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Autore: Secret Whispers    12/12/2011    0 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest La vendetta organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"L'amore può diventare pericoloso quando si trasforma in follia."
Genere: Introspettivo, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest “La vendetta” indetto dal Secret Whispers nel mese di Novembre 2011.
L'autrice, Light66, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.


Titolo: Folle Vendetta
Autore: Light66
Fandom: Eun x Squalo
Personaggi: Squalo
Avvertimenti:
Genere: Introspettivo, yaoi, songfict
Breve introduzione: L'amore può diventare pericoloso quando si trasforma in follia.
N.d.A(facoltativo): Questo dovrebbe essere una sorta di song fict anche se non lo è del tutto. La ff dovrebbe ambientarsi in un momento futuro della role, quando Squalo scopre che Eun è un vampiro e che per tutto il tempo che sono stati insieme gli ha mentito, inoltre Squalo è un cacciatore di taglie oltre che un cacciatore di vampiri, ossia cattura vampiri di rare dinastie per venderli a dei collezionisti e c'è un vampiro che ormai cerca da mesi, se non anni e quel vampiro è proprio Eun. Un appunto: Ewon Jung è un personaggio secondario della role, è un ex amante di Eun ed è colui che lo ha tradito, per cui Eun nutre un profondo odio verso di lui.
La canzone usata è I love you di Avril Lavigne, canzone che Eun ha dedicato a Squalo.



I like your smile
I like your vibe
I like your style
But that’s not why I love you



Era folle.
Un giorno, un mese, un anno.
Non lo sapeva, non sapeva quanto tempo era passato, sapeva solo che la rabbia lo aveva reso folle.
La sentiva scuotergli il petto come onde che si infrangono su una scogliera e la logorano, pezzo dopo pezzo, lentamente, ad ogni minuto che passa un pezzettino in più.
Non aveva mai provato una rabbia tale in tutta la sua vita e lui era un tipo che si incazzava facilmente.
Con tutti.
Ma adesso si rendeva conto che dentro di lui non c'era solo rabbia ma anche follia, di quella più pura e cieca che possa esistere, di quella che si impossessa di te, della tua mente delle tue azioni.
Rabbia rivolta verso qualcuno che lo aveva riempito di belle parole, di illusioni, forse anche di sogni.
Verso qualcuno che aveva amato, aveva amato seriamente, come non avrebbe più fatto in tutta la sua vita.
E quel qualcuno lo aveva tradito nella maniera più assoluta.
Gli aveva cambiato la vita, se l'era presa la sua vita e poi gliel'aveva risbattuta in faccia come fosse carta straccia, qualcosa di cui liberarsi una volta stufi.
Ma quella era solo la punta dell'iceberg.
Più di tutto era arrabbiato con se stesso, furioso a livelli indicibili.
Perchè si era sempre ritenuto una persona intelligente, una persona in gamba, furba, di quelle che non si lasciano raggirare dal primo coglione che capita, invece aveva creduto a quelle belle parole, sussurrate al suo orecchio, tutte le notti, come una dolce melodia.
Aveva ceduto, si era lasciato catturare, prendere, aveva persino provato piacere nell'essere cullato da tutti quei sospiri, sussurri.
E adesso ne pagava le conseguenze.




Do you feel, do you feel me?
Do you feel what I feel, too?
Do you need, do you need me?
Do you need me?




Dolore.
C'era anche quello oltre la rabbia.
Aveva vissuto per quelle parole, di quelle parole.
Gli mancavano.
Stupido, insensato, imbarazzante sentimento.
Nostalgia.
Per qualcosa che non era mai stato reale, qualcosa che era tutto una grossa bugia, una farsa.
Ma quella farsa gli mancava.
Gli mancava il modo in cui quelle parole gli venivano sussurrate, gli mancava il modo in cui i suoi occhi lo guardavano mentre gliele diceva.
Anche il movimento lento e sensuale delle sue labbra gli mancava.
Gli mancava crederci in quelle parole, sentirsi sicuro, forte del fatto che potessero essere la solida base di ciò che stavano costruendo, ma l'unico a costruire era stato lui.
E allora da lì nasceva altra rabbia, incontrollabile, che lo faceva sbuffare come un toro che avesse appena visto il manto rosso svolazzare davanti agli occhi.
Un toro pronto alla carica.



You’re so beautiful
But that’s not why I love you
I’m not sure you know
That the reason I love you is you
Being you
Just you
Yeah the reason I love you is all that we’ve been through
And that’s why I love you





Ma se sentirsi amato gli mancava, amare non gli mancava affatto.
Anzi, odiava se stesso per non riuscire a reprimere, sotto le tonnellate pressanti di rabbia, quell'odioso sentimento che lo aveva reso debole, vulnerabile e che adesso gli impediva di respirare senza provare acute fitte di dolore al petto.
Se solo avesse saputo, se solo avesse anche solo immaginato dove tutto quello lo avrebbe portato non si sarebbe mai nemmeno avvicinato a lui.
Ma adesso era lì.
Non c'era modo per tornare indietro, non c'era modo per cancellare tutto quello e anche se sapeva che pensare al passato non avrebbe portato a nulla, non poteva fare a meno di collegare quel passato al suo immediato futuro.



