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Autore: MissFreija    10/12/2011    1 recensioni
Raccolta di missing moments legati al mondo di PH e i loro personaggi.
Un ragazzo. Nove fotografie. Niente di più semplice.
Il tutto coronato anche dal fatto insolito di somigliare preoccupantemente ai precedenti capifamiglia:
lineamenti delicati, che gli donavano un aspetto più giovane di un comune ventitreenne, capelli biondi e iridi smeraldine.

[Leggero ShonenAi Gil/Oz, Leo/Elliot]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Nine Seconds To Say Goodbye
Serie: Pandora Hearts.
Rating: Verde, almeno per ora.
Warnings: Se ci avrò a che fare, illustrerò in seguito.
Desclaimer: No, sfortunatamente devo ancora trovare un Genio della lampada che possa esprimere questo ardente desiderio.   

 

 

- Nine Seconds To Say Goodbye -

 

Prologo

 

Fu questione di pochi attimi, poi tutto tacque.

 

Lievi passi udibili dall’esterno furono solo la premessa di ciò che accadde in seguito. Lo scatto proveniente dalla serratura presumibilmente arrugginita fu inaspettato, grave e solenne.

Il tacito accordo stabilito fin dalla creazione del maniero ebbe effetto anche in quel momento; il suono si diffuse come un felice ritorno alla vita in tutto l’antro della vuota abitazione. Risuonò gaiamente fra le arcate a volta incrostate del soffitto ceruleo, che ne ampliarono la potenza. Bastò questo e lo spalancare rumoroso del tetro portone d’ ingresso per infrangere regole millenarie di immensa solitudine e di vite consumate.

Più che un maniero vittoriano immerso in un pacifico paesino di campagna, pareva quasi un castello in miniatura che sormontava il luogo da un pendio roccioso come un regnante col suo popolo.

Il giovane biondo, presenza estranea a tanta squisita bellezza, scrutò con attenzione il porticato tempestato di sfavillanti mattoni rosso fuoco allungando il palmo della mano per assaporare il contatto con il tiepido materiale.

 “Solo a una trentina di miglia da Réveil…” pensò con sollievo.

Ma ciò non cancellò la preoccupazione che lo aveva assalito appena varcato il cancello. Rilanciò un’occhiata tormentata alle siepi del giardino alle sue spalle, un tempo potate a regola d’arte e dalla forma palesemente labirintica, ma ora ridotte a una disordinata protuberanza vegetale.

Ce ne sarebbe stato di lavoro da fare, oh sì.

 “Signor William, diamo un’occhiata all’interno?” la voce squillante del notaio non ammetteva repliche e il ragazzo ventitreenne si sbrigò a raggiungerlo non degnando di uno sguardo lo stemma di famiglia intagliato nel legno della porta.

Ricordò come, da ragazzino, si fosse sentito onorato di discendere da una antica e lussuosa nobiltà di duchi che poteva vantare fra le proprie schiere anche soggetti quantomeno interessanti e celebri, come Jack Vessalius, colui che si diceva avesse sconfitto la casata dei Baskerville centinaia di anni prima.

Il tutto coronato anche dal fatto insolito di somigliare preoccupantemente ai precedenti capifamiglia: lineamenti delicati, che gli donavano un aspetto più giovane di un comune ventitreenne, capelli biondi e iridi smeraldine. Ricordò di quando giocava coi propri amici delle scuole elementari fingendo di essere un nobile a capo di schiere di sudditi.

Sì, si era sentito orgoglioso, ma, come tutte le cose appartenenti a quel dolce stato di sogno che è l’infanzia, perdono importanza non appena subentra minacciosa la consapevolezza di non essere poi così speciale, di dover crescere in fretta.

Soprattutto se si aspira a divenire un uomo di scienza.

Si avvicinò all’altro uomo, ormai al centro della stanza, con espressione lievemente delusa o forse solo imbarazzata dal pensiero puerile che ebbe modo di esprimere.

 “Un po’ mi spiace, pensavo che quando sarei entrato qui dentro sarei stato risucchiato da una specie di vortice di ricordi sui miei antenati, un po’ come succede in ‘Anastasia’, sa la scena del ballo… magari avrei anche scoperto di essere la reincarnazione vivente di Jack Vessalius, ma…non è successo niente.” Ridacchiò impacciato.

Il notaio lo guardò di striscio. Il viso sottile ritraeva un’espressione a metà tra il divertito e lo scettico.

“Mi tolga una curiosità. Come è che il suo cognome è Twinings se è un erede diretto dei Vessalius?”

