non è mai riuscita a consolarlo del tutto. Ma l'inizio di una nuova era, la pubblicazione dell'ultimo Cd e un nuovo tour europeo da affrontare, lo ricondurranno proprio alle sue origini per cercare di capire chi è davvero Brian Haner e come tutto questo era iniziato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic     © Amor Vincit Omnia, 08/12/2011











« Haner, carica le ultime due casse e poi partiamo »
La voce di Matt arrivò alle sue orecchie in maniera del tutto secondaria rispetto a chi lo teneva occupato. Non poteva davvero credere a ciò che stava facendo e soprattutto non poteva credere di essersi fatto abbindolare dalle lamentele degli altri. Lui quel tour non lo voleva fare e quella consapevolezza comprendeva tutti quelli che lo conoscevano. Non ce l'avrebbe fatto, sarebbe finito per crollare.
« Vedrai, tre mesi passano in fretta »
Brian puntò gli occhi in quelli di Casey - il corpicino fragile che stringeva tra le braccia - e la sentì sospirare nervosamente.
« Lo spero » la sentì dire.
La avvicino ancora di più a sé attirandola per i fianchi e le dette un bacio in fronte.
Sentiva che l'ennesimo capitolo – il più difficile – stava finendo; avvertì questa sensazione quando, allontanandosi un po' da Casey, si avvicinò al bus per caricare gli ultimi marchingegni necessari.
Erano stati dei mesi difficili per tutti: la morte di Jimmy, il CD da finire e registrare; tante cose che, unite tra loro, avevano tolto la forza vitale al gruppo, quella forza che li faceva scatenare sul palco in modo quasi automatico. Nonostante questo, avevano deciso di provarci di nuovo ed ora stavano per partire per un nuovo tour, quindi un nuovo ciclo stava per iniziare come sempre, come se non fosse successo niente.
Brian era sicuro che stare lontano da Casey per così tanto tempo sarebbe stato difficile, ma per quanta paura poteva avere, cercava in tutti i modi di mostrarsi fermo nelle sue scelte e felice per le nuove prospettive, tutto per dimostrare a Casey quanto lui fosse forte, anche psicologicamente. Perché sentiva ancora il bisogno di impressionarla dopo tutti quegli anni che si conoscevano. No, Brian non era ancora troppo abituato a vederla in quei termini, era sempre stata la sua migliore amica, e per questo faceva difficoltà a dichiarare il loro status  ogni volta che gli si presentava l'occasione. La parola “fidanzata” non voleva mai saperne di uscire dalla sua bocca.
Chiuse il portabagagli con un tonfo deciso prima di avvicinarsi di nuovo alla ragazza che sarebbe diventata presto sua moglie. Ne osservò i lineamenti marcati e i lunghi capelli biondi che le ricadevano morbidi sulle spalle; infine si soffermò sui grandi occhi color cioccolato che lo guardavano avidamente e spostavano lo sguardo da un occhio all'altro. Le prese il viso tra le mani e la baciò in maniera lieve mentre Jason fischiava dal finestrino del bus. Nonostante tutto, era sempre stato sicuro delle sue azioni. L'avrebbe sposata, ne era certo.
« Andiamo piccioncini, tra tre mesi sarete di nuovo qui a sbaciucchiarvi » gli urlò dietro, lo stesso Jason.
« Devo andare »
« Fai buon viaggio »
Questa volta fu lei a baciarlo, ma avidamente, e trattenne le lacrime ancora per qualche istante prima di vederlo salire sul tourbus.
Brian entrò nel bus tra gli schiamazzi generali e prese posto sul tavolino alla sua sinistra, si affacciò dal finestrino e vide Casey intenta ad accendersi maldestramente una sigaretta mentre teneva una spalla alzata per non far cadere la lunga borsa marrone che si portava sempre dietro.
Lei era un hippy in rotta di collisione col mondo ed erano state molte le persone che gli avevano chiesto come potesse anche solo pensare di costruire una famiglia con una così; evidentemente Brian era l'unico scellerato che vedeva in quella donna il suo futuro.
In realtà, la situazione non era sempre stata così semplice. La vita di Brian era cambiata radicalmente dopo la morte di Jimmy, ed era stato per sua scelta. Infatti, il ragazzo si era rifiutato di mantenere anche soltanto una delle sue abitudini quotidiane – a meno che non riguardassero la band. Aveva cambiato casa, quartiere, casella postale, negozi di fiducia e tutto ciò che in qualche modo poteva ricordargli l'amico. E tra tutte queste cose, gli sembrava ormai inutile ricordarne una in particolare, che era stata la donna della sua vita per un periodo che, a pensarci ora, Brian rabbrividiva.
