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Autore: MissyHarry    12/12/2011    1 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

 

Enjoy the silence
 

 

"Ehm, ragazzi, io devo andare…" Rock tentò di farsi notare in mezzo al marasma, tra Mark che raccontava dell'India e Revy, Benny e Eda che lo tempestavano di domande; fece un gesto a Dutch, come a dire 'ci sentiamo dopo', afferrò la giacca e uscì per strada.

In fondo le novità gli piacevano, pensò percorrendo a piedi la strada verso il quartier generale dell' Hotel Moscow. La sua vita da impiegato era piatta e monotona, e il passaggio alla Lagoon era stato quasi provvidenziale. Oddio, forse provvidenziale non era la parola giusta: improvviso, rischioso e surreale, ma liberatorio. Ci voleva, insomma. Si accese una sigaretta sospirando. Chissà, magari pure quel ragazzo appena arrivato che ora gli stava tanto sulle palle… Scosse la testa. Non era proprio da lui giudicare così la gente, a primo acchito. Si chiese più volte cosa poteva avere da disturbarlo tanto, ma non seppe trovare una risposta.

Dopotutto, che si aspettava in un ambiente del genere? Un'amichevole stretta di mano, e magari anche una birra insieme? Ridacchiò all'idea, ma qualsiasi scusa cercasse non riusciva comunque a farselo andare a genio. 
 

Le sue gambe si muovevano meccanicamente lungo il percorso, mentre la sua mente vagava. Si ritrovò al palazzo dell' Hotel Moscow senza rendersene conto; gettò il mozzicone della sigaretta, si fece riconoscere dal portiere ed entrò.

Balalaika stava fumando il suo terzo sigaro della mattinata, cercando di calmarsi. Aveva isolato l'informatore nella stanza accanto, ma era stato difficile tranquillizzarlo e convincerlo che nessuno aveva intenzione di torturarlo o sterminargli la famiglia. All'Hotel Moscow, il programma protezione testimoni era molto semplice, e quel giapponese lo conosceva molto bene: se qualcuno attentava alla sua vita, era meglio se si comprava un passaporto e scappava in Alaska. L'arrivo di Rock sembrò sollevarla.

"Japonski, grazie a dio sei arrivato" Sbottò con una smorfia, storcendo la bocca. "Sii paziente, quell'uomo è leggermente agitato". Gli indicò con la mano la porta in fondo allo studio e gli strizzò l'occhio, sorridendo. "Andiamo…?"

 

 

"Beh, noi andiamo!" Esclamò Revy, alzandosi in piedi e riallacciandosi la cintura delle cutlass. Mark la seguì a ruota. "Ragazzi, ci vediamo! Devi ancora spiegarmi un paio di cose su quel portatile…" ridacchiò il biondo rivolto a Benny. "Ciao Dutch! A stasera!" Il capo lo salutò con un cenno, gettando un'occhiata all'orologio. "E Rock? Dov'è finto? Eda, chi è che ha…" La frase rimase a mezz'aria, una volta resosi conto che la suora si era volatilizzata nel nulla.

"Rock? Boh, è andato dalla sorellona, penso" rispose vagamente Revy imboccando la porta. Dutch si riscosse "…E me lo dici così? A fare cosa? Che voleva? Un incarico?" La rossa scrollò le spalle, trascinata fuori dall'impazienza dell'inglese. "Che moto noleggiano, allora? E chi diavolo è Rock? Un ostaggio? Oh, non ti ho detto che mezzo ho provato in India! Hanno appena rilasciato…" le ultime parole del discorso sparirono per la tromba delle scale, seguite dal sempre più lontano rumore degli stivali dei ragazzi che si precipitavano fuori dal condominio. 

Dutch represse un moto di stizza e sospirò, allungando una mano verso il numero di playboy abbandonato sulla poltrona. "Temo che non ci resti altro che aspettare". "Vuoi che mandi Revy dai russi?" Si offerse Benny "scendo giù, la chiamo e…" Il nero lo interruppe alzando una mano e aprendo il paginone centrale della rivista con l'altra. "Nah. Lasciali divertire…"

 

 

"…Perché, tu pensi che io mi stia divertendo?!" Balalaika aveva perso la calma, e aveva cominciato a sbraitare frasi in russo. Boris alzò un pugno per colpire l'informatore, ma la donna lo fermò con un cenno. "Hai visto, Japonski…? Un informatore che non informa..!" Cominciò a camminare su e giù per la stanza nervosamente "Si può sapere perché continua a ripetere come un ossesso la stessa parola…?"

Rock si piegò sulle ginocchia, portandosi al livello del giapponese che, tremante, mormorava preghiere piagnucolando. "Su, non preoccuparti" cercò di tranquillizzarlo "Devi solo dirmi tutto quello che sai…." "I-il viola!" rispose quello singhiozzando. 

 

La russa sospirò. In mezz'ora che era arrivato l'interprete, quel cretino li aveva avvisati che una nuova compagnia era arrivata in città, a Roanapur. Niente che Balalaika non sapesse già; quell'associazione si occupava per lo più di droga, ma non era quello il motivo per cui erano sbarcati in Thailandia. Sembrava piuttosto che volessero aprire un nuovo night club, e questo a Rowan, il proprietario del night più popolare e redditizio della città, proprio non andava giù. Era arrivato giusto pochi giorni prima all'Hotel Moscow circondato da ballerine,incazzato come una iena; sembrava quasi volesse intentare uno sciopero, infervorato com'era. E per quanto riguardava la prostituzione, anche Bao era piuttosto contrariato, sebbene non avesse il coraggio di presentare le sue lamentele ai russi. Fin qui, erano tutti problemi gestibili; ma ora arrivava questo giapponese dal nulla e tremando come una foglia rivelava che queste puttane avevano fatto fuori tre o quattro clienti piuttosto importanti. Nomi non particolarmente famosi, ma Balalaika aveva già mandato l'ordine di indagare. Per poter scoprire altro, l'unica possibilità era andarci di persona. Quel bravo ragazzo di Rock aveva inoltre scoperto che i membri dell'associazione provenivano più o meno da tutto il mondo, e per riconoscersi e riunirsi era necessario…

 

"I-il viola!" ripeté l'informatore. "Non so che significhi, so solo che ha a che fare col viola!" La russa si massaggiò le tempie. "Non ti è chiara una cosa, forse" disse, consapevole che quell'uomo non riuscisse a capire una parola di quello che diceva. "Un'informazione incompleta non serve a nulla. E non possiamo lasciarti così, nel limbo, capisci…?" Lo guardò sorridendo. L'uomo si ritrasse spaventato, mentre Boris da dietro gli puntava la pistola al collo, e premeva il grilletto.

Rock trattenne un conato di vomito, colto di sorpresa. "Era proprio…" "Sì" lo interruppe la bionda voltandosi e facendogli cenno di seguirla "Boris, pulisci questo pasticcio. Un traditore, sebbene passi dalla nostra parte, rimane comunque un traditore" spiegò dirigendosi a grandi passi verso la scrivania e componendo un numero al telefono "Rock, ho un compito per voi".


~


Angolino autrice
Scusate il ritardo di aggiornamento... Perché, c'è per caso qualcuno che la legge? Ahahah!
Penso di riaggiornare verso... Giovedì? Mercoledì? 
Beh, buona lettura :)
Harry

  
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