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Autore: V a m p i r e    10/12/2011    6 recensioni
Sulle prime pagine dei giornali c'è una nuova notizia: l'ereditiera Violet Landau è stata uccisa, la polizia brancola nel buio. Kaylee Harrison si trova catapultata nel suo primo caso, e questa novella Veronica Mars non è famosa per la sua calma...
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My girl’s ready to take control, she just blows my mind / She only listen to the radio, to see who’s alive, yeah!
 
La sveglia suonava forte e chiara, facendosi maledire dalla ragazza con i capelli in una buffa cuffietta e gli occhi ancora troppo chiusi. Forse mettere “She’s a genius” dei Jet non era stata proprio un’ottima idea. In quel momento avrebbe preferito di gran lunga un’opera lirica o una ninna nanna. Oh sì, sarebbe stato molto più facile girarsi dall’altra parte e spegnere quel dannato affare.
Si alzò sbuffando e, dopo aver iniziato a canticchiare il ritornello, preparò il succo d’arancia amara che aveva imparato ad odiare perché le ricordava il lunedì mattina.
Jeans, maglia nera, braccialetto con le borchie e stivali. La matita data di fretta e i capelli pettinati velocemente completavano l’opera. Sembrava una mezza metallara scappata di casa. Caroline l’avrebbe ammazzata se l’avesse vista uscire di casa così, con tanto nero da far paura ad un becchino, ma per fortuna erano un paio di notti che usciva per tornare solo al pomeriggio. Un fidanzato segreto forse, era proprio da Caroline. Così pudica, così pura, così suora, si vergognava persino di avere una semplice relazione.
 
That girl’s a genius, I think she’s serious. / Love is when you wanna kiss and you get bit.
 
Si maledisse appena uscita di casa.
Era in ritardo, cavolo, era in ritardo.
Forse non avrebbe dovuto fermarsi a fingere di suonare la chitarra durante il secondo bis. Lo ammetteva.
Se fosse arrivata tardi anche quel giorno probabilmente zio Kurt l’avrebbe licenziata nonostante il legame di parentela. Sapeva che la sua assunzione era rimasta appesa ad un filo precario per mesi, prima che suo padre lo pregasse di accettarla, e non poteva rovinare tutto. Semplicemente non poteva. Una volta rimasta senza lavoro avrebbe dovuto abbandonare l’appartamento, il suo meraviglioso appartamento pieno di candele e poster condiviso con la migliore amica, per ritornare in quel coso grigio chiamato casa dei suoi genitori.
Kaylee Harrison corse verso il sottopassaggio, i capelli castani al vento e le scarpe troppo alte per correre in quel modo, e una volta uscita prese al volo un cappuccino macchiato. Se fosse stato per lei lo avrebbe lasciato volentieri al negozio, il profumo caldo le dava la nausea, ma uno dei compiti da svolgere era non far mancare allo zio Kurt cibo e bevande.
Questo lavoro mi serve, questo lavoro mi serve, questo lavoro mi serve.
Quando iniziava ad avere dei ripensamenti ripeteva quella frase come un mantra, sperando in un biglietto vincente della lotteria.
Le serviva veramente; studentessa di giornalismo, senza un’eredità o una “paghetta settimanale” che alcuni suoi compagni di corso si vantavano di prendere ancora, o quel lavoro o avrebbe iniziato a cantare davanti alla stazione per qualche soldo.
Entrò nello studio come una furia e si guardò subito intorno pregando che lo zio non fosse ancora entrato. Non era una vana speranza, nessuno amava dormire come Kurt Davies ed era successo più di una volta che arrivasse in ritardo. Ma lui poteva.
 Purtroppo quel giorno si era svegliato in orario, la aspettava con lo sguardo fisso sull’orologio e la mente al cappuccino.
«Due minuti in anticipo. Hai la febbre?» Domandò quando la vide sulla soglia con un’espressione di chi ha appena combattuto una guerra e ne è uscito vincitore.
«Sto migliorando! Ecco a te il cappuccino.»
«Grazie. C’è qualcosa che forse potrebbe interessarti, dai un’occhiata.».
Kaylee si stupì dell’affermazione. Di solito lo zio non la riteneva ancora pronta a investigare e la lasciava sempre a casa o in ufficio, a rispondere alle telefonate o... be’, a giocare a pimball.
Kurt era stato un grande ispettore di polizia a suo tempo, ma non ci teneva ad andare in pensione e dopo un mese di beato nulla aveva aperto un’agenzia investigativa. Se per la maggior parte delle volte doveva soltanto seguire mogli trofeo e far divorziare vecchi arricchiti, aveva comunque avuto fortuna con qualche caso e a dieci anni dalla sua apertura godeva di un’ottima fama. Kaylee, che allora aveva solo dodici anni e leggeva con foga ogni singolo libro giallo, aveva desiderato tanto lavorarci. Voleva diventare anch’essa una detective e risolvere casi intricati come quelli di Athur Conan Doyle.
Quei giorni erano passati. Il suo obiettivo ora era prendere la laurea in giornalismo e accettare un lavoro in un grande giornale, magari nel frattempo avere anche una torbida relazione con un fotomodello.
...Okay, a volte tendeva a lasciarsi prendere un pochino dalle fantasie.
«Io? Sei sicuro?»
«No, per questo ti ho detto di dare un’occhiata. Accettalo solo se sei sicura, perché poi devo dare conto io dei successi e i fallimenti.»
«Santo cielo, mi metti pressione ancora prima di prenderlo? Dammi quel coso e poi vediamo, no? Ci sarà tempo per le ramanzine.»
Nonostante alla fine sapeva come sarebbe andata a finire – zio Kurt avrebbe fatto marcia indietro e le avrebbe tolto il possibile caso, convinto fermamente della sua deficienza – era curiosa. Da cosa sarebbe potuta essere interessata? Rapimenti alieni? Fantasmi? Gossip Girl?
Prese l’enorme pila sulla sua scrivania (avrebbe voluto lamentarsi, ma visto che toccava a lei mettere a posto desistere era la scelta migliore) e cominciò a sfogliare il documento intitolato “Per K.” con rinnovato interesse per la materia.
 
