Storie originali > Epico
Ricorda la storia  |       
Autore: La Kurapikina    11/12/2011    5 recensioni
Un primo incontro fra Achille e Patroclo... che cambierà il loro destino
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“No… ancora cinque minuti!”

“Alzatevi, vostro zio vi attende!”

Aprii gli occhi di mala voglia dando una leggera spinta al servo che era venuto a svegliarmi, quindi mi alzai sbuffando: mi chiamo Achille, ho diciannove anni e sono un semidio invulnerabile figlio di Peleo e Teti.

Si, può sembrare una figata, ma credetemi, non è altro che una grandissima rottura di scatole, almeno per me.

Tutti mi vedono come un grande guerriero destinato a grandi imprese, un soldato senza macchia e senza paura, così non si accorgono della strizza tremenda che ho all’idea di affrontare il mio futuro… certo, come ogni Acheo desidero la gloria, ma questo non significa che la mia massima aspirazione sia quella di crepare su un campo di battaglia fra un paio d’anni!

Sfortunatamente, questo non lo posso dire a nessuno o verrei considerato un traviato, un eretico, una femminuccia e chissà che altro!

Come se non bastasse mio padre è morto quando io ero ancora un bambino in fasce e mia madre, in quanto ninfa dei mari, è sempre all’olimpo, quindi sono cresciuto sotto il controllo di mio zio, re di Ftia, che è giusto un tantino pazzo… minchia che sfiga!

Ecco, ora che mi sono presentato, sarà bene che mi muova a raggiungere mio zio prima che decida di farmi giustiziare per una mezz’oretta di ritardo… chissà poi perché pretenda che faccia sempre colazione con lui!

Uscii dalla mia stanza e mi avviai sbadigliando poco elegantemente verso la sala del trono, dove trovai mio zio, un omone burbero con occhietti infossati e cattivi, che stava mollemente adagiato sulla sua persona personale, grasso da far schifo.

“Achille! Finalmente!” esclamò quando mi vide entrare lanciandomi un’occhiata annoiata e io mi sforzai di sorridere rispettosamente, anche se credo mi venì più che altro una smorfia schifata.

“Siediti, svelto!”

Annuii e presi posto nella mia solita poltrona di fronte a lui, pronto a magiare il più velocemente possibile per andarmene da lì quando il portone alle mie spalle si aprì: un guerriero grosso quanto una montagna entrò e si avvicinò a mio zio annunciando orgoglioso: “Torniamo ora da Smirne, dove abbiamo acciuffato il criminale.”

Oh già, il criminale: mi ricordai benissimo di quel povero disgraziato, nobile di  Smirne che, in visita a Ftia, aveva osato dire che il suo servo era migliore dei nostri…

“Abbiamo provveduto a prelevare il suo schiavo e ve lo abbiamo portato, come volevate.”

Mio zio sorrise trionfante e io mi voltai verso il portone: un secondo guerriero, tale e quale al primo, solo che più vecchio, stava entrando trascinando con sé un ragazzo.

Doveva  avere qualche anno meno di me e mi ritrovai a fissarlo come un cretino: aveva lucidi capelli corvini, occhi grigi e dolci, ora spaventati, un nasino perfetto e rosee labbra sottili.

Il fisico magro era coperto a stento dai pochi stracci freddi che indossava e non potei a meno di notare che collo, braccia e gambe erano segnati da scuri lividi violacei.

Il guerriero lo fece inginocchiare ai piedi del re e per un attimo incrociai il suo sguardo, come quello di un cerbiatto spaventato, mentre mio zio gli parlava languidamente: “Ora capisco perché il tuo padrone ti teneva nascosto… devi essere figlio di Afrodite per portarti dietro tanta bellezza! Come ti chiami ragazzo?”

Lui abbassò lo sguardo, nascondendo gli occhi dietr0 una fitta cortina di capelli scuri, rispondendo in un sussurro: “Patroclo.”

E quel nome volò sulle ali del vento fino a me, insieme alla strana consapevolezza che quel ragazzo sarebbe stato al mio fianco molto più tempo di quello che credevo.

“E no…” ripreso con tono leggermente più deciso: “Non so chi siano i miei genitori, ma posso esser sicuro che non sono figlio di Afrodite.”

“Bene Patroclo.” Mio zio si alzò fermandosi in piedi davanti al ragazzo, una mano unta sulla sua testa: “Diamo pure inizio alla tua permanenza a Ftia.”

 

 

 

 

Ciao a tutti! E’ la prima ff che scrivo su questa coppia e spero vi piaccia… in ogni caso fatemi sapere cosa pensate di questo prologo^^

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: La Kurapikina