Even though we didn’t make it through
I am always here for you





Se avesse saputo che quel giorno avrebbe scoperto la verità...no, forse nemmeno sapendolo sarebbe riuscito a fare qualcosa per cambiarla, per cambiare le cose.
Ed era successo tutto per caso.
Lo ricordava ancora come se fosse accaduto solo pochi istanti prima.
I suoi movimenti quasi furtivi, silenziosi, com'era ovvio che fossero data la sua natura di cacciatore, in quella grande casa.
Silenziosi ma non sospetti, calmi, sereni, sicuri.
Era a casa dopotutto.
E poi la sua voce, le sue parole.
Parole che non aveva capito subito.
Parlavano di "farlo mio" qualcosa come "presto lui sarà come me e sarà mio".
Si era incuriosito ma non insospettito, non sapeva di chi, lui, stesse parlando, a dirla tutta, il sentimento più forte che aveva provato in quel momento era stata la gelosia.
Chi? Chi sarebbe stato suo?
Voleva tradirlo?
Gelosia, un altro stupido e patetico sentimento.
Ma lui l'aveva provata.
Così tanto intensamente che aveva iniziato ad indagare per sapere, scoprire, lo voleva con tutto se stesso e in quel suo indagare scoprì la verità.
Un libro, era stato un fottutissimo vecchio libro impolverato a dirgli chi era la persona che amava, o meglio, cos'era.
Un suo nemico, un essere per cui provava odio e repellenza, che avrebbe dovuto uccidere senza esitazione e non innamorarsene.
Era un vampiro.
Era uno schifoso vampiro e gliel'aveva tenuto nascosto, gli aveva fatto credere di essere un cacciatore come lui, di amarlo, di volerlo al suo fianco, aveva addirittura ucciso dei suoi simili per portare avanti quella farsa, e lui ci era cascato con tutte le scarpe.
Come uno stupido, un patetico ingenuo senza spina dorsale.
Ma non era solo un vampiro, lui ere IL vampiro.
Quello che cercava da mesi, quello a cui dava la caccia strenuamente ogni istante della sua vita.
Era lui.
Eun Mookyul.
Due volte coglione era stato.
Non era nemmeno riuscito ad ucciderlo sul momento, quando la rabbia gli era esplosa nel petto, insieme al dolore e alla vergogna.
Non ci era riuscito eppure avrebbe potuto farlo.
La rabbia lo rendeva più forte, la furia lo rendeva più veloce e cruento, ma qualcosa dentro di lui gliel'aveva impedito.
Stupido pazzo.
Un pazzo, un folle, ecco cos'era.
E il tempo aveva solo peggiorato le cose.
Il dolore era aumentato, la follia ormai incontrollabile.
E adesso era lì, in una stanza avvolta nella penombra, una lieve luce, quella di una candela accesa in un angolo della stanza, ma sembrava essere lì solo per puro ornamento.
L'odore di chiuso, di stantio era forte, pungente e fastidioso, nonostante la camera brillasse per quanto fosse pulita.
Il letto era ricoperto da lenzuola di seta nere, soffici cuscini bordeaux a dargli quel tocco di classe che lo rendeva così allettante.
Il lampadario, del tutto inutile quanto inutilizzato, composto da otto teste di drago, in bocca ad ognuna delle quali vi era una lampadina a forma di fiammella.
Tutte cose che si, notò, ma a cui non diede il minimo peso.
Perchè se era lì era solo per compiere il suo destino e portare a termine la sua vendetta.
Aveva fatto in modo di farsi notare, in quei mesi aveva lasciato tracce ovunque, i suoi spostamenti e i suoi movimenti, così come le sue intenzioni erano ben note a tutti, di sicuro anche ad Eun.
Ma aveva sempre fatto in modo di essere più veloce di tutti, di lui.
Anche quella sera in cui tutto sarebbe finito e tutto sarebbe iniziato.
Stava per compiere la sua vendetta nell'unico modo che avrebbe reso quel gesto degno di essere chiamato con quel nome.
Nell'unico modo in cui sarebbe stato sicuro di poterlo ferire, nel profondo e magari renderlo folle proprio come lo era lui in quel momento.
Aveva detto di volerlo rendere come lui, di volerlo al suo fianco.
Bene, adesso tutto si sarebbe compiuto.
Poteva già sentirli i denti acuminati e gelidi posarsi sul suo collo, poteva sentire i brividi di freddo corrergli lungo la schiena.
Poteva sentire l'adrenalina circolargli in corpo come fosse sangue, presente in ogni vena, arteria e capillare.
Poteva sentire quell'attimo di lucidità che precede la morte.
Si, morte.
Presto un morso gli avrebbe tolto la vita per donargli quella eterna, l'avrebbe reso forte abbastanza da poter uccidere Eun.
Presto Ewon Jung l'avrebbe reso immortale e suo.


Yeah the reason I love you is all that we’ve been through
And that’s why I love you

  
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