Verbale del 6/12/11.
Kelly Landau chiede aiuto a Kurt Davies per risolvere l’omicidio della sorella Violet, dato che la polizia si trova in un punto morto. Violet Landau è stata ritrovata morta nella sua casa, uccisa con tre coltellate.
Particolarità: il corpo era quasi completamente dissanguato al momento del ritrovamento, e non si notano grandi quantità del liquido sui vestiti o nell’appartamento. La vittima aveva due forellini sul collo.
Sospetti: la polizia pensa ad un delitto passionale, le coltellate sono state date quasi in preda al delirio.
Pagamento: a caso risolto.

 
Le venne quasi da ridere quando lesse il tutto. Per prima cosa, lo zio era letteralmente incapace di scrivere verbali, sembrava il tema di un bambino di dieci anni. E poi lo sapevano tutti, non poteva essere stato un vampiro, il non morto non sarebbe potuto entrare senza un invito.
Oh, forse zio aveva ragione.
Le interessava sapere chi era così pazzo da fingersi un vampiro per ammazzare una persona. E poi, Violet Landau chi era? Perché mai qualcuno avrebbe voluto vederla morta? Che lavoro faceva? Era sposata?
«Proverò a darti una mano!».
In fondo sapeva che gli episodi di Veronica Mars guardati alle tre di notte prima di andare a scuola sarebbero serviti a qualcosa un giorno.



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Ok, allora, intanto mi sento scema perchè non so fare una presentazione adatta! Piacere, Gaja ^^
Volevo soltanto precisare qualche cosa nel testo:
Kaylee Harrison viene da George Harrison. Zio Kurt sarebbe preso da Kurt Cobain. Violet Landau è anche il cognome di Juliet Landau, Drusilla di Buffy. Per Kaylee la "prestavolto" sarebbe a grandi linee Michelle Trachtenberg, ma è ovvio che potete immaginarla come volete xD. Le recensioni sono graditissime!
   
 
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