Casey era stata la seconda donna a rubargli il cuore, ma non appena questo pensiero accennò a sfiorargli la mente, lui lo scacciò via come si fa con i brutti ricordi, quelli che se solo avessi il potere di farlo, elimineresti dalla memoria collettiva. Perché ti fanno sentire lo stronzo che sai di essere, uno scarto umano nei confronti di tutti quelli che ti stanno attorno.
Dal suo passato, Brian aveva deciso di scappare, e si era rifugiato in una realtà ovattata che gli stava decisamente più comoda, ma ora stare seduto su quel tourbus, dopo tutto quello che era successo, gli faceva male.
Osservò gli altri ridere e scherzare e cercare di soffocare ogni pensiero negativo: tutti, in quel bus, stavano cercando di ricreare un'atmosfera ormai impossibile da rivivere, tanto che Brian si chiese quando si sarebbero arresi ai fatti: Jimmy non sarebbe tornato, e con lui neanche tutte le cose belle che si portava dietro. Niente sarebbe mai stato come prima, e quella era una realtà difficile da accettare.
Per Brian, che in quella storia c'era dentro fino al collo, la scena cominciava ad essere patetica e le risate degli altri, nella sua testa, assomigliavano molto a qualcosa mosso dall'isteria del momento, più che da felicità vera a propria. Neanche l'avessero letto nel pensiero, l'euforia si affievolì sostituita da un più sano borbottio di sottofondo, e ognuno riprese ciò che stava facendo senza soffermarsi troppo su parole inutili. Nessuno parlava, appunto, e nessuno aveva osato farlo per tutto quel tempo. Le registrazioni del CD erano avvenuto in modo automatico, e quando Larry aveva proposto quel tour, tutti avevano acconsentito senza aggiungere altro - anche se magari qualcuno covava qualche disaccordo in quella scelta; quella consapevolezza comune di sapere che insieme ce l'avrebbero fatta era il collante che li aveva sempre tenuti insieme fino a quella che era sembrata la fine.
In effetti, a nessuno dei componenti era mai passato per la testa di finire le registrazioni, pubblicare il CD, o addirittura partire per un nuovo tour, e proprio in questo senso la loro famiglia era allargata, perché se non ci fosse stato Larry, ad esempio, o i gemelli Barry, o le loro famiglie, a sostenerli e ad incoraggiarli in quell'impresa che da subito era parsa titanica, allora non sarebbero in quel tourbus in viaggio per l'ennesimo tour - che senza Jimmy sembrava non far parte del ciclo -, e più volte Brian si era ritrovato a pensare che forse sarebbe stato meglio, che si sarebbero di certo risparmiati quel tumulto interiore e la paura di stare sbagliando tutto ancora una volta. Perché era così che si sentiva, lui: spaventato. Certo, ogni tour era stato diverso dal precedente, ma mai era stato radicalmente differente come stava iniziando quell'ultimo. C'era rabbia e angoscia coperta da un velo di pietà, e sinceramente Brian non credeva che ne sarebbero usciti vivi.
« Magari la tensione svanirà quando romperete il ghiaccio sul palco »
Jason aveva preso posto davanti a lui e aveva parlato senza neanche dare il tempo a Brian di assimilare la sua presenza. Quando lo fece, Brian smise di rigirarsi tra le mani il suo accendino rosso.
« Sinceramente? Non credo che riusciremo a salire su quel fottuto palco »
Era cinico e ne era consapevole, ma nessuno di loro poteva pretendere che tutto andasse bene, non in circostanze del genere. Il fantasma di Jimmy era tra loro in qualsiasi momento, non c'era una giornata che passasse senza che almeno uno di loro lo avesse nominato. In un certo senso, era come se non fosse mai morto, tralasciando il dolore e tutto il resto, e loro non potevano pretendere di non sentirlo ancora tra loro, di non sentirsi inutili quando voltandosi verso la batteria avrebbero visto il volto di un perfetto sconosciuto al posto degli occhi dell'amico di sempre.
Mike era stata la loro salvezza e a livello professionale era stato il punto chiave delle registrazioni, e per questo gli concedeva tutto, ma non di sostituire quello che per tanto tempo era stata la sua famiglia. A questo proposito Brian voltò lo sguardo verso destra dove Mike sedeva con le cuffiette alle orecchie e le bacchette in mano facendo oscillare la testa avanti e indietro a ritmo di musica e battendo le bacchette sulle ginocchia. Ricordava bene il giorno in cui avevano deciso di proporgli l'affare, e se solo fosse stato un po' più fermo sulla sua idea e avesse fatto perno su Johnny - che in quella storia lo spalleggiava -, a quest'ora non sarebbero in viaggio per quel tour che lo costringeva lontano da casa per così tanto tempo.