 “Ah! So a cosa allude, come tanti altri lei vuole un segreto da portarsi nella tomba!” rispose con un ampio sorriso furbesco il biondo, dirigendosi verso le pareti per studiare un trompe l’oeil particolarmente interessante. “Mi spiace deluderla comunque, da quel che so non ho nessun legame con quei Twinings. Porto il cognome di mia madre perché i miei genitori si sono separati quando ero piccolo, però mio padre di cognome faceva Vessalius.”

 Capisco…” l’ uomo riassunse la solita aria professionale aggiustandosi gli occhiali sul piccolo naso. “Comunque, come può notare, il salone è in perfette condizioni, nessuna traccia di umidità, basterà solo far arieggiare la casa per qualche settimana e l’odore di chiuso scomparirà presto. Del resto nessuno entra qui dentro da una trentina di anni, come suo nonno mi ha fatto gentilmente notare prima che morisse e le lasciasse in eredità questa villa. Nell’altro salone c’è un camino in pietra che aggiunge un tocco rustico, mentre qui, nello studio e nelle camere da letto abbiamo degli affreschi raffiguranti crociate e cori di angeli, ma come può vedere, si stanno scrostando.”

“Vedo,” gli fece eco William, frugando in tasca per estrarre una macchinetta digitale.

…che sta facendo?” chiese l’altro, non preoccupandosi affatto di mascherare la sorpresa.

“Qualche foto, così potrò farle vedere alla mia ragazza prima di portarla qui! È una studentessa d’arte e tutto ciò che può essere ricollegabile a calcestruzzo e marmi rosa le interessa.” Apostrofò la frase come se fosse la cosa più ovvia del mondo terreno.

“Piuttosto, se avete intenzione di rimettere a nuovo questo posto, potrei consigliarvi da chi prendere mobilia di qualità e a buon prezzo perché, a parte qualche armadio al piano di sopra, è del tutto da arredare.”

“Cos’è quello? Dietro di voi.” William additò qualcosa che stava alle spalle dell’uomo più anziano, che si girò per verificare cosa avesse attratto la curiosità dell’universitario.

“Ah, non l’avevo neanche notata.” Si avvicinarono entrambi all’oggetto indagato. “È una bacheca con delle vecchie foto. Devono essere molto vecchie vedendo la fattura delle immagini. Sono suoi parenti?”

William si sporse in avanti per mettere meglio a fuoco il contenuto delle immagini e ripassò mentalmente i volti della sua famiglia a lui noti.

“No, almeno non che io conosca. Chissà da quanto tempo sono qui…

“Beh, allora penso che voglia sbarazzarsene.” Il notaio fece per togliere la bacheca inchiodata al muro, ma il biondo lo bloccò con fermezza.

“Aspetti un attimo! Non sono sicuro di volerlo buttare, mi piacciono cose antiche di questo genere. Mi faccia dare meglio un’occhiata.” Si posizionò meglio di fronte alle piccole fotografie ingiallite e ritraenti persone del tutto sconosciute.

 

Poi.

 

Sconcerto.

Occhi smeraldini si specchiarono nei propri gemelli.

Voci e mani che lo trascinavano, lo abbracciavano, lo uccidevano.

Dolore osceno. Vetri acuminati di peccato.

Frammenti che danzavano attorno a iridi purpuree.

 

Capelli d’oro.

Rintocchi di un pendolo.

Una agonizzante melodia.

Neve su uno sguardo spento.

Pagine consumate.

Sorrisi folli.

Sangue.

Morte.

Morte.

Morte.

E…E…

E …

 

 

 

Note: Arrivati qui sarete straniti, ma non preoccupatevi, lo sono molto più di voi xD

Mi pare corretto specificare che il personaggio di William Twining (si, perché è TWINING il cognome vero e non quello da tea LOL) è il protagonista di un VERO manga, ancora quasi del tutto sconosciuto e inedito nel nostro bel Paese, intitolato ‘Devils And Realist’. Appena ho visto il suo viso sono saltata sulla sedia urlando ‘Omggg! Un misto fra Oz e Alois!’ e quindi ecco come è finito in questa fanfic.Tuttavia non lo segnalo come crossover in quanto l’ ho inserito per mio sfizio personale ma è solo il pretesto per illustrare scene effettive su Pandora Hearts. Cioè, avrei potuto inserire pincopallo come Vessalius e ci sarebbe stato lo stesso discretamente bene.

Boh, nient’altro da dire se non che ci rivediamo al capitolo due, se volete :D (capitolo uno in realtà, mavvabbeh lol)

   
 
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