L'atmosfera fu ravvivata dall'entrata in scena di Matt che, con passo deciso, si era avvicinato al chitarrista e gli aveva puntato subito gli occhi addosso.
« Brian, devo parlarti »
« Sono qui, spara »
« No, è una faccenda privata »
Tutti sapevano che quando Matt iniziava un discorso in quella maniera – e soprattutto con quell'espressione in volto – non c'era mai da stare tranquilli. Poi magari lo ascoltavi e capivi che la sua reazione era esagerata, ma per quegli attimi di ignoranza poteva anche smetterti di battere il cuore e tanto sarebbe stato poco.
Brian si alzò con cautela osservando attentamente ogni movimento del cantante. Respirò a fondo anche se l'aria sembrava mancare e si ripromise di rimanere calmo qualsiasi cosa gli avesse detto, anche perché se fosse sbroccato, allora tutti ne avrebbero viste delle belle, in quel tour, già da subito.
Lo seguì fino in bagno – l'unico luogo che aveva una parvenza di “privato” in quel tourbus – e usò il water come sedia per assicurarsi una presa salda al terreno e tenersi, così, pronto per qualsiasi cosa.
« Ho aspettato fino ad oggi per dirtelo perché sapevo avresti reagito male... »
« Matt, arriva al sodo »
« No, non credo sia una buona idea. Vorrei solo dirti che è stata una scelta unanime da parte degli altri, perché a tutti serviva un appiglio al passato – vedi anche il ritorno dei fratelli Barry in tour – e che in questa decisione tu non c'entri niente »
Brian ricordava quanto Matt fosse arrabbiato con i fratelli Barry da quando avevano fatto quei casini nel tour precedente rischiando di mandare all'aria la maggior parte delle date, e ora non riusciva davvero a comprendere questo suo nuovo atteggiamento accondiscendente nei loro confronti. Ma non era questo che aveva attirato la sua attenzione, quanto piuttosto l'espressione “appiglio al passato”.
« Cosa stai cercando di dirmi? »
« Cosa sto cercando di fare, piuttosto. Sto cercando di arginare i danni che questo potrebbe causare »
Matt stava davanti a Brian cercando di capire cosa lo spingesse a rischiare la vita in quel modo. Portò le mani sui fianchi e subito dopo si strofinò il viso per cercare di rimanere più lucido possibile.
« Dimmi che cazzo c'è che non va! »
« Emily viene in tour con noi! »
Si erano urlati contro all'unisono e Brian fu certo che tutti nel tourbus a parte Mike, erano stati in grado di sentirli chiaramente.
La sua mente ci mise un po' ad inquadrare la situazione e quando lo fece, una rabbia crescente gli era già montata dentro. Era come quando gli avevano detto di aver chiamato Portnoy senza averlo prima avvertito, si stava sentendo tradito allo stesso modo.
« Stai scherzando » affermò.
« No, e non trovo parole migliori per ribadire il concetto, mi dispiace »
« Spero che per la fine del tour avrai trovato una scusa plausibile »
E così detto si alzò dal water e se ne andò dal bagno sbattendosi la porta alle spalle.
Il problema del vivere nel tourbus è che non puoi scappare da niente e da nessuno. L'unico modo che hai per fingere di non essere presente è rintanarti nella tua cuccetta e chiudere la tendina sperando che a nessuno venga in mente di chiamarti.
Quando fu sdraiato sul suo letto, mise la mani dietro la testa e si ritrovò inondato da una scarica di pensieri e ricordi.
Emily era quella che tutti avevano sempre visto come la donna perfetta per lui, ed era stata una storia talmente tanto giusta che nessuno si era preoccupato di motivare tale affermazione. Loro erano sempre stato “Brian ed Emily”, e basta, senza ma e senza perché. Si sarebbero sposati e avrebbero avuto dei figli simili a loro che gli avrebbero ricordato quanto forte fosse il loro amore. Evidentemente tutti si sbagliavano perché tutto ciò che era rimasto, ora, erano solo le ceneri e pochi ricordi di un amore troppo intenso per poter durare in eterno, ed era bastato un niente per farlo crollare.

*

Note: Cavolo! Non mi sarei mai aspettata tutto questo successo in così poco tempo! E quindi eccovi l'aggiornamento lampo che aspettavate, decisamente più consistente del prologo. Spero vi piaccia e ovviamente ringrazio tutti quelli che hanno letto e in particolare Rossaaa, SellySmile, Sux Fans, Miss V Blackmore e  Keiko che hanno avuto il coraggio di recensire. Grazie mille ^^. Al prossimo aggiornamento.
   
 
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